sabato 1 maggio 2021

Firenze: la Fontana del Porcellino

"Nella città di Firenze sta un porcellino di bronzo di bella fattura. Fresca e limpida acqua scorre dalla bocca di quell’animale, che a causa dell'età è tutto verde scuro. Solo il grugno brilla, come fosse stato tirato a lucido..."

Così Hans Christian Andersen, il poeta e scrittore danese soprattutto noto per le fiabe che tutti da bambini abbiamo letto, descrisse nella sua opera "Il Porcellino di bronzo" la statua della Fontana del Porcellino che si trova sotto le arcate della Loggia del Mercato Nuovo, dopo aver visitato più volte Firenze.

Fontana del Porcellino (Pietro Tacca - 1633)

Una targa affissa accanto alla statua che ispirò la fiaba è stata qui posta per i 200 anni dalla nascita del novelliere.

La statua del Porcellino in questione, che porcellino non è, ma è in verità un cinghiale in bronzo, fu fatta porre sotto la loggia dal Granduca Ferdinando II de' Medici e trasformato in fontana ad uso dei mercanti e dei passanti. Della fontana si ha già memoria almeno dal 1640.

La Loggia del Mercato Nuovo o Loggia del Porcellino, uno dei mercati più antichi al mondo, venne costruita tra il 1547 e il 1551 per volere di Cosimo I de' Medici su progetto di Giovanni Battista del Tasso, all'angolo tra Via Calimala e Via di Porta Rossa.  

Loggia del Mercato Nuovo

Loggia del Mercato Nuovo by night

Le arcate della loggia sono sostenute da venti colonne composite e otto pilastri di pietra. Nei pilastri sono state ricavate delle nicchie nelle quali si pensò nell'Ottocento di sistemare delle statue di uomini illustri fiorentini. Furono realizzate solo tre statue: l'orafo e tipografo Bernardo Cennini (opera di Emilio Mancini - 1898), l'autore di una celebre cronaca Giovanni Villani (opera di Gaetano Trentanove - 1890) e il protagonista della rivolta dei Ciompi Michele di Lando (opera di Antonio Bortone - 1895).

le nicchie dei pilastri della Loggia del Mercato Nuovo

nicchia della Loggia del Mercato Nuovo con la statua di Bernardo Cennini (Emilio Mancini - 1898)

nicchia della Loggia del Mercato Nuovo con la statua di Michele di Lando (Antonio Bortone - 1895)

La loggia venne realizzata per accogliere i mercanti di oreficeria e di stoffe preziose. Nell'Ottocento invece qui venivano venduti i cappelli di paglia, e oggi accoglie bancarelle che attirano i turisti per i loro manufatti in cuoio, foulard e souvenirs.

Ma ritorniamo al nostro pseudo-"Porcellino".

Questa opera in bronzo, voluta da Cosimo II nel 1612 per Palazzo Pitti, è stata forgiata nel 1633 da Pietro Tacca, allievo del Giambologna, su modello di una statua di II/I sec. a.C., copia romana in marmo di un originale bronzeo ellenistico (300/200 a.C.) raffigurante un cinghiale, rinvenuta a Roma alle pendici dell'Esquilino nel 1556.

Cinghiale (copia romana del II/I sec.a.C. da originale bronzeo greco del 3000/200 a.C. - Gallerie degli Uffizi)

Questa antica statua dall'insolita posa seduta fu donata da Papa Pio IV a Cosimo I in occasione di una visita del Granduca a Roma, insieme a due statue di cani molossi, copie romane da originali greci ellenistici del IV secolo a.C. (forse attribuiti a Lisippo), trovati negli Orti Luciniani sull'Esquilino, dal 1780 esposti nella sala d'ingresso del primo piano delle Gallerie degli Uffizi

Cane molosso (copia romana da originale greco del IV sec.a.C. - Gallerie degli Uffizi)

Cane molosso (copia romana da originale greco del IV sec.a.C. - Gallerie degli Uffizi)

Le statue arrivarono a Firenze nel 1568 e la statua del cinghiale venne portata a Palazzo Pitti nella cosiddetta Sala delle nicchie, una sala centrale del primo piano del palazzo, realizzata sotto la direzione di Bartolomeo Ammannati (1561/1562) per ospitare un antiquarium.

Oggi invece è esposta nel Corridoio di Ponente (terzo corridoio) delle Gallerie degli Uffizi. Gravi danni le vennero arrecati nell'incendio che colpì gli Uffizi il 12 agosto 1762 e il Cacciatore con il quale forse faceva coppia fu distrutto. 

Ma ritorniamo al "Porcellino"/cinghiale della Loggia del Mercato Nuovo.

Fontana del Porcellino (Pietro Tacca - 1633)

Pietro Tacca realizzò anche la vasca della fontana (non più in sito), sostituita poi da una modellata da Giovanni Benelli e fusa da Clemente Papi (1857)

Il basamento, decorato con animali e vegetazione dell'ambiente acquitrinoso dove vive il cinghiale, ha una forma ottagonale con una piccola vasca che serve a raccogliere l'acqua erogata dalla bocca dell'animale.  

particolare della basamento della Fontana del Porcellino

L'opera, che originariamente era stata collocata  davanti alla Spezieria del Cinghiale, fu spostata nell'Ottocento sul lato meridionale del mercato.

La statua del Tacca si trova oggi conservata al Museo Bardini, ed è stata sostituita da una copia realizzata nel 1988 da Ferdinando Marinelli. 

Il fatto che la statua del "Porcellino" sia stata più volte restaurata o sostituita lo si deve ad una tradizione popolare che "assicura" fortuna a coloro che strofinino con la mano il muso dell'animale: ciò rende molto lucido il bronzo di questa parte e allo stesso tempo viene deteriorata l'opera.


 

Per chi vuole provare ulteriormente la sua sorte, la credenza popolare prevede anche di mettere nella bocca dell'animale una monetina, e se questa cadrà attraverso la grata nell'acqua della vasca sottostante, si avrà fortuna nella vita ... o forse si avrà semplicemente la "fortuna" di aver fatto cadere la moneta nell'acqua! 

Ma c'è un trucco legato questa volta alla fisica: più la monetina è pesante e più avrà la probabilità di cadere al posto giusto! 

Comunque uno voglia interpretare il gesto rituale, i turisti vanno pazzi per questi luoghi ed è difficile fotografare l'opera senza trovarsi qualche mano in mezzo. 

E' come la Bocca della Verità o la Fontana di Trevi a Roma: se non hai fatto la fila per mettere la mano in quel tombino romano o se non hai buttato la monetina nella fontana barocca non puoi testimoniare di aver visitato la città eterna.

Vi chiederete che fine facciano le monetine...vengono raccolte e devolute all'Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa.

La notorietà del "Porcellino"/cinghiale ha fatto sì che se ne facessero numerose copie da posizionare in diversi Paesi nel mondo: una copia si trova nella città di Fuji in Giappone, in Canada nei Butchart Gardens sull'isola di Vancouver e nel campus universitario di Waterloo nell'Ontario, sul Malecon Simon Bolivar a Guayaquil in Ecuador, in Australia davanti ad un ospedale di Sidney, molte copie negli Stati Uniti (tra le quali una a Manhattan, New York), nella via pedonale Brotorvet a Hostelbro in Danimarca, una copia è nel Palazzo dell'Accademia delle Belle Arti di Stoccolma in Svezia, una copia è ad Oslo in Norvegia, un'altra nel parco del Castello di Enghien in Belgio, due copie si trovano in Germania a Monaco di Baviera (una copia, opera dello scultore Martin Mayer, si trova nel complesso residenziale Borstei e una copia si trova vicino al Museo della Caccia e della Pesca), in Spagna nel Parque de El Capricho, sette copie si trovano in Gran Bretagna, in Francia possiamo trovare la Fontaine du Sanglier (la "Fontana del Cinghiale") in Place Richelme ad Aix.en-Provence, e una copia in Italia a Grosseto, donata alla frazione di Rispescia dalla cttà di Firenze.

Ma forse molti avranno visto la copia realizzata da Giovanni Battista Foggini nel 1684, commissionata dal marchese de Louvois per Luigi XIV, posta nel Jardin des Tuileries dal 1799 al 1992 ed oggi esposta al Musée du Louvre a Parigi.

Cinghiale (Giovanni Battista Foggini - 1684 - Musée du Louvre)

Infine, per gli amanti del cinema, la statua del cinghiale compare anche nel film Hannibal (2001) quando l'ispettore Rinaldo Pazzi, interpretato da Giancarlo Giannini, si lava le mani sporche di sangue nella fontana, nel film Luce in Piazza (1962) e in due film della saga di Harry Potter: in "Harry Potter e la camera dei segreti" (2002) la statua è posta nel salone d'ingresso della scuola di Hogwarts, mentre nel film "Harry Potter e i doni della morte" (parte II - 2011) si possono vedere due copie alate del cinghiale poste sui pilastri del cancello d'ingresso alla scuola Hogwarts e una copia nella Stanza delle necessità.

la Fontana del Porcellino nel film "Hannibal"

la statua del Cinghiale nel film "Harry Potter e la camera dei segreti"

Cinghiali alati nel film "Harry Potter ei doni della morte


CONCLUSIONI                                                                                                                           Hans Christian Andersen disse che "Firenze è un intero libro illustrato" ed è davvero così! Ogni angolo della città è legato ad un attimo di storia, ad un aneddoto, ad una curiosità. Così come la Fontana del Porcellino, che al primo sguardo attira l'attenzione per la sua popolarità legata alla tradizione/superstizione, ma che ci trattiene poi a osservare la bellezza dei sui particolari, invitandoci infine a saperne di più sulla sua storia.


Nessun commento:

Posta un commento