martedì 6 gennaio 2015

Nella Terra degli Etruschi e dell'alabastro: Volterra


SITO TURISTICO                      www.comune.volterra.pi.it
                                                    www.volterratur.it
UFFICIO TURISTICO                Piazza dei Priori, 20

Volterra è una bella cittadina in provincia di Pisa ricca di testimonianze storiche ed artistiche.

La sua storia ha inizio tremila anni fa.

Il primo insediamento cittadino posto su un'altura e circondato da mura fu l'etrusca Velathri (VIII secolo a.C.).
La ricca città etrusca faceva parte delle dodici Lucomonie della nazione etrusca ed era un'importante base strategica.

Nel cuore di Volterra, al centro di una ben curata area verde, sono venuti alla luce e resi visibitabili i resti dell'Acropoli etrusca, il quartiere dove si svolgevano le attività religiose nel VI secolo a.C. (luoghi di culto, abitazioni per i sacerdoti e magazzini).

zona dell'Acropoli etrusca
Acropoli etrusca
Acropoli etrusca
Del III/II secolo a.C. sono il cosiddetto Tempio A (di tipo greco) e Tempio B (di tipo tuscanico) con annessi cisterna per la raccolta di acqua piovana e magazzini.

ricostruzione dei Templi e della cisterna dell'Acropoli
Orario:  16 marzo/1 novembre    10.30/17.30
              2 novembre/15 marzo    10.00/16.00 (escluso sabato, domenica e festivi)
Costo:    3,50€
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Le mura etrusche, lunghe sette chilometri, furono costruite nel IV secolo a.C. e in esse si trovavano anche pascoli e campi coltivati per poter far fronte a lunghi assedi.

Lungo il loro perimetro si aprivano alcune porte di cui due si sono conservate sino ai tempi nostri: la Porta Diana che collegava la città etrusca con la sua necropoli, e la Porta all'Arco, inglobata nelle mura del XIII secolo che in questa zona meridionale della città ricalcavano le più antiche mura etrusche.

Porta all'Arco (vista da fuori le mura)
Porta all'Arco (vista da dentro le mura)




Gli stipiti della porta, che prende il nome dal suo arco in pietra di copertura, sono blocchi di pietra arenaria del IV secolo a.C.
I conci dell'arco sono di pietra calcarea mentre le tre teste poste nella parte esterna della porta sono in selagite; arco e teste sono opera del III/II secolo a.C.
Cosa le tre teste vogliono rappresentare non si ha certezza, forse sono la Triade che proteggeva Volterra analoga a quella romana di Giove, Giunone e Minerva, oppure Giove e i Dioscuri.








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A Volterra, uno dei musei pubblici più antichi in Europa (1761), il Museo Etrusco Guarnacci, offre l'occasione di scoprire e conoscere l'antico popolo degli Etruschi, la loro cultura, gli usi e i costumi, e soprattutto il loro artigianato comprendente urne funerarie in alabastro riccamente scolpito.
Sono oltre 600 le urne in terracotta, tufo e alabastro del III/I secolo a.C. esposte nel museo.
Vi è anche una ricca collezione di ceramica, di numismatica, oreficeria, scultura, armi, idoli, utensili, amuleti...

raccolta di urne funerarie del Museo Etrusco Guarnacci
Il museo che viene ospitato nel Palazzo Desideri Tangassi, raccoglie la ricca collezione che il facoltoso abate volterrano Mario Guarnacci, erudito storico e collezionista, ha donato ai Volterrani.

Palazzo Desideri Tangassi
statua dell'abate Mario Guarnacci














Il museo espone il patrimonio archeologico acquisito come veniva catalogato un tempo, separando i materiali per classi d'oggetti (per esempio le urne funerarie secondo il tema del bassorilievo della cassa), messo in mostra in antiche teche, ma che è stato affiancato in tempi più recenti da un'esposizione più didascalica (percorso cronologico).

teche "vecchio stile" del museo
raccolta tematica: vasi
Al piano terra del museo sono esposti reperti riguardanti l'età villanoviana, orientalizzante, arcaica e classica.
Vi sono urne cinerarie con ciotola come coperchio e  urne con cassa riccamente scolpita da bassorilievi tematici: demoni, animali fantastici, cortei a cavallo, in carrozza...altre ancora raffigurano sul coperchio le sembianze del defunto, semisdraiato sul letto in occasione del banchetto.

vasi/urne coperte da pietre
tomba a ziro con coperchio a ciotola racchiusa da pietre
ricostruzione di tomba
tomba etrusca con corredo



bassorilievi di casse funerarie con demoni
cassa funeraria con animali
urna funeraria con animali fantastici
urna funeraria con corteo per l'aldilà
 
urna funeraria con carri verso l'aldilà
E poi sono raccolte armi, vasi e suppellettili che accompagnavano il defunto nel suo viaggio nell'aldilà.


vaso con guerrieri

punte di lance









Un'importante testimonianza della scrittura etrusca ci viene offerta dal monumento funerario di Avile Tites, la tomba del principe guerriero costituita da una stele che ne riporta il nome e lo ritrae con spada, lancia e scudo.
La lastra di calcare squadrata risale al 360/340 a.C.
E' esposto anche parte del corredo funerario del principe guerriero.

corredo funerario del principe guerriero
monumento funerario di Avile Tites (IV sec.a.C.)
una sala con pavimento con mosaico romano



Al primo piano, in un'ambientazione suggestiva fatta di nicchie, pavimenti in vetro che metto in evidenza pavimenti in mosaico romano d'età imperiale, e luce soffusa, sono messe in mostra urne con bassorilievi di argomento mitologico, alcune con scene tratte dall'Odissea.


urna: Ulisse e le Sirene
urna in alabastro: Achille uccide Troilo
urna in alabastro: Centauri con donne in groppa
urna in alabastro: Il defunto appare alla moglie
urna: Caccia al cinghiale Calidonio
urna: Centauromachia e morte di Anfiarao
urna: Telefo nel campo greco
urna: Rapimento di Elena
In una sala è esposto il coperchio degli Sposi, un coperchio di urna in terracotta con due anziani coniugi dai volti caratterizzati distesi su letto del convivio (I secolo a.C.).
Il loro sguardo impressiona e cattura, un vero capolavoro.

Coperchio degli Sposi
particolare del Coperchio degli Sposi
particolare del Coperchio degli Sposi
In un'altra saletta si trova quello che è considerato un po' il simbolo di Volterra, la statuetta in bronzo conosciuta come "l'Ombra della Sera", risalente al III secolo a.C.

l'Ombra della Sera
particolare dell'Ombra della Sera
L'ex-voto allungato di un giovinetto è alto 57cm. e pesa 1322 g.
Evoca l'ombra proiettata sul terreno al tramonto di una figura umana.
Il suo stile la rende simile a sculture contemporanee.

Una sala è dedicata alla Volterra romana.

mosaico policromo del I/II secolo d.C.
Molto belle le collezioni di oreficeria e di vasi in vetro (straordinariamente conservati!).

corona funeraria
orecchini a cerchio
vaso in vetro
collezione di vasi e boccette in vetro
Al secondo piano la mostra continua con altre urne e con la ricostruzione di una bottega artigiana per la produzione di urne in tufo e alabastro (II/I secolo a.C.).
L'artigianato artistico qui esposto appartiene al periodo ellenistico, l'ultimo periodo della storia etrusca che prelude all'integrazione  nello stato romano (IV/I secolo a.C.).

ricostruzione di una bottega per la lavorazione delle urne in alabastro
Vi è anche la ricostruzione di una tomba.

ricostruzione di una tomba etrusca
Sono venuti alla luce sotto il palazzo del museo resti di una strada etrusca riutilizzata in età romana e resti di una costruzione.

resti di epoche antiche sotto il palazzo del museo
Anche il Museo Etrusco Guarnacci è attualmente una sede della mostra Rosso Fiorentino Rosso vivo.

Orario: 16 marzo/1 novembre      9.00/19.00
             2 novembre/15 marzo     10.00/16.30
Costo:  8€
            autoguida 3€
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Velathri fu l'ultima città degli Etruschi a riconoscere la supremazia di Roma: nel 298 a.C. Volterra fu sconfitta ad opera del console Barbato e il nome della città diviene Volaterrae.
Nel 260 a.C. entra a far parte della Confederazione italica e con la Lex Julia de  Civitate nel 90 a.C. ottiene la cittadinanza romana.
Durante le guerre civili Volterra si schierò dalla parte di Mario, e nel 82/80 a.C. sostenne un assedio contro Silla, al quale però dovette arrendersi e subirne la perdita dei diritti acquisiti come città romana.
Fu più tardi Cicerone, dopo l'abdicazione di Silla, ad aiutare la città a riaverli: divenne un municipio della VII regione romana, l'Etruria.

Di epoca romana sono venuti alla luce, circa sessant'anni fa, il Teatro Romano e le Terme, posti appena al di fuori delle mura medievali, nella cosiddetta zona di Vallebuona.

zona archeologica di Vallebuona
Il Teatro Romano è di età augustea (fine I secolo a.C.) è uno dei meglio conservati d'Italia.

Teatro Romano
cavea del Teatro Romano
Venne fatto costruire da due consoli della famiglia Caecinae, sfruttando il declivio del colle.
Il suo ingresso dava sul Foro (dove oggi sorge la chiesa di S.Michele).
Le mura costruite in epoca medievale hanno sfruttato le gradinate del teatro come fondamenta e hanno inglobato l'area d'accesso alla struttura romana.
 
Sopra la media cavea correva una galleria (crypta) attraverso la quale si poteva accedere alle gradinate tramite undici porte.

cavea e criptoportico
parte del criptoportico
Il Teatro ospitava 1800/2000 spettatori.
Ai piedi della gradinata della cavea si trovava l'orchestra, una zona pavimentata in marmo.

cavea e orchestra
Alle spalle del proscenio si ergeva il fronte-scena alto 15,50m.
Essendo crollato, si sono alzati gli elementi trovati in sito.

frons scaenae
colonne con capitello corinzio del frons scaenae


Teatro Romano
Dietro al Teatro venne costruito un porticato con due absidi.
E' anche visibile un mosaico pavimentale con "nodi di Salomone".

porticato con absidi dietro il frons scaenae
Le Terme, poste anch'esse alle spalle del Teatro, furono costruite nel II/III secolo d.C. quando il Teatro già non funzionava più.

Terme e pavimento a mosaico all'interno del porticato biabsidato
Anche quest'area archeologica è sede della mostra Rosso Fiorentino Rosso vivo.

Orario:  16 marzo/1 novembre   10.30/17.30
              2 novembre/15 marzo   10.00/16.00  tranne sabato, domenica e festivi
Costo:    3,50€
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Nel V secolo d.C. Volterra era divenuta sede vescovile.
Assoggettata degli Eruli e dai Goti divenne presidio bizantino, mentre durante il regno longobardo sede del gastaldo.

Nel IX/XI secolo la città vide il sorgere del governo episcopale dei Vescovi-Conti.
Era lo stesso imperatore a dare il potere temporale ai Vescovi.
Il dispotismo del vescovo e governatore Galgano Pannocchieschi fece alla fine insorgere il popolo, che lo massacrò davanti al Duomo.

Diminuita l'influenza dei vescovi sulla città, crebbe il libero Comune e venne costruito il Palazzo dei Priori, il suo simbolo e la sua sede. 

Il cuore della città medievale è costituito dalla bella Piazza dei Priori.
Il Pratus Episcopatus era il sito dove i vescovi esercitavano il loro potere.

Piazza dei Priori (con il mercato del sabato mattina)
Intorno alla piazza sorsero poi in epoca comunale il Palazzo dei Priori, il Palazzo Pretorio con la Torre del Porcellino, il Palazzo Vescovile e il Palazzo Inghirami. 

Piazza dei Priori
Il Palazzo dei Priori, che dà il nome alla piazza, era la sede del magistrato supremo del Comune e delle udienze di Consiglio.
Oggi è la sede del Sindaco e del Consiglio Comunale.

Palazzo dei Priori
La costruzione interamente in pietra del palazzo ad opera di Riccardo da Como e voluta da Ildebrando Pannocchieschi, iniziò nel 1208 e finì nel 1257: è il più antico palazzo comunale della Toscana.

facciata del Palazzo dei Priori
Sulla facciata, aperta da tre file di bifore, sono stati posti gli stemmi di fattura robbiana dei magistrati fiorentini, in quanto sede del capitano di giustizia dal 1472.

leone con le insegne di Firenze




Anche i due leoni che sorreggono le insegne dei Fiorentini posti sui pilastri agli angoli del palazzo sono la testimonianza della dominazione fiorentina.
Tra le finestre a bifora del primo piano è murata la misura dell'antico comune: la "canna volterrana"; tra le finestre del terzo piano è posto invece l'orologio.

"canna volterrana"murata tra le finestre
Il palazzo è dotato di torre campanaria pentagonale, che nella parte alta è stata ricostruita in pietra dopo il terremoto del 1846.
Merli a semicerchio coronano il palazzo.

torre campanaria del Palazzo dei Priori
Dei tre portali originari solo quello centrale è rimasto come accesso all'atrio del palazzo con volte a crociera.

stemmi dell'atrio del Palazzo dei Priori
stemmi e lapidi nell'atrio del Palazzo dei Priori
volte a crociera decorate dell'atrio
Qui si trovano affissi alle pareti gli stemmi dei Priori e lapidi di avvenimenti storici del XIX e XX secolo, mentre lungo la scalinata gli stemmi lignei sono delle antiche famiglie aristocratiche di Volterra .

ceramica robbiana
stemma ligneo






















Sul pianerottolo del primo piano vi è affrescata una Crocifissione di Pier Francesco Fiorentino (XV secolo).

Crocifissione - Pier Francesco Fiorentino
Si accede quindi alla grande sala del Maggior Consiglio, in stile neogotico (XIX secolo), con soffitto seicentesco a doppia volta (l'originale era in travatura in legno).

sala del Maggior Consiglio nel Palazzo dei Priori
sala del Maggior Consiglio
Sulla parete d'ingresso sono raffigurati gli stemmi delle famiglie nobili cittadine e alternati a quelle del Comune (croce rossa in campo bianco).

sala del Consiglio
stemma di Volterra: il grifone rosso che sottomette il drago verde in campo bianco (parete di fondo)
La parete di fondo è interamente occupata dall'affresco staccato e messo su tela dell'Annunciazione con quattro figure di Santi (Cosma, Damiano, Giusto e Ottaviano) di Iacopo di Cione detto l'Orcagna (XIV secolo), affrescato sopra un precedente affresco del XIII secolo venuto alla luce in parte e ora posizionato nella sala attigua.

Annunciazione - Orcagna
Sulla destra si trova il quadro delle Nozze di Cana di Donato Mascagni.

Nozze di Cana -Donato Mascagni
Nell'attigua sala della Giunta sono collocati il Giobbe di Mascagni, la Natività di Maria di Gian Domenico Ferretti (1741), e l'Adorazione dei Magi di Ignazio Hugford (1741).

Giobbe - Mascagni
Natività di Maria - Gian Domenico Ferretti
Adorazione dei Magi - Ignazio Hugford
Si trovano qui anche le sinopie dell'affresco dell'Annunciazione dell'Orcagna della sala del Consiglio.

sinopie dell'Annunciazione - Orcagna
sala della Giunta






















Intorno alla sala si trovano postergali lignei intagliati del XV secolo.

postergali lignei
Si prosegue la visita del palazzo salendo al secondo piano dove un tempo risiedevano gli Anziani e poi i Priori.
Attualmente è allestita parte della mostra dedicata a Rosso Fiorentino Rosso vivo dislocata in vari siti della città (fino al 31 dicembre 2015).

mostra Rosso Fiorentino
Si sale quindi al terzo piano (ospitava le antiche cucine e magazzini), dove sono posti un plastico della città, la ricostruzione di un tempio etrusco dell'acropoli, una ricostruzione del Palazzo dei Priori e alcuni reperti riguardanti la città.

sala espositiva del terzo piano del Palazzo dei Priori
ricostruzione del Palazzo dei Priori
campana della torre






Si sale poi sino alla sommità della torre campanaria (attenzione a non salirvi quando la campana suona i rintocchi! guardare il cartello posto prima della salita).



Da qui si può ammirare un bel panorama sulla città e sulle valli che la circondano.

panorama dalla torre campanaria del Palazzo dei Priori
CURIOSITA': nelle sale del Palazzo dei Priori sono state girate alcune scene del film NEW MOON della serie TWILIGHT di Stephenie Meyer.

Orario:  16 marzo/1 novembre  tutti i giorni                        10.30/17.30
              2 novembre/15 marzo  sabato, domenica  festivi   10.00/17.00
Costo:    3,50€
              biglietto cumulativo Sala del Consiglio, Sala della Giunta, torre e terzo piano
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Sempre nella Piazza dei Priori, proprio difronte al Palazzo dei Priori, si trova il Palazzo Pretorio, la sede del Capitano del Popolo e del Podestà (oggi di uffici pubblici).

Palazzo Pretorio e Torre del Porcellino
Formato da vari edifici, che in origine erano le case di alcune tra le famiglie più importanti della città, è sormontato dalla Torre del Porcellino, la torre più antica della città, così chiamata perché un animale posto su una mensola raffigura un cinghiale (per alcuni un grosso topo, dalla famiglia Topi che aveva due case su questa piazza).

Torre del Porcellino (peccato per le antenne sul tetto!)
Altro palazzo della piazza posto dal lato del Palazzo dei Priori è il Palazzo Vescovile, antica casa dei granai nel medioevo, divenuta poi nel 1472 sede dei vescovi, che videro distrutto il proprio palazzo nella zona di Castello dai Fiorentini per costruirvi il Maschio della Fortezza.
Sembra che vi abbia lavorato in parte anche Antonio da San Gallo il Vecchio.
Ancor oggi è sede della Curia Vescovile.
Trova spazio in questo palazzo il Museo Diocesano d'Arte Sacra.
(chiuso per restauro)

Palazzo Vescovile (a destra)
Tra il Palazzo Vescovile e il Palazzo dei Priori si trova, in una facciata a fasce orizzontali bianche e nere, l'ingresso al transetto del Duomo.

ingresso al Duomo (dal transetto) in Piazza dei Priori
Tra il Palazzo Vescovile e il Palazzo Pretorio si trova Palazzo Incontri, un tempo occupato dal seminario vescovile fino al XVIII secolo, è oggi sede della Cassa di Risparmio di Volterra.

Palazzo Incontri
Palazzo del Monte Pio (a destra)
Di fronte a questo palazzo, dall'altra parte della piazza si erge il Palazzo del Monte Pio, originariamente composto da torri e strutture del XIII secolo, reso nelle forme attuali armoniosamente con gli altri edifici della piazza in epoca moderna.

angolo tra Palazzo Pretorio e Palazzo del Monte Pio
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Se su Piazza dei Priori s'affacciano tutti quei palazzi che hanno visto la vita civile di Volterra, su Piazza S.Giovanni si trovano gli edifici religiosi più importanti di Volterra: la Cattedrale e il Battistero.

La Cattedrale di S.Maria Assunta con facciata attribuita a Nicola Pisano è stata terminata nel 1254.

Cattedrale di S.Maria Assunta
Divisa orizzontalmente da una cornice, termina con timpano con loggetta cieca e grande rosone, mentre verticalmente è divisa i tre comparti da lesene.
Il portale marmoreo duecentesco, con lunetta a mosaico, contiene elementi decorativi di riuso d'epoca romana.

Piazza S.Giovanni con Battistero, Campanile e facciata della Cattedrale
Separato dalla basilica, difronte all'antico Ospedale di S.Maria, si trova il campanile del 1493, sostituito a quello originale 10m più alto.

navata centrale della cattedrale
L'interno a croce latina con tre navate, ha un aspetto tardo-rinascimentale.

navata centrale (verso l'ingresso della cattedrale)
archi che dividono le navate
 navata laterale sinistra
 Il soffitto ligneo tirato ad oro della chiesa è del XVI secolo.
Tra motivi ornamentali e geometrici si trovano la colomba (simbolo dello Spirito Santo), busti di Santi di Volterra e una Madonna Assunta con i Santi Vittore e Ottaviano.

soffitto ligneo della navata centrale con Colomba dello Spirito Santo e busti di Santi volterrani
soffitto del transetto: Madonna Assunta e Santi Vittore e Ottaviano
L'altare maggiore moderno è affiancato da due colonne tortili marmoree che sorreggono due angeli portacandelabro opera di Mino da Fiesole, come anche il ciborio marmoreo a forma di tempietto con figure allegoriche delle Virtù teologali.
I postergali in legno del coro con archetti a sesto acuto trilobati sono trecenteschi.
La volta con la figura del Padre Eterno è opera di Niccolò Cercignani.

altare maggiore
Padre eterno nella volta del coro
colonnina tortile con angelo portacandelabro
Nel braccio sinistro del transetto si trova la Cappella di S.Paolo con volta in stucco e tela sull'altare del Domenichino della Conversione di San Paolo.

Cappella di S.Paolo
Si trova sempre nel braccio sinistro del transetto la Madonna del Barbialla o dei Chierici opera in legno policromo di Francesco del Valdambrino (XV secolo).

Madonna del Barbialla o dei Chierici - Francesco del Valdambrino
Nel braccio destro del transetto si trovano due angeli portacandelabro di Andrea da Fiesole che fiancheggiano il sarcofago di Sant'Ottaviano.

cappella con il sarcofago di Sant'Ottaviano
angelo portacandelabro di Andrea da Fiesole
Nella cappella che segue si trova il gruppo ligneo policromo della Deposizione (XIII secolo), capolavoro della scultura romanica di un ignoto scultore volterrano.

Deposizione (XIII secolo)
Cappella del Sacramento







In fondo al transetto vi è la Cappella del Sacramento ricca di stucchi e con altare attribuito al Vasari.
La tela d'altare raffigura la Resurrezione di Lazzaro ed è opera di Santi di Tito.
Sulla destra dell'ingresso si trova il monumento sepolcrale di Mario Maffei, vescovo in abiti pontificali, opera di Giovan Angelo Montorsi (collaboratore di Michelangelo).

Monumento sepolcrale di Mario Maffei

Nella navata destra vi sono tre altari: nel primo altare dall'ingresso nella basilica si trova la tela Volterra offerta alla protezione dei Santi Patroni Giusto e Clemente di Pieter de Witte da Bruges (XVI secolo), nel secondo altare la Natività della Vergine di Francesco Curradi (XVII secolo), nel terzo altare la Presentazione di Maria di Giovanni Battista Naldini (XVI secolo).

Volterra offerta alla protezione dei Santi Patroni Giusto e Clemente - Pieter Witte daBruges
Natività della Vergine - Francesco Curradi
Presentazione di Maria - Giovanni Battista Naldini
Nella navata sinistra invece vi è il monumento sepolcrale dell'arcivescovo Francesco Gaetano Incontri di Aristodemo Costoli.

Segue l'Oratorio dell'Addolorata con due tabernacoli laterali dove sono conservati i gruppi in terracotta policroma del XVI secolo di Giovanni della Robbia: il Presepio (a sinistra), con dietro l'affresco della Cavalcata dei Magi di Benozzo Gozzoli (XV secolo) e l'Epifania (a destra), protetti da una cancellata in ferro battuto seicentesca.

Oratorio dell'Addolorata
particolare del Presepio - Giovanni della Robbia
Nell'ortogonale Cappella del Santissimo Nome di Gesù si trova il monogramma di Cristo che dipinse e donò ai Volterrani San Bernardino da Siena.

Cappella del Santissimo Nome di Gesù
Anche nella navata di sinistra vi sono tre altari : nel primo partendo dall'ingresso alla basilica vi è la tela del Martirio di S.Sebastiano d Francesco di Leonardo Cungi (XVI secolo), nel secondo sopra una nicchia con statua della Vergine vi è l'Annunciazione di Mariotto Albertinelli e fra Bartolomeo della Porta (XV secolo), nel terzo l'Immacolata Concezione del "Pomarancio"(XVI secolo).

Martirio di S.Sebastiano - Francesco di Leonardo Cungi
Annunciazione - Mariotto Albertinelli e fra Bartolomeo della Porta
Immacolata Concezione - "Pomarancio"
A metà navata sinistra si trova il pulpito opera di Biduino da Pisa del XVI secolo ricomposto con sculture del duecento.

pulpito con bassorilievo del Sacrificio di Isacco
pulpito
Lo sorreggono quattro colonne di granito, tre verdi e una rossa aventi per basi animali simbolici (due leoni, un bue e un toro) e capitelli corinzi.

leone della base del pulpito
Nell'ambone sono presenti i bassorilievi dell'Ultima Cena, dell'Annunciazione e del Sacrificio di Isacco.

bassorilievo dell'Ultima Cena del pulpito
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Uscendo dalla chiesa, difronte si trova il Battistero di San Giovanni.
Sembra sia stato costruito su un tempio pagano nel XIII secolo, mentre a cupola è del XV secolo.

Battistero di S.Giovanni
La facciata è rivestita da marmi bianchi e neri.
Il portale termina con un voltone a pieno sesto.
Le colonnine, i pilastri e gli stipiti terminano con capitelli compositi.
Sull'architrave sono scolpite 13 testine: Gesù, la Vergine e gli undici Apostoli (manca Giuda).

facciata del Battistero
Il Battistero ha una pianta ottogonale.
Nel suo interno presenta un altare del XVII secolo sormontato da un arco decorato da Mino da Fiesole (XV secolo).

fonte battesimale del XVIII secolo con dietro arco decorato da Mino da Fiesole e antico fonte battesimale
Il fonte battesimale in uso è quello del XVIII secolo posto nel centro.
Quello più antico in marmo bianco, attribuito al "Sansovino", è ottogonale ed è scolpito con le scene del Battesimo di Gesù, la Fede, la Giustizia, la Carità, la Speranza

interno del Battistero con allestimento museale
Attualmente nell'interno del Battistero è allestita la mostra di Rosso Fiorentino Rosso vivo, che copre le nicchie della struttura interna e nasconde le sue opere.
Orario: 10.00/18.00
Costo: GRATIS
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A partire dal duecento si costruirono le case-torri a causa delle dispute per il potere che si vennero a verificare tra le famiglie della città.


Queste costruzioni avevano funzione difensiva, ma erano anche ostentazione del proprio prestigio sociale.
Alcune presentano una piccola finestra al di sotto di quella normale: erano le finestre per i bambini, munite a volte di grate di sicurezza, per permettere ai fanciulli di guardare cosa succedeva sulla strada senza paura di cadere.

Tra via Ricciarelli, via Roma e via Buonparenti si trova la casa-torre Buonparenti, con bifore e monofore, originariamente divisa in quattro piani e munita di balconi, ora scomparsi.
E' unita al fortalizio dell'Angelario da un altissimo arco.
Sono evidenti al piano terra gli antichi ingressi per le botteghe.

case-torre Buonparenti e Buonaguidi
arco tra la casa-torre Buonparenti e il fortalizio dell'Angelario

arco della casa-torre Buonparenti con torre campanaria della Cattedrale
Vicinissima si trova la casa-torre Buonaguidi.
In via Buomparenti si trova la casa-torre Berardi, con facciata a bugne e finestre per i bambini.
In via Turozza si trova invece la casa-torre Baldinotti, con arcate al piano terra dove coni testimoniano la presenza di cardini di porte per botteghe.

casa-torre Baldinotti
Un'altra casa imponente è la casa-torre Toscano, un gruppo di torri poste tra via Matteotti e la Piazza S.Michele, fatte costruire da Giovanni Toscano, tesoriere di re Renzo di Sardegna, nel 1250.
Le porte al piano terreno e gli accessi ai piani superiori sono molto stretti.
Divenuta in seguito della famiglia Guarnacci, venne aggiunto alla torre il palazzo seicentesco che affaccia su via di Sotto.

casa-torre Toscano
stretta porta d'ingresso
stretto accesso al primo piano


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Nel XIII secolo venne costruita una seconda cinta muraria, perché, essendo diminuita la popolazione, quella etrusca era troppo ampia da gestire.

mura medievali
Lungo il perimetro delle mura, oltre alla Porta all'Arco di origine etrusca già citata, si trovavano altre porte.

Porta a Selci (dall'esterno mura)
La Porta a Selci, si trova accanto al Torrione della Fortezza Medicea.
Per la costruzione del torrione e dell'ampliamento della Fortezza Vecchia fu in parte interrata la porta più antica quivi posta e l'attuale porta risale quindi al XVI secolo.

Porta  a selci (dall'interno mura)
La porta è costituita da un arco a tutto sesto.
Da essa si poteva uscire dalla città diretti verso i territori senesi.

Porta Marcoli (dall'esterno mura)
Porca Marcoli (dall'interno delle mura)






La Porta Marcoli (XIV secolo) era una porta che veniva usata soprattutto dagli agricoltori e da chi si dirigeva verso il monastero di S.Andrea.





La Porta di Docciola, costruita nel XIII secolo, era rivolta verso la vallata circostante.






La Porta Fiorentina, a ridosso della zona archeologica romana, conduceva come dice il nome verso Firenze.

Porta S.Felice (dall'esterno mura)
Due archi a tutto sesto (uno interno e uno esterno) racchiudono un arco ogivale.
Durantel'assedio del 1530 crollò la torre che la sovrastava e che conteneva le munizioni.
A fianco della porta si trova il Bastione mediceo.

Porta S.Felice (dall'interno mura)
portale della Porta S.Felice






















La Porta S.Francesco vicina all'omonima chiesa.
Da essa partiva una strada che conduceva a Pisa.

Porta S.Francesco (dall'esterno mura)
Porta S.Francesco (dall'interno mura)






















Ultima porta da menzionare è la Porta S.Felice, ad un solo arco.
 
 Cappella S.Felice e Porta S.Felice (dall'interno mura)
Porta S.Felice (dall'esterno mura)
Accanto sorge la piccola Cappella di S.Felice, con campanile a vela, eretta nel 1701.
All'interno sul tabernacolo si trova la cosiddetta Madonna dei Gabellieri l'immagine della Vergine che in origine si trovava accanto alla porta dove era il posto di guardia per la riscossione delle gabelle.

 
Madonna dei Gabellieri






















Nella zona sottostante la porta si trovano le fonti rinascimentali, e accanto è visibile un arco romano.

arco romano e fonti rinascimentali
fonti rinascimentali
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La città intanto diveniva sempre più succube della politica espansionistica di Firenze.
Nel 1340 si ha il passaggio da Comune a Signoria, e fu la famiglia Belforti, nella figura di Ottaviano, ad assumerne il governo.
Quando però un suo membro, Bocchino Belforti, cercò di vendere la città a Siena, il popolo lo giustiziò e la famiglia fu cacciata.

Fortezza Medicea
Arrivando a Volterra non si può non notare la costruzione che la sovrasta: la Fortezza Medicea.

Fortezza Medicea
Dove prima esisteva un cassero, nel 1343 il Duca di Atene Gualtiero di Brienne, Signore di Firenze, costruì una nuova torre ellittica a lato della Porta a Selci, che poi venne unita alle preesistenti strutture di difesa.
Questo è il settore est della fortezza, che prende il nome di Rocca Vecchia.

Rocca Vecchia e ingresso al carcere
Torre ellittica vicino a Porta a Selci
Dopo un tentativo di rivolta andato fallito contro il controllo di Firenze, le guerre tra le famiglie volterrane per le miniere di allume furono sedate con l'intervento di Federico da Montefeltro, inviato con i suoi soldati da Lorenzo il Magnifico che a suo volta voleva divenire il proprietario delle miniere.
Era il 1472 e l'episodio viene ricordato come il Sacco di Volterra.
Il Savonarola non diede l'assoluzione a Lorenzo il Magnifico in punto di morte anche perché il de' Medici in questa occasione non prestò fede alla parola data di non mettere a sacco la città.

Mastio e Rocca Nuova (visti dal Parco Archeologico E.Fiumi)
Venne inoltre costruito il Mastio della fortezza, dalla quale i Fiorentini potevano controllare la città e rappresentava una roccaforte verso il territorio di Siena.
La Rocca Nuova era composta oltre che dal Mastio, una torre cilindrica isolata, da una cortina muraria a pianta quadrata con quattro torri circolari agli angoli.
La Rocca Vecchia e la Rocca Nuova furono unite da una doppia cortina, sulla quale correva un camminamento con beccatelli sporgenti verso l'esterno dove si potevano lanciare pietre contro il nemico.

Da qui nel 1530 furono messe in fuga le truppe imperiali guidate da Fabrizio Maramaldo che avevano posto l'assedio contro la roccaforte fiorentina.
La fortezza era anche un carcere politico. vi furono imprigionati gli oppositori dei Medici e poi i patrioti del Risorgimento italiano,
Tutt'oggi funge da prigione e non si può quindi visitare, ma se si entra nel ben tenuto Parco Archeologico E.Fiumi, si può avere una pittoresca visuale esterna.
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Numerosi sono i palazzi sorti in epoca rinascimentale a Volterra.
Tra questi Palazzo Inghirami fatto costruire dall'Amiraglio Jacopo Inghirami (XVII secolo) dove fu girato il film di Luchino Visconti "Vaghe Stelle dell'Orsa" (1965); il già citato Palazzo Maffei (1527), prima sede del Museo Etrusco; il Palazzo Incontri-Viti (purtroppo chiuso per lutto al nostro passaggio/ orario 10.00/13.00  14.30/18.30), una delle più belle residenze private italiane, attribuito all'Ammannati, ricco di collezioni e di opere d'arte dal 1400 al 1900.

scalone di Palazzo Viti
ingresso di Palazzo Viti
foto di un interno di Palazzo Viti
























Merita infine una visita Palazzo Minucci-Solaini, costruito su progetto di Antonio da Sangallo il Vecchio (XV/XVI secolo).

Palazzo Minucci/Pinacoteca Civica
Al suo interno racchiude un elegante cortile dal quale s'accede ad un piccolo giardino.

cortile di Palazzo Minuci-Solaini
giardino di Palazzo Minucci-Solaini
Il Palazzo ospita al suo interno la Pinacoteca Civica e l'Ecomuseo dell'Alabastro.
La Pinacoteca Civica raccoglie (in tredici sale dislocate su due piani), opere proprietà del Municipio, di chiese, enti pubblici e privati, tutte di epoca compresa tra il XIV secolo e il XVII secolo.


Attualmente è una delle sedi della mostra Rosso Fiorentino Rosso Vivo e conserva il capolavoro di Giovanni Battista di Jacopo detto il Rosso Fiorentino: la Deposizione (1521).

Deposizione - Rosso Fiorentino
Questa pala d'altare è il quadro più rappresentativo del Manierismo, la corrente che determinò la nascita della pittura moderna in Italia.
Questa opera è conosciuta in tutto il mondo per la drammaticità, l'arditezza formale e la potenza dei suoi colori.
CURIOSITA': Pasolini prese spunto da quest'opera per il suo film "Ricotta", mentre Gabriele d'Annunzio ne ha scritto una pagina nel suo "Forse che si forse che no".

Altre opere di questo museo degne di nota sono: l'Annunciazione di Luca Signorelli, il Polittico con Madonna con Bambino e Santi su fondo in oro di Taddeo di Bartolo, la Madonna della Rosa di Taddeo di Bartolo, Cristo in Gloria e Santi del Ghirlandaio, la Madonna detta dal collo lungo di Ignoto Fiorentino (XV secolo), la Deposizione di Pieter de Witte, le statue in legno policromo della Vergine e Angelo Annunziante di Francesco di Valdombrino, la predella di Benvenuto di Giovanni raffigurante scene della Vita della Madonna.

Annunciazione - Signorelli
Madonna detta dal collo lungo - Stefano di Antonio Vanni
Polittico - Taddeo di Bartolo


Cristo in gloria e Santi - Ghirlandaio
Madonna della Rosa - Taddeo di Bartolo
Deposizione - Pieter de Witte
Vergine e Angelo Annunziante- Francesco di Valdambrino
particolare della Vita della Madonna - Benvenuto di Giovanni
cappella del Palazzo Minucci-Solaini




Nel Palazzo si trova al primo piano una cappella settecentesca con una Madonna con Bambino di G.D.Ferretti (XVIII secolo).





Orario:  5 novembre/8 marzo              10.00/16.30
             10 marzo/4 novembre               9.00/19.00
Costo:   8€






Dal cortile si accede all'Ecomuseo dell'Alabastro.
E' un museo che espone l'artigianato prodotto con questa pietra dall'epoca etrusca ai giorni nostri, in una struttura tra il moderno e l'antico.
E' riprodotta nel museo una bottega dell'alabastro volterrana.

urna funeraria etrusca in alabastro
urna cineraria con coperchio in alabastro
vasi in alabastro

orologi in alabastro

busto femminile in alabastro
Sono ripercorsi in ordine cronologico gli stili delle opere di questa terra e conosciute in tutto il mondo, che sono state e ancora sono fonte di guadagno degli artigiani di Volterra.

bottega artigianale dell'alabastro
Anche l'Ecomuseo dell'Alabastro è attualmente sede della mostra Rosso Fiorentino Rosso Vivo.
Orario:   10 marzo/4 novembre       9.00/19.00
               5 novembre/8 marzo       10.00/16.30
Costo.     8€
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Non si può parlare di Volterra senza parlare dell'alabastro, un solfato di calcio idrato, un alabastro gessoso, scavato nelle prossimità della città.
Gli etruschi lo utilizzavano soprattutto per produrre urne cinerarie (visitate il Museo Etrusco Guarnacci), poi, dopo un periodo buio in epoca medievale e rinascimentale, si riprese la lavorazione nel XVI secolo.
Tra settecento e ottocento si aprì una vera scuola per l'apprendimento di quest'arte e si diffusero in tutto il mondo i manufatti di Volterra.
Ancor oggi l'alabastro riveste un ruolo primario nella vita cittadina.

I principali tipi d'alabastro sono:
- scaglione, dalla candida bellezza e trasparenza
- agata, di colore giallo in varie tonalità, raro e pregiato perché essendo duro è
  di difficile lavorazione
- bardiglio, con varie tonalità e venature (nocciola, grigio e arancio)
- cenerino, raro e di color grigio-cenere
- gabbro, dai toni scuri, dal rosso al nero, al marrone.

negozio di souvenir d'alabastro
Girando per le vie della città sono numerosi i negozi che vendono l'alabastro in tutte le sue forme, dal più economico e alla portata di tutti i turisti, al più pregiato che rappresenta una vera opera d'arte, e curiosando per le polverose botteghe é facile trovare qualche artigiano intento a creare.

negozio di manufatti artistici di alabastro
bottega per la lavorazione dell'alabastro
bottega per la lavorazione dell'alabastro





















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Durante l'epoca del Granducato di Toscana dei Lorena si ebbe un incremento economico dovuto all'estrazione del rame, dell'allume, del sale e dell'alabastro.

Dopo l'annessione del Granducato toscano alla Francia, Volterra divenne sottoprefettura napoleonica.
Nel 1860 fu annessa all'Italia Unita.

Questo excursus storico era necessario per comprendere l'evoluzione della città anche in senso urbanistico.
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Per finire la descrizione di Volterra, ecco alcune chiese presenti in città.

La chiesa di S.Michele Arcangelo si trova nella piazza omonima dove sorge anche la casa-torre Toscano.

campanile della chiesa di S.Michele Arcangelo
La facciata a capanna, del XIII secolo fino al cornicione e moderna nella parte terminale, è coperta da ponteggi che ne mascherano la visuale.

navata della chiesa di S.Michele Arcangelo
Madonna con Bambino - Giovanni della Robbia


L'interno in stile neoclassico, ristrutturato nel XIX secolo, conserva una Madonna con Bambino in terracotta smaltata di Giovanni della Robbia, posta in un tabernacolo marmoreo del XIII secolo.


Una tavola di Nicolò Circignani di Pomarance (detto il Pomarancio) raffigura un Angelo Custode.
Altre opere presenti sono la Madonna del Riscatto di  Cenni di Francesco e la Sacra Famiglia del Maratta.







Angelo Custode - Pomarancio
Sacra Famiglia - Carlo Maratta
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Era originario di Volterra il successore di San Pietro, Lino de Mauri, martirizzato nel 78 d.C. e divenuto Santo.
A lui è dedicata la chiesa di S.Lino, che venne fatta costruire dal beato Raffaello Maffei nel luogo dove la nobile famiglia del secondo pontefice aveva la casa.

navata della chiesa di S.Lino
L'interno, ad unica navata con volta a botte interamente dipinta, conserva il monumento funebre del beato Raffaello Maffei detto il "Volterrano".
Le dodici lunette sotto la volta raffiguranti le Storie di Cristo sono di Cosimo Daddi.
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Vicina alla chiesa di S.Lino si trova la chiesa di S.Francesco, proprio vicino alla porta omonima.

facciata della chiesa di S.Francesco
L'antica chiesa fu eretta all'inizio del XIII secolo, annessa ad un convento francescano.
La facciata terminante a capanna è originale.
Nella lunetta del portale vi è un moderno altorilievo raffigurante Volterra affidata alla protezione della Vergine di C.Lavezzi.

lunetta con altorilievo del portale della chiesa di S.Francesco
L'interno invece, a navata unica con sei altari laterali, terminante con tre cappelle corali e coperto da capriate, è stato più volte rimaneggiato.

navata della chiesa di S.Francesco
In un tabernacolo barocco posto sull'altare maggiore si trova l'imagine della Madonna di San Sebastiano, patrona della città.

altare maggiore della chiesa di S.Francesco
Madonna di San Sebastiano
Natività - G.Balducci

Tra le tele degli altari laterali vi sono: la Concezione (G.B.Naldini XVI secolo). la Natività (G.Balducci XVI secolo), la Crocifissione (C.Daddi XVII secolo), l'Adorazione dei Pastori (G.Balducci XVI secolo).


Nella chiesa sono stati sepolti alcuni Volterrani illustri.


Sul lato destro della chiesa, prima del presbiterio, si trova la Cappella della Croce di Giorno ,che faceva parte di un complesso di edifici oggi scomparsi.
Vi era infatti anche una Cappella della Croce di Notte, ed erano luoghi di ritrovo della Compagnia della Croce.
La cappella è proprietà dei Conti Guidi.





crociere della cappella



La cappella è in stile gotico ed è divisa in due crociere.


Fu eretta nel 1315 dalla famiglia Tedicinghi e poi passò a quella dei Guidi che si occupò di farla affrescare nel 1410.

Tutti gli affreschi sono opera di Cenni di Francesco da Firenze.
Il ciclo pittorico, tratto dalla Leggenda Aurea di Iacopo da Varazze.

L'abside è tripartita.
Qui gli affreschi rappresentano "La fuga in Egitto", "Il Santo Sepolcro", "La morte della Vergine", "L'Annunciazione" e "La Circoncisione".

abside
Annunciazione (abside)
Circoncisione (abside)
Sino al 1788 sull'altare si trovava la Deposizione di Rosso Fiorentino (ora nella Pinacoteca Civica), mentre oggi si trova una Crocifissione di V.Tamagni.

Crocifissione - V.Tamagni
Sui pilastri dell'arco acuto che divide le due crociere sono raffigurati S.Francesco e S.Giovanni Battista; nel sott'arco vi sono dieci mezzefigure di Santi.

Santi (sottarco)
S.Francesco (pilastro sinistro)

















S.Giovanni Battista (pilastro destro)
La parete di destra dell'altare nella prima crociera è occupata dalla "Strage degli Innocenti", mentre la lunetta sovrastante rappresenta "La Natività di Cristo".

Strage degli Innocenti
Natività (lunetta)

La parete sinistra dell'altare e tutti gli altri dipinti sulle pareti sono ispirati alla Leggenda della Vera Croce.
Eccone alcuni.

La Battaglia sul Danubio
S.Elena trasporta la Santa Croce
La Decapitazione di Cosroe
S.Elena riconosce la Santa Croce con la prova dei miracoli
Solo i quattro Evangelisti nella crociera inferiore sono opera di Jacopo da Firenze.

Evangelisti - Jacopo da Firenze
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Per poter visitare tutte le bellezze artistiche di Volterra in un giorno, non si può dedicare molto tempo seduti ad un tavolo per degustare le sue specialità gastronomiche, ma si può in ogni caso optare per qualcosa di veloce ma che nello stesso tempo soddisfi la curiosità culinaria.
Ecco due indirizzi da noi visitati.

CIBO DA STRADA                        LA SOSTA DEL PRIORE
                                                      Vicolo delle Prigioni 2

GIUDIZIO
La sosta del Priore
La gentile signora che prepara i panini di questo piccolo e caratteristico negozio, ci ha detto che ha iniziato quest'attività da pochissimi mesi, ma ha riscosso in così poco tempo un grande successo...perché?
Per l'ottima qualità/prezzo dei suoi panini che puoi comporre personalmente, scegliendo tra freschi ingredienti locali: lardo di Colonnata, pecorino toscano caldo accompagnato da miele, verdure grigliate, salumi toscani affettati al momento, lampredotto, polpa di cinghiale...
e conditi con salsine speciali.



A due passi da Piazza dei Priori, un panino che soddisfa pienamente il palato, preparato con attenzione e senza fretta, che lascia la voglia di assaggiarne un altro.
Vale proprio una "sosta"!


interno del negozio
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ENOTECA                                         ENOTECA SCALI
                                                           Via Guarnacci 3
                                                           www.enotecascali.com

GIUDIZIO
E' questa una bella e fornita enoteca posta proprio difronte alla chiesa di S.Michele.

Enoteca Scali
Enoteca Scali
Ad un ottimo bicchiere di vino si può accompagnare una degustazione di affettati toscani di qualità, in un'atmosfera rilassante, e poi portarsi a casa un ricordo dei prodotti assaggiati.
Noi abbiamo assaggiato un ottimo panpepato accompagnato da un bicchiere di vino.

Enoteca Scali
sala degustazione dell'Enoteca Scali


CONCLUSIONI 
Non saprei cosa aggiungere per esortarvi a visitare questa bella città toscana, ricca d'arte e di storia.
Per chi visita Volterra in questo periodo, segnalo ancora la mostra di Rosso Fiorentino Rosso Vivo dislocata, come ho già sottolineato, in più sedi.
Per questo nei musei e siti archeologici della città viene proposta la VOLTERRA CARD, un biglietto cumulativo comprendente i siti: Pinacoteca Civica, Ecomuseo dell'Alabastro, Museo Etrusco Guarnacci, Palazzo dei Priori, Teatro Romano, Battistero di San Giovanni, Acropoli (anche se non è sede museale).
La CARD è valida 72 ore ed è molto vantaggiosa (14€).
23 maggio 2014/31 dicembre 2015
www.rossofiorentinovolterra.it


1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissimo articolo. ci ritorno di sicuro. anna roma

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