mercoledì 22 luglio 2015

I Fori Imperiali di Roma: il Foro di Cesare


Questa è una breve prefazione che ritroverete come inizio di tutti i post che trattano i singoli Fori Imperiali.


I Fori Imperiali, uno dei siti archeologici più importanti e visitati della nostra capitale, sono l'insieme dei cinque complessi monumentali costruiti in età imperiale, in continuità con il Foro Romano di età regio-repubblicana.

Furono costruiti con le ricchezze che erano state accumulate nelle guerre espansionistiche di Roma.

Avevano un carattere celebrativo e autorappresentativo dei committenti.
Erano quindi spazi di rappresentanza.

I Fori erano piazze monumentali di forma quadrangolare, chiuse, porticate e con esedre.
Il lato di fondo poi aveva un tempio con la divinità protettrice dell'imperatore che lo aveva fatto costruire.
La piazza aveva nel centro la statua dell'imperatore a cavallo o su quadriga, e iscrizioni che attestavano il nome dell'imperatore.

Ricco era l'apparato scultoreo e decorativo di marmi colorati e stucchi.

Nei Fori vi erano delle basiliche civili dove venivano espletate le pratiche giuridico-amministrative.
Erano anche presenti biblioteche con gallerie di statue.

I Fori furono eretti in 150 anni, e in ordine cronologico sono:

- il FORO DI CESARE                              (46 a.C.)
- il FORO DI AUGUSTO                           (2 a.C.)
- il FORO DELLA PACE                           (75 d.C.)
- il FORO DI NERVA o TRANSITORIO   (97 d.C.)
- il FORO DI TRAIANO                             (112/113 d.C.)

I Fori (tranne il Foro della Pace) furono in uso sino all'età tardo antica (IV/V secolo), e gli spazi pubblici furono utilizzati sino all'età carolingia (IX/X secolo).
Poi i Fori vennero occupati da abitazioni.
Nel XI secolo vi fu una rapida crescita del livello del terreno, a causa dell'impaludamento e dall'accumulo di materiali, con conseguente abbandono e degrado dell'area.


Nel XVI secolo il cardinale Michele Bonelli attuò una bonifica e una nuova urbanizzazione del sito, creando il cosiddetto Quartiere Alessandrino.

I primi scavi del sito furono effettuati nel 1812/1814 dal Governatorato napoleonico nell'area dove sorgeva la Basilica Ulpia (Foro di Traiano).
Furono seguiti nel 1929/1932 dagli sterri e dalle demolizioni degli edifici medievali e rinascimentali, che erano stati costruiti su quelli romani, quando si volle costruire la Via dell'Impero (oggi Via dei Fori Imperiali).
Ma i veri scavi archeologici, che portarono alla luce un'area dei Fori di 15.000 mq, si effettuarono solo nel 1994.

FORO DI CESARE

Foro di Cesare
Il Foro di Cesare, il primo dei cinque Fori Imperiali ad essere stato realizzato, fu dedicato da Giulio Cesare il 26 settembre del 46 a.C.



statua di Giulio Cesare su Via dei Fori Imperiali
Fu costruito per ampliare il vicino Foro Romano repubblicano, divenuto inadeguato alle necessità amministrative e di rappresentanza dell'Impero.



Fu Cicerone ad occuparsi dell'acquisto del costoso terreno (perché densamente abitato), dove edificare il nuovo Foro.



Gli scavi archeologici hanno portato alla luce 1/3 della superficie originale del sito: sono visibili quindi il podio del Tempio di Venere Genitrice che chiudeva un lato corto della piazza, e l'angolo occidentale con parte del lato meridionale della piazza.







L'area del Foro di Cesare misurava 160m X 75m.
La piazza rettangolare pavimentata con lastre di travertino, misurava 100m X 55m.

L'ingresso al Foro di Cesare, costituito da un colonnato a giorno, si trovava sul lato sud-est, sul lato opposto al tempio, direttamente sull'Argiletum, l'antica strada romana che usciva dal Foro Romano e si dirigeva verso la Suburra.
Quando successivamente venne costruito il Foro di Nerva addossato a questo lato del Foro di Cesare, il portico fu chiuso da un muro.

La piazza era chiusa su tre lati da un duplice portico colonnato in marmo bianco di Luni, con colonne scanalate per un terzo dell'altezza del fusto e rialzato di tre gradini rispetto alla piazza.
Le colonne della fila interna avevano una distanza doppia rispetto a quelle di facciata: queste ultime erano quindi il doppio.

colonnato davanti alle tabernae del Foro di Cesare
Il colonnato terminava lateralmente al tempio con absidi di contenimento della retrostante sella montuosa che univa il colle del Campidoglio a quello del Quirinale (successivamente demolita da Traiano far spazio al suo Foro).

frammento di base attica con estremità inferiore del fusto di colonna del porticato del Foro di Cesare (Museo dei Fori Imperiali - Mercati di Traiano)
ricostruzione del Tempio di Venere Genitrice



Il Tempio di Venere Genitrice fu costruito a seguito di un voto fatto da Cesare prima della battaglia contro Pompeo a Farsalo (48 a.C.).




La dea Venere era il nume tutelare e la mitica progenitrice della Gens Julia a cui Cesare apparteneva, e che quindi discendeva dall'amore tra la dea e Anchise, padre di Enea.
ricostruzione del Tempio in età cesariana-augustea
podio e cella del Tempio di Venere Genitrice
I resti del tempio che oggi vediamo appartengono al rifacimento traianeo: quando Traiano sbancò la sella tra il Campidoglio e il Quirinale, ricostruì anche il Tempio di Venere Genitrice e rinaugurò il Foro di Cesare nel 113 d.C.
Traiano mantenne la pianta, le proporzioni e i partiti architettonici cesariani, realizzando invece un nuovo apparato decorativo rispettando il programma iconografico precedente.

resti di due fontane davanti al podio del Tempio di Venere Genitrice
Il tempio costruito da Cesare era munito di otto colonne sulla fronte (ottastilo), di nove sui lati lunghi e il lato di fondo era cieco (ovvero era periptero sine postico).


Si poteva accedere al tempio mediante due scalette laterali.


Davanti al podio in opera cementizia originariamente rivestito di marmo rimangono i basamenti di due fontane.


Del tempio rimangono i frammenti di tre colonne corinzie rialzati con complementi in mattoni.

tre colonne del Tempio di Venere Genitrice
Davanti al podio si trovano invece i blocchi marmorei dell'architrave e del frontone.

resti dell'architrave del Tempio di Venere Genitrice
resti dell'architrave del Tempio di Venere Genitrice
resti dell'architrave del Tempio di Venere Genitrice
Sui due lati del muro della cella vi erano colonne in giallo antico con architrave scolpita con eroti (oggi alcuni frammenti si trovano ai Musei Capitolini).

La cella, coperta con volta a botte e pavimentata con lastre rettangolari di giallo antico bordate da fasce di pavonazzetto, si concludeva con un'abside che conteneva la statua di Venere Genitrice commissionata da Cesare ad Arcesilao.

Le pareti interne della cella avevano due ordini di colonne sovrapposte: quello inferiore in pavonazzetto e quello superiore in marmo portasanta.

Nel Museo dei Fori Imperiali (nei Mercati di Traiano), dove sono raccolti ed esposti i materiali provenienti dagli scavi effettuati nei Fori Imperiali, si trovano un frammento del fregio figurato con Amorini, dell'architrave con lacunare e del soffitto a cassettoni, in marmo lunense, appartenuti al primo ordine della decorazione interna della cella del Tempio di Venere Genitrice, del rifacimento di età traianea (113 d.C.).

fregio con Amorini della cella del Tempio di Venere Genitrice
soffitto a cassettoni della cella del Tempio di Venere Genitrice
Del nuovo apparato decorativo fatto realizzare da Traiano appartengono anche alcune decorazioni esterne del tempio conservate sempre al Museo dei Fori Imperiali: le ricomposizioni parziali della lesena con tralci di vite e del fregio figurato con Amorini e ghirlande, così come la ricomposizione di rilievo figurato con Amorini nell'atto di sacrificare tori.

ricomposizione parziale del fusto di lesena decorato con tralci di vite (a sinistra) e ricomposizione parziale di rilievo figurato con Amorini e ghirlande (a destra) - Museo dei Fori Imperiali
ricomposizione di rilievo figurato con Amorini nell'atto di sacrificare tori - Museo dei Fori Imperiali
ricomposizione di rilievo figurato con Amorini nell'atto di sacrificare tori - Museo dei Fori Imperiali
Sempre dell'apparato decorativo esterno di età traianea del tempio, conservati al Museo dei Fori Imperiali fanno parte: una base composita decorata di lesena e una trabeazione con coronamento e con fregio a decorazione vegetale.

base composita decorata di lesena(in alto) e una trabeazione con coronamento e con fregio a decorazione vegetale (in basso) - Museo dei Fori Imperiali
Nel tempio si trovavano anche una statua di Cesare, una statua in bronzo dorato di Cleopatra e due quadri di Timomaco di Bisanzio raffiguranti Medea e Aiace.

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Al centro della piazza del Foro di Cesare si trovava una statua equestre in bronzo dell'imperatore.
Il cavallo aveva le zampe anteriori a forma di piedi umani: era la statua di Alessandro Magno (il cui ritratto era stato sostituito con quello di Cesare), e del suo cavallo Bucefalo, opera di Lisippo.

Erano raccolte in questo Foro quadri di pittori greci, sculture e oggetti d'arte.

Cesare aveva progettato anche di costruire una nuova Curia, ma non ne vide la costruzione.
Morto Cesare nel 44 a.C., la nuova Curia, chiamata Curia Iulia in suo onore, fu realizzata e inaugurata nel 29 a.C. da Augusto.

Curia Iulia
Si aggiunsero anche ai portici del Foro delle tabernae.
Sul lato sud-ovest le tabernae erano su due piani sovrapposti.
Sul secondo piano s'impostavano arcate a tutto sesto.

colonnato, retrostanti tabernae a due piani e sovrastanti arcate a tutto sesto del Foro di Cesare
Le tabernae furono poi modificate da Traiano per sostenere una forica (ovvero un bagno pubblico), semicircolare e riscaldata.

Esternamente al lato meridionale della piazza, tra il Foro di Cesare e le pendici del Campidoglio, correva il Clivius Argentarius.

Clivius Argentarius
Lungo questa strada si trovano costruzioni in laterizio con nicchie decorative, che formavano un terrazzamento: erano tabernae costruite in epoca traianea.
L'ultimo ambiente era un ninfeo absidato con nicchie per statue.

tabernae lungo il Clivus Argentarius

Traiano inserì anche, alle spalle del tempio, la cosiddetta Basilica Argentaria ed eliminò le absidi terminali di contenimento del porticato.

portici della Basilica Argentaria
La Basilica Argentaria era un portico a due navate con pilastri in laterizio collegate da due volte affiancate, a continuare il lato meridionale del portico del Foro di Cesare.

pilastri della Basilica Argentaria
Sull'intonaco sono stati trovati dei graffiti con versi dell'Eneide, che hanno fatto supporre che qui trovasse la sua sede una scuola.


Sotto l'imperatore Carino (283 d.C.), un incendio danneggiò il Foro di Cesare: lo restaurò Domiziano e sostituì le colonne del portico con altre in granito grigie e rosse più piccole.
Il colonnato frontale del tempio fu poi inglobato in un muro in laterizio.

facciata del Tempio di Venere Genitrice inglobata in un muro (epoca domizianea)
Nel IX secolo furono asportate le lastre pavimentali della piazza per impiantare delle coltivazioni e furono costruite povere case, fatte di materiali di recupero e argilla.


Quando poi l'area subì un impaludamento, fu abbandonata, e rimasero solo le coltivazioni.
Per bonificarla vennero successivamente ricoperti i livelli antichi con terra.
Dal XII secolo l'area venne espoliata delle sue strutture.



CONCLUSIONI
Passeggiare accanto ai Fori Imperiali costruiti dagli uomini più influenti e ricordati della storia romana è come immergersi in un passato remoto ancora vivo.
Gaius Iulius Caesar, condottiero, console, dittatore, scrittore, è stato uno degli uomini più famosi della storia, non solo romana, e ci ha lasciato uno dei cinque Fori Imperiali venuti alla luce in un passato recente.
Il Foro da lui voluto, anche se spogliato delle sue decorazioni, ancora è testimone della sua grandezza.


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