domenica 17 gennaio 2016

Il Porto di Claudio e il Porto di Traiano


Dal II secolo a.C. il sistema portuale di Roma era costituito dal Porto fluviale di Ostia (fatto costruire da Anco Marzio) e dal Porto di Pozzuoli. 
Per trasportare le merci a Roma era usato il sistema dell'alaggio: piccoli natanti venivano tirati sulla riva da coppie di buoi.

Dopo l'idea mai realizzata di Augusto di costruire un nuovo porto, fu l'imperatore Claudio nel 42 d.C. a far realizzare un porto marittimo artificiale, nonostante le ingenti spese, a circa 4km a nord di Ostia, sulla riva destra del Tevere e a 3km dalla sua foce.


Il porto venne terminato nel 64 d.C. sotto l'imperatore Nerone.

Il bacino venne scavato per metà nella terra ferma, e si protendeva verso il mare aperto con due lunghi moli curvilinei che lo delimitavano.


I resti del molo settentrionale sono ancora visibili vicino al Museo delle Navi nella zona dell'aeroporto.

Il bacino misurava 1300m X 1200m ed aveva una superficie di 150 ettari.

L'imboccatura principale era posizionata ad ovest.

Il faro di segnalazione, costruito sopra una sorta di grande isola, occupò gran parte del molo sinistro, nella zona tra l'entrata meridionale e l'ingresso principale: per fondarlo si usò la nave in disarmo di Caligola che aveva trasportato l'obelisco per il Circo Massimo.

Nel 46 d.C. vennero scavati alcuni canali (fosse) per regolare il flusso dell'acqua.
Prima vennero aperti dal Tevere al mare due canali quasi paralleli, a nord e a sud.

Sul bacino si affacciavano strutture costruite nel II secolo d.C.: la cosiddetta Capitaneria (una struttura di servizio), una cisterna, delle Terme ed alcuni magazzini.

Il bacino del porto, molto ampio ma poco profondo, incominciò subito ad insabbiarsi.

Il fallimento dell'impianto portuale di Claudio, dovute all'incidenza delle correnti litoranee, ai regimi del Tevere e del suo delta e alla natura alluvionale del terreno, impose dopo solo 50 anni la riprogettazione del porto.

Fu l'imperatore Traiano a portare avanti il progetto del nuovo porto ad est di quello di Claudio, inaugurato nel 112 d.C. dopo 12 anni di lavoro.

pianta dei ritrovamenti del Porto di Claudio e del Porto di Traiano
Venne scavato un nuovo bacino di forma esagonale, questa volta interamente nella terra ferma, e il vecchio Porto di Claudio, sottoposto a drenaggi periodi per contenere l'insabbiamento, divenne una rada.

Fu scavato anche un nuovo canale, il cosiddetto Canale Romano, che collegava la Fossa Traiana al Tevere.

Due delle "fossae", i canali che erano servite per scongiurare l'insabbiamento del Porto di Claudio, furono risagomati e utilizzati in modo diverso: l'attuale Darsena e la Fossa Traiana (l'attuale Canale di Fiumicino) servirono per agevolare la risalita delle navi a Roma.

Le navi da carico (onerariae), attraccavano alle banchine sui due moli del canale o a quelle del bacino interno; le merci venivano quindi smistate nei magazzini per poi ripartire per Roma su battelli più piccoli (caudicariae) percorrendo la Fossa Traiana e il Tevere.

Furono creati anche altri due canali: uno con andamento est-ovest costituiva l'imbocco al Porto di Traiano, l'altro (trasversale a questo) collegava il porto alla Fossa Traiana.

Nel 314 col cosiddetto Concilio di Arles, l'imperatore Costantino aveva reso autonomo Portus (l'antico agglomerato sorto intorno al porto), da Ostia.
Per garantire la sicurezza del porto con funzione di deposito annonario, e di conseguenza di Roma, furono costruite mura difensive che esclusero inizialmente il Porto di Claudio.

Per difendere la Fossa Traiana, unico accesso a Roma, venne costruito nel
settore sud-orientale il cosiddetto Castello di Porto, un castello fortificato.

La visita al sito inizia davanti alle mura difensive del V/VI secolo, dove si trovava l'antica linea di spiaggia (quella attuale dista circa 3 km).

ingresso al sito archeologico del Porto di Roma
Sono pochi i resti delle mura in cortina in opera laterizia costruite nel V secolo. Sul fronte orientale furono costruite riempiendo di tufo e materiale di scarto lo spazio tra la cortina e i magazzini che fungevano così da muro di contenimento, creando uno spessore delle mura di 3m.

cinta muraria di Portus
In una fase successiva venne costruita una seconda cinta muraria all'interno della prima, per difendere la Fossa Traiana, rimasta l'unico accesso per via fluviale a Roma.
La cinta muraria rimase in funzione sino a tutto l'alto medioevo.

resti di mura tardo antiche di tamponatura dei magazzini di Traiano
Proseguendo la visita si costeggia la banchina di attracco resa in comunicazione con i magazzini di stivaggio dal cosiddetto Portico di Claudio.

Portico di Claudio (evidenziato in rosso)
resti del Portico di Claudio lungo la banchina e magazzini (sulla sinistra)
resti delle colonne del Portico di Claudio lungo la banchina
Il portico aveva una forma di T, in quanto il portico che costeggiava la banchina si congiungeva in direzione est-ovest con una via colonnata (le cosiddette Colonnacce), larga 8m. 

Colonnacce
Colonnacce
Il portico costituiva il fronte monumentale del porto.
Ristrutturato in epoca traianea, fu inglobato poi in un magazzino di epoca severiana.
Quando la strada colonnata delle Colonnacce fu chiusa su due lati, divenne un atrio monumentale verso i magazzini.

tamponatura di un lato delle Colonnacce
Questo portico lo si può attribuire con certezza all'epoca di Claudio per l'utilizzo di particolari colonne in travertino lasciate intenzionalmente sbozzate, tipiche della moda dell'epoca.

rocchi di colonne sbozzate
In Roma si possono vedere questo tipo di colonne nel Tempio del Divo Claudio (sul Celio e di cui ho scritto un post pubblicato nel settembre 2015) e a Porta Maggiore.

colonne sbozzate del Tempio del Divo Claudio

Proseguendo la passeggiata lungo il Portico di Claudio si giunge alla Darsena, un bacino interno collegato alla Fossa Traiana.

Darsena (evidenziata in rosso)
Darsena
Il bacino rettangolare, progetto di Claudio, realizzato da Nerone, con intervento successivo di Traiano e cortina in laterizio di epoca severiana, era lungo 227m, largo 48m e profondo 8m.
Le sponde erano "a scarpa", per attenuare il moto ondoso.

Qui avvenivano il carico e lo smaltimento di medio e piccolo tonnellaggio, e il rimessaggio delle imbarcazioni che risalivano il fiume.

Nell'area tra la sponda settentrionale della Darsena e il canale d'imbocco al Porto di Traiano, si trovavano i cosiddetti Magazzini di Traiano.

Magazzini di Traiano (evidenziati in rosso)
Magazzini di Traiano
Facenti parte del progetto di Traiano, questi magazzini furono completati in ottant'anni.
Il terreno su cui poggiavano venne consolidato da cassoni in muratura colmati con la terra di scavo del bacino esagonale.

banchina del canale d'imbocco al bacino esagonale e facciata dei Magazzini di Traiano
I vani di stoccaggio delle merci misuravano 14m X 6m, avevano una copertura a botte e il pavimento poggiava su suspensurae in muratura per isolare il grano dall'umidità.

vani dei Magazzini di Traiano
vani dei Magazzini di Traiano
un vano del magazzino
sostrutture dei vani dei magazzini
Vi erano passaggi e rampe esterni ai blocchi dei magazzini per facilitare il carico ai piani superiori.
Tra i blocchi vi erano cortili e corridoi per facilitare invece lo smistamento delle merci.

La facciata dei magazzini collegata alla banchina aveva pilastri aggettanti in muratura poggianti su basi di travertino.

pilastri aggettanti della facciata dei Magazzini di Traiano
 Bitte e scalette per accedere alle imbarcazioni si trovavano lungo la banchina.

scalette della banchina per accedere alle imbarcazioni

Nel settore nord-orientale del sito archeologico si visita poi la Basilica Paleocristiana del V secolo.

Basilica Paleocristiana
Era situata nel centro della città di Portus, tra il bacino esagonale e il tracciato dell'antico canale di uscita.

Vennero utilizzati parti di strutture precedenti e di mosaici.
E' costituita da un'aula a tre navate precedute da un atrio.
Conserva ancora resti delle recinzioni liturgiche e dell'ambone.
Aveva pavimenti marmorei ed affreschi.

Il fonte battesimale fu costruito nell'alto medioevo.

fonte battesimale
Ritornando sui propri passi ci si può dirigere verso il bacino esagonale del Porto di Traiano.

S'incontrano prima i cosiddetti Magazzini Severiani, ma nonostante il nome, di costruzione adrianea-antonina piuttosto che severiana.

Magazzini Severiani (evidenziati in rosso)
Magazzini Severiani
lato corto dei Magazzini Severiani
Furono costruiti in due riprese, in opera laterizia, con una forma ad L: il lato corto era parallelo ad adiacente alla banchina del bacino esagonale, e quello lungo parallelo al canale d'imbocco all'invaso.

Misuravano 190 X 130 X 25m, erano a più piani e avevano vani con volte a crociera e feritoie d'aerazione, serviti da un corridoio con finestre per garantire l'illuminazione anche dei vani.

corridoio dei Magazzini Severiani
corridoio dei Magazzini Severiani
Era possibile l'accesso dirette sia dal porto esagonale che dal suo canale d'ingresso.
Sistemi di rampe permettevano le varie fasi di scarico, smistamento e stoccaggio contemporaneamente.

un vano dei Magazzini Severiani
un vano dei Magazzini Severiani
Mura tardo-antiche s'impostarono in parte sul perimetro esterno del lato occidentale di questi magazzini.

Si giunge quindi al bacino esagonale del Porto di Traiano.

bacino esagonale e strutture dei Magazzini Severiani
Il bacino, progettato forse da Apollodoro di Damasco, misurava 358 m di lato per un diametro massimo di 716m ed una superficie di 33 ettari.
Era profondo circa 5m ed era lastricato con grandi pietre per agevolarne la manutenzione.

bacino esagonale del Porto di Traiano
Per attenuare il moto ondoso aveva sponde "a scarpa".
Potevano attraccare in prima fila 200 navi di grande stazza.

Posto ad angolo retto con il versante occidentale dei Magazzini Severiani si trovava un edificio che, per le caratteristiche di esecuzione, la ricchezza decorativa e le suppellettili preziose qui ritrovate, viene chiamato Palazzo Imperiale.

Probabilmente costituiva un quartiere di rappresentanza per i viaggiatori di alto rango, per ambascerie e per la sosta della famiglia imperiale.

Originariamente aveva un doppio affaccio sui due porti.
Crollati i piani superiori, rimangono una rete di servizio sotterranea, due impianti termali e un terrazzo pensile sul Porto di Claudio, con archi ciechi.

Palazzo Imperiale e sul fondo le arcate cieche del terrazzo pensile sul Porto di Claudio
Il Porto di Claudio possedeva nella sua parte più interna due moli: uno in direzione Nord-Sud e l'altro Est-Ovest, che divennero i lati occidentale e settentrionale del canale d'ingresso al Porto di Traiano.

La base in calcestruzzo del molo aveva dei fori passanti con funzione di frangiflutti.

molo interno Est-Ovest con fori frangiflutti
Il molo Est-Ovest, lungo 150m e largo 8m, terminava con un faro (lanterna).
Sulla banchina rimangono i resti di un impianto termale tardoantico, le cosiddette Terme della Lanterna.

Le terme, divise in due parti da un corridoio, erano rivestite da crustae marmoree ed avevano arredi in marmo.

La visita termina davanti ai resti di magazzini tardoantichi costruiti in prossimità della Fossa Traiana, ai quali furono addossate sul fronte esterno le mura occidentali di tardo V secolo.

Magazzini tardoantichi (evidenziati in rosso)
resti di magazzini tardoantichi e mura ad essi addossate
Dal V secolo in poi, le modifiche della morfologia del territorio, l'avanzamento della costa e la mancanza di manutenzione per ragioni economiche e politiche, hanno portato all'impaludamento del sito.
Il bacino ricolmato venne poi adibito all'allevamento ittico per il sostentamento della diocesi che qui si era istallata nel medioevo.

La visita dell'antica Portus e del bacino esagonale non può essere completa perché ancor oggi l'area è per metà privata.


www.archeoroma.beniculturali.it
Orario: I sabato e ultima domenica del mese visita guidata
             Prenotazione allo 06 6529192
Costo:   GRATIS


CONCLUSIONI
Questa è una visita che definirei accessoria, ma non meno importante, per disegnare un quadro completo della presenza del passato romano lungo il litorale di Ostia.
I porti di Claudio e Traiano hanno infatti permesso di far giungere a Roma tutto ciò che le era necessario e superfluo.
Hanno anche garantito la sua difesa e sopravvivenza.
L'ambiente naturalistico del sito rende ancor di più la visita piacevole, circondati dalla fitta vegetazione e dalla fauna locale.


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