martedì 1 settembre 2020

Bologna: la Basilica di Santo Stefano o Complesso delle "Sette Chiese"


La Basilica di Santo Stefano a Bologna viene anche chiamata Complesso delle "Sette Chiese", anche se rimangono del complesso solo "Quattro Chiese" e nessuna di queste è dedicata oggi a S.Stefano (solo una chiesa sembra aver portato questo nome per un certo periodo tra il V e l'VIII secolo).

Fanno parte di questo complesso, il più antico di Bologna, diversi edifici di epoche e stili diversi.
Tre di queste chiese, la Chiesa del Crocifisso, la Basilica del Santo Sepolcro e la Basilica dei Santi Vitale e Agricola, s'affacciano su Piazza Santo Stefano.
La quarta chiesa, la Chiesa della Santa Croce o Chiesa del Martyrium o Chiesa del Calvario o Chiesa della Trinità, si trova alle spalle delle altre tre chiese, insieme al cosiddetto Cortile di Pilato, al chiostro benedettino, al campanile ed altri annessi.
Piazza S.Stefano e il Complesso delle "Sette Chiese"
La particolarità di questo complesso è stata quella di voler replicare il Santo Sepolcro di Gerusalemme, e le memorie legate alla Passione di Cristo.
Per questo venne denominato Sancta Ierusalem Bononiensis.
plastico del Complesso delle "Sette Chiese"
Si dice che l'ideatore di tutto questo fu S.Petronio, ottavo vescovo di Bologna tra il 431 e il 450 e divenuto nel XIII secolo protettore della città.
Si racconta che S.Pietro, apparso in sogno a Celestino I, avesse ordinato al papa di consacrare vescovo Petronio, che pur essendo nato in una famiglia importante legata a quella imperiale, aveva intrapreso la vita ecclesiastica.
Petronio, essendosi recato più volte a Gerusalemme, conosceva bene quei luoghi e volle replicarli nella città di cui era divenuto vescovo; inoltre in Terrasanta erano state ritrovate da poco le reliquie del protomartire Stefano. 
Come spesso accadeva agli inizi della storia della cristianità, il nuovo edificio cristiano venne costruito sopra ad un tempio pagano.

ricostruzione del Tempio di Iside
Fuori dalle mura, nella parte orientale della città a circa 80m dalla Via Emilia, tra l'80 e il 100 d.C. era stato eretto, per volere di una matrona, un santuario e un tempio circolare dedicato a Iside.
In una targa ritrovata nel 1299, che è stata murata sul fianco della Chiesa del Crocifisso nel Complesso delle "Sette Chiese", si legge che Sextilia Homulla, liberta di Marco, nel suo testamento incaricò il suo liberto Anicetus di collocare questa dedica a Iside Vincitrice, in nome suo e di Marco Calpurnio Tirone (I/II sec.d.C.). 

Questo luogo divenne poi una necropoli paleocristiana.

Nel 393 nel cimitero ebraico (posto all'inizio dell'attuale Strada Maggiore) furono ritrovati i resti dei due primi martiri di Bologna, Sant'Agricola e S.Vitale (il primo era un possidente e militare e il secondo era il servitore del primo), martirizzati nell'anfiteatro bolognese (posto probabilmente lungo l'attuale Via S.Vitale vicina alla chiesa a loro dedicata), nel 303 durante le persecuzioni di Diocleziano.


Il vescovo di Milano Ambrogio decise che quell'area, vicina ai resti del tempio isiaco, divenisse il luogo designato ad accogliere i resti dei martiri bolognesi, ovvero il Martyrium.

Durante il periodo in cui era vescovo Petronio, il tempio pagano circolare divenne un battistero cristiano coperto.

La Basilica del Santo Sepolcro, che doveva imitare il Santo Sepolcro di epoca costantiniana, è costituita da una rotonda simile all'Anastasis, la basilica a Gerusalemme che contiene il luogo del sepolcro di Cristo.

Basilica del Santo Sepolcro
La chiesa è a pianta centrale, e presenta un perimetro ottagonale irregolare.
Il suo ingresso principale è rivolto verso il Cortile di Pilato, mentre un altro ingresso secondario si apre verso Piazza S.Stefano.

da sinistra: Basilica dei Santi Vitale e Agricola / Basilica del Santo Sepolcro
La cupola di questa basilica è sormontata da un tamburo a dodici lati (12 come i 12 Apostoli).

cupola della Basilica del Santo Sepolcro
Sette colonne in marmo cipollino nero venato, che sostenevano la copertura del Tempio di Iside, furono inglobate nella chiesa, accoppiandole ad altrettante colonne in mattoni (costituendo così 14 colonne binate), che con altre cinque colonne in mattoni con un diametro più grande (che hanno sostituito le altrettante colonne perdute del tempio isiaco), sorreggono il tamburo della volta della chiesa.

colonna in marmo cipollino affiancata da una colonna in laterizi
colonne binate e semplici
colonna in laterizio
Furono anche riutilizzate le cinque basi in marmo rosso di Verona appartenute al tempio di epoca romana.

Il peribolo, lo spazio che circonda la parte centrale della rotonda, ha una copertura costituita da volte a crociera ed è sormontato da una galleria a pianta ottagonale inregolare: si allarga infatti di più nella zona in cui è più vicina alla Chiesa dei Santi Vitale e Agricola.

galleria della Basilica del Santo Sepolcro
bifora della galleria con semicolonne e archetti
Sostiene questa parte di galleria una colonna antica di marmo nero, posizionata in direzione di Gerusalemme (e quindi verso l'Est) e simboleggia la colonna alla quale fu flagellato Cristo.
Come si legge in un cartiglio questa colonna garantiva 200 anni d'indulgenza a chi avesse visitato questi luoghi.

La rotonda accoglie al suo interno un'edicola (non perfettamente centrata), come simulacro della "sacra grotta" dove venne deposto Cristo.

edicola della Basilica del Santo Sepolcro
edicola della Basilica del Santo Sepolcro
L'edicola (aediculum= piccolo edificio) venne qui eretta nel XII secolo in scala ridotta su disegno del Santo Sepolcro di Gerusalemme, fatto costruire da Costantino e inaugurato nel 335 sul luogo originale della sepoltura di Cristo, fatto distruggere precedentemente dall'imperatore Adriano nel 135.
Questo sepolcro costantiniano venne a sua volta distrutto da Al-Hakim bi-Amr Allah nel 1009.
Quest'edicola non ha quindi le sembianze del Santo Sepolcro di Gerusalemme attuale.
Il Complesso di S.Stefano è l'unico posto al mondo dove si può avere l'idea di come fosse il sepolcro costantiniano.
All'interno di questo luogo di culto venne sepolto il vescovo Petronio, i cui resti furono scoperti nel 1141.

grata del sepolcro di S.Petronio
I resti del Santo vescovo furono ricongiunti solo nel 2000 al cranio che veniva già conservato nella Basilica di S.Petronio di Bologna.
CURIOSITA': Si ricorda che otteneva l'indulgenza plenaria chi si fosse recato a pregare sulla tomba di S.Petronio strisciando sotto la grata che proteggeva la sua tomba, che veniva aperta durante la Settimana Santa.

Si dice che all'interno di questo luogo di culto il vescovo avesse fatto riporre la reliquia una roccia dell'originale Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Questa edicola altomedievale ha subito dei rimaneggiamenti durante i restauri effettuati nel 1880: fu sostituita la scomoda scala esterna originale con una con balaustra a colonnine finto gotiche.

particolare della scala dell'edicola
particolare della scala dell'edicola
scala dell'edicola
Venne anche cambiata di conseguenza la posizione dell'ambone del XIII secolo, decorato con altorilievi raffiguranti i simboli dei Quattro Evangelisti: Toro (Luca), Angelo (Matteo), Aquila (Giovanni), Leone (Marco).

ambone e cero pasquale
ambone: rilievo con l'Angelo (simbolo dell'Evangelista Matteo) e il Toro (simbolo dell'Evangelista Luca)
L'edicola è anche decorata con una lastra, sempre del XIII secolo, in cui è raffigurato l'Angelo della Resurrezione affiancato da un lato da tre soldati con vestiti longobardi che dormono e dall'altro lato dalle Tre Marie che si recano al Sepolcro.

Le Tre Marie (a sinisra) / Angelo della Resurrezione (al centro) / Tre soldati (a destra)
In occasione dei restauri effettuati nell'Ottocento, sulla sommità dell'edicola è stata posta una Croce.

Croce alla sommità dell'edicola
Durante gli stessi restauri sono stati rimossi gli affreschi duecenteschi raffiguranti eventi biblici realizzati da Berlinghiero di Lucca che decoravano le pareti e la volta della chiesa (i resti sono conservati nel museo del complesso).

Nel pavimento della chiesa vi è un pozzo, coperto da una grata, contenente l'acqua di un'antica sorgente, la stessa che veniva probabilmente usata per i riti dell'Iseo.

grata del pozzo
Questo pozzo rappresentava la Piscina Probatica, dove si lavavano gli animali prima dei sacrifici.
L'acqua era stata benedetta con quella del Giordano, portata a Bologna dal vescovo Petronio.
Quest'acqua veniva considerata nel medioevo redentrice e miracolosa.

CURIOSITA': Nel 1307 un malato guarì bevendo quest'acqua, e si dovette quell'anno allestire nella piazza antistante la chiesa un tendone per riparare dalle intemperie i pellegrini che erano divenuti sempre più numerosi.

CURIOSITA': Si racconta che la chiesa fosse interdetta alle prostitute durante tutto l'anno, tranne prima dell'alba della mattina di Pasqua, in ricordo di Maria Maddalena.
Queste donne percorrevano la chiesa in ginocchio recitando una loro preghiera.

CURIOSITA': Nel periodo pasquale le donne incinte percorrevano 33 volte, come il numero degli anni di Cristo, il perimetro della chiesa, fermandosi ad ogni giro a pregare dentro l'edicola e infine si recavano a pregare davanti all'immmagine della Madonna incinta affrescata nel Martyrium e davanti alla Madonna delle gravide posta nella Cappella della Consolazione.
Oggi l'edicola viene aperta solo dopo la celebrazione della Messa di mezzanotte del Sabato di Pasqua, alla presenza dei Cavalieri e della Dame del Santo Sepolcro, e rimane accessibile per una settimana.
Le murature esterne della Basilica del Santo Sepolcro presentano molte decorazioni realizzate con laterizi e pietre colorate: numerose sono le decorazioni a scacchiera (simbolo della capacità di discernimento) e stelle con numeri variabili di punte.


facciata della Basilica del Santo Sepolcro (verso il  Cortile di Pilato)
facciata della Basilica del Santo Sepolcro (verso il Cortile di Pilato)
particolare della facciata della Basilica del Santo Sepolcro (verso il Cortile di Pilato): scacchiere e stella a cinque punte
Sulla facciata rivolta verso la piazza, alla sinistra del portale, è raffigurata una croce attorniata da nodi di Salomone.

facciata della Basilica del Santo Sepolcro (verso Piazza S.Stefano)
portale affiancato da una croce con nodi di Salomone e dalla "pietra della Verità"
Sull'altro lato del portale vi è invece la cosiddetta "Pietra della Verità" che cambiava colore ascoltando le dichiarazioni delle mogli infedeli.
Si racconta che molti mariti uccisero le mogli ritenute fedifraghe, e fu per questo che fu proibito avvicinarsi alla pietra che divenne opaca.
Un'altra versione narra che questa pietra era talmente lucida che le donne amassero specchiavisi per ammirarsi.
Un eremita per contrastare la vanità femminile fece un incantesimo alla pietra che divenne nera e rifletteva solo i peccati delle donne.
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Alla fine del V secolo, fu costruita accanto all'allora battistero la Basilica dei Santi Vitale e Agricola, per accogliere le reliquie dei due Santi.

Basilica del Santo Sepolcro, Basilica dei Santi Vitale e Agricola e portico del Cortile di Pilato
Oggi nella basilica rimangono solo i sarcofaghi vuoti dei due martiri.
I resti dei loro corpi furono traslati successivamente nella cripta della vicina Chiesa di S.Giovanni Battista (oggi chiamata Chiesa del Crocifisso).
Alcune reliquie dei Santi furono portate nel V secolo in Francia a Clermont Ferrand. Altre furono portate a Nola, a Firenze, a Milano e a Rouen (Francia).
Lo stile che caratterizza la costruzione di questa chiesa è quello romanico longobardo.
La chiesa venne rifatta nell'VIII e poi nel XI secolo.

La facciata a salienti che affaccia su Piazza S.Stefano venne rifatta in stile nel 1880 da Giovanni Gozzadini e Raffaele Faccioli.

facciata della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
Sopra al portale è posto un bassorilievo protoromanico raffigurante Cristo affiancato da S.Vitale e Sant'Agricola.

Cristo affiancato dai Santi Agricola e Vitale
 Particolarmente decorati i capitelli che compongono il portale.

facciata della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
particolari della facciata della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
particolari della facciata della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
La chiesa ha un impianto basilicale senza transetto.

navata centrale della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
controfacciata della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
Le tre navate sono divise da pilastri cruciformi alternati a colonne con capitelli diversi.
Ogni navata termina con un'absidiola con piccole e strette finestre schermate da alabastro.

pilastri e colonne della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
colonna della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
colonna della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
Nelle due absidi laterali sono stati posti i sarcofaghi altomedievali di S.Vitale e di S.Agricola.
Il sarcofago di S.Vitale (nell'abside sinistra) è decorato con pavoni, simboli dell'immortalità.

sarcofago di S.Vitale
Sul sarcofago di Sant'Agricola sono invece raffigurati un cervo e un leone. 

sarcofago di Sant'Agricola
Nell'abside centrale si trova l'altare costituito da un'ara pagana rivoltata.

altare della Basilica dei Santi Vitali e Agricola
In antico le pareti interne erano interamente affrescate: rimangono solo pochi lacerti su una colonna.

lacerto di affresco su una colonna della chiesa
lacerto di affresco su una colonna della chiesa
Attraverso un vetro si può vedere quel che resta di un pavimento musivo romano.

pavimento musivo romano
pavimento musivo romano
Nel XV secolo fu rinvenuto un sarcofago con la scritta "Symon".
Questo ritrovamento fece credere che si trattasse del sepolcro di S.Pietro (Simon Pietro).
I pellegrini che si recavano a Roma per pregare sulla tomba dell'Apostolo Pietro, da quel momento si fermarono a Bologna a pregare su quel sarcofago posto sull'altare di questa chiesa, che fu ridedicata a S.Pietro.
Questo comportò la reazione del papa Eugenio IV che ordinò al vescovo di distruggere la chiesa e di nascondere il sarcofago.
E così avvenne: crollato il tetto la chiesa fu interrata.
Solo l'arcivescovo Giuliano della Rovere (il futuro papa Giulio II), permise la riconsacrazione della chiesa una settantina di anni dopo. 
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Nel 737 arrivarono a Bologna i Longobardi.

Re Liutprando e re Ildebrando fecero costruire accanto al battistero la Chiesa di S.Giovanni Battista, chiamata oggi Chiesa del Crocifisso.

navata della Chiesa del Crocifisso
La chiesa è a navata unica, con presbiterio in stile barocco sopraelevato sopra una cripta.
Il presbiterio attuale, così costruito nel XVII secolo, prese il posto di una sala che nella Gerusalemme bolognese rappresentava la Casa di Pilato in cui il prefetto della Giudea interrogò Cristo.

presbiterio della Chiesa del Crocifisso
altare barocco
 Le tele che fiancheggiano del presbiterio raffigurano la Passione di Cristo.

Passione di Cristo
Il soffitto della chiesa ha una volta a capriata.
L'attuale nome della chiesa è dato dal Crocifisso del 1380 posto nel presbiterio, opera di Simone dei Crocifissi.

Crocifisso (Simone dei Crocifissi - 1380)
Sulla parete destra della chiesa si trovano la tela della Decollazione del Battista di Francesco Caccianemici e il dipinto del XVII secolo di Francesco Cittadini che raffigura il Martirio di S.Stefano.

Decollazione del Battista (Francesco Caccianemici - XVI sec.)
Martirio di S.Stefano (Francesco Cittadini - XVII sec.)
Sulla parete sinistra si trova il Miracolo di S.Mauro Abate di Teresa Muratori.

Miracolo di Mauro Abate (Teresa Muratori)
Sempre sulla parete sinistra si trova l'opera policroma in cartapesta di Angelo Pio (XVIII sec.) raffigurante una Pietà.

Pietà (Angelo Pio - XVIII sec.)
Pietà (Angelo Pio - XVIII sec.)
La particolarità di quest'opera è di essere stata fatta con le carte da gioco (soprattutto quelle dei tarocchi), requisite per il dilagare del vizio del gioco nelle taverne.

Sulla sinistra della cripta, in un'arcata cieca, si trova un frammento di un affresco del XV secolo chiamato Madonna del Paradiso, opera di Michele di Matteo.

Madonna del Paradiso (Michele di Matteo - XV sec.)
Sulla parete sinistra, vicino alla porta che conduce alla Basilica del Santo Sepolcro si trova il monumento sepolcrale della famiglia Aldrovandi.

monumento funebre della famiglia Aldrovandi (XVI sec.)
Durante la nostra visita si stava svolgendo nella cripta una funzione religiosa e non l'abbiamo potuta visitare... ma per chi fosse interessato, la cripta fu costruita dall'abate Martino nel 1019.

La cripta presenta cinque navate divise da colonne differenti.
Si dice che una di queste colonne ha un'altezza equivalente a quella di Cristo (misura 1,70m dallo zoccolo al capitello).
Sull'altare della cripta sono custodite le urne con i resti di S.Vitale e Sant'Agricola.
Due affreschi cinquecenteschi ai lati dell'altare raffigurano il Martirio dei Santi Vitale e Agricola.
Un altro affresco quattrocentesco rappresenta la Madonna della neve, attribuita a Lippo di Dalmasio.

facciata della Chiesa del Crocifisso
La facciata della chiesa in mattoni e con tetto a capanna presenta quattro monofore in stile gotico e un rosone centrale.
Il portale è sormontato da una croce con una mano benedicente.

All'angolo sinistro della facciata della chiesa fu costruito nel 1488 un pulpito in cotto e arenaria, dal quale veniva benedetto il popolo ed esposte le reliquie il lunedì di Pasqua.

Nel periodo in cui regnarono i Longobardi vennero costruiti anche altri annessi atti ad accogliere i monaci.
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Come a Gerusalemme, il Cortile di Pilato collega la Basilica del Santo Sepolcro (l'Anastasis) con la Chiesa della Santa Croce (il Martyrium).

Cortile di Pilato
Il Cortile di Pilato rappresenta il Lithostrotos, il luogo lastricato in cui fu condannato Cristo, posto difronte al pretorio (l'attuale Convento di Nostra Signora di Sion a Gerusalemme).

Nel mezzo del cortile si trova il cosiddetto catino di Pilato, la vasca in pietra calcarea di opera di epoca longobarda (VIII secolo), fatta fissare nel 1506 su un piedistallo dal cardinale Giuliano de' Medici, il futuro papa Leone X.

"Catino di Pilato" (VIII sec.)
Sul piedistallo vi erano scolpiti il suo stemma e quello di papa Giulio II della Rovere, ma gli stemmi furono poi abrasi.
Simboleggia il catino in cui Ponzio Pilato si lavò le mani.

iscrizione sul "Catino di Pilato" (VIII sec.)
Dall'iscrizione del labbro inferiore esterno del catino si apprende che risale all'epoca in cui regnavano re Liutprando e re Ilprando ed era vescovo don Barbato.

iscrizione sul "Catino di Pilato" (VIII sec.)
Precedentemente il catino si trovava nella Chiesa di S.Giovanni Battista (oggi Chiesa del Crocifisso), e serviva per contenere le offerte dei fedeli in occasione del Sabato Santo.
Lungo i fianchi settentrionale e meridionale del cortile si trovano due portici duecenteschi con pilastri crociformi in laterizio e volte a crociera.
I portici sono decorati da archetti ciechi.

portico del Cortile di Pilato
portico del Cortile di Pilato
Sotto i porticati sono poste diverse lastre tombali.

lastre tombali lungo il portico del Cortile di Pilato
lastre tombali lungo il portico del Cortile di Pilato
In una di queste lastre è incastonata una forbice a rappresentare il mestiere di sarto dell'uomo qui sepolto.

al centro: lastra tombale di un sarto
Le pareti dei portici presentano anche lacerti di affreschi.

Maria, Gesù e S.Giovanni (Jacobus - XIV sec.)
portico del Cortile di Pilato: affresco con esortazione a fermarsi e leggere la storia del complesso religioso
Lungo i porticati si aprono anche alcune cappelle.
Lungo il portico settentrionale si trova la Cappella di S.Giuliana de' Banzi, la cappella gotica dedicata alla nobile vedova bolognese che aiutò finanziariamente il vescovo Petronio all'edificazione di S.Stefano.

Cappella di S.Giuliana de' Banzi
sarcofago strigilato con i resti di S.Giuliana
In questa cappella si trova l'affresco staccato della Madonna col Bambino che consegna la croce a Taddeo Garganelli, opera di anonimo umbro-marchigiano del XV secolo.

Madonna col Bambino che consegna la croce a Taddeo Garganelli (anonimo umbro-marchigiano - XV sec.)
Segue l'ingresso al cortiletto della Compagnia dei Lombardi che conduce alla Cappella della Madonna di Loreto.

cortiletto della Compagnia dei Lombardi
Sull'altare della rinascimentale Cappella di S.Girolamo o Cappella Toschi si trova il dipinto di Giacomo Francia raffigurante una Crocifissione con Maria Maddalena, S.Girolamo e S.Francesco d'Assisi.

Cappella di S.Girolamo
Crocifissione con Maria Maddalena, S.Girolamo e S.Francesco d'Assisi (Giacomo Francia - 1520)
La Cappella della Consolazione del XVI secolo si apre sotto il portico meridionale.

Cappella della Consolazione
La cappella ha un soffitto affrescato con la raffigurazione di Profeti e di Episodi della Vita della Vergine realizzati da Bartolomeo Cesi.

soffitto della Cappella della Consolazione: Profeti (Bartolomeo Cesi - XVI sec.)
Cappella della Consolazione:Episodi della Vita della Vergine (Bartolomeo Cesi - XVI sec.)
Cappella della Consolazione:Episodi della Vita della Vergine (Bartolomeo Cesi - XVI sec.)
Sull'altare si trova la Madonna delle Gravide, dove le donne venivano a pregare durante la gravidanza, affiancata dalle raffigurazioni di S.Stefano e S.Lorenzo.

Madonna delle Gravide / S.Stefano / S.Lorenzo (Bartolomeo Cesi - XVI sec.)
Dentro una monofora di questo stesso portico è posto un gallo in pietra del XIV secolo, il cosiddetto "Gallo di S.Pietro", che ricorda il rinnegamento dell'Apostolo.

"Gallo di S.Pietro" (XIV sec.)
CURIOSITA': Si è calcolato che dal "Gallo di S.Pietro" alla Chiesa di S.Giovanni al Monte vi corra la stessa distanza a Gerusalemme tra il Sinedrio e il Golgota (200m).

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Sul fondo del Cortile di Pilato si trova l'ingresso del già citato Martyrium (Chiesa sepolcrale) del IV/V secolo, sorto su un'area cimiteriale.

facciata del Martyrium
Il portale è romanico.
Nelle due nicchie ai lati dell'ingresso si trovano tombe gotiche e resti di affreschi.

facciata del Martyrium: tomba e nicchia gotica con affreschi
facciata del Martyrium: tomba e nicchia gotica con affreschi
Come già accennato in questo luogo furono inizialmente deposte le spoglie dei Santi Vitale e Agricola.
Fu poi riedificato a somiglianza della Basilica costantiniana.
In realtà la chiesa doveva essere a 5 navate, con l'abside rivolta verso il Cortile di Pilato, ma la costruzione si fermò.
Venne poi abbandonata a causa di un'alluvione e poi usata nuovamente dai Longobardi come battistero.
Fu successivamente ristrutturata dai Franchi, acquisendo la forma a tre absidi tipica del loro stile.
Nel XVI/XVII secolo la chiesa fu ingrandita.
Lo stato attuale della chiesa neoromanica con facciata verso il cortile e abside verso Est si deve al restauro del 1912, e quindi riportata alle sue forme franche, allungata e polilobata.

Martyrium o Chiesa della Trinità
Il nome "Chiesa della Santa Croce" le fu dato perché fino al 1950 nella cruciforme cappella centrale era conservato un frammento della croce di Cristo intrisa di sangue, giunta a Bologna grazie al viaggio S.Petronio in Terrasanta, e poi conservata in un reliquiario d'oro e argento realizzato nel 1634 da Iohannes Iocab, amico di Guido Reni.
Oggi il reliquiario si trova nel Museo di S.Stefano.

Cappella della Santa Croce
L'interno della chiesa è diviso da quattro colonne con capitelli differenti di recupero.
Particolare è quello con quattro sirene bicaudate.

colonne che suddividono la Chiesa della Trinità
capitello della Chiesa della Trinità
capitello romanico con sirene bicaudate (XI/XIII sec.)
Nell'ultima cappella a sinitra è conservato quello che è considerato il più antico presepe al mondo con statue a tutto tondo: l'Adorazione dei Magi.

Adorazione dei Magi (Anonimo bolognese XIII sec. / Simone dei Crocifissi - 1370)
L'opera con statue ad altezza d'uomo in legno di tiglio e olmo fu realizzata alla fine del XIII e poi dipinta e dorata da Simone dei Crocifissi nel 1370.

Sono conservati in questo luogo alcuni lacerti di affreschi: Sant'Orsola con le sue compagne di martirio, una Madonna incinta, una Santa Martire...

Sant'Orsola con le sue compagne di martirio (anonimo bolognese - XIV sec.)
Madonna col bambino e Santo
Santa Martire (Andrea de' Bruni - XIV sec.)
Santo / Madonna (anonimo bolognese - XIV sec.)
Madonna incinta
Santa con devoti
L'ultima cappella a destra è dedicata ai Bersaglieri.

Cappella dedicata ai Bersaglieri
Il Martyrium o Chiesa del Calvario (perché simboleggiava il luogo del Calvario) o Chiesa della Santa Croce, viene attualmente chiamata Chiesa della Trinità.

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Nel 902 il complesso stefaniano venne danneggiato dalle scorrerie degli Ungari.

Tra il 1000 e il 1100 vennero costruiti ad opera dei monaci benedettini il chiostro, il campanile, la Chiesa del Cenacolo (e il battistero, come già detto, venne trasformato in chiesa).

Sulla destra della Chiesa della Trinità s'accede al Chiostro benedettino a due ordini costruiti in due periodi diversi.

chiostro benedettino (IX/XII secolo)
lato occidentale del chiostro
lato orientale del chiostro
lato settentrionale del chiostro
Il portico inferiore fu costruito intorno al 1000.
Le sue ampie arcate preromaniche sono possenti.

gallerie con pilastri e colonnine del portico inferiore
colonnine del portico inferiore
lapidi commemorative delle due guerre mondiali affisse sotto il portico inferiore
Il loggiato superiore romanico-gotico, forse opera di Pietro d'Alberico (XII secolo), presenta colonne più sottili: 4 colonne d'angolo e 52+52 colonne binate.

loggiato superiore del chiostro
loggiato superiore del chiostro con capitelli scolpiti
loggiato superiore del chiostro con capitelli scolpiti
I capitelli di queste colonne sono scolpiti con personaggi antropomorfici beffardi o mostruosi.
Tra i tanti quelli più curiosi sono un uomo nudo di spalle con la testa rigirata di 180° e un altro uomo che viene schiacciato da un masso.

capitello con figura dalle orecchie allungate
capitello di uomo nudo di spalle con la testa rivoltata di 180°
capitello con uomo che viene schiacciato da un masso
CURIOSITA': Si racconta che Dante Alighieri, durante la sua permanenza a Bologna (1286/1287) per attendere agli studi universitari di giurisprudenza, abbia frequenato questo chiostro, e che questi personaggi scolpiti nella pietra gli abbiano ispirato le pene a cui sono condannati i peccatori nel Purgatorio (soprattutto nel Canto X) della sua Divina Commedia.

Al centro del chiostro si trova un pozzo in arenaria risalente al 1632.

pozzo del chiostro (1632)
L'ordine inferiore venne riservato ai laici, mentre quello superiore ai monaci.
Le lapidi che oggi sono affisse sotto il portico inferiore sono iscritte con i nomi dei caduti della prima e della seconda guerra mondiale.

Sul lato settentrionale del chiostro si trova il Museo di S.Stefano, ospitato nella Sala capitolare e nella Cappella della Benda, così chiamata perché era qui conservata la benda intrisa di sudore e sangue che la Madonna indossava durante il Calvario di Cristo.

La benda veniva esposta il lunedì di Pasqua al popolo, tranne che alle prostitute.
 
La benda sembra essere stata portata da Gerusalemme a Bologna da S.Petronio, e fu nascosta talmente bene quando nell'899 arrivarono gli Ungari a razziare la città, che questa reliquia fu ritrovata solo nel 1141 in occasione del restauro del complesso.

lato settentrionale del portico con accesso al Museo di S.Stefano
Noi non l'abbiamo potuto visitare, ma sono qui custoditi dipinti, lacerti di affreschi della Basilica del Santo Sepolcro, preziosi reliquiari e paramenti liturgici.

Il campanile fu costruito nel XIII e sopraelevato nel XIX secolo.

lato meridionale del chiostro con base del campanile
abbaziasstefano.wixsite.com/abbaziasstefano
Orario della basilica:    7.30/12.30   14.30/19.30
Orario del complesso:  martedì/domenica     9.00/12.30   14.30/19.00
novembre/aprile chiude alle 18.00

CONCLUSIONI
La Basilica di S.Stefano o Complesso delle "Sette Chiese" è un sito ricco di fascino, sia per la sua storia millenaria che per le leggende e curiosità ad esso collegate.
Il percorso di visita richiede di essere anticipato da una spiegazione della cronologia e del significato di ogni singolo edificio per poter capire e apprezzare meglio ciò che si sta visitando.
Certamente il complesso è una dei luoghi da non mancare di visitare in questa città.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

molto utile, completo e dettagliato, complimenti!

Raffaella ha detto...

Grazie per il commento!

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