domenica 27 settembre 2020

Bologna: l'Area archeologica di Sala Borsa


Per avere contemporaneamente, in uno spazio di 400mq, una visione dei diversi periodi storici dell'antica città di Bologna, bisogna visitare un'area archeologica venuta alla luce tra il 1989 e il 1990 in occasione di un restauro della cosiddetta Sala Borsa.

La Sala Borsa posta all'interno della parte settentrionale di Palazzo d'Accursio, sede storica del Comune, ha il suo accesso nella Piazza del Nettuno, limitrofa a Piazza Maggiore, cuore della città.

Piazza del Nettuno: ingresso alla Sala Borsa (sulla sinistra della foto)
Oggi la Sala Borsa è stata trasformata in una Biblioteca multimediale d'informazione generale, ma la storia del luogo in cui sorge quest'edificio ha subito nei secoli numerose trasformazioni strutturali e d'impiego.
Visitando questo sito facciamo quindi un viaggio nel tempo.
Incominciamo proprio scendendo nell'Area archeologica sotterranea posta sotto il pavimento in vetro della cosiddetta "Piazza Borsa".

Area archeologica di Sala borsa
Qui, uno accanto all'altro, si possono vedere i resti di edifici o strutture idrauliche risalenti a più di duemila anni fa.
Si sono infatti ritrovate le tracce di un insediamento villanoviano (VII sec.a.C.) e precoloniale della Felsina di origine etrusca (III/II sec.a.C.).

I resti di epoca romana sono più evidenti .
L'antica città etrusca, da poco conquistata ai Galli Boi (popolazione celtica dell'età del ferro), divenne con decreto del Senato una colonia romana di diritto latino nel 189 a.C. e prese il nome di Bononia.
Come ogni città romana, secondo il sistema della centuriazione, Bononia era attraversata da due direttrici: il decumano massimo che solcava la città da Ovest a Est e corrispondente al tratto cittadino della Via Aemilia (l'antica via tracciata nel 187 a.C. che univa Ariminium, l'antica Rimini, a Placentiam, l'antica Piacenza), corrisponde alle attuali Via Rizzoli e Via Ugo Bassi, e dal cardo massimo (corrispondente a Via Galliera e Via Val D'Apona).
Via Aemilia
Via Rizzoli (ex decumano massimo e tratto cittadino della Via Aemilia)
L'Area archeologica indagata si trovava proprio all'incrocio tra il decumano massimo e il cardo massimo, dove sorgeva il Foro, l'area pubblica di Bononia.

Risalenti al II sec.a.C. sono i resti di un piccolo edificio (posto nel settore nord-occidentale dell'area archeologica), suddiviso in più ambienti, costruito con materiali deperibili su fondazioni di ciottoli di fiume, e con i pavimenti in terra battuta.

Sono della stessa epoca anche due pozzi per il prelievo di acqua di falda, con canna idraulica senza rivestimento avente un diametro di 1m.
Il fatto che siano posti a pochi metri l'uno dall'altro testimonia una densità abitativa rilevante.

pozzo del II sec. a.C.
Sempre del II sec. a.C. è la parte inferiore di un tratto di fognatura in laterizi quadrati con lato di due piedi (59cm) legati da argilla.
Questa grande fognatura è da considerarsi la più antica infrastruttura pubblica finora trovata nel centro di Bononia.

tratto di fognatura (II sec.a.C.)
tratto di fognatura (II sec.a.C.)
Tra la fine del II sec.a.C. e l'inzio del I sec.a.C. fu costruita la Basilica civile di Bononia, dove veniva amministrata la giustizia e si riunivano in assemblea i cittadini.

fondazione muraria della Basilica civile del II sec.a.C.
fondazione muraria della Basilica civile del II sec.a.C.
Rimangono due trincee parallele di fondazione, realizzate in mattoni sequipedali (mattoni rettangolari 40X30cm).
La basilica misurava 20/22m X 70m ed era divisa da due ordini di colonne in tre navate (quella centrale era più ampia).
La prima struttura era in legno e aveva decorazioni architettoniche in terracotta.
Durante il II/III secolo d.C. la Basilica civile venne ampliata di 5m. verso Ovest.
Una base di una colonna della basilica trovata in questo scavo è conservata al Museo Archeologico.

Tra la prima e la seconda fondazione muraria della Basilica civile si è trovato un lastricato di età augustea (I sec.d.C.).

basoli di strata lastricata (I sec.d.C.)
strada lastricata (I sec.d.C.)
Il tratto di strada è composto da lastre poligonali di trachite.
Mancano solchi creati da carri e quindi si presume che fosse una strada pedonale.

Dello stesso periodo si pensa siano i tracciati di fondazione di un edificio a schiera con pilastri e colonne.

Tra il V e il VII secolo d.C. la Basilica civile e gli edifici della zona erano già caduti in rovina: il condotto fogniario era ostruito, i muri crollati e i materiali architettonici e di costruzione erano stati espoliati.
Tra VII e il IX secolo vi erano in zona solo poche abitazioni modeste.
Tra l'XI e il XII secolo vennero costruiti edifici con materiali di rimpiego.

Nel XIII secolo furono costruiti in muratura edifici privati, un metro sopra i ruderi romani.
Nell'area archeologica sono stati rinvenuti i resti di abitazioni medievali costruite in mattoni a modulo basso su fondamenta costituite da ciottoli di fiume.

abitazioni medievali (XII/XIII sec.)
abitazioni medievali (XII/XIII sec.)
muretto con fondamenta in ciottoli di fiume di abitazioni medievali (XII/XIII sec.)
Tra le costruzioni ghibelline in stile tardo-romanico vi era anche Palazzo d'Accursio, fatto erigere da Francesco Accursio (conosciuto anche come Accorso), giureconsulto (glossatore), assessore del podestà di Bologna, e maestro di diritto nello Studio bolognese.

Palazzo d'Accursio
ingresso di Palazzo d'Accursio
Palazzo d'Accursio: statua di Gregorio XIII (A.Menganti) e Madonna di Piazza (Niccolò dell'Arca)
Nel 1245, demolito il precedente palazzo, viene costruito Palazzo d'Accursio con porticato verso la piazza e con muro coronato da merlatura.

Nel 1286 il Comune acquista da Francesco Accursio (uno dei figli del grande giurista che costruì il palazzo, anch'esso insegnante di diritto e posto da Dante Alighieri nel XV canto dell'Inferno tra i sodomiti), alcune case poste dove oggi sorge la Torre dell'Orologio (in Piazza Grande) e incomincia a costruirvi il nuovo Palazzo Comunale.

Durante la Signoria dei Visconti (1351/1360) il palazzo diviene una cittadella fortificata, quartiere generale delle truppe e presidio del palazzo comunale.

Nel 1360 ai Visconti si sostituiscono i vicari apostolici e il legato apostolico Androino de la Roche acquista 35 case sul lato Nord del palazzo creando un giardino cinto da mura fortificate con merlate guelfe, un viridarium, un'area pubblica scoperta con adiacenti stalle per i cavalli e alloggio per le gardie pontificie.

Nell'Area archeologica vi è un profondo pozzo con camicia in mattoni frammentari, risalente al XIV secolo, in dotazione al viridarium.

pozzo con camicia in mattoni (XIV sec.d.C.)
Dopo il riconoscimento dell'autonomia di Bologna a seguito della ribellione al cardinal legato nel 1376, furono padroni della città dal 1401 i Bentivoglio, che vennero poi  cacciati nel 1506 da papa Giulio II.
Nel 1568 il viridarium viene trasformato in Orto Botanico collegato allo Studio.
Il cosiddetto Orto Pubblico dei Semplici simile al Giardino dei Semplici di Padova e al Giardino Pisano, venne impiantato dal naturalista Ulisse Aldrovandi.
Vennero coltivate erbe medicinali e specie esotiche in quattro parterre rettangolari alternati a vasche d'idrocultura.
I resti di una vasca a forma cruciforme usata per la coltivazione delle piante acquatiche, posta al centro di uno dei parterre, sono visibili nella parte nord-ovest dell'Area archeologica.

resti della vasca cruciforme (XVI sec.)
Anche questa vasca era raccordata, per mezzo di una serie di canalizzazioni in mattoni, ad una grande cisterna di cui gli scavi archeologici hanno portato alla luce il rivestimento esterno in mattoni.

muro esterno in mattoni della cisterna dell'Orto Botanico (XVI sec.)
Nella cisterna erano convogliate le acque piovane e le acque di esubero delle fontane di piazza.

Nel 1587 Antonio Morandi detto il Terribilia costruì sopra questa cisterna un'edicola corinzia.

prospetto e pianta dell'edicola rinascimentale
CURIOSITA': L'edicola venne commissionata dal legato di Bologna il cardinale Enrico Caetani al quale Torquato Tasso dedicò un madrigale nel quale si elogiava la splendida opera.

Nel 1765 l'Orto Botanico venne trasferito e prese il suo posto un cortile erboso per l'addestramento delle milizie e le esercitazioni dei pompieri.

Circa un secolo dopo (1870) fu costruita una struttura semicircolare su Piazza del Nettuno, per accogliere l'Ufficio Telegrafico, divenuto poi Residenza delle Regie Poste.
Questa sala semicircolare corrisponde all'esedra che funge da rampa d'accesso all'attuale Sala Borsa.

Nel 1880 nelle scuderie del legato s'insediò la Borsa degli Agricoltori.

Gli imprenditori bolognesi sentirono il bisogno di avere un luogo al coperto in cui poter svolgere i propri scambi commerciali, le operazioni di mercato e le contrattazioni di borsa (fino a quel momento svolti all'aperto in Piazza Maggiore), e venne pensata la costruzione della Borsa al posto del cortile erboso, dove prima vi era l'Orto Botanico.

Per questo fu demolita nel 1886 l'edicola del Terribilia che venne trasferita nell'Accademia di Belle Arti, mentre una copia del 1933 è conservata nel secondo cortile del Palazzo d'Accursio.

Venne costruita quindi, con la collaborazione tra Comune di Bologna e Camera di Commercio, la Nuova Sala Borsa, una struttura in ghisa e vetro a impianto basilicale illuminata da un lucernario. Ispirata alla Sala Borsa di Parigi, è un esempio dello stile della corrente modernista.

Salaborsa
Le esili colonne in ghisa sorreggono l'armatura metallica della tettoia a quattro spioventi (costruita dalla ditta Cottrau) e le arcate che sorreggono il portico.

tettoia della Salaborsa
tettoia della Salaborsa
Intorno alla sala trovavano posto 48 uffici.

Ma già nel 1903 la Borsa si vide costretta a chiudere per il calo delle contrattazioni.
Durante l'amministrazione comunale socialista, tra il 1917 e il 1920, nello spazio della Sala Borsa venne aperto un ristorante economico, l'ufficio dell'Ente Nazionale Turismo e gli sportelli della Cassa di Risparmio (i mercuri, le api e le spighe, simboli dell'operosità, che decorano il luogo, sono gli emblemi della banca), che ottenne l'utilizzo dei locali per 50 anni.

Nel 1924 vennero costruiti il secondo e il terzo ballatoio della "Piazza coperta", e le due sale sotterranee realizzate in calcestruzzo armato, con decorazioni in stucco, pitture liberty e soffitto a cassettoni, attribuite a Edoardo Collamarini.

secondo e terzo ballatoio
secondo e terzo ballatoio
Una di queste sale è l'Auditorium Enzo Biagi, dedicata oggi al famoso cronista, mentre altri spazi sono dedicati alla biblioteca riservata ai bambini e ai ragazzi.

Auditorium Enzo Biagi
Biblioteca dei ragazzi
La Sala Borsa venne inaugurata nel 1926.
L'invaso della cisterna seicentesca venne trasformato nel caveau della banca.

caveau della banca
Tra il secondo dopoguerra e gli anni '70 la Sala Borsa era il luogo in cui di giorno si svolgevano le operazioni di affari, mentre di sera si trasformava in un Palasport in cui si disputavano incontri di boxe o di basket.

Nel 1976 aveva trovato sede, all'interno del Torrione del Canton de' Fiori posto tra Via Ugo Bassi e Piazza del Nettuno, il Teatro Stabile dei Burattini, che portò avanti la sua attività per 14 anni.

Teatro di burattini allestito nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio
Nel 1999 questo luogo, dopo essere stato la sede di alcuni uffici amministrativi del Comune di Bologna, venne dedicato alla cultura.

La Biblioteca è stata innaugurata nel 2001 e si estende su un'area di 20.000mq di cui 12.000mq accessibili al pubblico.
La biblioteca possiede 255.000 volumi, 34 quotidiani, 370 periodici e 40.000 audiovisivi.

Biblioteca Salaborsa

www.bibliotecasalaborsa.it
Orari Biblioteca e Area Archeologica:                    lunedì/venerdì  13.00/1900
Costo: Offerta



CONCLUSIONI
Sotto i piedi di chi visita la Sala Borsa scorre il passato del cuore di Bologna.
E' un viaggio affascinante che aiuta a mettere insieme le tessere del un mosaico della storia bolognese.
Entrare nella Sala Borsa, come visitatori della biblioteca o come turisti, è un modo per ampliare e arricchire le proprie conoscenze.

 

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