martedì 15 settembre 2020

Bologna: la Basilica di S.Petronio

Surge nel chiaro inverno la fósca turrita Bologna,
e il colle sopra bianco di neve ride.

È l’ora soave che il sol morituro saluta
le torri e ’l tempio, divo Petronio, tuo;

le torri i cui merli tant’ala di secolo lambe,
e del solenne tempio la solitaria cima.
                                            (da "Nella Piazza di S.Petronio" - Odi Barbare - 1877 - Giosuè Carducci).

Il 7 giugno 1390 a Bologna fu posta la prima pietra della Basilica di S.Petronio, la grande chiesa dedicata al patrono della città.
E' la sesta chiesa più grande d'Europa (132m X 60m e un'altezza di 44,27m) ed è la chiesa gotica costruita in mattoni più grande al mondo. 
La basilica è intitolata a S.Petronio, ottavo vescovo di Bologna nel V secolo (431/450), divenuto patrono della città nel 1253.
Ma le spoglie del Santo Patrono sono qui riunite solo dal 2000: il suo corpo era infatti conservato nel Complesso della Basilica di S.Stefano (dove il vescovo aveva voluto la sepoltura, e dove furono ritrovate nel medioevo), mentre il suo cranio era già stato ceduto alla basilica nel 1743 per volere di papa Benedetto XIV.

A voler costruire la chiesa non fu la Chiesa Romana ma bensì il Consiglio dei Seicento del Comune di Bologna, affermando la propria libertà e autonomia civile.

La costruzione fu affidata all'architetto Antonio di Vincenzo.
Vennero abbattuti diversi edifici per far spazio alla nuova costruzione dalle grandi dimensioni (190 X 130m), il cui progetto prevedeva una chiesa a croce latina con tre navate.
Ma la chiesa, che doveva superare per dimensioni anche la Basilica di S.Pietro a Roma, rimase incompiuta.
S'incominciò costruendo la facciata, poi le navate laterali con le coperture a volta e quattro cappelle per lato, e una provvisoria abside.
Dopo poco più di dieci anni dall'inizio della costruzione Antonio di Vincenzo morì, e la costruzione sul suo progetto fu continuata da altri.

Nel 1507 fu nominato ingegnere della fabbrica di S.Petronio l'architetto Arduino Arriguzzi per  portare a termine la costruzione della basilica, che avrebbe dovuto raggiungere una lunghezza di 224m e una larghezza di 158m. ed avere una grande cupola all'incrocio tra la navata e il transetto.

modellino in legno del progetto di Arduino Arriguzzi (1513) della Basilica di S.Petronio (Museo diocesano di S.Petronio)
Ma non fu così, e il transetto e la cupola non vennero mai realizzati.
Si dice infatti che fu il papa Pio IV a non volere che la chiesa bolognese superasse in dimensioni la basilica vaticana, e per questo approvò che fosse costruito l'Archiginnasio (1562) proprio dove si sarebbe dovuto erigere il transetto sinistro.

Ma forse la ragione della mancata compiutezza fu anche economica.

Nel 1594 papa Clemente VIII chiuse il cantiere e vendette i materiali edili.
Tra il 1625 e il 1626 Girolamo Rainaldi elaborò un progetto per la continuazione dei lavori, un compromesso tra il progetto iniziale di Antonio di Vincenzo e quello di Arduino Arriguzzi.
La chiesa fu conclusa nel 1663.
La Basilica di S.Petronio venne finalmente consacrata il 3 ottobre 1954, ben 564 anni dopo la posa della prima pietra.
Ma la facciata (larga 60m e alta 51m) non fu mai terminata e ancor oggi si presenta divisa orizzontalmente in due parti: quella inferiore ricoperta di marmo e realizzata nel Trecento, e quella superiore ancora con i mattoni a vista.

facciata della Basilica di S.Petronio
Nel basamento, disegnato da Antonio di Vincenzo, sono inseriti alcuni rilievi polilobati con le raffigurazioni dei Santi Protettori, realizzati da Paolo di Bonaiuto, Giovanni di Riguzzo e Giovanni Ferabech.

Sino all'altezza dei tre portali la facciata è rivestita in lastre di marmo rosso di Verona e in pietra d'Istria.

i tre portali della facciata della Basilica di S.Petronio
Il portale centrale (Porta Magna), rimasto incompiuto nella cuspide, è opera di Jacopo della Quercia.
Le dieci formelle a bassorilievo scolpite sugli stipiti raffigurano Storie della Genesi.

portale centrale della Basilica di S.Petronio (Jacopo della Quercia - 1425)
Cinque Scene del Nuovo Testamento sono istoriate sull'architrave del portale, mentre nella lunetta sono raffigurati la Madonna col Bambino con i Santi Petronio e Ambrogio.
Antonio Minello e Antonio da Ostiglia hanno invece scolpito i Profeti dell'arco del portale, tranne Mosè che è opera di Amico Aspertini.

lunetta del portale centrale: Madonna col Bambino e i Santi Petronio e Ambrogio (Jacopo della Quercia)
CURIOSITA': Michelangelo Buonarroti, ospite a Bologna per circa un anno, ebbe modo di vedere le formelle del portale e lavorando agli affreschi della Cappella Sistina se ne ricordò nel dipingere alcune figure, e definì la raffigurazione della lunetta "La Madonna più bella del Quattrocento".
Nelle formelle di Jacopo della Quercia invece si notano richiami all'arte di Donatello, con il quale Jacopo della Quercia era venuto in contatto a Firenze.

Ercole Seccadenari è invece l'artista che realizzò tra il 1524 e il 1530 i due portali laterali.

portale laterale destro
portale laterale sinistro
Le formelle degli stipiti raffigurano Scene bibliche e quelle dell'architrave Scene del Nuovo Testamento e furono scolpite da Ercole Seccadenari, Alfonso Lombardi, Tribolo, Amico Aspertini, Girolamo da Treviso e Zaccaria da Volterra.

Nella lunetta del portale sinistro fu raffigurata da Alfonso Lombardi una Resurrezione.

lunetta del portale laterale sinistro: Resurrezione (Alfonso Lombardi)
Nella lunetta del portale destro l'Aspertini ha raffigurato un Cristo deposto, il Tribolo ha scolpito la Vergine e il Seccadenari ha raffigurato S.Giovanni.

lunetta del portale laterale destro: Cristo deposto (Amico Aspertini), Vergine (Niccolò Pericoli detto il Tribolo) e S.Giovanni (Ercole Seccadenari)
Alle estremità della facciata vi sono piloni trilobati.

pilone trilobato della facciata della basilica
A partire dal 1500 molti furono i progetti di grandi architetti per il compimento della facciata, tra questi Domenico da Virignana (1518), Baldassarre Peruzzi (1522), Giacomo Ranuzzi (1545), Jacopo Barozzi da Vignola (1545), Giulio Romano (1545), Domenico Tibaldi (1570), il Terribilia (1580), Andrea Palladio (1572), Girolamo Rainaldi (1626), Mauro Tesi (1749), e quelli di Edoardo Collamarini e di Giuseppe Cesi per il Concorso indetto nel 1887.
modellino del progetto di completamento della facciata (Giuseppe Ceri - Museo diocesano di S.Petronio)
Nel 1508 fu posta sulla facciata una statua in bronzo raffigurante papa Giulio II, realizzata da Michelangelo Buonarroti.
La statua del papa benedicente seduto in trono rappresentava un messaggio politico: il padrone della città era lui, anche se la chiesa era stata eretta dai cittadini.
Quando però nel 1511 la famiglia Bentivoglio riprese la città, i suoi seguaci rimossero la statua e la fecero a pezzi. I pezzi di bronzo vennero venduti ad Alfonso d'Este duca di Ferrara, che li fece fondere per realizzare una colibrina (cannone) che chiamò la "Giulia".
I fianchi della basilica sono cotraddistinti dalle grandi vetrate gotiche che si alternano ai contrafforti.

Il campanile della basilica si erge sino ad un'altezza di 64m addossato al fianco destro dell'edificio, sopra l'undicesima cappella destra (la Cappella delle Reliquie).
Fu realizzato da Giovanni di Brensa tra il 1481 e il 1492.

CURIOSITA': una delle quattro campane della cella campanaria, la mediana, viene chiamata la "scolara" perché il suo suono scandiva gli orari delle lezioni universitarie del vicino Archiginnasio.

L'interno della basilica è in stile gotico.

le tre navate della Basilica di S.Petronio
E' diviso in tre navate da dieci pilastri polistili in mattoni.
Le elaborate basi e i capitelli a foglie dei pilastri sono stati invece realizzati in arenaria.

uno dei pilastri della basilica
Su alcuni pilastri si trovano ancora i resti della decorazione pittorica originale del XV secolo con raffigurazioni di Santi.

affresco su un pilastro: Cristo in trono (Lippo di Dalmasio - XV sec.)
affresco su un pilastro (XV sec.)
affresco su un pilastro: Sant'Antonio Abate con offerente (XIV sec.)
affresco su un pilastro: Santo vescovo (Giovanni da Modena - XV sec.)
affresco su un pilastro (XV sec.)
affresco su un pilastro: S.Brigida di Svezia in abito da guerriero (XV sec.)
affresco su un pilastro (XV sec.)
S.Cristoforo / tondi: Annunciazione e Immacolato concepimento della Vergine (pilastro tra la III e la IV cappella sinistra - Giovanni da Modena - 1413/1420 )
La navata maggiore è suddivisa in sei campate a pianta quadrata coperte da volte a sesto acuto alte 44,27m, realizzate nel XVII secolo su progetto di Girolamo Rainaldi, dopo numerosi ripensamenti.

volte della navata centrale
Il presibiterio occupa la sesta campata centrale e parte della quinta.

presbiterio
Ai lati della cappella vi sono le statue in marmo di S.Francesco e di Sant'Antonio, opere dello scultore Girolamo Campagna (1620 ca.).

Sant'Antonio (Girolamo Campagna - 1620 ca.)
S.Francesco (Girolamo Campagna - 1620 ca.)
Per il presbiterio Jacopo Barozzi da Vignola disegnò il ciborio (1547), rifatto poi nel XVII secolo in stile barocco.

ciborio (XVII sec.)
Del primitivo ciborio rimangono le quattro colonne in marmo veronese.
Francesco Martini ha progettato la cupola ottogonale in legno, sopraelevata da arconi in muratura da Gian Giacomo Monti.
Giovan Battista Barberini e Paolo Griffoni hanno realizzato le decorazioni in stucco con le statue di S.Procolo, S.Floriano, S.Petronio e Sant'Ambrogio, Angeli, figure allegoriche e medaglioni con le Storie di S.Petronio

particolari del ciborio (XVII sec.)
Dietro il ciborio pende un Crocifisso ligneo quattrocentesco di autore anonimo.

Crocifisso (anonimo del XV sec.)
Crocifisso (anonimo del XV sec.)
Agostino de' Marchi intarsiò tra il 1469 e il 1477 il coro ligneo composto da 72 stalli.
Francesco del Cossa ha disegnato gli stalli centrali raffiguranti S.Paolo e S.Pietro.

Nell'abside Marcantonio Franceschini e Luigi Quani hanno affrescato su cartoni di Carlo Cignani una Madonna col Bambino e S.Petronio.
Giacomo Alboresi realizzò gli ornati che incorniciano l'affresco.

Madonna col Bambino e S.Petronio (Marcantonio Franceschini e Luigi Quani su cartoni di Carlo Cignani - 1673)
Gli organi a canne ai lati dell'altare maggiore sono del XV e XVI secolo.
Quello su lato destro fu realizzato da Lorenzo di Giacomo da Prato (1471/1475) ed è il più antico organo in Italia di cui si conosca la data di costruzione.
Di Giovan Battista Barberini e di Paolo Griffoni è l'involucro barocco dell'organo.
Le statue ai lati raffigurano il Profeta Geremia e S.Cecilia.

organo del lato destro (Lorenzo di Giacomo da Prato - 1471/1475) / cantoria: S.Cecilia (Giovan Battista Barberini - XVII sec.)
Baldassarre Malamini ha invece costruito l'organo sul lato sinistro (1596).
Le statue raffigurate nell'involucro barocco sono Davide e S.Caterina de' Vigri.

organo del lato sinistro ( (Baldassarre Malamini - 1596) / cantoria: Davide (Giovanni Battista Barberini - XVII secolo)
organo e cantoria del lato sinistro (Baldassarre Malamini - 1596)
In una nicchia sotto l'organo di destra si trova un Compianto in terracotta policroma del XV secolo realizzato da Vincenzo Onofri, sormontato da una Madonna col Bambino di scuola bolognese (1530 ca.).

Compianto (Vincenzo Onofri - XV sec.)
Madonna col Bambino (scuola bolognese - 1530 ca.)

Anche le navate laterali, più piccole di quella centrale, sono divise in sei campate di pianta rettangolare, in ognuna delle quali si aprono una coppia di cappelle.

navata laterale destra
Le cappelle sono 22.
Partendo dalle cappelle della navata destra, la prima cappella è la Cappella della Madonna della Pace.

Cappella della Madonna della Pace
Sull'altare è posta un'ancona dorata e laccata, opera di Francesco Casalgrande (1727), all'interno della quale è posta una tavola,  dipinta da Giacomo Francia (figlio maggiore di Francesco Francia detto il Francia), che raffigura il Padre Eterno in gloria con Angeli e quattro musicanti (1525 ca.).

ancona dorata e laccata (Francesco Casalgrande - 1727)
Una Madonna col Bambino in pietra d'Istria, opera di Giovanni Ferabech (1394), proveniente dal basamento della facciata della basilica, è posta all'interno di un'apertura a forma di croce creata al centro della tavola dell'ancona.

Padre Eterno in gloria con Angeli e quattro musicanti (Giacomo Francia - 1525 ca.) / Madonna col Bambino (Giovanni Ferabech - 1394)
Si racconta che nel 1405 un soldato, che viene ricordato come Scipione degli Eremiti, avendo perso al gioco avesse scagliato la sua rabbia contro questa statua, troncando due dita al Bambino.
Fu condannato a morte ma si salvò dopo aver pregato la Vergine.
Per questo si votò a Dio e fece collocare la statua all'interno della chiesa.
La sua statua in cotto (XV secolo), che lo raffigura con un coltello in mano, è posta sulla sinistra della cappella.
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Tra la prima e la seconda cappella destra è posta una delle Quattro Croci che erano poste in epoca altomedievale ai limiti della Bologna quadrata
Si racconta che tra il IV e il V secolo S.Petronio o Sant'Ambrogio le misero su colonne di marmo romane appena fuori dalle prima mura, per difendere la città.
Dopo essere state in cappelle votive furono spostate dalle truppe napoleoniche nella Basilica di S.Petronio nel 1798.
Queste non sono le croci originali ma risalgono a rifacimenti del X/XII secolo.
Questa, la Croce dei Santi Martiri, era posta nel trivio di S.Giorgio (Via Monte Grappa).
Sul pilastro dietro alla Croce si trovano lacerti di affreschi del XV secolo raffiguranti Sant'Antonio abate e un Santo (in alto), il Martirio di S.Caterina d'Alessandria di Luca di Perugia (in basso a sinistra) e l'Incredulità di S.Tommaso di Giovanni da Modena (in basso a destra).

Croce dei Santi Martiri /affreschi: Sant'Antonio abate e un Santo (in alto) / il Martirio di S.Caterina d'Alessandria (Luca di Perugia - in basso a sinistra) / l'Incredulità di S.Tommaso (Giovanni da Modena - in basso a destra)
La Croce posta di fronte a questa, tra la I e la II cappella della navata laterale sinistra, è la Croce dei Santi Apostoli ed Evangelisti era posta in Via Rizzoli e risale al 1159.
Fu scolpita da Alberico e dal figlio Pietro nel 1159.
Su un lato è scolpito Cristo benedicente e sull'altro Cristo crocifisso.

Croce dei Santi Apostoli ed Evangelisti (1159)
lapide che ricorda in Via Rizzoli la collocazione della Croce dei Santi Apostoli ed Evangelisti
Alle spalle della Croce vi è un affresco di Giovanni da Modena raffigurante l'Allegorie delle fortune terrene e delle fortune celesti, e sotto una Madonna col Bambino in trono tra i Santi Antonio Abate e Caterina.

in alto: Allegorie delle fortune terrene e delle fortune celesti / in basso: Madonna col Bambino in trono tra i Santi Antonio Abate e Caterina (Giovanni da Modena - 1450 ca.)

Le Croci ai lati dell'altare maggiore, la Croce delle Sante Vergini (tra la IX e la X cappella della navata sinistra) e la Croce di tutti i Santi (tra la IX e la X cappella della navata destra), erano poste la prima all'incrocio tra l'attuale Via Farini e Via Castiglione, e l'altra tra Via Carbonesi e Via Barberia.

Croce delle Santi Vergini (X/XI sec.)
base della colonna della Croce delle Santi Vergini
Croce di tutti i Santi
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La seconda cappella, la Cappella di S.Brigida, fu sino al 1568 della famiglia Pepoli.

Cappella di S.Brigida
Sull'altare è posto un Polittico con Madonna e Santi di Tommaso Garelli (1477) che fu commissionato per la loro cappella (Cappella di S.Barbara) dai sedici Riformatori dello Stato di Libertà.

Polittico con Madonna e Santi (Tommaso Garelli - 1477)
Il cassone che contiene il Polittico è stato commissionato nel 1909 ed è opera di Giovanni Romagnoli.
Sul cassone si trova il busto in cotto policromo di S.Brigida, sempre opera di Giovanni Romagnoli.
Il paliotto del XVI secolo è in broccato.

busto di S.Brigida e cassone del Polittico (Giovanni Romagnoli -1909) / paliotto (XVI sec.)
Le pareti laterali della cappella sono coperte da dipinti votivi raffiguranti la Madonna col Bambino e alcuni Santi, realizzati da vari artisti.

parete sinistra (a partire da sinistra): Madonna in trono col Bambino (autore ignoto  1460/1465) / S.Francesco (Michele di Matteo - 1430) / S.Petronio con il graziato alla gogna (attr.Giovanni da Modena - 1415) / S.Giovanni Evangelista, S.Pietro, Sant'Antonio abate, S.Cristoforo con l'offerente Aldrovandi di Saracino (Francesco Lola - 1419) / S.Caterina da Siena (Jacopo di Paolo - 1420/1425)
affreschi della parete destra (Luca da Perugia - XIV sec.)
affreschi della parete destra: Madonna in trono col bambino tra Sant'Ambrogio, Sant'Antonio abate, s.Petronio, S.Bartolomeo, S.Cosma, S.Gottardo, S.Damiano e il donatore (Luca da Perugia - XIV sec.)
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La terza cappella è la Cappella di Sant'Ambrogio in restauro durante la nostra visita.

transenna della Cappella di Sant'Ambrogio
La cappella prende il nome da una chiesa che venne distrutta per la costruzione della basilica.
Sull'altare avremmo potuto vedere un Polittico a fresco attribuito a Jacopo di Cristoforo Moretti.
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La quarta cappella è la Cappella della Santa Croce, anch'essa in fase di restauro.

Cappella della Santa Croce
La cappella, che appartiene alla Società dei Notai, è racchiusa da una cinquecentesca transenna in marmo e grate in ferro.
Nella lunetta è raffigurata una Pietà.

lunetta della transenna della Cappella della Santa Croce: Pietà (XV sec.)
Alle pareti vi sono affreschi devozionali di Santi realizzati da Pietro Lianori, Giovanni da Modena, Francesco Lola e altri autori anonimi.

La vetrata cinquecentesca fu realizzata su disegno di Michele di Matteo dal beato Giacomo di Ulma (il frate domenicano Jacob Griesinger).
Nelle bifore sono raffigurati l'Annunciazione e Santi, e nel rosone Cristo risorto.

vetrata della Cappella della Santa Croce (Giacomo di Ulma - 1464/1466)
raffigurazione con il Cristo risorto del rosone della vetrata
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La quinta cappella è la Cappella di S.Lorenzo, purtroppo anch'essa in restauro.

Cappella di S.Lorenzo
Sull'altare di questa cappella si trova una Pietà tra Santi di Amico Aspertini (1519), racchiusa in un'ancona dorata con busto di S.Lorenzo di Giuseppe Romagnoli (1908).

Alle pareti laterali sono posti un Crocifisso ligneo (1462) e una pala con i Santi Erasmo e Lorenzo di Jacopo Alessandro Calvi (1795 ca.).
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La sesta cappella è la Cappella di S.Girolamo, racchiusa da una transenna in marmo realizzata nel 1485.
 La lunetta con la raffigurazione della Madonna col Bambino è posteriore.

lunetta con la Madonna col Bambino della transenna della Cappella di S.Girolamo
Sul'altare l'opera di Lorenzo Costa S.Girolamo in cattedra, racchiusa in un'ancona in legno dorata realizzata nel XVI secolo.
ancona (XVI sec.)
S.Girolamo in cattedra (Lorenzo Costa - 1484)
Sulla parete sinistra si trova il Monumento sepolcrale di Ottaviano Castelli decorato con una Madonna col Bambino realizzata in cotto da Giovanni Zacchi.

Monumento sepolcrale di Ottaviano Castelli (Giovanni Zanchi - 1543)
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Sul pilastro tra quinta e la sesta cappella si trova affissa una Memoria della creazione dei Paggi di Clemente VIII e dell'istituzione della corsa del palio.

pilastro con la Memoria della creazione dei Paggi di Clemente VIII e dell'istituzione della corsa del palio
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La settima cappella è la Cappella dell'Immacolata, decorata in stile art nouveau da Achille Casanova.

Cappella dell'Immacolata
La cancellata, opera di Armando Casadio, è stata eretta nel 1929.

cancellata (Armando Casadio - 1929) e Madonna Immacolata (Agostino Corsini - 1725)
Dalla Basilica di S.Francesco proviene la statua della Madonna Immacolata realizzata da Agostino Corsini.
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La cappella ottava è la Cappella del Santissimo.
Angelo Venturoli ha dato l'aspetto attuale alla cappella nel 1814.

Cappella del Santissimo
La transenna in marmo fu realizzata nel 1524.

transenna della Cappella del Santissimo
Il Vignola ha disegnato la nicchia che sopra l'altare coserva il tabernacolo in pietre dure (1633) realizzato a Roma da Vincenzo Franceschini su disegno di Alessandro Algardi.

CURIOSITA': le pietre che compongono il tabernacolo provengono da rovine romane.

La cimasa sopra la nicchia è di Giacomo de Maria (1814).
Le statue di S.Domenico e S.Francesco di Nicolò da Milano sono opera di Zaccaria da Volterra (1526) e ornavano la lunetta del portale esterno di sinistra della facciata.

Gli stalli intarsiati da Raffaele da Brescia nel 1521 per la Chiesa di S.Michele in Bosco.

Sulle pareti laterali sono appese due tele: Sant'Antonio di Lorenzo Pasinelli e S.Bonaventura del Mastelletta.
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La nona cappella è la Cappella di Sant'Antonio da Padova.

Cappella di Sant'Antonio da Padova
Girolamo da Treviso realizzò tra il 1524 e il 1526 l'apparato decorativo di questa cappella per il mercante Antonio di Girolamo Saraceni, proprietario della cappella. 

decorazione pittorica della Cappella di Sant'Antonio da Padova
Sull'altare l'artista realizzò la statua di Sant'Antonio da Padova e lungo le pareti sono state dipinte  Storie di Sant'Antonio da Padova.
Le otto scene sono dipinte ad olio sul muro (a grisaille), 
Il paliotto del XVIII secolo dell'altare è in broccato di seta e d'argento. 

altare con statua di Sant'Antonio da Padova (Girolamo da Treviso)
Storie di Sant'Antonio da Padova (Girolamo da Treviso - 1526)
Storie di Sant'Antonio da Padova :Sant'Antonio risana il piede al giovane Leonardo (Girolamo da Treviso - 1526)
Storie di Sant'Antonio da Padova (Girolamo da Treviso - 1526)
Storie di Sant'Antonio da Padova (Girolamo da Treviso - 1526)
Nel rosone della vetrata è raffigurato Sant'Antonio, nei due occhi l'Annunciazione, realizzati su cartoni del Perugino nel 1518.
Gli otto Santi vennero aggiunti nella seconda metà del XVI secolo, e realizzati su cartoni di Pellegrino Tibaldi.

vetrata della Cappella di Sant'Antonio da Padova
Nella parte alta delle pareti laterali Fulgenzio Mondini, per volere del marchese Ferdinando Cospi, dipinse la Morte di Sant'Antonio e la Canonizzazione di Sant'Antonio.
La quadratura è di Giacomo Alboresi.

Canonizzazione di Sant'Antonio (Fulgenzio Mondini - 1662)
Morte di Sant'Antonio (Fulgenzio Mondini - 1662)
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La decima cappella è la Cappella di S.Pietro Martire, era la cappella patrocinata dalla Società dei Macellai.

Cappella di S.Pietro Martire
Francesco di Simone Ferrucci da Fiesole ha realizzato la transenna in marmo nel XV secolo.

transenna della Cappella di S.Pietro Martire (Francesco di Simone Ferrucci da Fiesole - XV sec.)
La pala d'altare della Madonna col Bambino in gloria tra i Santi Petronio e Domenico con il Martirio di S.Pietro da Verona sullo sfondo è opera di Bartolomeo Passarotti (1580).

Madonna col Bambino in gloria tra i Santi Petronio e Domenico / Martirio di S.Pietro da Verona (Bartolomeo Passarotti - 1580)
Sulla parete sinistra è posta la tela di Francesco Brizio raffigurante l'Incoronazione della Madonna del Borgo di S.Pietro (1617).
Sempre nella stessa parete è dipinta l'insegna della Società dei Macellai e i 21 stemmi di coloro che nel 1613 la componevano.

Francesco Brizio ha anche dipinto l'affresco della parete destra in cui rappresentò la Processione della Madonna del Borgo.

affresco con la Processione della Madonna del Borgo (Francesco Brizio)
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L'undicesima cappella (l'ultima cappella della navata destra) è la Cappella delle Reliquie.

Cappella delle Reliquie
Questo ambiente, dopo essere stato la sacrestia della basilica, divenne una cappella nel 1746 per volere di monsignor Zambeccari, divenendo la cappella della sua famiglia.

Le reliquie e i reliquiari conservati nella nicchia sopra l'altare risalgono al XVII e al XVIII secolo.
Sotto l'altare un Bambin Gesù in terracotta del XVIII secolo realizzato da Filippo Scandellari.

altare della cappella con reliquiari
Il rilievo raffigurante l'Assunzione della Vergine posto sulla parete sinistra è opera di Nicolò Tribolo (1537), e proviene dalla Chiesa di S.Maria di Galliera.
I due Angeli sono attribuiti a Jacopo Fontoni e a Danese Cattaneo (1536).
Al rilievo vennero apportate aggiunte settecentesche (Putti e nubi). 

Assunzione della Vergine (Nicolò Tribolo - 1537) / Angeli (Jacopo Fontoni e a Danese Cattaneo - 1536)
Sulla parete destra è stata posta una tela di Domenico Rizzi detto il Brusasorci raffigurante un'Annunciazione (1560 ca.).
Jacopo Fontoni ha realizzato i due Profeti (1536), posti su mensole ai lati della tela.

Annunciazione (Domenico Rizzi detto il Brusasorci - 1560 ca.) / Profeti (Jacopo Fontoni - 1536)
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Alla fine della navata destra si trova l'ingresso alla Sacrestia, sormontato da una tela raffigurante S.Petronio inginocchiato davanti alla Madonna col Bambino, opera di Cristoforo Terzi (1736 ca.).

ingresso alla Sacrestia / S.Petronio inginocchiato davanti alla Madonna col Bambino  (Cristoforo Terzi - 1736 ca.)
In fondo alla navata si apre un portale sul quale sono state realizzate da Petronio Tadolini, su disegno del fratello Francesco Tadolini,  le statue di Gesù Cristo, S.Pietro e S.Paolo, e un medaglione nel quale è raffigurata la Consegna delle chiavi a S.Pietro.

portale alla fine della navata destra / sul frontale: Gesù Cristo, S.Pietro e S.Paolo /medaglione: Consegna delle chiavi (Petronio Tadolini su dis.di Francesco Tadolini - XVIII sec.)
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In fondo alla navata sinistra si trova l'ingresso al Museo di S.Petronio, nato nel 1984.

reliquari e oggetti liturgici e di oreficeria
Nel museo sono conservate le documentazioni del cantiere di S.Petronio: disegni, modellini, progetti per il compimento della facciata.
Sono anche qui conservate opere d'arte, oggetti liturgici, reliquiari, oggetti di oreficeria, la statua in marmo di S.Procolo (Alfonso Lombardi), i corali miniati da Martino da Modena, da Giovan Battista Cavalletti e da Taddeo Crivelli.

corali miniati
candelabro del cero pasquale in ottone (XV sec.)
tappezzeria di "bazzana" (cuoio impresso, dipinto, argentato e dorato - XVII sec.) / frammento di arazzo; S.Petronio sorregge la città di Bologna (XVI sec.)
S.Procolo (Alfonso Lombardi)
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La descrizione della visita continua nella navata sinistra e, procedendo verso la controfacciata della basilica, l'undicesima cappella è la Cappella di S.Bernardino.

Cappella di S.Bernardino
 La transenna della cappella è stata realizzata nel 1909 da Achlle Casanova.

Un autore ignoto del XV secolo ha realizzato la statua di S.Bernardino posta sull'altare.
L'ancona è del XVIII secolo.

ancona (XVIII sec.) / S.Bernardino (auore ignoto del XV sec.)
Sulla parete destra della cappella sono stati posti i due fianchi della cassa lignea dell'organo di Lorenzo da Prato, opera di Amico Aspertini (1531), rappresentanti Storie della vita di S.Petronio.

fianco della cassa lignea dell'organo di Lorenzo da Prato con Storie della vita di S.Petronio: Consacrazione di S.Petronio (in alto) / Ingresso di S.Petronio a Bologna (in basso) - (Amico Aspertini - 1531)
fianco della cassa lignea dell'organo di Lorenzo da Prato con Storie della vita di S.Petronio: Predica di S.Petronio (in alto) / S.Petronio risana un operaio (in basso) - (Amico Aspertini - 1531)
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La decima cappella è la Cappella di S.Barbara, purtroppo anche questa in restauro.

Cappella di S.Barbara
Per questa cappella Alessandro Tiarini ha dipinto la Gloria di S.Barbara (1606 ca.).
In una nicchia sul lato destro della cappella si trova la statua di S.Rosalia, opera di Gabriele Brunelli (XVII sec.).
Gioacchino Pizzoli si è occupato di dipingere con decorazioni prospettiche le volte della cappella (1723).
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Tra la decima e la nona cappella si trova la Memoria della fondazione dell'Università.
L'ornato che la racchiude è stato intagliato nel 1510 da Marsilio di Antonio.

Memoria della fondazione dell'Università / ornato (Marsilio di Antonio - 1510)
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La nona cappella è la Cappella di S.Michele Arcangelo.
La cancellata in ferro risale al 1582.

Cappella di S.Michele Arcangelo
L'altare ha un paliotto in scagliola policroma (XVII secolo), realizzato da Antonio Piffaro.

paliotto dell'altare in scagliola (Antonio Piffaro - XVII sec.) / pendolo di Foucault
Denjs Calvaert ha dipinto L'Arcangelo Michele che scaccia il demonio (1582), posto sull'altare.

L'Arcangelo Michele che scaccia il demonio (Denijs Calvaert - 1582)
Nella cappella nel 2005 è stato posto un pendolo di Foucault con un braccio di 19,5m circa terminante con una sfera in rame di 40cm di diametro e pesante 9kg.
Il piano di oscillazione compie una rotazione completa in 34 ore.
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L'ottava cappella è la Cappella di S.Rocco.
La transenna venne realizzata nel 1909 utilizzando colonnine provenienti dalla Chiesa di S.Stefano.

Cappella di S.Rocco
La cappella conserva sull'altare, in un'ancona cinquecentesca, il dipinto S.Rocco e un donatore, opera del Parmigianino (1527).

ancona del'altare della Cappella di S.Rocco (XVI sec.)
S.Rocco e un donatore (Parmigianino - 1527)
Sulla parete destra della cappella vi è la Memoria di Mauro Tesi, architetto antibarocco.
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La settima cappella è la Cappella di S.Giacomo.

Cappella di S.Giacomo
Bartolomeo di Cristoforo Maineri ha realizzato nel 1475 ca. l'affresco sull'arco della cappella.

Bartolomeo Rossi, antico proprietario della cappella, fece costruire nel 1480 la transenna in marmo, decorata da quattro Putti reggistemma (sostituiti poi da calchi), realizzati da Francesco di Simone da Fiesole.

particolare della transenna (1480) della Cappella di S.Giacomo con i Putti reggistemma (calchi da Francesco di Simone da Fiesole)
Nel 1826 la cappella venne acquistata dal principe Felice Baciocchi, vedovo di Elisa Bonaparte sorella di Napoleone.
Elisa Bonaparte aveva vissuto a Bologna tra il 1814 e il 1815, e morì nel 1820 a Trieste, mentre il marito ritornò a Bologna dopo la sua morte.
Sulla parete destra si trova il Monumento funebre di Felice Baciocchi ed Elisa Bonaparte, fatto erigere nel 1842 dalla figlia Elisa Napoleone.

Monumento funebre di Felice Baciocchi ed Elisa Bonaparte (Antonio Sierra/Concinnato Baruzzi/Lorenzo Bartolini - 1842)
Il monumento con doppio sarcofago è opera di Antonio Sierra.
Concinnato Baruzzi, allievo di Antonio Canova, ha scolpito le statue dei coniugi, mentre i due efebi che sorreggono lo stemma Baiocchi sono stati realizzati da Lorenzo Bartolini.

particolare del Monumento funebre di Felice Baciocchi ed Elisa Bonaparte: coniugi Baciocchi (Antonio Sierra/Concinnato Baruzzi - 1842)
Sulla parete sinistra è posto il Monumento funebre dei figli di Elisa Bonaparte e Felice Baciocchi (1813), morti in tenera età.

Monumento funebre dei figli di Elisa Bonaparte e di Felice Baciocchi (Emanuele e Carlo Franzoni/Baldassarre Casoni - 1813)
Le figure scolpite del monumento sono opera di Emanuele e di Carlo Franzoni, mentre gli ornati furono realizzati da Baldassarre Casoni.

particolare del Monumento funebre dei figli di Elisa Bonaparte e di Felice Baciocchi (Emanuele e Carlo Franzoni/Baldassarre Casoni - 1813)
Sulla stessa parete ha trovato posto la Memoria del principe Federico Baciocchi (figlio di Elisa Bonaparte e Felice Baciocchi), il cui busto è stato scolpito da Lorenzo Bartolini.

Lorenzo Costa ha realizzato nel 1492 il dipinto raffigurante la Madonna con il Figlio in trono tra i Santi Sebastiano, Giacomo, Girolamo e Giorgio, e i tre Angeli musicanti della lunetta, racchiusi in un'ancona neoclassica dorata.
Anche i disegni della vetrata policroma della cappella furono realizzati da Lorenzo Costa.
 
ancona della Cappella di S.Giacomo:Madonna con il Figlio in trono tra i Santi Sebastiano, Giacomo, Girolamo e Giorgio /Tre angeli musicanti  (Lorenzo Costa - 1492) / vetrata (su dis.di Lorenzo Costa)
Madonna con il Figlio in trono tra i Santi Sebastiano, Giacomo, Girolamo e Giorgio (Lorenzo Costa - 1492)
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La sesta cappella è la Cappella di S.Vincenzo Ferrer.
La transenna risale al 1996 ed è stata realizzata con colonnine di rimpiego.

Cappella di S.Vincenzo Ferrer
Sull'altare si trova la Madonna in gloria col Bambino, opera di Ippolito Scarsello detto Scarsellino, donata dai marchesi Fiaschi nel 1920.

Madonna in gloria col Bambino (Scarsellino - XVII sec.)
Precedentemente vi era il Polittico Griffoni di Lorenzo Costa ed Ercole de Roberti (1474/1477), commissionato da Floriano Griffoni (proprietario della cappella).
Il Polittico è stato smembrato e si trova sparso per i musei del mondo: il cardinale Pompeo Aldovrandi lo smembrò nel 1725.
Sulla parete sinistra Vittorio Bigari dipinse su tela la figura di S.Vincenzo Ferrer, incorniciata da un ornato realizzato da Stefano Orlandi.

S.Vincenzo Ferrer (Vittorio Bigari - 1725) / ornato (Stefano Orlandi)
In una nicchia della parete destra sporgono i busti di Francesco Cospi (senatore e fabbricere della basilica) e di suo figlio Tommaso Cospi, il primo scolpito in marmo, il secondo in cotto (XVII secolo).

Francesco Cospi e Tommaso Cospi (XVII sec.)
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Tra la sesta e la quinta cappella, di fronte al pilone nella navata maggiore, si trova il pulpito in legno costruito dai de' Marchi da Crema nel 1470 ca.

pulpito (de' Marchi da Crema - 1470 ca.)
decorazione del pulpito (de' Marchi da Crema - 1470 ca.)
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La quinta cappella è la Cappella di S.Sebastiano.
Per volere del canonico Donato Vaselli venne decorata in stile rinascimentale tra il 1487 e il 1497.

Cappella di S.Sebastiano
Sull'altare si trova la tela raffigurante il Martirio di S.Sebastiano.

Martirio di S.Sebastiano (scuola emiliana del XV sec.)
Lungo le pareti laterali Lorenzo Costa ha dipinto su tela i Dodici Apostoli e la Vergine Annunziata a destra dell'altare.
L'Angelo Annunziante a sinistra dell'altare è stato dipinto da Francesco Raibolini detto il Francia.

Nel 1487 Giacomo Agostino de' Marchi ha realizzato i postergali, gli inginocchiatoi e i sedili intarsiati.

Pietro Andrea da Faenza è l'artefice del pavimento con piastrelle esagonali in maiolica faentina recanti gli stemmi della famiglia Vaselli (1487).

La realizzazione delle vetrate si deve forse alla bottega dei vetrai Cabrini.

vetrata della Cappella di S.Sebastiano (1497)
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La quarta cappella è la Cappella dei Magi

Cappella dei Magi (Cappella Bolognini)
E' stata la cappella della famiglia di Bartolomeo Bolognini, ricco mercante di seta, che la fece decorare, e poi della famiglia Salina Amorini.
La cappella è dedicata ai Magi, patroni dei mercanti.

Tra il 1875 e il 1879 Augusto Bolognini Amorini fece restaurare la cappella.

La transenna è in marmo di Verona e venne realizzata su disegno di Antonio di Vincenzo intorno al 1400.
Sul basamento della transenna si possono notare gli stemmi della famiglia Bolognini.

Il Polittico sull'altare della cappella è opera di Tommaso da Baiso, per quel che riguarda le 27 figure in legno policrome, e di Jacopo di Paolo per l'opera pittorica.
Nella predella sono raffigurate le Storie dei Re Magi, mentre nei pilastri angolari sono dipinti Profeti e Santi.

Le vetrate sono state realizzate su disegno di Jacopo di Paolo.

vetrata della Cappella dei Magi
Nel rosone maggiore è raffigurato Cristo in gloria, sotto l'Annunciazione e nella quadrifora troviamo raffigurati 12 Santi in trono.

CURIOSITA': le vetrate vennero danneggiate durante i festeggianmenti per l'incoronazione di Carlo V a causa dei colpi di artiglieria sparati da Antonio di Leyva (1530).

La decorazione ad affresco che copre le pareti fu realizzata da Giovanni da Modena tra il 1408 e il 1420.

Nella parete sinistra, dall'alto, sono rappresentati la Trinità, l'Incoronazione della Vergine tra le nove gerarchie di Angeli, l'Arcangelo Michele e l'Inferno con la figura gigantesca di Lucifero.

parete sinistra: Trinità / Incoronazione della Vergine tra le nove gerarchie di Angeli (Giovanni da Modena - 1408/1420)
parete sinistra: Arcangelo Michele / Inferno(Giovanni da Modena - 1408/1420)
CURIOSITA': nell'Inferno Giovanni da Modena ha raffigurato anche Maometto, nel cerchio degli Eretici.

L'Elezione di S.Petronio a vescovo di Bologna è raffigurata sulla parete di fondo della cappella, sopra le vetrate, mentre ai lati di queste sono raffigurate Storie di S.Petronio.

parete di fondo della cappella (in alto): L'Elezione a vescovo di Bologna di S.Petronio da parte di papa Celestino I (come prefigurazione dell'elezione di Giovanni di Michele a vescovo di Bologna da parte di papa Giovanni XXIII nel 1412)
parete di fondo della cappella (dall'alto): S.Petronio parte da Costantinopoli per Roma / S.Petronio libera un cavaliere condannato a portare una pietra in bocca
parete di fondo della cappella (dall'alto): S.Petronio entra a Bologna provenendo da Costantinopoli / S.Giuliana presso le mura di Bologna / S.Petronio risana un giovane (in basso a destra)
Nella parete destra sono dipinti in otto riquadri gli episodi della Storie dei Magi, tratti dal Vangelo di Matteo.

affreschi della parete destra della Cappella dei Magi (dall'alto): I Magi vedono la stella / I magi guidati dalla stella si mettono in cammino verso la Terra Santa / A Gerusalemme i Magi incontrano re Erode chiedendogli indicazioni per trovare il Re annunciato dalla stella / Erode consulta i sapienti e i Magi partono da Gerusalemme / a Betlemme i Magi adorano il Bambino / i Magi ritornano ai loro paesi via mare
All'interno della parete d'ingresso l'artista ha raffigurato il Giudizio Universale e i Profeti.
Nelle pilastrate e nel sottarco sono dipinti Dottori della Chiesa e Santi.
La volta è dipinta in blu oltremare con stelle dorate in rilievo.

pillastrate e sottarco: Dottori della Chiesa e Santi (Giovanni da Modena - 1408/1420)

visita a pagamento
Orario: 8.30/12.30  15.00/18.00
Costo:  3€
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La terza cappella è la Cappella di Sant'Ivo, decorata in stile barocco.

Cappella di Sant'Ivo
Gaetano Gandolfi ha dipinto la pala d'altare raffigurante la Madonna di S.Luca e i Santi Ivo e Emidio (1781 ca.).

Nel 1752 Angelo Gabriello Piò ha realizzato a stucco le figure della Giustizia e della Prudenza accanto all'altare e le figure della Fede, della Carità e della Speranza nel fastigio.

Prospero Pesci ha dipinto nel 1752 sulle pareti laterali della cappella le prospettive che inquadrano i dipinti realizzati nel 1615 di S.Carlo Borromeo, opera di Francesco Brizio, e la Vergine che appare a S.Francesca Romana dipinto da Alessandro Tiatini.
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La seconda cappella è la Cappella di S.Petronio.

Cappella di S.Petronio
La cappella è chiusa da una cancellata in ferro e ottone, opera di Francesco Tibaldi e Giovan Francesco Fontana.

Questa cappella barocca è appartenuta alla famiglia Cospi e poi alla famiglia Aldrovandi.
Fu progettata da Alfonso Torreggiani per il cardinal Pompeo Aldrovandi nel 1743.
L'architetto Domenico Gregorini ha supervisionato le decorazioni realizzate a Roma.

altare della Cappella di S.Petronio
particolare dell'altare della Cappella di S.Petronio
Nel 1743 Francesco Giardoni ha realizzato in bronzo dorato la gloria posta sopra l'altare, che racchiude il monumento reliquiario del capo di S.Petronio.

gloria con il reliquiario del capo di S.Petronio (Francesco Giardoni - 1743)
Il reliquiario in argento in parte dorato è decorato con lapislazzuli.
Fu donato da Papa Benedetto XIV.

Sulla parete destra si trova il Monumento del cardinal Pompeo Aldrovandi, realizzato da Camillo Rusconi (statua giacente) e Angelo Gabriello Piò (Putti).

Monumento del cardinal Pompeo Aldrovandi (Camillo Rusconi e Angelo Gabriello Piò)
Sono opera di Nicola e Ottaviano Toselli il rilievo marmoreo raffigurante l'Arrivo di S.Petronio a Bologna tra le figure allegoriche della Sollecitudine Pastorale, della Prudenza, della Dignità, dell'Ubbidienza e della Purezza

Sulla parete sinistra si trova la Memoria a Benedetto XIV (che fece cedere il capo di S.Petronio alla basilica), con Putti realizzati dai fratelli Ottaviano e Nicola Toselli.
Sono sempre opera di Nicola e Ottaviano Toselli il rilievo di S.Petronio che resuscita un muratore rimasto schiacciato sotto una colonna e le figure allegoriche della Beneficenza, della Santità, della Fede, dell'Orazione e della Condifenza in Dio.

Nella volta è stata dipinta l'Assunzione della Vergine da Vittorio Bigari nel 1732.

Assunzione della Vergine (Vittorio Bigari - 1732)
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La prima cappella della navata sinistra, la più vicina all'ingresso principale della basilica, è la Cappella di Sant'Abbondio.
La cappella era dedicata in passato a S.Giorgio, poi divenne la cappella dei Dieci di Balia e poi della Provincia.

Cappella di Sant'Abbondio
La transenna è ottocentesca ed è stata decorata nella lunetta da Luigi Masetti che vi ha dipinto una Madonna.

lunetta della transenna: Madonna (Luigi Masetti - 1867)
Un'iscrizione sulla transenna della cappella riporta che Carlo V si fermò davanti a questa cappella per indossate il mantello d'ermellino per la sua incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero da parte di Papa Clemente VII, avvenuta nella basilica il 24 febbraio 1530.


Sulla stessa transenna si trova anche l'iscrizione che ricorda la celebrazione della prima S.Messa il 4 ottobre 1352, quando l'edificio era ancora in costruzione.


Giuseppe Pacchiotti ha scolpito la statua di Sant'Abbondio posta sull'altare.

altare con statua di Sant'Abbondio (Giuseppe Pacchiotti - 1867)
Giuseppe Bertini è l'artista che ha realizzato la vetrata della cappella.

vetrata della Cappella di Sant'Abbondio (Giuseppe Bertini - 1867)
Giovanni da Modena aveva affrescato le pareti della cappella con la Redenzione del peccato originale (parete destra) e con il Trionfo della Chiesa sulla Sinagoga (parete sinistra).
Le legende che accompagnano gli affreschi sono scritte in esametri leonini.
Gli stemmi in arenaria sotto gli affreschi appartenevano ai Dieci di Balia.

parete destra della Cappella di Sant'Abbondio: Allegoria della Redenzione del peccato originale (Giovanni da Modena - 1420/1421) / stemmi dei Dieci della Balia
Allegoria della Redenzione del peccato originale (Giovanni da Modena - 1420/1421)
parete sinistra della Cappella di Sant'Abbondio: Trionfo della Chiesa sulla Sinagoga (Giovanni da Modena - 1420/1421) / stemmi dei Dieci della Balia
Trionfo della Chiesa sulla Sinagoga (Giovanni da Modena - 1420/1421)
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Nella navata sinistra della Basilica di S.Petronio è tracciata obliquamente la linea di una meridiana.

inizio della linea della meridiana con anno di realizzazione
meridiana della Basilica di S.Petronio
Quando nel 1576 il domenicano Egnazio Danti, cosmografo di Cosimo I de' Medici, venne chiamato ad insegnare Matematica e Astronomia all'Università di Bologna, venne costruita la prima meridiana nella Basilica di S.Petronio.
Danti faceva anche parte della Commissione che stava elaborando il calendario gregoriano e la meridiana era impiegata per studiare le variazioni del movimento apparente del Sole nel corso dell'anno. 
La meridiana aveva il suo foro d'entrata della luce sul muro di fondo della navata sinistra, e quando questo muro venne abbattuto un secolo dopo per ampliare l'edificio di culto, si dovette riprogettare la traiettoria della luce e il posizionamento del foro gnomonico.
Il progetto fu affidato nel 1655 a Gian Domenico Cassini, anch'egli insegnante di Astronomia a Bologna.
Il foro gnomonico fu collocato nella quarta volta della navata sinistra ad un'altezza di 27,07m.
La lunghezza al suolo dalla linea del punto verticale del foro era pari a 66,8m (=la seicentomillesima parte della circonferenza terrestre): la più lunga al mondo.
La meridiana aveva lo scopo di misurare la lunghezza dell'anno tropico, cioè il tempo trascorso tra due passaggi successivi del Sole all'Equinozio di Primavera.
Era lo strumento in grado di controllare la correttezza del calendario gregoriano promulgato nel 1582, ma anche di misurare il diametro del Sole o di verificare la seconda legge di Keplero.
meridiana della Basilica di S.Petronio
Oltre ad essere indicati i segni zodiacali, sulla linea della meridiana sono indicati le ore e i minuti dell'ora italiana "da campanile".
Questo significa che il mezzodì non coincide con l'ora 12.00 dei comuni orologi.

segno zodiacale del Cancro e Solstizio Estivo
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Nella controfacciata, l'apparato decorativo del portale centrale è opera di Petronio e Francesco Tadolini (1783).

Vi sono raffigurate agli angoli della cuspide l'Allegoria della Fede, l'Allegoria della Speranza, l'Allegoria della Carità, mentre nel medaglione S.Pietro guarisce uno storpio.

controfacciata: portale centrale (Petronio e Francesco Tadolini) / a destra: Monumento funebre di Floriano Cereoli (Zaccaria da Volterra - 1526)
A destra del portale centrale si trova il Monumento funebre di Floriano Cereoli con statue in terracotta, raffiguranti la Madonna col Bambino, S.Domenico e Sant'Antonio da Padova.
Il monumento è opera di Zaccaria Zacchi detto Zaccaria da Volterra (1526).

CURIOSITA': Il notaio venne qui sepolto nel 1568, tre anni dopo la realizzazione della meridiana. Un'iscrizione alla base del monumento, che si trova proprio vicino al punto della meridiana che indica del solstizio d'inverno, si augura che vicino a questa linea, che guarda a mezzogiorno, il defunto possa godere del meriggio eterno.

A sinistra del portale centrale vi sono la Memoria di Antoniotto Pallavicini e il busto del Cardinale Lazzaro Pallavicini, con la scritta in latino "VIRTUS NON TIMET QUOD FACIT".

Memoria di Antoniotto Pallavicini e busto del cardinal Lazzaro Pallavicini
L'apparato decorativo dei portali laterali è di Alfonso Lombardi (1529).
Nella cuspide del portale della navata sinistra in un medaglione è raffigurata l'Offerta di Gioacchino al Tempio, ai lati della cuspide Adamo ed Eva e al vertice il Serpente tentatore.

controfacciata: portale della navata laterale sinistra (Alfonso Lombardi)
Nella cuspide del portale della navata destra in un medaglione è raffigurato l'Incontro tra Gioacchino e Anna alla Porta Aurea, ai lati della cuspide la Vergine Annunciata e l'Angelo Annunciante e al vertice il Dio Padre benedicente.

www.basilicadisanpetronio.org
Orario: 8.30/12.30  15.00/18.00
Costo per poter FOTOGRAFARE: 2€



CONCLUSIONI
La Basilica di S.Petronio, espressione dell'autorità comunale, è un esempio di tardo gotico italiano.
Nella basilica entrarono solennemente papi e sovrani in visita a Bologna: 12 pontefici (da papa Alessandro V a papa Francesco) e tra i sovrani, Federico III, Francesco I di Valois, Carlo V.
Due sessioni del Concilio di Trento ebbero luogo qui nel 1547.
Sul pulpito della basilica salirono predicatori famosi come San Bernardino da Siena nel 1423 o Girolamo Savonarola nel 1493.
L'importanza storica di questa basilica è fuori di dubbio, come anche la sua ricchezza di opere d'arte.

Durante la nostra visita abbiamo avuto la possibilità di salire sulla terrazza panoramica che da Piazza Galvani permette di salire, tramite ascensore e ai gradini del ponteggio, a 54m d'altezza ed ammirare i rossi tetti di Bologna per i quali viene detta "la Rossa".

panorama su Bologna dalla terrazza panoramica della Basilica di S.Petronio
panorama su Bologna dalla terrazza panoramica della Basilica di S.Petronio
Orari:    sabato/domenica/festivi   10.00/13.00  (12.15 ultimo ingresso)
                                                       15.00/18.00  (17.15 ultimo ingresso)
Costo:   3€



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