lunedì 17 maggio 2021

Firenze: Museo di S.Marco (piano superiore)


Dopo avervi condotti negli ambienti conventuali del pian terreno del Museo di S.Marco, riprendo la descrizione della nostra visita percorrendo il piano superiore del convento, che si snoda all'interno delle celle dei frati domenicani e della Biblioteca

Da un corridoio posto alla sinistra della Sala Capitolare, che si apre sul Chiostro di Sant'Antonino, si può accedere alla doppia rampa di scale che conduce al piano superiore del complesso conventuale.

Ad accoglierci, ancor prima di finire l'ascesa, è la visione di un'opera molto famosa del Beato Angelico: l'Annunciazione.

Annunciazione (Beato Angelico - 1440/1450)

La datazione dell'opera è incerta: si pensa che venne dipinta tra il 1440 e il 1450.

La composizione di quest'opera (230 X 321cm) si può dividere in tre settori: a sinistra un hortus conclusus, uno spazio limitato dalla loggia e racchiuso da steccato (simbolo della verginità di Maria), al centro una loggia dipinta in prospettiva con colonne con capitelli ionici e compositi, che accoglie l'Arcangelo Gabriele dalle ali variopinte, e a destra uno spazio frontale in cui è raffigurata la Vergine. 

particolare dell'Annunciazione: Arcangelo Gabriele (Beato Angelico - 1440/1450)

particolare dell'Annunciazione: la Vergine (Beato Angelico - 1440/1450)

Sullo spessore del gradino è incisa un'esortazione alla preghiera: 

"Quando passerai davanti alla figura della Vergine non dimenticare di dire l'Ave Maria".
Sul muro del lato opposto del corridoio si trova un altro affresco del Beato Angelico: il Crocifisso di S.Domenico.

Crocfisso di S.Domenico (Beato Angelico)

Nell'affresco è raffigurato S.Domenico che abbraccia la Croce inginocchiato ai piedi di un Crocifisso che stilla sangue.

Crocifisso di S.Domenico (Beato Angelico)

Il piano superiore del convento è articolato in tre corridoi che corrono intorno al Chiostro di Sant'Antonino

Chiostro di Sant'Antonino visto dal piano superiore del convento

Sui corridoi si aprono le 44 celle dei frati: due corridoi hanno celle distribuite sui due lati, mentre sul corridoio che si affaccia su Piazza S.Marco le celle sono disposte solo sul suo lato Nord.

Ognuna delle celle è dipinta con un affresco dai temi devozionali.

Il ciclo pittorico, che venne realizzato tra il 1439 e il 1443, è opera del Beato Angelico che scelse di dipingere scene che inducessero i confratelli alla meditazione su episodi sacri. 

Naturalmente, vista la mole del lavoro, l'Angelico si avvalse di aiuti, anche perché nel 1444 venne chiamato dal papa a Roma per lavori pittorici nei Palazzi del Vaticano e in S.Pietro.

Il primo corridoio ad essere stato costruito e decorato fu quello alla sinistra dell'Annunciazione (Corridoio Est), che prosegue in direzione di Piazza S.Marco.

Corridoio Est

Nelle celle poste sul lato Est del Corridoio Est sono state dipinte le seguenti scene: 

Cella N°1 Noli me tangere (le parole di Cristo dette alla Maddalena dopo la Resurrezione)

Noli me tangere (Beato Angelico)

Cella N°2  Compianto sul corpo morto di Cristo alla presenza di S.Domenico

Compianto sul corpo morto di Cristo (Maestro della cella N°2)

 Cella N°3 Annunciazione con S.Pietro Martire

Annunciazione (Beato Angelico)

 Cella N°4  Crocifissione alla presenza di S.Domenico e S.Girolamo

Crocifissione (Beato Angelico)

Cella N°5  Adorazione del Bambino con la presenza di S.Caterina d'Alessandria e S.Pietro Martire
 

Adorazione del Bambino (Beato Angelico e bottega)

Cella N°6  Trasfigurazione alla presenza degli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, i Profeti Mosè ed Elia, la Madonna e S.Domenico

Trasfigurazione (Beato Angelico)

Cella N°7  Cristo deriso alla presenza della Vergine e di S.Domenico

Cristo deriso (Beato Angelico e bottega)

Cella N°8 Cristo risolto con le Pie donne al sepolcro
 

Cristo risorto con le Pie donne al sepolcro (Beato Angelico e bottega)

Cella N°9 Incoronazione della Vergine con i Santi Tommaso, Benedetto, Domenico, Francesco, Pietro Martire e Paolo

Incoronazione della Vergine (Beato Angelico)

 Cella N°10 Presentazione al Tempio alla presenza di S.Pietro Martire e la Beata Villana

Presentazione al Tempio (Beato Angelico)

Cella N°11 (collegata alla precedente tramite un arco - due celle comunicanti erano destinate ai frati più anziani) Madonna col Bambino con i Santi Agostino (o Zanobi) e Tommaso

Madonna col Bambino con i Santi Agostino (o Zanobi) e Tommaso (Beato Angelico e due collaboratori)

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La numerazione delle celle ci obbliga a percorre tutto il Corridoio Sud (che si affaccia su Piazza S.Marco), detto anche Corridoio del Giovanato perché le celle, poste solo sul lato Nord del corridoio (nessuna quindi affaccia sulla piazza ma bensì sul Chiostro di Sant'Antonino), erano riservate ai novizi.

Corridoio Sud

Alla fine del Corridoio Sud si trovava l'Alloggio del Priore, costituito da tre celle.

ingresso all'Alloggio del Priore

Come priore del convento qui visse anche Girolamo Savonarola, ed oggi questi ambienti sono stati allestiti per commemorare il suo ricordo.

La cella N°12 in testa al corridoio era prima un oratorio. 

Oratorio (Cella N°12)

Nel Settecento i frati avevano posto nell'oratorio diciotto opere di Fra' Bartolomeo che furono poi rimosse, tranne la Madonna col Bambino murata sulla parete destra, dopo le soppressioni degli ordini religiosi (1808 e 1866).

Madonna col Bambino (Fra' Bartolomeo - 1514)

Quando si pensò di musealizzare l'oratorio si mise sulla parete di fondo un'altra Madonna col Bambino di Fra' Bartolomeo proveniente dal Convento della Maddalena alle Caldine (come gli affreschi già incontrati nella Sala dedicata a Fra' Bartolomeo al pian terreno del museo).

Madonna col Bambino (Fra' Bartolomeo - 1514)

Musealizzando il convento si pensò poi di allestire questo ambiente con opere che ricordassero Fra' Girolamo Savonarola, e furono qui posti due suoi ritratti realizzati da Fra' Bartolomeo.

Un Ritratto di Girolamo Savonarola nelle sembianze di S.Pietro da Verona realizzato dal frate pittore che  fu molto influenzato dal predicatore è ancora qui presente; l'altro lo abbiamo trovato esposto nella Sala dedicata a Fra' Bartolomeo posta al pian terreno del museo. 

Ritratto di Fra' Girolamo Savonarola nelle sembianze di S.Pietro da Verona (Fra' Bartolomeo)

Nella parete centrale dell'oratorio si trova il Monumento a Girolamo Savonarola che Giovanni Dupré realizzò tra il 1871 e il 1873.

Monumento a Girolamo Savonarola (Giovanni Dupré - 1871/1873)

Sui tre lati del sarcofago furono scolpiti tre episodi della vita del frate: la Vocazione, la Lettura degli Statuti per la Repubblica ai Gonfalonieri e ai priori del Comune, e il Sacrificio.

particolare del Monumento a Girolamo Savonarola : Lettura degli Statuti per la Repubblica ai Gonfalonieri e ai priori del Comune (Giovanni Dupré - 1871/1873)

particolare del Monumento a Girolamo Savonarola : Lettura degli Statuti per la Repubblica ai Gonfalonieri e ai priori del Comune (Giovanni Dupré - 1871/1873)

L'epigrafe sotto il sarcofago fu scritta da Niccolò Tommaseo.

Duprè mise al di sopra del monumento il busto-ritratto di Savonarola realizzato in bronzo.

busto-ritratto di Fra' Girolamo Savonarola (Giovanni Dupré - 1871/1873))

Qui é stato posto anche un dipinto che ricorda il Supplizio di Savonarola.

Supplizio di Fra' Girolamo Savonarola in Piazza della Signoria (pittore ignoto fiorentino - XV/XVI sec.)

Nell'oratorio, per celebrare il V centenario della morte del Savonarola, sono stati posti due dipinti del XIX secolo ispirati alla vita del frate, l'Inquisizione di Stefano Ussi, Savonarola caccia i due sicari inviatigli dalla Bentivoglio, opera di Federico Andreotti, e una medaglia commemorativa di Girolamo Savonarola, opera di Franco Trevisan.

Savonarola caccia i due sicari inviatigli dalla Bentivoglio (Federico Andreotti - 1867)

Inquisizione (Stefano Ussi)

medaglia commemorativa di Girolamo Savonarola (Franco Trevisa - 1998)

Infine è anche qui trasferito ed esposto dal 1872 l'affresco di Fra' Bartolomeo raffigurante Cristo con i pellegrini in Emmaus.

Cristo con i pellegrini in Emmaus (Fra' Bartolomeo)

Sopra la porta d'accesso alla cappella si trova un affresco staccato con la raffigurazione della Gloria di S.Caterina, che era stato dipinto all'inizio del Settecento da Alessandro Gherardini sul soffitto dell'oratorio, e poi staccato e qui sistemato durante i restauri ottocenteschi.

Gloria di S.Caterina (Alessandro Gherardini - inizio XVIII sec.)

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L'oratorio dà accesso alle Celle N°13 e 14, allestite per raccogliere alcune memorie del Savonarola. 

ingresso alle Celle N°13 e 14

targa posta sopra all'ingresso delle celle dove abitò Girolamo Savonarola

Fra' Girolamo Savonarola alloggiò qui dal 1491 (quando divenne priore del Convento di S.Marco), al 1498 (anno in cui fu catturato e condannato a morte).

Il primo ambiente s'identifica con lo studiolo del frate.

Studiolo

Oltre ad uno scrittoio ricostruito sui modelli quattrocenteschi, è qui esposta una sedia che la tradizione attribuisce al frate e per questo detta Sedia del Savonarola. La sedia costituita da stecche realizzate in legno di faggio ha la peculiarità di essere piegata grazie un incastro particolare. Lo schienale in noce con la raffigurazione della Visione profetica della spada è frutto di un restauro ottocentesco.

Sedia del Savonarola

stecche che compongono la sedia del Savonarola

Il Ritratto di Girolamo Savonarola appeso sopra lo scrittoio è opera di un pittore ignoto fiorentino del XVIII secolo.

Ritratto di Girolamo Savonarola (pittore ignoto fiorentino del XVIII sec.)

Nella seconda cella si trovano invece esposti frammenti di oggetti appartenuti per tradizione al frate e pervenuti al convento nel XVII secolo.

In una vetrina in stile seicentesco realizzata in legno intagliato e dorato sono conservati un frammento del palo al quale fu legato il Savonarola durante il suo supplizio, e un rosario in legno e metallo.

vetrinetta (XVII sec.) / reliquie di Savonarola : frammento del palo del supplizio (XV sec.) /rosario (XV sec.)

In un'altra vetrina sono conservati il suo cilicio di crine scuro, un cilicio in crine scuro e canapa bianca e frammenti di un veste di lana da domenicano (forse una tonacella da notte).

reliquie di Fra' Girolamo Savonarola: due cilici e un frammento di veste da domenicano

In un dipinto qui posto è raffigurato il Supplizio di Savonarola in Piazza della Signoria realizzato da un pittore ignoto fiorentino del XV secolo.

Supplizio di Savonarola in Piazza della Signoria (pittore ignoto fiorentino XV sec.)

Le ceneri di Savonarola furono sparse nell'Arno per evitarne la venerazione.
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Anche le due successive celle (Celle N°15 e N°16), riservate come già detto ai novizi, sono state allestite con memorie del Savonarola.

Nella Cella N°15 sono conservati la cappa del Savonarola in lana nera e il Crocifisso del Savonarola, attribuito a Benedetto da Maiano.

Cella N°15

cappa del Savonarola (XV sec.)

Crocifisso del Savonarola (attr. Benedetto da Maiano - XV sec.)

Nella Cella N°16 è conservato invece lo stendardo processionale, dipinto sulle due facce della tela di lino, la cui realizzazione inizialmente fu attribuita al Beato Angelico, e successivamente al Maestro dell'Epifania di Fiesole.

stendardo processionale (Maestro dell'Epifania di Fiesole - fine XV sec.)

Come la tradizione vuole appartenne a Girolamo Savonarola: il frate lo portava con sé durante le processioni e le sue prediche.

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Tutte le celle riservate ai novizi possiedono affreschi, attribuiti ai collaboratori del Beato Angelico, e hanno tutti la stessa raffigurazione: S.Domenico in adorazione del Crocifisso.

Cella N°15

Cella N°16

Cella N°17

Cella N°18

Cella N°19

Cella N°20

Cella N°21

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Ci troviamo ora di nuovo sul Corridoio Est e visitiamo le celle che si trovano questa volta sul lato Ovest del corridoio, e che quindi affacciano sul Chiostro di Sant'Antonino.

I temi trattati negli affreschi di queste celle derivano dalla meditazione su Cristo nei suoi dolori di passione (tranne che per il Battesimo di Cristo), accompagnati dalla raffigurazione di S.Domenico e della Vergine.

Cella N°22 Crocifisso con la Vergine

Crocifisso con la Vergine (uno dei collaboratori della Cella N°11)

Cella N°23  Crocifisso con la Vergine, S.Domenico e Angeli

Crocifisso con la Vergine, S.Domenico e Angeli (collaboratore del Beato Angelico)

Cella N°24  Battesimo di Cristo

Battesimo di Cristo (collaboratore della Cella N°23)

Cella N°25  Crocifissione con la Vergine, la Maddalena e S.Domenico

Crocifissione con la Vergine, la Maddalena e S.Domenico (Beato Angelico e collaboratori)

Sul muro del corridoio tra la Cella N°24 e la Cella N°25 il Beato Angelico ha dipinto con la tecnica dell'affresco con aggiunta di tempera a secco La Madonna delle Ombre.

La Madonna della Ombre (Beato Angelico - 1443 ca.)

La datazione dell'opera è incerta, venne realizzata tra il 1440 e il 1450.

In quest'opera, una Sacra Conversazione, sono raffigurati la Madonna col Bambino affiancata dai otto Santi: S.Domenico (fondatore dell'Ordine domenicano), i Santi Cosma e Damiano (protettori della famiglia Medici), S.Marco Evangelista (titolare della chiesa), S.Giovanni Evangelista (protettore di Giovanni di Bicci padre di Cosimo il Vecchio), S.Tommaso d'Aquino (frate domenicano), S.Lorenzo (protettore di Lorenzo fratello di Cosimo il Vecchio), S.Pietro Martire (protettore di Pietro il Gottoso, figlio di Cosimo il Vecchio). 

particolare de La Madonna delle Ombre: Madonna col Bambino (Beato Angelico - 1443 ca.)

particolare de La Madonna delle Ombre (da sinistra a destra): S.Domenico, Santi Cosma e Damiano, S.Marco Evangelista (Beato Angelico - 1443 ca.)

particolare de La Madonna delle Ombre (da sinistra a destra): S.Giovanni Evangelista, S.Tommaso d'Aquino, S.Lorenzo e S.Pietro Martire (Beato Angelico - 1443 ca.)

Perché l'affresco si chiama "Madonne delle Ombre"? Perché, come si può ben vedere osservando alcuni dettagli, il Beato Angelico ha dato molta importanza alla provenienza della luce e a riportare i suoi effetti nell'opera: quelli più evidenti sono la cura dell'ombra dei capitelli e della doratura delle aureole e della nicchia dietro la Madonna.

 

Cella N°26  Cristo in pietà tra la Vergine e S.Domenico (o S.Tommaso)

Cristo in pietà tra la Vergine e S.Domenico (o S.Tommaso)

Cella N°27  Cristo alla colonna tra la Vergine e S.Domenico 

Cristo alla colonna tra la Vergine e S.Domenico

Cella N°28  Cristo portacroce

Cristo portacroce

Cella N°29  Cristo crocifisso tra la Vergine e S.Pietro Martire

Cristo crocifisso tra la Vergine e S.Pietro Martire

Cella N°30  Cristo crocifisso tra la Vergine e S.Pietro Martire

Cristo crocifisso tra la Vergine e S.Pietro Martire (Beato Angelo e Benozzo Gozzoli)
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Siamo ritornati al punto di partenza, e percorrendo il Corridoio Nord, la prima cella sul lato Sud che incontriamo (Cella N°31) viene identificata con quella in cui abitò Sant'Antonino.
 

Nella cella N°31 l'affresco raffigura la Discesa di Cristo al Limbo.

Discesa di Cristo al Limbo

Cella doppia N°32  Sermone della montagna / Cristo tentato
 
Sermone della Montagna

Cella doppia N°33 Tradimento di Giuda / Entrata a Gerusalemme

Tradimento di Giuda

Cella N°34  Orazione nell'Orto con le sorelle Maria e Marta

Orazione nell'Orto (forse dipinta da Benozzo Gozzoli)

 Cella N°35  Istituzione dell'Eucarestia

Istituzione dell'Eucarestia

Cella N°36   Crocifissione con soldato romano, due sacerdoti ebrei, la Vergine e la Maddalena

Crocifissione

Cella doppia N°37   Crocifissione con la Madonna, S.Giovanni Evangelista, S.Domenico e forse S.Tommaso

Crocifissione
 

Siamo giunti alla fine del Corridoio Nord e la numerazione delle celle continua sul lato Nord del corridoio con la doppia cella (N°38 e N°39), adibita ad uso personale di Cosimo il Vecchio quando si recava al convento per pregare o per gli esercizi spirituali. Questo alloggio ospitò anche ospiti illustri tra i quali il papa Eugenio IV che qui passò una notte in occasione della consacrazione della Chiesa di S.Marco (1443).

ingresso delle Celle di Cosimo il Vecchio

targa che ricorda la visita di papa Eugenio IV

Nella prima cella N°38 si trova una nicchia passavivande. In essa fu affrescata una Crocifissione con i Santi Cosma e Damiano.

Crocifissione con i Santi Cosma e Damiano /passavivande

Da questa cella, salendo qualche gradino si aveva accesso alla cella vera e propria di Cosimo il Vecchio (N°39), dove era stata dipinta una grande lunetta con la raffigurazione dell'Adorazione dei Magi, opera realizzata probabilmente dal Beato Angelico con l'aiuto di Benozzo Gozzoli e collaboratori.

cella di Cosimo il Vecchio

Adorazione dei Magi (Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e collaboratori)

Nel centro della raffigurazione, in una nicchia che fungeva da tabernacolo, è stato dipinto un Cristo in Pietà.

Cella N°40  Crocifissione con le Pie donne, S.Domenico, centurione e Longino

Crocifissione con le Pie donne, S.Domenico, centurione e Longino

Cella N°41  Crocifissione con la Vergine, Maddalena, S.Domenico e Stephaton con la spugna

Crocifissione con la Vergine, Maddalena, S.Domenico e Stephaton con la spugna

Cella N°42  Crocifissione con S.Marco, Longino, S.Domenico,la Vergine e Marta

Crocifissione con S.Marco, Longino, S.Domenico, la Vergine e Marta

Cella N°43  Crocifissione con Maria, Maddalena, S.Giovanni e S.Domenico


Crocifissione con Maria, Maddalena, S.Giovanni e S.Domenico

Cella N°44   Crocifissione con Maria, Marta, S.Domenico, centurione (ma chiusa al pubblico).

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Sotto il pavimento della Cella N°17 e della Cella N°22 durante un restauro sono venuti alla luce frammenti di pitture murali medievali: Sant'Antonio abate e San Benedetto (Cella N°17) e un Vir Dolorum (cella N°22).

ritrovamenti di pittura murale medievale nella Cella N°17

ritrovamenti di pittura murale medievale nella Cella N°22: Vir Dolorum

ritrovamenti di pittura murale medievale nella Cella N°22: Vir Dolorum
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Tra la cella N°42 e la cella N°43 si apre la Biblioteca, la prima biblioteca aperta al pubblico dell'era moderna.

ingresso alla Biblioteca di S.Marco

Anche la Biblioteca, una delle più belle costruite nel Rinascimento, fu fatta costruire da Cosimo il Vecchio su progetto di Michelozzo. Venne costruita tra il 1441 e il 1444.

Biblioteca di S.Marco

La Biblioteca, lunga 45m., è un ambiente luminoso e austero, a tre navate divise da esili colonne in pietra serena con capitelli ionici (undici per lato), che sorreggono archi a tutto sesto e volte a crociera nelle navate laterali, e una volta a botte in quella centrale. Sui lati Est ed Ovest si aprono numerose finestre.

Biblioteca di S.Marco

Anticamente la Biblioteca aveva pareti ricoperte da intonaco color verde acqua "a finto marmo", scaffali e 64 banchi in legno di cipresso disposti su due file.

Dopo il 1453 venne aggiunto in testata alla Biblioteca un ambiente che accolse i manoscritti greci. Nell'ambiente chiamato Sala delle Greche, finito di realizzare nel 1457, vi erano 14 banchi. Oggi in questo ambiente viene conservato il patrimonio della biblioteca costituito da antifonari, graduali e salteri.

In epoca tardo-seicentesca i banchi della Biblioteca vennero sostituiti da armadi posti lungo le pareti.

Seicentesca è la decorazione con Architetture illusorie con Putti realizzata da Jacopo Chiavistelli sopra la parete interna della porta d'ingresso e sulla parete di fondo, sopra l'ingresso per la Sala Greca, che inquadrano due ritratti: il Ritratto del Beato Alberto Magno (parete Sud) e il Ritratto di S.Tommaso d'Aquino (parete Nord).

Sono esposte anche due sovrapporte o forse coronamenti di cattedre raffiguranti la Scuola del Beato Alberto Magno (parete Sud) e la Scuola di S.Tommaso d'Aquino (parete Nord), attribuite a Zanobi Strozzi. 

parete Sud della Biblioteca: Architettura illusoria con Putti (Jacopo Chiavistelli - 1671 ca.) / Ritratto del Beato Alberto Magno (pittore ignoto fiorentino - 1671)

Scuola del Beato Alberto Magno (attr.Zanobi Strozzi - 1450 ca.)

parete Sud della Biblioteca: Architettura illusoria con Putti (Jacopo Chiavistelli - 1671 ca.) / Ritratto di S.Tommaso d'Aquino (pittore ignoto fiorentino - 1671)

Scuola di S.Tommaso d'Aquino (attr.Zanobi Strozzi - 1450 ca.)

Vennero fatti confluire in questa biblioteca i circa 400 manoscritti in latino e greco  appartenuti a Niccolò Niccolini (umanista, collezionista e bibliofilo morto nel 1437). Cosimo il Vecchio acquistò anche altri 200 volumi per arricchire e completare la collezione su suggerimento di Tommaso Parentucelli da Sarzana, futuro papa Nicolò V.

Oggi la biblioteca possiede oltre 100 corali miniati medievali e rinascimentali tra i quali anche quelli miniati dal Beato Angelico, dal miniatore e pittore Zanobi Strozzi, e codici greci. Nella sala vengono esposti alcuni esemplari a rotazione.

Salterio I con iniziale B: Dio Padre Benedicente / David (Beato Angelico e collaboratori - 1450 ca.)

Salterio II con iniziale D: Re David s'impone il silenzio (Beato Angelico e collaboratori - 1450 ca.)

Graduale festivo B: iniziale I: Missione di S.Domenico (Zanobi Strozzi e Filippo di Matteo Torelli - 1453/1454)

Graduale P con iniziale E: Adorazione dei Magi (Zanobi Strozzi e Filippo di Matteo Torelli - 1451)

Antifonario E con iniziale L (Zanobi Strozzi e Filippo di Matteo Torelli - XV sec.)

Antifonario comune I con iniziale E: Cristo predice il martirio agli Apostoli (Zanobi Strozzi e Filippo di Matteo Torelli - 1446)

Antifonario dell'Avvento C con iniziale H: Natività (Zanobi Strozzi e Filippo di Matteo Torelli - 1446)

Antifonario dei Santi F con legatura con armi medicee ((Zanobi Strozzi e Filippo di Matteo Torelli - Vespasiano Bisticci)

Graduale Q con legatura con le armi medicee (Zanobi Strozzi e Filippo di Matteo Torelli - 1451/1452)

Graduale festivo A con iniziale S: Vergine protettrice dei domenicani ((Zanobi Strozzi e Filippo di Matteo Torelli)

E' anche esposto un foglio del facsimile del Messale di S.Domenico, miniato dal Beato Angelico tra il 1424 e il 1430. Il messale, che per garantirne la conservazione non può venire esposto, raccoglie i testi da cantare durante le messe nelle feste dei Santi. In esso si trovano miniate 30 iniziali.  

foglio del facsimile del Messale di S.Domenico (Beato Angelico - 1424/1430)

particolare di un foglio del Messale di S.Domenico: iniziale R con Annunciazione (Beato Angelico - 1424/1430)

particolare di un foglio del Messale di S.Domenico: Isaia (Beato Angelico - 1424/1430)

Lungo le pareti della Biblioteca sogno sistemate vetrine con oggetti e materiali inerenti la realizzazione dei codici miniati: pergamene ricavate da pelli di pecore, capre o vitelli, pennelli fatti con peli di coda di scoiattoli, gli otto colori di origine minerale, vegetale o animale usati per dipingere (nero, bianco, rosso, giallo, azzurro, rosa e verde), i leganti (albume d'uovo, colla di pergamena o di pesce, gomma arabica), e gli antisettici per conservare l'opera (canfora o chiodi di garofano).

colori e pennelli per miniare

materiali e strumenti di lavoro del miniatore

materiali e strumenti di lavoro del miniatore

materiali e strumenti di lavoro del miniatre

CURIOSITA': Leonardo da Vinci menziona la Biblioteca di S.Marco nel Codice Atlantico (1480) e nel Codice Arundel (1505).

CURIOSITA': Proprio all'ingresso della Biblioteca fu arrestato fra' Girolamo Savonarola per essere condotto al supplizio.


ATTENZIONE: A causa dell'emergenza COVID-19 orari e modalità di visita potrebbero subire variazioni. Consultare il sito:

http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it/index.php?it/190/museo-di-san-marco-firenze

Costo: 8€

CONCLUSIONI                                                                                                                           Il Museo di S.Marco è un sito molto importante per la conoscenza della storia di Firenze e della storia dell'arte fiorentina e italiana. Per questo bisogna visitarlo con calma, soffermandosi sulla bellezza delle opere che conserva, assaporando l'atmosfera mistica e silenziosa che le mura di questo convento sanno donare. Mi dispiace che a questi miei due post dedicati al museo manchi l'importante parte dedicata ai capolavori su tavola del Beato Angelico. Il nuovo allestimento dell'Ospizio dei Pellegrini che li ospita è stato inaugurato poco dopo la nostra visita; spero proprio sia possibile per noi visitarlo presto, e poter aggiungere un nuovo post che completi questi primi due.

 

 

 

 

 


2 commenti:

Unknown ha detto...

Grazie mille Raffaella per il dettagliato racconto di tutte le opere meravigliose presenti nel Convento di San Marco. Ti ringrazio anche per aver sempre aggiunto delle foto nitide e chiare. Apprezzo tantissimo il tuo lavoro. Grazie ancora e a presto! Datze

Raffaella ha detto...

Grazie a te Datze per il tuo commento. Sono felice che il mio lavoro ti sia piaciuto.

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