martedì 8 settembre 2020

Bologna: la Fontana del Nettuno

La Fontana del Nettuno rappresenta uno dei simboli di Bologna.
Fontana del Nettuno
E' stata posta all'incrocio tra il decumano e il cardo della città romana, in pieno centro storico, alla confluenza delle attuali Via Ugo Bassi, Via Rizzoli e Via dell'Indipendenza.

Piazza del Nettuno
Piazza del Nettuno
Si trova quindi circondata da storici palazzi, nella piazza omonima adiacente Piazza Maggiore.
In realtà fu progettata per essere collocata proprio in Piazza Maggiore, ma essendo questa grande piazza un luogo in cui si svolgevano le più importanti manifestazioni della città, sede di mercati e feste popolari, si pensò di creare una nuova piazza adiacente, abbattendo un intero isolato tra il Palazzo D'Accursio e il Palazzo Re Enzo, addebitando le spese alle case e alle botteghe limitrofe.


da sinistra: Palazzo del Podestà, Basilica di S.Petronio, Palazzo dei Notai, Fontana del Nettuno, Palazzo D'Accursio o Palazzo del Comune
La fontana fu voluta dal vicelegato a Bologna Pier Donato Cesi, per glorificare il governo pontificio di Pio IV, in un periodo di risistemazione del centro urbano, in cui tra l'altro venne eretto l'Archiginnasio, la sede dell'Università felsinea.

Questa opera rinascimentale del 1566 è frutto della collaborazione di più uomini.

Fontana del Nettuno
La fontana e la piazza vennero realizzate su progetto dell'architetto, ingegnere e pittore Tommaso Laurenti.
Egli ne disegnò, tranne che per la statua del Nettuno, la composizione architettonica e si occupò di far giungere l'acqua per farla zampillare dai suoi 38 ugelli, convogliandola direttamente dalla Fonte della Remonda (sotto il colle di S.Michele in Bosco) e dalla Conserva di Valverde, da lui stesso realizzata nel 1563 per la raccolta e la decantazione delle acque piovane.
Per far ciò il Laurenti costruì anche un nuovo acquedotto.

Le opere in pietra furono realizzate da Giovanni Andrea della Porta, Antonio Fasano e Andrea Riva.

La statua in bronzo del Nettuno è opera del Giambologna, pseudonimo dello scultore fiammingo Jean de Boulogne di Douai, l'artista che dopo aver dovuto rinunciare alla realizzazione di un altro Nettuno a Firenze, venne chiamato a Bologna per compiere l'opera che gli valse la notorietà.
Venne pagato con 1000 scudi d'oro.

CURIOSITA': si dice che per trovare l'ispirazione per questa statua, l'artista girò intorno alla fontana due volte, e gli studenti bolognesi con gesto scaramantico, prima di un esame usano girare in senso antiorario due volte intorno alla fontana, per aver successo come lo ebbe il Giambologna.

Fontana del Nettuno
La statua fu realizzata dal fonditore Zanobio Portigiani nella Fabbriceria della Basilica di S.Petronio l'attuale Piazza Galvani dove una targa riporta che nel piano terra dell'edificio Michelangelo fuse la statua di Giulio II (1506), Giambologna quella del Nettuno (1564) e Menganti quella di Gregorio XIII (1580).

Piazza Galvani con gli edifici della Fabbriceria della Basilica di S.Petronio
targa in ricordo degli artisti che realizzarono le loro opere nella Fabbriceria della Basilica di S.Petronio
La fontana è composta da un basamento di tre gradini, e da una vasca in pietra d'Istria ricoperta da marmo bronzetto e da marmo rosso di Verona.

La base dello zoccolo al centro della vasca è fiancheggiato da quattro Nereidi, ninfe dell'acqua a due code, che si sorreggono e strizzano i seni dai quali zampilla un getto d'acqua.

Nereide della Fontana del Nettuno
particolare di una Nereide
Sopra a queste statue che per la loro posa hanno turbato all'epoca gli animi dei bolognesi, si trovano quattro emblemi di coloro che hanno voluto la realizzazione della fontana: lo stemma pontificio di papa Pio IV al secolo Giovanni Angelo della famiglia Medici di Milano (lato Palazzo del Podestà), quello con palle medicee e morso di cavallo del cardinale Carlo Borromeo legato di Bologna e nipote di Pio IV (lato Sala Borsa), quello con sei collinette sormontate da un albero del vice-legato pontificio Pier Donato Cesi che commissionò la fontana, e quello con S.P.Q.B. (Senatus Populusque Bonononiensis) della città di Bologna (lato verso Piazza Maggiore).

emblema papale sulla Fontana del Nettuno
emblema di Bologna sulla Fontana del Nettuno
Gli emblemi sono sovrastati a loro volta da quatro Putti che reggono animali con le code di pesce e i musi di cani, che dovrebbero raffigurare dei delfini.
Simbologgiano i quattro fiumi dei quattro Continenti all'epoca conosciuti: il Nilo (africano), il Gange (asiatico), il Danubio (europeo) e Rio delle Amazzoni (americano).
Putti su delfini e Nettuno
Come non pensare subito alla Fontana dei Quattro Fiumi a Roma, nella quale Lorenzo Bernini ha raffigurato anch'egli i fiumi dei Continenti sino a quei tempi conosciuti, dove però al posto del Rio delle Amazzoni è raffigurato il Rio della Plata?
Completano l'apparato decorativo della fontana volute, teste di leoni, mascheroni con conchiglie, rappresentazioni dei venti.

La statua del Nettuno, alta 3,35m e pesante 22 quintali, si erge al di sopra della fontana con una posa che la fa apparire come colta da un vortice che le consente di essere osservata da tutti i lati.

Putti su delfini e Nettuno
La statua del Nettuno, che ritraeva il dio del mare nudo, essendo stata realizzata dopo il Concilio di Trento e la censura della Controriforma, apparve imbarazzante, pur essendo stato il disegno del Giambologna approvato da Pio IV.
Per il turbamento arrecato alle dame bolognesi, in un'epoca in cui si tendeva a coprire nelle opere d'arte le parti intime con foglie di fico, veli o vere e proprie "braghe" (vedi le 44 "braghe" fatte aggiungere dallo stesso Pio IV a Daniele da Volterra nel Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina ), si chiese che anche il Nettuno del Giambologna fosse dotato di pantaloni di bronzo (poi rimossi).

E rimanendo in tema di nudità, ogni guida riporta il racconto del Giambologna che voleva scolpire i genitali del Nettuno più grandi e proporzionati alla statua, ma essendogli stato negato, fece si che tramite un'illusione ottica, posizionandosi su una certa pietra pavimentale nera della piazza vicina alla Sala Borsa, chiamata poi "pietra della vergogna", il pollice della mano sinistra sporgesse dalla statua a livello del basso ventre, sembrando un membro eretto.

Dal 1564 al 1881 la Fontana del Nettuno fu l'unica fontana alimentata con acqua di sorgente.

Per questo motivo gli acquaioli attingevano ad essa con i loro secchi per distriburla a pagamento alle case di coloro che desideravano approvigionarsene.
Ma i cittadini usavano la fontana anche per altri scopi impropri: i verdurai del vicino mercato vi pulivano le loro verdure e le lavandaie lavavano qui i panni.
Quando poi, dopo i numerosi richiami e pene inflitte, la fontana venne usata anche come vespasiano, si pensò nel 1604 di recintarla con un'inferiata, permettendo di attingere l'acqua solo da quattro fontanelle in marmo esterne alla recinzione (solo una è tornata oggi a funzionare).
L'inferriata fu tolta solo nel 1888.

I Bolognesi d'altra parte avevano preso alla lettera le parole in latino riportate su un'iscrizione della fontana: "POPULI COMMODO" ovvero "ad uso del popolo".

Sulla targa è anche scritto che la fontana venne fatta con i soldi pubblici per arredare la piazza nel 1564.

Ma il vero fine della realizzazione di questa fontana fu quello di mostrare a Bologna il potere papale (dal 1506 con papa Giulio II la città era sotto il controllo pontificio): come Nettuno domina le acque, così il papa domina il mondo.
Per questo motivo la fontana venne inizialmente chiamata "Aqua Pia" (dal nome del papa).

La fontana fu più volte restaurata, e tra il 1943 e il 1945 il Nettuno fu rimosso per proteggerlo dai possibili danni della guerra.

il tridente del Nettuno
CURIOSITA': la MASERATI, una delle case di auto di lusso tra le più famose al mondo, fondata a Bologna e con sede oggi a Modena, ha adottato dal 1926 come simbolo un tridente.
Lo disegnò Mario Alfieri, uno dei quattro fratelli Alfieri fondatori delle Officine Alfieri Maserati.
Fu il tridente che il Nettuno di questa fontana regge con la mano destra, ad ispirare il marchese Diego de Sterligh, amico della famiglia Alfieri, come simbolo di Bologna, insieme ai colori rosso e blu.


sede delle Officine Alfieri Maserati


CONCLUSIONI
La Fontana del Nettuno è insieme alle due torri l'icona emblematica della città di Bologna.
Questa fontana è stata talmente apprezzata da essere stata replicata in altre piazze del mondo.
Re Leopoldo II dopo aver visitato Bologna volle che Giorgio Sangiorgi ne realizzasse un calco da porre a Laeken, sobborgo di Bruxelles.
Negli anni '30 del secolo scorso l'architetto Chas H.Cheney volle che fosse fatta una versione della fontana in scala 2:3 a Palos Verdes Estates vicino a Los Angeles, Long Beach e Santa Monica.
Vi è anche una copia della fontana realizzata nel 2010, poi placcata in oro, in Georgia, a Batumi, porto sul Mar Nero. 
Detto ciò, perché non visitare la versione originale con al Zigànt ("il Gigante"), come viene chiamato in dialetto bolognese il "Nettuno"?

Fontana del Nettuno by night


Nessun commento:

Posta un commento