Dal II secolo a.C. il sistema portuale di Roma era costituito dal Porto fluviale di Ostia (fatto costruire da Anco Marzio) e dal Porto di Pozzuoli.
Per trasportare le merci a Roma era usato il sistema dell'alaggio: piccoli natanti venivano tirati sulla riva da coppie di buoi.
Dopo l'idea mai realizzata di Augusto di costruire un nuovo porto, fu l'imperatore Claudio nel 42 d.C. a far realizzare un porto marittimo artificiale, nonostante le ingenti spese, a circa 4km a nord di Ostia, sulla riva destra del Tevere e a 3km dalla sua foce.
Il porto venne terminato nel 64 d.C. sotto l'imperatore Nerone.
Il bacino venne scavato per metà nella terra ferma, e si protendeva verso il mare aperto con due lunghi moli curvilinei che lo delimitavano.
I resti del molo settentrionale sono ancora visibili vicino al Museo delle Navi nella zona dell'aeroporto.
Il bacino misurava 1300m X 1200m ed aveva una superficie di 150 ettari.
L'imboccatura principale era posizionata ad ovest.
Il faro di segnalazione, costruito sopra una sorta di grande isola, occupò gran parte del molo sinistro, nella zona tra l'entrata meridionale e l'ingresso principale: per fondarlo si usò la nave in disarmo di Caligola che aveva trasportato l'obelisco per il Circo Massimo.
Nel 46 d.C. vennero scavati alcuni canali (fosse) per regolare il flusso dell'acqua.
Prima vennero aperti dal Tevere al mare due canali quasi paralleli, a nord e a sud.
Sul bacino si affacciavano strutture costruite nel II secolo d.C.: la cosiddetta Capitaneria (una struttura di servizio), una cisterna, delle Terme ed alcuni magazzini.
Il bacino del porto, molto ampio ma poco profondo, incominciò subito ad insabbiarsi.
Il fallimento dell'impianto portuale di Claudio, dovute all'incidenza delle correnti litoranee, ai regimi del Tevere e del suo delta e alla natura alluvionale del terreno, impose dopo solo 50 anni la riprogettazione del porto.
Fu l'imperatore Traiano a portare avanti il progetto del nuovo porto ad est di quello di Claudio, inaugurato nel 112 d.C. dopo 12 anni di lavoro.
pianta dei ritrovamenti del Porto di Claudio e del Porto di Traiano |
Fu scavato anche un nuovo canale, il cosiddetto Canale Romano, che collegava la Fossa Traiana al Tevere.
Due delle "fossae", i canali che erano servite per scongiurare l'insabbiamento del Porto di Claudio, furono risagomati e utilizzati in modo diverso: l'attuale Darsena e la Fossa Traiana (l'attuale Canale di Fiumicino) servirono per agevolare la risalita delle navi a Roma.
Le navi da carico (onerariae), attraccavano alle banchine sui due moli del canale o a quelle del bacino interno; le merci venivano quindi smistate nei magazzini per poi ripartire per Roma su battelli più piccoli (caudicariae) percorrendo la Fossa Traiana e il Tevere.
Furono creati anche altri due canali: uno con andamento est-ovest costituiva l'imbocco al Porto di Traiano, l'altro (trasversale a questo) collegava il porto alla Fossa Traiana.
Per garantire la sicurezza del porto con funzione di deposito annonario, e di conseguenza di Roma, furono costruite mura difensive che esclusero inizialmente il Porto di Claudio.
Per difendere la Fossa Traiana, unico accesso a Roma, venne costruito nel
settore sud-orientale il cosiddetto Castello di Porto, un castello fortificato.
La visita al sito inizia davanti alle mura difensive del V/VI secolo, dove si trovava l'antica linea di spiaggia (quella attuale dista circa 3 km).
ingresso al sito archeologico del Porto di Roma |
cinta muraria di Portus |
La cinta muraria rimase in funzione sino a tutto l'alto medioevo.
resti di mura tardo antiche di tamponatura dei magazzini di Traiano |
Portico di Claudio (evidenziato in rosso) |
resti del Portico di Claudio lungo la banchina e magazzini (sulla sinistra) |
resti delle colonne del Portico di Claudio lungo la banchina |
Colonnacce |
Colonnacce |
Ristrutturato in epoca traianea, fu inglobato poi in un magazzino di epoca severiana.
Quando la strada colonnata delle Colonnacce fu chiusa su due lati, divenne un atrio monumentale verso i magazzini.
tamponatura di un lato delle Colonnacce |
rocchi di colonne sbozzate |
colonne sbozzate del Tempio del Divo Claudio |
Proseguendo la passeggiata lungo il Portico di Claudio si giunge alla Darsena, un bacino interno collegato alla Fossa Traiana.
Darsena (evidenziata in rosso) |
Darsena |
Le sponde erano "a scarpa", per attenuare il moto ondoso.
Qui avvenivano il carico e lo smaltimento di medio e piccolo tonnellaggio, e il rimessaggio delle imbarcazioni che risalivano il fiume.
Nell'area tra la sponda settentrionale della Darsena e il canale d'imbocco al Porto di Traiano, si trovavano i cosiddetti Magazzini di Traiano.
Magazzini di Traiano (evidenziati in rosso) |
Magazzini di Traiano |
Il terreno su cui poggiavano venne consolidato da cassoni in muratura colmati con la terra di scavo del bacino esagonale.
banchina del canale d'imbocco al bacino esagonale e facciata dei Magazzini di Traiano |
vani dei Magazzini di Traiano |
vani dei Magazzini di Traiano |
un vano del magazzino |
sostrutture dei vani dei magazzini |
Tra i blocchi vi erano cortili e corridoi per facilitare invece lo smistamento delle merci.
La facciata dei magazzini collegata alla banchina aveva pilastri aggettanti in muratura poggianti su basi di travertino.
pilastri aggettanti della facciata dei Magazzini di Traiano |
scalette della banchina per accedere alle imbarcazioni |
Nel settore nord-orientale del sito archeologico si visita poi la Basilica Paleocristiana del V secolo.
Basilica Paleocristiana |
Vennero utilizzati parti di strutture precedenti e di mosaici.
E' costituita da un'aula a tre navate precedute da un atrio.
Conserva ancora resti delle recinzioni liturgiche e dell'ambone.
Aveva pavimenti marmorei ed affreschi.
Il fonte battesimale fu costruito nell'alto medioevo.
fonte battesimale |
S'incontrano prima i cosiddetti Magazzini Severiani, ma nonostante il nome, di costruzione adrianea-antonina piuttosto che severiana.
Magazzini Severiani (evidenziati in rosso) |
Magazzini Severiani |
lato corto dei Magazzini Severiani |
Misuravano 190 X 130 X 25m, erano a più piani e avevano vani con volte a crociera e feritoie d'aerazione, serviti da un corridoio con finestre per garantire l'illuminazione anche dei vani.
corridoio dei Magazzini Severiani |
corridoio dei Magazzini Severiani |
Sistemi di rampe permettevano le varie fasi di scarico, smistamento e stoccaggio contemporaneamente.
un vano dei Magazzini Severiani |
un vano dei Magazzini Severiani |
Si giunge quindi al bacino esagonale del Porto di Traiano.
bacino esagonale e strutture dei Magazzini Severiani |
Era profondo circa 5m ed era lastricato con grandi pietre per agevolarne la manutenzione.
bacino esagonale del Porto di Traiano |
Potevano attraccare in prima fila 200 navi di grande stazza.
Posto ad angolo retto con il versante occidentale dei Magazzini Severiani si trovava un edificio che, per le caratteristiche di esecuzione, la ricchezza decorativa e le suppellettili preziose qui ritrovate, viene chiamato Palazzo Imperiale.
Probabilmente costituiva un quartiere di rappresentanza per i viaggiatori di alto rango, per ambascerie e per la sosta della famiglia imperiale.
Originariamente aveva un doppio affaccio sui due porti.
Crollati i piani superiori, rimangono una rete di servizio sotterranea, due impianti termali e un terrazzo pensile sul Porto di Claudio, con archi ciechi.
Palazzo Imperiale e sul fondo le arcate cieche del terrazzo pensile sul Porto di Claudio |
La base in calcestruzzo del molo aveva dei fori passanti con funzione di frangiflutti.
molo interno Est-Ovest con fori frangiflutti |
Sulla banchina rimangono i resti di un impianto termale tardoantico, le cosiddette Terme della Lanterna.
Le terme, divise in due parti da un corridoio, erano rivestite da crustae marmoree ed avevano arredi in marmo.
La visita termina davanti ai resti di magazzini tardoantichi costruiti in prossimità della Fossa Traiana, ai quali furono addossate sul fronte esterno le mura occidentali di tardo V secolo.
Magazzini tardoantichi (evidenziati in rosso) |
resti di magazzini tardoantichi e mura ad essi addossate |
Il bacino ricolmato venne poi adibito all'allevamento ittico per il sostentamento della diocesi che qui si era istallata nel medioevo.
La visita dell'antica Portus e del bacino esagonale non può essere completa perché ancor oggi l'area è per metà privata.
www.archeoroma.beniculturali.it
Orario: I sabato e ultima domenica del mese visita guidata
Prenotazione allo 06 6529192
Costo: GRATIS
CONCLUSIONI
Questa è una visita che definirei accessoria, ma non meno importante, per disegnare un quadro completo della presenza del passato romano lungo il litorale di Ostia.
I porti di Claudio e Traiano hanno infatti permesso di far giungere a Roma tutto ciò che le era necessario e superfluo.
Hanno anche garantito la sua difesa e sopravvivenza.
L'ambiente naturalistico del sito rende ancor di più la visita piacevole, circondati dalla fitta vegetazione e dalla fauna locale.
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