lunedì 14 settembre 2020

Bologna: la finestrella di Via Piella


Visitare una città non vuol dire solo entrare in chiese e musei, ma cercare posti insoliti che fanno scoprire le varie sfaccettature di un luogo, legate alla sua storia, che creano a volte curiosità, a volte stupore.

Così ci siamo recati a scoprire un lato insolito di Bologna, legato al suo passato e dal profilo se si vuole anche romantico.

Finestrella di Via Piella
E' una piccola finestrella che si apre su un muro arancione del portico di Via Piella, una strada del centro storico parallela a Via Indipendenza e vicina al Torresotto dei Piella o Porta Govese.

Torresotto dei Piella
Il torresotto o serraglio faceva parte della seconda cerchia di mura del XII secolo, chiamata anche "Cerchia dei torresotti", visto che di torresotti se ne contavano diciotto (oggi ne sono sopravvisuti solo quattro).
Alla sera le porte di queste torri venivano chiuse.
Le porte vennero poi sostituite da ponti levatoi nel XIV secolo.
Sotto il portico di Via Piella vi è una piccola anta dello stesso colore arancione del muro in cui è stata realizzata, e che se si spalaca offre una visione insolita di Bologna, che riporta al suo passato medievale: la vita legata allo scorrere dell'acqua.

Canale delle Moline
Dietro questa piccola finestra infatti si nasconde un tratto del Canale delle Moline così chiamato perché lungo le sue rive si trovavano un tempo ben 15 mulini ad acqua.
L'acqua del canale, oltre ad essere una importante via di comunicazione, offriva l'energia idraulica necessaria al funzionamento dei mulini per la macinazione del grano e la fabbricazione della seta.
La ruota idraulica dei mulini da seta collegata ad un'incannatoio meccanico aumentava il ritmo di produzione del filato di seta e lo rendeva di migliore qualità, garantendo un flusso d'acqua costante che consentiva di ottenere filati uniformemente ritorti e quindi più resistenti.
Dal XV secolo Bologna fu una città leader nella produzione serica che è stata per secoli il settore più importante dell'economia bolognese: dava da vivere al 40% della popolazione felsinea..
Alla fine del XVII secolo si contavano in Bologna 119 mulini da seta azionati da 353 ruote idrauliche.

Questi mulini da seta hanno rappresentato un sistema di fabbrica protoindustriale, ed è per questo che a loro è dedicata una sezione con modellini e plastici al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna.

La  finestrella di Via Piella era in origine uno spioncino di guardia che serviva ad un funzionario per controllare il livello dell'acqua del canale.

Il sistema idraulico di Bologna era composto da chiuse (sul fiume Reno e sul torrente Savena), da canali (Canale di Reno, Canale di Savena, Canale delle Moline e Canale Navile) e da chiaviche, ovvero alcune condotte sotterranee che distribuivano a rete l'acqua in città.

Il Canale delle Moline, che scorre in questo tratto tra case colorate, è il proseguimento del Canale del Reno.
Fu realizzato nel 1100 come fossato difensivo delle seconda mura.

Lungo le sue rive erano stati costruiti lavatoi a ponte levatoio, muniti di vasche in cui le lavandaie si calavano per lavare i panni senza bagnarsi.

I mulini furono smantellati quando l'energia idraulica cedette il posto all'energia elettrica.
I canali persero la loro importanza come vie di comunicazione con l'avvento del treno, che rendeva gli spostamenti verso il Po, Ferrara, Venezia e l'Adriatico più veloci che sui barconi.

Per questo tra l'inizio del Novecento e il dopoguerra i  canali bolognesi furono tombati e sparirono sotto l'asfalto, tranne alcuni tratti tra i quali quello che si può vedere dalla finestrella, tra Via Piella e Via Malcontenti.
La finestrella fu riaperta nel 1998.




CONCLUSIONI
E' questo un piccolo post per visitare un piccolo sito turistico, da molti chiamato "Piccola Venezia" perché richiama alla mente scorci della città lagunare.
La finestrella di Via Piella all'aparenza può non sembrare culturalmente importante, ma invece mostra un aspetto storico interessante, anche se nascosto e dai più ignorato.

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