lunedì 17 maggio 2021

Firenze: la Basilica di S.Marco


 La Basilica di S.Marco è una delle basiliche più importanti di Firenze.

La storia della basilica è strettamente connessa al convento di cui faceva parte, luogo che ospitò numerosi personaggi della vita religiosa e civile di Firenze: Cosimo il Vecchio de' Medici (che nel convento aveva una cella personale), il teologo e arcivescovo domenicano Sant'Antonino, i pittori e domenicani Beato Angelico e Fra Bartolomeo, il giurista, teologo e arcivescovo domenicano Ambrogio Catarino Politi, il predicatore domenicano Tommaso Caccini che inquisì Galileo Galilei, il famoso frate predicatore Girolamo Savonarola e più recentemente il sindaco di Firenze e Terziario domenicano Giorgio La Pira.

Nell'area posta vicino alle mura costruite da Arnolfo da Cambio, chiamata Cafaggio, anticamente si trovava un oratorio dedicato a S.Giorgio. Nel XII secolo poi qui si trovava un monastero vallombrosiano nel quale nel 1267 si istallarono i Silvestrini (un ramo dell'Ordine benedettino riformato), che dedicarono il convento a S.Marco.

Nel 1418 però papa Eugenio IV ordinò ai Silvestrini (per comportamento "improprio") di lasciare il convento che nel 1435 passò ai Domenicani Osservanti di Fiesole.

I Silvestrini non lasciarono il convento in buono stato e per questo Cosimo il Vecchio nel 1437 ne avviò una ristrutturazione, affidando i lavori a Michelozzo, il suo architetto di fiducia. 

Michelozzo realizzò la Sacrestia, costruì una nuova abside più profonda e dei setti murari nella navata, ponendo nel primo setto due altari, uno sotto il patronato della famiglia Ricci dedicato a S.Tommaso d'Aquino e l'altro della Compagnia dei tessitori di drappi dedicato alla S.Croce.

Le decorazioni delle pareti furono affidate tra il 1439 e il 1444 al Beato Angelico e ai suoi collaboratori (tra i quali Benozzo Gozzoli).

La chiesa venne poi consacrata alla presenza di papa Eugenio IV nel 1443.

Nel 1512 su disegno di Baccio d'Agnolo fu costruito il campanile sul contrafforte orientale della tribuna trecentesca.

L'interno della basilica è a navata unica ed ha un aspetto tardo cinquecentesco.

navata della Basilica di S.Marco

Le pareti della navata erano ricoperte originariamente da affreschi trecenteschi di cui rimangono ancora frammenti, ritrovati sotto il successivo intonaco, sulla parete sinistra, realizzati da Antonio Veneziano.

Processione (Antonio Veneziano - XIV sec.)

particolare dell'affresco con fregio (Bicci di Lorenzo  1390) / Processione (Antonio Veneziano - 1370)

fregio con Santi (Bicci di Lorenzo - 1390) / affreschi (Antonio Veneziano - 1370)

Nel 1579 su progetto del Giambologna furono aggiunti altari laterali, sui quali vennero poste tele cinque/seicentesche.

Sulla controfacciata, uno di questi altari incornicia un'Annunciazione affrescata in stile Jacopo di Cione, facente parte della decorazione ad affresco trecentesca ed ispirata all'Annunziata miracolosa della Basilica della SS.Annunziata. Nel medaglione del timpano dell'altare è stato raffigurato da Fabrizio Boschi l'Incontro tra S.Domenico e S.Francesco.

Annunciazione (sullo stile di Jacopo di Cione - 1371 ca.)

Sempre in controfacciata, in un altro altare alla destra del portale, si trova una Trasfigurazione dipinta da Giovanni Battista Paggi. Originariamente al suo posto era posta la cosiddetta Pala Orefici (oggi conservata nelle Gallerie degli Uffizi), una tempera su tavola dipinta da Botticelli, commissionata dall'Arte degli Orefici per la Cappella di Sant'Eligio (protettore degli orefici). Nel medaglione nel timpano dell'altare Fabrizio Boschi ha dipinto un Battesimo di Cristo.

Trasfigurazione (Giovanni Battista Paggi - 1596)

Pala Orefici (Botticelli - 1488/1490 - Gallerie degli Uffizi)

Sulla parete destra della navata, partendo dalla controfacciata, un altare accoglie in una nicchia un Ecce Homo scolpito da Jacopo Maria Foggini.

Ecce Homo (Jacopo Maria Foggini - prima metà XVII sec./1684)

Ecce Homo (Jacopo Maria Foggini - prima metà XVII sec./1684)

Sul primo altare (Altare Rossellini del Turco) realizzato dal Giambologna della parete destra della navata è posta la pala Visione di S.Tommaso d'Aquino, opera di Santi di Tito.

Visione di S.Tommaso d'Aquino (Santi di Tito - 1593)

Sul secondo altare (Altare Cambi) è posta la cosiddett
a Sacra Conversazione Cambi, un'opera dipinta da Fra' Bartolomeo.

Sacra Conversazione Cambi (Fra Bartolomeo - 1509 ca.)

Sul terzo altare è stato collocato un mosaico del 750 raffigurante la Vergine che si trovava originariamente nella Basilica di S.Pietro in Vaticano. Giunto a Firenze nel 1596; fu arricchito con le raffigurazioni di Angeli, di S.Domenico e di S. Raimondo. Nella cornice in legno intagliato e dorato sono poste delle reliquie.

Vergine (750) / Angeli, S.Domenico, S.Raniero (1596)

Tra il terzo e il quarto altare è posta una statua raffigurante il Beato Angelico, protettore degli artisti. 

statua del Beato Angelico

Sul quarto altare (Altare Alfani, poi Altare Martini dell'ala) è posta la Madonna del Rosario e Angeli che portano in cielo S.Domenico, opera di Matteo Rosselli. Un grande arco incornicia l'altare. Sull'arco è posta la statua di S.Zanobi, opera del Giambologna.

Madonna del Rosario e Angeli che portano in cielo S.Domenico (Matteo Rosselli - 1640)

Sulla parete sinistra della navata (ripartendo dalla controfacciata), si trova un Presepe permanente racchiuso in una nicchia posta sopra ad un altare. Il Bambino Gesù è opera cinquecentesca della scuola di Donatello, mentre la Madonna, S.Giuseppe, il bue e l'asinello a grandezza quasi naturale sono stati realizzati da Giovanni della Robbia.

Presepe (scuola di Donatello / Giovanni della Robbia)

Sul primo altare realizzato dal Giambologna della parete sinistra si trova la pala del Miracolo di S.Vincenzo Ferrer, realizzata dal Passignano.

Miracolo di S.Vincenzo Ferrer (Passignano - 1593)

Sul secondo altare è posta la tela raffigurante il Matrimonio mistico di S.Caterina, copia di Antonio Domenico Gabbiani dalla cosiddetta Pala Pitti di Fra' Bartolomeo.

Matrimonio mistico di S.Caterina (copia da Fra' Bartolomeo di Antonio Domenico Gabbiani - 1690)

Pala Pitti (Fra' Bartolomeo - 1512 - Galleria Palatina di Palazzo Pitti)

Sotto questo altare si trova il Sepolcro di Giorgio La Pira

Sepolcro di Giorgio La Pira

Tra il secondo e il terzo altare si trova la statua di Girolamo Savonarola che fu priore del Convento di S.Marco.

statua di Girolamo Savonarola (1498)

Sulla parete dietro alla statua si trovano la Tomba di Poliziano, poeta, umanista, filologo e precettore della famiglia Medici. morto a Firenze nel 1494, e la Tomba di Giovanni Pico della Mirandola, l'umanista e filosofo morto a Firenze nel 1494. I due morirono
per avvelenamento da arsenico.



Tomba di Giovanni Pico della Mirandola (XVI sec.) / Tomba di Poliziano (XVI sec.)

La pala posta sul terzo altare raffigura Eraclio porta la Sacra Croce in Gerusalemme, ed è opera del Cigoli.

Eraclio porta la Sacra Croce in Gerusalemme (Cigoli - 1594)

Dopo il terzo altare della parete sinistra della navata, a sinistra della Cappella Maggiore, si apre la Cappella Salviati o Cappella di Sant'Antonino perché dedicata a Sant'Antonino.

Cappella Salviati

La cappella fu eretta nel XVI secolo dai fratelli Antonio ed Averardo Salviati per conservare le spoglie di Sant'Antonino, monaco dell'Ordine dei Predicatori che fondò il convento, fu arcivescovo di Firenze e divenne compatrono insieme a S.Zanobi della diocesi fiorentina. 

altare della Cappella Salviati con le spoglie di Sant'Antonino

La cappella era dotata anche di un accesso esterno. 

I lavori di progettazione della cappella furono affidati al Giambologna.

All'interno della cappella vi sono tre edicole: una con timpano semicircolare, posta dietro l'altare, e due con timpano triangolare, ognuna delle quali è posta su una parete laterale. Queste edicole rappresentarono l'esempio per la realizzazione degli altari posti nella navata.

Nelle nicchie ai lati delle edicole si trovano statue di Santi scolpite dal Giambologna e da Pietro Francavilla. 


S.Tommaso d'Aquino (Giambologna e Pietro Francavilla)

Sant'Edoardo confessore (Giambologna e Pietro Francavilla)

S.Filippo (Giambologna e Pietro Francavilla)

S.Giovanni Battista (Giambologna e Pietro Francavilla)

S.Domenico (Giambologna e Pietro Francavilla)

Sant'Antonio (Giambologna e Pietro Francavilla)

Sono anche stati realizzati dal Giambologna e dai suoi collaboratori i bassorilievi in bronzo con Episodi della vita di Sant'Antonino.

Poste lateralmente all'altare sono le tavole raffiguranti Gesù che guarisce il lebbroso, opera di Francesco Morandini detto Poppi, e la Vocazione di S.Matteo dipinta da Giovanni Battista Naldini.

b
Vocazione di S.Matteo (Giovanni Battista Naldini)

Gesù che guarisce il lebbroso (Poppi)

Alessandro Allori realizzò la pala d'altare raffigurante la Discesa al Limbo.

Discesa al Limbo (Alessandro Allori - 1584 ca.)

La decorazione pittorica a monocromo con Storie della Vita di Sant'Antonino si deve soprattutto alla mano di Alessandro Allori, e a
Bernardino Poccetti che realizzò gli affreschi della cupola della cappella. 

cupola della Cappella Salviati (Bernardino Poccetti)

Precede la cappella un vestibolo con due affreschi sulle pareti laterali realizzati dal Passignano e raffiguranti la Traslazione di Sant'Antonino e la Ricognizione del corpo di Sant'Antonino.

Ricognizione del corpo di Sant'Antonino (Passignano - 1589/1591)

Traslazione di Sant'Antonino (Passignano - 1589/1591)

soffitto ligneo del vestibolo della Cappella Salviati

Sotto la cappella si trova la cripta dove sono sepolti i membri della famiglia Salviati, antica casata ducale fiorentina.

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Siamo ora di fronte alla Cappella Maggiore.

Cappella Maggiore

All'inizio del Quattrocento sull'altare maggiore si trovava il Polittico con l'Incoronazione della Vergine di Lorenzo di Niccolò realizzato ne1404.

Il patronato della cappella fu poi ottenuto nel 1438 da Cosimo e Lorenzo de' Medici che commissionarono per l'altare maggiore una tavola a fra' Angelico, la cosiddetta Pala di S.Marco.

La pala era una complessa macchina lignea composta da almeno 26 dipinti. Di questi 26 dipinti se ne sono conservati solo 18, esposti in 9 diversi musei: Nel vicino Museo di S.Marco sono conservati 2 degli 8 scomparti con le Storie di Cosma e Damiano, Santi protettori dei Medici, che componevano la predella (gli altri scomparti si trovano a Parigi, a Monaco di Bavera, a Dublino e a Washington), la tavola centrale con la raffigurazione di una Sacra Conversazione, e due tavolette dei pilastrini laterali con Santi domenicani.
La Pala di S.Marco fu rimossa dalla chiesa nel Seicento e i pannelli furono dispersi durante l'occupazione napoleonica e la soppressione degli ordini religiosi.

Dietro l'altare, sotto l'organo, un po' nascosta c'e la pala realizzata da Pier Dandini raffigurante la Comunione degli Apostoli

Comunione degli Apostoli (Pier Dandini - 1686)

Comunione degli Apostoli (Pier Dandini - 1686)

Ignace Parrocel affrescò le pareti laterali della cappella con Le nozze di Cana e l'Adorazione dei Magi.

Nozze di Cana (Ignace Parrocel)

Adorazione dei Magi (Ignace Parrocel)

La cupola, eretta nel 1712 su progetto di Angelo Ferri, fu decorata con stucchi e da affreschi di Alessandro Gherardini nel 1717 che raffigurano la Gloria dell'Ordine Domenicano. Nei pennacchi della cupola sono raffigurati i quattro Evangelisti.

cupola della Cappella Maggiore: Gloria dell'Ordine domenicano (Alessandro Gherardini - 1717)

La tribuna fu intagliata nel 1679 su progetto di Pier Francesco Silvani.

Anche il soffitto della navata è stato progettato da Pier Francesco Silvani. La grande tela al centro del soffitto raffigurante l'Assunzione di Maria in cielo è stata realizzata da Giovanni Antonio Pucci nel 1725.

soffitto della navata (prog.Pier Francesco Silvani - 1679) / Assunzione della Vergine in cielo (Giovanni Antonio Pucci - 1725)

Fa parte della basilica anche la cinquecentesca Cappella Serragli o Cappella del Sacramento, ma non è possibile visitarla dalla chiesa.

ingresso alla Cappella dei Serragli

Usciamo dalla basilica e diamo uno sguardo alla facciata, uno degli ultimi interventi apportati alla chiesa.
facciata della Basilica di S.Marco

La facciata della basilica venne infatti realizzata in stile neoclassico su progetto di Fra' Giovanni Battista Paladini tra il 1777 e 1778

La facciata è divisa in tre ordini ed è scandita da paraste. 

L'unico portale è affiancato da due nicchie con le statue di S.Domenico, opera di Agostino Nobili, e S.Francesco Ferrer, opera di Giovanni Battista Capezzuoli.

Il portale è sormontato nel secondo ordine da una finestra affiancata da nastri e festoni. 

Nell'ordine superiore è presente un bassorilievo con la raffigurazione di S.Antonino entra in Firenze (opera di Agostino Nobili) ed il timpano è sormontato da una croce di ferro.

Il convento di S.Marco fu confiscato nel 1866 e divenne nel 1869 un museo, anche se i frati domenicani vi rimasero sino al 2019.

A destra della facciata della Basilica di S.Marco si trova infatti l'ingresso al Museo di S.Marco, ricco di storia e di opere d'arte, in particolare del Beato Angelico...ma questo sarà l'argomento di un altro post.

ATTENZIONE: a causa dell'emergenza per il COVID-19 orari e modalità di visita potrebbero subire variazioni.

CONCLUSIONI                                                                                                                              Pur essendo un sito al di fuori del percorso museale del Convento di S.Marco, la Basilica di S.Marco costituisce un'integrazione necessaria per avere un quadro completo del sito e della sua storia. Raccomando quindi la sua visita, e se all'inizio avrete l'impressione di una chiesa un po' buia e non molto visitata, scoprirete ben presto che è anch'essa molto interessante.


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