martedì 14 luglio 2015

Roma: Villa Farnesina, la "delizia" di Agostino Chigi


A Roma, nel pittoresco quartiere di Trastevere, vicino a Porta Settimiana, si trova Villa Chigi detta Villa Farnesina, una villa suburbana rinascimentale costruita sull'argine del Tevere.

La villa, circondata da un giardino all'italiana, fu fatta costruire nei primi anni del '500 dal ricco banchiere senese Agostino Chigi, vero intenditore d'arte.
Il nome di "Villa Farnesina" si deve invece al cardinale Alessandro Farnese il giovane, che acquistò la residenza nel 1580, alla morte del nipote Odoardo che l'aveva ricevuta in eredità.
Dall'altra parte del Tevere si trova Palazzo Farnese, e venne progettato da Michelangelo un passaggio sul Tevere per collegare le due residenze, che però non fu mai realizzato.

giardino della villa
Ma torniamo ad Agostino Chigi, che affidò il progetto della costruzione della sua seconda casa a Roma e la realizzazione di alcune delle sue decorazioni a Baldassarre Peruzzi, e chiamò ad affrescarla i migliori artisti dell'epoca: Raffaello (con gli artisti della sua bottega compreso Giulio Romano), Sebastiano del Piombo, e Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma.

Il 22 aprile 1506, data che si pensava coincidesse con quella della fondazione di Roma, fu posata la prima pietra della villa.

La palazzina è costituita da un corpo centrale, con al pian terreno una loggia a cinque arcate (oggi chiuse da vetri), che fungeva un tempo da ingresso principale, e da due ali laterali.

originario ingresso alla villa
Oggi si entra nella villa dall'ingresso nord, che un tempo invece serviva per accedere al "giardino segreto".

ingresso nord della villa (oggi ingresso principale)
Originariamente l'esterno della villa era ricoperto da una decorazione monocroma costituita da telamoni e da elementi vegetali, opera del Peruzzi.

fregio delle facciate della villa
decorazioni del cornicione
Sulle pareti esterne si trova un duplice ordine di lesene doriche e un cornicione con putti che reggono festoni con frutti.

facciata principale della Villa Farnesina
La palazzina fu strutturata con un Piano Interrato, in cui erano poste le cucine e le dispense, e cinque livelli sopra la terra:
- il Piano Terreno con locali di rappresentanza: la Loggia di Amore e Psiche, la Sala di Galatea, la Stanza del Fregio e la Stanza da Pranzo (scomparsa nel 1860 suddivisa nell'attuale atrio e stanze adiacenti)
- un mezzanino per le stanze della servitù
- il Primo Piano dove trovavano posto e Camere da letto, studioli e il Salone delle Prospettive
- un secondo mezzanino
- un belvedere.

soffitto dell'atrio dell'ingresso nord della villa

atrio della villa

particolare delle decorazioni dell'atrio





Nel percorso di visita, dopo aver attraversato l'atrio della villa con volta decorata con figure a soggetto mitologico, la prima sala che si visita è la Sala o Loggia di Galatea, dall'affresco di Raffaello qui presente.
Un tempo, quando le sue arcate erano ancora aperte era chiamata "Loggia del giardino".

Loggia di Galatea
Loggia di Galatea

La volta di questa sala è opera di Baldassarre Peruzzi, anche se vi parteciparono mani di diversi artisti per realizzarla.

volta della Loggia di Galatea

La figurazione della volta è di soggetto mitologico, astronomico e astrologico: i miti classici simboleggiano costellazioni, pianeti e segni zodiacali, che alludono all'oroscopo di Agostino Chigi (nato il 29 novembre 1466 alle ore 21.30).

Al centro della volta in un ottagono regolare si trovava raffigurato lo stemma di Agostino Chigi (poi sostituito da quello del Ripalta)

stemma Ripalta sostituito allo stemma Chigi nella volta della Loggia di Galatea

A fianco dello stemma, in uno dei due ottagoni allungati, è raffigurato Perseo che uccide la Medusa, dal cui sangue nacque Pegaso che, prese le sembianze della Fama alata, annuncia qui la gloria ad Agostino Chigi.

ottagono della volta: Perseo uccide la Medusa e la Fama annuncia la gloria di Agostino Chigi
ottagono della volta: il mito di Callisto
Nell'altro ottagono allungato è invece rappresentato il mito di Callisto: la ninfa trasformata dalla gelosia di Giunone in un'orsa, ed elevata da Giove nella costellazione dell'Orsa Maggiore, corre su di un carro trainato da due tori nel cielo stellato, a simboleggiare che la fortuna dipende dagli astri.
I putti tra le nuvole simboleggiano i venti.


Attorno agli ottagoni centrali della volta, vi sono altri dieci esagoni alternati a dieci vele, che si raddoppiano negli angoli, che raffigurano segni zodiacali e pianeti:

- nell'esagono "Europa rapita da Giove" (Giove innamorato di Europa si cela
  sotto le sembianze di un toro) - l'Ariete e il Toro

"Europa rapita da Giove"
          - nella vela di sinistra un dio fluviale simboleggia la costellazione di
            Eridano: mito di Fetonte nel quale il figlio del Sole cadde
            nel fiume Eridano per la folgore lanciata da Giove

vela (a sinistra): costellazione di Euridano

- nell'esagono "Leda abbraccia il cigno" con i Gemelli (i due gemelli Dioscuri
  nacquero dall'amore di Leda, regina di Sparta, e Giove, celato sotto forma di
  cigno).

"Leda abbraccia il cigno"
          - nella vela di sinistra la costellazione dell'Auriga, rappresentata nel disco
            che tiene un giovane posato sulle nuvole

vela: costellazione dell'Auriga (a sinistra)

- nell'esagono "Lotta con l'idra di Lerna" - il Cancro (il cancro, istigato da
 Giunone, morse Ercole mentre lottava con il mostro)

"Lotta con l'idra di Lerna"
          - nelle due vele seguenti la costellazione di Argo e la costellazione del Cane

vele d'angolo con costellazione di Argo (a destra) e costellazione del Cane (a sinistra)

- nell'esagono "Lotta con il leone Nemeo" - il Leone.

"Lotta con il leone Nemeo"
          -nelle due vele seguenti in una le costellazioni della Serpe e del Corvo (su
           uno scudo retto da una figura femminile è rappresentato un albero,
           simbolo del Paradiso, con un corvo sulla chioma e un serpente avvolto sul
           tronco),(costellazioni del segno del Leone) e sull'altra la costellazione del
           Cratere

vele d'angolo: le costellazioni della Serpe e del Corvo (a destra) e la costellazione del cratere

- nell'esagono "Diana cacciatrice" (Diana rappresenta l'aspetto terreno della
  Luna, con Erigone che con il padre ucciso Icario e il cane Maira costituiscono
  la costellazione del Cane Minore) - la Vergine (Luna in Vergine)


"Diana cacciatrice"
          - nella vela "Bacco e Arianna" Arianna è raffigurata con la corona dono
            per le nozze, che richiama la costellazione della Corona Boreale

vela di "Bacco e Arianna": costellazione della Corona Boreale (a sinistra dell'esagono con "Diana cacciatrice")

- nell'esagono "Mercurio con Marte armato" con la Bilancia e lo Scorpione

"Mercurio con Marte armato"
          - nella vela un vecchio sacerdote inginocchiato davanti ad un altare
            rappresenta la costellazione dell'Ara

vela della costellazione dell'Ara (vela centrale)

- nell'esagono "Apollo e il Centauro" - il Sagittario

"Apollo e il Centauro"
          -  nella vela a sinistra la costellazione della Lira rappresentata da Orfeo,
             (rappresentato con un violino, nell'uso cinquecentesco)

vela della costellazione della Lira (a destra)

- nell'esagono con "Anadiomene" (posta su una conchiglia e circondata da
  colombe, a lei sacre) - il Capricorno (Venere in Capricorno)

"Anadiomene" (Venere in Capricorno)
          - le due vele che seguono raffigurano le costellazioni della Freccia e del
            Delfino

vele d'angolo: la costellazione della Freccia e la costellazione del Delfino

- nell'esagono "Ratto di Ganimede" - l'Acquario

"Ratto di Ganimede"
          - nelle vele seguenti, in una Nemesi è rappresenta la costellazione del
            Cigno (Giove innamorato della donna prese le forme di un cigno),
            nell'altra un cavallo rappresenta la costellazione di Pegaso

vele d'angolo: costellazione del Cigno e costellazione di Pegaso

- nell'esagono "Venere e Amore" (che si trasformarono in pesci per sfuggire a
  Tifone, raffigurati insieme a Saturno, pianeta del segno dei Pesci - i Pesci

"Venere e Amore"
          - nella vela a sinistra è raffigurata la costellazione del Triangolo

vela (a destra) con la costellazione del Triangolo

Sebastiano del Piombo dipinse invece le nove lunette con scene mitologiche tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, gli amorini alati che le separano, e il Polifemo.

"Scilla taglia i capelli a Niso" (lunetta centrale)
"Caduta di Fetonte" (a sinistra) e "Borea rapisce Orizia" (a destra)
"Tereo insegue Filomena e Procne" (a sinistra) e "Aglauro e Erse"
"Dedalo e Icaro" (a sinistra) e "Giunone" (a destra)
"Zefiro e Flora" (a sinistra) e "Ritratto di giovane" (a destra)
"Polifemo"
Polifemo viene ritratto mentre guarda il mare sul quale si è allontanata Galatea per raggiungere Aci.
Erroneamente si diceva che originariamente la figura del gigante fosse nuda, ma che venne poi aggiunta la veste azzurra per volere di Agostino Chigi,  per le rimostranze pudiche di gentildonna.

Anche il "Ritratto di giovane" monocromo della decima lunetta è stato attribuito a Baldassarre Peruzzi, anche se in passato si raccontava che fosse stato Michelangelo a realizzarlo: venuto alla villa per far visita a Sebastiano del Piombo, volle dare un esempio di studio anatomico al rivale Raffaello.

"Ritratto di giovane"
I riquadri delle pareti lasciati incompiuti, furono fatti decorare dai Farnese con paesaggi nel XVII secolo, e sono da attribuire a Gaspard Dughet o a Giovan Francesco Grimaldi.

L'affresco del Trionfo di Galatea che dà il nome alla loggia, fu eseguito da Raffaello tra 1l 1511 e il 1512.

Trionfo di Galatea
Una delle Nereidi, la bella Galatea dalla pelle bianca come il latte, scortata da Nereidi, amorini e tritoni, fugge su una conchiglia trainata da delfini da Polifemo innamorato di lei, verso il suo bel Aci.
Polifemo scaglia un masso in mare che colpisce Aci uccidendolo.
Galatea allora trasforma il sangue di Aci in una sorgente, e Aci diviene una divinità fluviale.
particolare del Trionfo di Galatea
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La visita prosegue nell'attigua Loggia di Psiche, l'ingresso originario alla villa.
Nella loggia si svolgevano anche feste e rappresentazioni teatrali.

Loggia di Amore e Psiche
I disegni della decorazione sono di Raffaello, ma l'esecuzione è dovuta ai suoi allievi : Giulio Romano, Francesco Penni e Raffaellin del Colle.
I festoni di fiori e frutta e forse anche gli animali furono dipinti da Giovanni da Udine.

Loggia di Amore e Psiche
La volta della loggia appare trasformata dalle decorazioni in un padiglione a pergola, con un'incannucciata rivestita da festoni di fiori e frutta, che crea una compenetrazione dell'architettura con il giardino.

arcate sul giardino della Loggia di Amore e Psiche
Per celebrare le imminenti nozze di Agostino Chigi con Francesca Ordearchi, la loggia venne affrescata con la favola di Amore e Psiche, narrata da una dama anziana a Lucio, il protagonista dell'Asino d'Oro di Apuleio. 

Sulla volta vengono illustrate le peripezie celesti di Psiche.

finte nicchie sulle pareti della Loggia di Amore e Psiche
Sulle pareti invece, al posto delle finte nicchie, avrebbero dovuto prendere posto arazzi con scene delle peripezie terrestri di Psiche, disegnati sempre da Raffaello, ma mai eseguiti.

Psiche era talmente bella da suscitare la gelosia di Venere, che ordinò al figlio Eros di farla innamorare di un uomo deforme.
Amore però se ne innamorò e la condusse in un castello incantato, celando la sua identità a Psiche.
Una notte, mentre Amore era caduto addormentato, Psiche volle scoprire l'identità del suo sposo, ma una goccia di olio bollente della lucerna cadde sul dio, svegliandolo e facendolo scappare.
Disperata Psiche per raggiungere il suo amato dovette superare numerose prove, aiutata dagli dei, finché Giove fece cessarel'ira di Venere, e Amore si poté ricongiungere a Psiche.
volta della Loggia di Amore e Psiche
Al centro della volta, separati dallo stemma Chigi, due finti arazzi descrivono la scena finale del "Convivio degli Dei" dove Psiche viene accolta dalle divinità, e le "Nozze di Amore e Psiche".

Convivio degli Dei
Nozze di Amore e Psiche

Le avventure di Psiche sono narrate nei pennacchi:

- Venere indica ad Amore la bellissima rivale (che sarebbe stata ritratta nel
   sottostante arazzo). Questa Psiche, diversa dalle altre, è stata attribuita a
   Raffaellino del Colle.

Venere mostra Psiche ad Amore
- Amore indica alle Tre Grazie di guardare sulla Terra (l'arazzo sottostante
  avrebbe rappresentato Psiche ammirata dagli uomini). Attribuito a Giulio
  Romano.

Amore e le Tre Grazie
 - Venere si lagna del culto dedicato a Psiche presso Cerere e Giunone. Attribuito
   a Giovanni da Udine.

Venere, Cerere e Giunone
- Venere sul cocchio tirato da colombe va da Giove per chiedere l'aiuto per
  realizzare la sua vendetta.

Venere sul cocchio
 - Venere e Giove. Attribuito a Giovan Francesco Penni.

Venere e Giove
- Mercurio scende sulla Terra per proclamare il bando di Venere: "sette baci a
  chi le farà ritrovare Psiche".

Mercurio
- Psiche decide d'implorare il perdono degli dei: qui, dopo essere scesa
  nell'Averno per ottenere da Proserpina l'acqua della beltà, è portata in cielo da
  tre amorini reggendo l'ampolla magica. Attribuito a Giulio Romano.

Venere portata sull'Olimpo
- Psiche si trova al cospetto di Venere.

Psiche davanti a Venere
- Giove bacia Amore per suggellare la promessa di porre fine alle peripezie di
 Psiche. Attribuito a Giulio Romano.

Giove bacia Amore
- Mercurio conduce Psiche all'Olimpo, perdonata da Venere. Attribuito a Giovan
  Francesco Penni.

Mercurio e Psiche

Nelle vele sono invece dipinti gli amorini con gli attributi degli dei: il fulmine di Giove, il tridente di Nettuno, il bidente di Plutone, la faretra di Apollo, il caduceo e il petaso di Mercurio, il tirso di Bacco, la siringa di Pan, lo scudo e l'elmo di Perseo e Teseo (semidei), la clava di Ercole, le tenaglie e il martello di Vulcano.
Le fiere sacre agli dei sono mansuete.

Amorino con il caduceo e il petaso di Mercurio (a sinistra) e Amorino con la faretra di Apollo (a destra)
Amorino con il tirso di Bacco (a sinistra) e Amorino con la siringa di Pan (a destra)
Amorino con il fulmine di Giove (a sinistra) e Amorino con il tridente di Nettuno (a destra)
Si racconta che Raffaello non riuscisse a portare a termine il suo lavoro perché sentiva la mancanza della sua donna, e che per questo Agostino Chigi l'avesse fatta trasferire nella villa per accelerare le decorazioni.
Questa donna si pensa fosse la famosa Fornarina, che Raffaello ritrasse nelle sembianze di Psiche.

"La Fornarina" - Raffaello (Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini - Roma)
Non lontano dalla Villa Farnesina, appena all'interno di Porta Settimiana,  vi è una casa (oggi occupata da un ristorante), che conserva una finestra cinquecentesca, che si dice fosse stata la casa della celebre amante di Raffaello, dove il padre di lei aveva un forno (da qui il soprannome della donna).

casa della Fornarina
finestra della casa della Fornarina
Alcuni invece pensano che Raffaello per "Psiche" (così come per la "Galatea" e per la "Dama col Liocorno" conservata alla Galleria Borghese di Roma) si sia ispirato ad Imperia, la cortigiana colta e bella, amante anche di Agostino Chigi.

"Dama col liocorno" - Raffaello (Galleria Borghese - Roma)
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Sempre al piano terra si può accedere tramite la Loggia di Amore e Psiche alla Sala del Fregio, dal fregio che corre lungo le pareti.

Sala del Fregio
Forse la stanza era lo studio privato di Agostino Chigi, o forse veniva usata come sala d'aspetto.

La sala fu affrescata da Baldassarre Peruzzi con un fregio che illustra le dodici fatiche di Ercole e altre imprese dell'eroe (parete a destra dell'ingresso), e alcuni episodi mitologici presi dalle Metamorfosi di Ovidio.
Questi temi sono un'allusione allegorica delle virtù di Agostino Chigi.

Sul lato nord si susseguono le scene di dieci delle fatiche di Ercole:

da sinistra: Ercole e i Centauri, Ercole e il leone di Nemea
da sinistra: Ercole e gli Uccelli Stinfalidi, Ercole e Echidna, Ercole e Cerbero
da sinistra: Ercole e Diomede, Ercole e l'Idra di Lerna
da sinistra: Ercole e il Toro di Creta, Ercole e Anteo, Ercole e Gerione

Sul lato est sono illustrate altre due fatiche di Ercole e alcuni episodi mitologici:

da sinistra: Ercole sostituisce Atlante, Ercole e il cinghiale di Erimanto
da sinistra: il Ratto di Europa, Danae sul letto accoglie Giove sotto forma di pioggia dorata
al centro: Giunone e Semele, Semele folgorata da Giove
da sinistra: Diana e Atteone trasformato in cervo, Mida con orecchie asinine, la Gara tra Apollo e Pan
da sinistra: la Gara tra Apollo e Pan, Tantalo chino sull'acqua, il Suplizio di Mida, Nettuno e Anfitrite col figlio
Sulla parete sud corrono episodi fantastici ambientati in mare.

fregio parete sud
fregio parete sud
fregio parete sud
Nella parete ovest continuano gli episodi mitologici:

da sinistra: Ninfa e Satiri, Bacco e Baccanti, Apollo scortica Marsia
da sinistra: Apollo scortica Marsia, Atalanta, Meleagro e il cinghiale Calidonio
da sinistra: contesa tra Maleagro e gli zii, le Parche e la madre di Meleagro
a sinistra: Meleagro morente
il mito di Orfeo: Orfeo incanta gli animali, si volta a guardare Euridice, Plutone riporta Euridice nell'Averno, le donne Tracie uccidono Orfeo
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Ritornati nell'atrio si accede, tramite uno scalone con volta a botte decorata con stucchi, al Salone delle Prospettive.

Salone delle Prospettive
Questo salone, che prende il nome dalle vedute prospettiche di scorci urbani e di paesi, poste dietro finti colonnati che simulano un loggiato, è opera di Baldassarre Peruzzi e aiuti.
E' uno dei primi esempi di prospettiva in pittura.

Sulla parete dell'ingresso al salone (parete ovest), tra le colonne si vede la raffigurazione di un paese laziale.

parete ovest
paesaggio laziale
Tra le nicchie sono dipinti Mercurio e Cerere (sotto la quale vi è l'iscrizione di Agostino Chigi).

Mercurio
Cerere
Nel fregio, posto nella parte alta della parete, sono raffigurati il Mito di Alcione, Deucallone e Pirra, il Mito di Dafne.

Mito di Alcione: Alcione vede Ceice morto nel mare
Deudallone e Pirra
Mito di Dafne
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Sulla parete di fronte (parete est) tra le colonne è raffigurato un paesaggio romano: un tratto di mura in primo piano con dietro il complesso di S.Spirito in Sassia, a sinistra Monte Mario con Villa Mellini (oggi Osservatorio Astronomico).

parete est
mura e complesso di S.Spirito in Sassia
Le divinità nelle nicchie sono Apollo e Venere.

Venere
Apollo
Sul fregio sono rappresentati: Morfeo e Alcione, il carro dell'Aurora e Procri, il carro del Sole.

Morfeo va da Alcione
il carro dell'Aurora e Procri
il carro del Sole
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Nella parete nord s'intravede tra le colonne un paesaggio urbano, in cui si identificano la Torre delle Milizie, e resti di acquedotti.


parte della parete nord
paesaggio urbano con acquedotto
paesaggio urbano con Torre delle Milizie


Vi si trova anche un camino con la rappresentazione della Fucina di Vulcano.

camino del Salone delle Prospettive
Fucina di Vulcano sul camino del Salone delle Prospettive
Le divinità nelle nicchie sono Diana, Minerva e Giunone.

Diana
Minerva
Giunone
Il fregio rappresenta: il Mito di Venere e Amore, il Trionfo di Bacco, il Mito di Pelope ed Enomao, il Parnaso e il Mito di Venere

Venere e Adone
Trionfo di Bacco
la gara di Pelope ed Enomao
il Parnaso
il Trionfo di Venere
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Nella parete sud, quella tra le finestre, tra i pilastri sono affrescate (partendo da destra) la vicina Porta Settimiana con la casa della Fornarina (la già citata amante di Raffaello), la campagna romana, il Teatro di Marcello, e ancora campagna romana.

parte della parete sud
finestre del salone
veduta col Teatro di Marcello


Le divinità rappresentate nelle nicchie sopra alle finestre sono Saturno, Giove, Nettuno e Marte.

Saturno
Giove
Nettuno
Marte
Nel fregio sono rappesentati: la Toeletta di Venere, Apollo intreccia una corona, il Mito di Arione, il Mito di Pan e Siringa.

Toeletta di Venere
Apollo intreccia una corona
il Mito di Arione
il Mito di Pan e Siringa
Nelle strombature delle finestre sono raffigurate le figure allegoriche delle Arti.
Ai lati delle finte colonne vi sono invece figure allegoriche monocromatiche che simulano statue.

Durante il Sacco di Roma del 1527, la villa fu occupata dei Lanzichenecchi.
Del loro passaggio rimangono graffiti venuti alla luce durante i restauri delle pareti di questo salone:

"A.D.1528. Perché io scrivente non dovrei ridere - i Lanzichenecchi hanno fatto correre il Papa" 
graffito dei Lanzichenecchi (parete est)
graffito dei Lanzichenecchi
graffito dei Lanzichenecchi























graffito dei Lanzichenecchi

In questo salone si tenne il 28 agosto 1519 il banchetto di nozze di Agostino Ghigi e di Francesca Ordeaschi.

Dorotea (probabile ritratto di Francesca Ordeaschi) - Sebastiano del Piombo (Gemaldegalerie di Berlino)
Agostino Chigi, dopo essere stato sposato con Margherita Saracini (che morì senza avergli dato figli), aver frequentato la cortigiana Imperia e corteggiato Margherita Gonzaga (figlia naturale del marchese di Mantova), sposò infatti Francesca Ordeaschi dopo anni di convivenza, ed ebbe da lei cinque figli.   

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L'ultima sala che si visita nella Villa Farnesina è la Stanza delle Nozze di Alessandro e Rossane.

Stanza delle Nozze di Alessandro e Rossane
Era questa la stanza da letto di Agostino Chigi e della moglie.
Egli affidò la sua decorazione a Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma.

Il pittore ha rappresentato il ciclo delle nozze tra Alessandro Magno con la bella principessa Rossane su due pareti della camera.

Nozze di Alessandro e Rossane
La stanza prende il nome dall'affresco principale Le Nozze di Alessandro e Rossane, che occupa la parete di fronte alle finestre.
In questo affresco è rappresentato l'adempimento nuziale: Rossane attende il suo sposo sul bordo di un prezioso letto a baldacchino, mentre Alessandro le porge la corona.
I due compagni di Alessandro, Efestone e Imeneo, assistono alle nozze e recano la simbolica fiaccola.
La scena è invasa da amorini che giocano e scherzano.

particolare delle Nozze di Alessandro e Rossane
particolare delle Nozze di Alessandro e Rossane
particolare delle Nozze di Alessandro e Rossane

particolare delle Nozze di Alessandro e Rossane
Sulla parete di destra in alto è dipinto l'episodio Alessandro onora la famiglia di Dario in cui Alessandro Magno è magnanimo verso la madre e le figlie del suo nemico sconfitto, dopo la battaglia di Isso.

parete di fronte all'ingresso con la Fucina di Vulcano e Alessandro onora la famiglia di Dario
 
particolare dell'affresco Alessandro onora la famiglia di Dario
particolare dell'affresco Alessandro onora la famiglia di Dario

Nella parte bassa di questa parete, ai lati del camino, Sodoma ha dipinto la Fucina di Vulcano.

Vulcano
putti nella fucina di Vulcano























La parete d'ingresso è occupata invece dalla Doma del Cavallo Bucefalo.

Doma del Cavallo Bucefalo
A questa parete doveva essere appoggiato il letto di Agostino Chigi, ed è per questo che solo le parti laterali dell'affresco sembrano essere state eseguite dal Sodoma: la parte centrale è forse stata realizzata quando forse il letto fu tolto, quando la villa venne acquistata dai Farnese.

particolare dell'affresco Doma del Cavallo Bucefalo
Sulla sinistra dell'affresco sono riconoscibili l'edificio della Basilica di Massenzio del Foro Romano e la lupa con Romolo e Remo.

Nella parete delle finestre è dipinta una scena di Battaglia, tra Alessandro e i Persiani.

parete tra le finestre della Stanza di Alessandro e Rossane
Battaglia tra Alessandro e i Persiani
Il soffitto a cassettoni della stanza è cinquecentesco ed il disegno è opera di Baldassarre Peruzzi.

soffitto della Stanza di Alessandro e Rossane
E' decorato con grottesche e con dodici scene monocrome con temi mitologici tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.

scena mitologica del soffitto
grottesche del soffitto
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A Raffaello si attribuisce anche il progetto delle scuderie monumentali, demolite nel 1808, nella cui loggia che affacciava sul fiume si tenevano fastosi banchetti: si racconta che le suppellettili d'oro e d'argento usate in tali occasioni fossero, per ostentare il prestigio economico della famiglia, buttate nel Tevere, ma poi riprese dai servitori della villa raccogliendo le reti che precedentemente erano state calate nelle acque.

Dopo essere stata di proprietà dei Farnese, la villa cadde in uno stato di abbandono.
Fu ceduta occasionalmente a personaggi illustri quali Richelieu, Cristina di Svezia e agli ambasciatori di Luigi XIV.
Nel 1735 con l'eredità di Elisabetta Farnese la villa passò a Carlo IV re delle Due Sicilie.
Nel 1864 Francesco II di Napoli la concesse in enfiteusi all'ambasciatore di Spagna a Napoli Bermudez de Castro.
Nel 1927 la villa fu acquistata dallo Stato italiano, e ospitò l'Accademia d'Italia.
Dal 1944 la villa è proprietà dell'Accademia dei Lincei.

Furono trovati sotto il giardino della villa i resti archeologici della cosiddetta Casa della Farnesina, la domus di epoca augustea di Marco Vipsanio Agrippa e Giulia Maggiore, figlia di Augusto.
Gli affreschi del II/III stile di questa domus sono esposti al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme.

www.villafarnesina.it
Orario:  lunedì/sabato   9.00/14.00
              chiusa le domeniche e i festivi
              seconda domenica del mese 9.00/17.00
Costo:    6€
              visita guidata   2€
              visita giardini   2€ (dopo la visita guidata)
              seconda domenica del mese con visita guidata e musica 12€

CONCLUSIONI
Questo post può risultare un po' noioso a chi non vuole approfondire le tematiche dei singoli affreschi, e coglierne la bellezza nei minimi particolari.
Questa sorta di "ripasso e approfondimento visuale" è dedicato a chi come me reputa che bisognerebbe passare più tempo davanti alle singole opere d'arte affrescate, ma vuoi per ragioni di tempo o per l'impossibilità di rimanere troppo col naso all'insù in posizione molto scomoda non ha potuto farlo.
Il tempo non è mai troppo per soffermarsi e stupirsi per tali bellezze!!!
Villa Farnesina...una vera "delizia", non solo per Agostino Chigi!

4 commenti:

Unknown ha detto...

Molto bello, una visita dettagliata e minuziosa, che fa capire meglio la villa di Agostino Chigi il Magnifico

Raffaella ha detto...

Grazie Alessandro, mi fa piacere che il mio post ti sia piaciuto!

Anonimo ha detto...

GRAZIE MILLE DI AVER CONDIVISO CON NOI LE TUE SPLENDIDE IMMAGINI E SPIEGAZIONI.
DAVVERO MOLTO UTILE E INTERESSANTE.
GRAZIE RAFFAELLA!!

Raffaella ha detto...

Grazie a voi per aver letto il mio post!

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