martedì 5 gennaio 2016

Gli scavi di Ostia Antica (quinta parte)


L'itinerario che percorrerò in questo quinto post dedicato agli scavi di Ostia Antica partirà da Porta Laurentina, a sud della città, toccando gli edifici posti ai lati del Cardo Massimo, una delle due arterie principali della città, e su Via del Tempio Rotondo e Via del Pomerio, sino al Bivio di Castrum.

I luoghi che ho visitato e descriverò sono:

Porta Laurentina - Campo della Magna Mater - Tempio di Cibele - Tempio di Bellona - Schola degli Hastiferi - Santuario di Attis - Mitreo degli Animali - Domus della Medusa - Fullonica - Terme del Faro - Portico e Caseggiato dell'Ercole - Caupona del Pavone - Domus di Via della Caupona - Domus dei Pesci - Domus delle Colonne - Ninfeo degli Eroti - Domus del Viridario - Domus della Nicchia a Mosaico - Domus di Giove Fulminatore - Terme Bzantine - Ninfeo - Latrina pubblica - Domus in Via del Tempio Rotondo - Caseggiato del Sacello di Iside - Casa della Fullonica - Macellum.

Porta Laurentina prende il nome da Laurentum, paese a sud di Ostia, a cui la strada che usciva da questa porta conduceva.

Porta Laurentina (vista da fuori le mura)
Costituiva una delle entrate della città lungo le mura sillane costruite nel I secolo a.C.

Porta Laurentina (vista dall'interno delle mura)
cella della Porta Laurentina
La porta era costituita da una camera in blocchi di tufo chiusa a sud da porte di legno.
Due torri quadrate in opera quadrata affiancavano la porta (se ne può vedere ancora una in parte).

mura repubblicane
mura repubblicane
blocchi di tufo della Porta Laurentina
Il calpestio della strada che attraversa la porta è più basso rispetto a quello delle costruzioni del II/III secolo che l'affiancano.
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La Porta Laurentina con le mura sillane, le Terme del Faro e il Cardo Massimo, forma un triangolo, chiamato Campo della Magna Mater, nel quale trovano spazio alcuni templi e luoghi di culto del II/III secolo d.C.

Campo della Magna Mater
Campo della Magna Mater
Campo della Magna Mater
Cibele era chiamata anche Magna Mater, ed è a lei che questo tempio scoperto di forma triangolare venne dedicato in epoca adrianea.

Il culto di Cibele, dea orientale della fertilità e della natura, fu portato a Roma nel 204 a.C. sotto forma di pietra nera, forse una meteora.
La pietra arrivò prima ad Ostia, dove venne accolta da un comitato d'accoglienza aristocratico.
Ma la nave s'arenò su una sponda del fiume.
Faceva parte dei membri del comitato d'accoglienza una ragazza di nome Claudia Quinta, la cui reputazione venne messa in discussione.
La ragazza, per provare la sua innocenza, chiese aiuto alla dea, la quale l'aiutò a disincagliare la nave con le sole mani.
Cibele (dal Campo della Magna Mater - Museo Ostiense)
Testa di Antinoo (dal Campo della Magna Mater - Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo - Roma)
Vespasiano (dal Campo della Magna Mater - Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo - Roma)
Lungo il lato meridionale del Campo della Magna Mater corre un colonnato con pilastri in mattoni addossati alla cinta muraria repubblicana e con colonne in mattoni dell'epoca di Antonino Pio.

colonnato del portico del Campo della Magna Mater
Il Tempio di Cibele si trova nell'angolo sud-ovest del Campo della Magna Mater.

Tempio di Cibele e altare in muratura
Tempio di Cibele (visto posteriormente)
La scalinata d'accesso al tempio era decorata in marmo e aveva un pianerottolo con due buchi, forse due aiuole.

scalinata del Tempio di Cibele con aiuole nel pianerottolo
Tempio di Cibele visto lateralmente
Sugli altri tre lati del podio in laterizio vi erano nicchie.
Questo è tutto quello che rimane di questo tempio.

nicchie del podio del Tempio di Cibele
nicchie del podio del Tempio di Cibele
Davanti al tempio si erge un altare in muratura e marmo.
Due statue onorarie vennero qui erette dal funzionario P.Claudius Abascantianus in onore dei due suoi figli.

base per una statua eretta da P.Claudius Abascantianus davanti al Tempio di Cibele
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Il Tempio di Bellona, dedicato alla dea della guerra e associata a Cibele, si trova ad est del Campo della Magna Mater, addossato alla Porta Laurentina, e sul lato sinistro del Cardo Massimo.

Tempio di Bellona
Il tempio, di età tardo-adrianea, è preceduto da uno spazio aperto che sul lato nord-est presenta un portico in mattoni.

spiazzo aperto con Schola degli Hastiferi (sul fondo) e resti del portico (sulla destra della foto)
Sulla destra dell'ingresso si trova un pozzo.
Pochi scalini portano al pronao con tre colonne in mattoni e alla piccola cella che conteneva un basso podio.

pozzo del Tempio di Bellona
pronao con colonne in mattoni del Tempio di Bellona
Dallo stesso spiazzo aperto si poteva accedere alla Schola degli Hastiferi (portatori di lancia), coloro che dovevano accudire e gestire il culto della dea.

Schola degli Hastiferi
L'ingresso era preceduto da alcuni gradini e presentava due colonne in marmo.
Dietro al pronao si trovava una sala.

In questo santuario non potevano accedere le donne.
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Nel Campo della Magna Mater vi erano anche dei piccoli sacelli.

l'anticamera di un sacello nel Campo della Magna Mater
Nella zona orientale del Campo della Magna Mater vi è il Santuario di Attis.

Santuario di Attis
Attis, divinità frigia legata al culto di Cibele, è il servitore eunuco che guida il carro della dea.

Dal vano tentativo di Zeus di possede Cibele, nacque dallo sperma caduto sul terreno una figura ermafrodita, Agdistis, il quale venne privato dagli dei della sua parte maschile.
Dai suoi genitali nacque un albero (il melograno o il mandorlo), che venne mangiato da Nana (figlia del fiume Sakarya), che per questo rimase gravida e diede alla luce Attis.
Del bellissimo Attis s'innamorarono sia Cibele che Agdistis, ma Attis sposò la figlia del re Mida.
Durante il banchetto Agdstis furente indusse i presenti ad evirarsi, e Attis lo fece sotto un pino vicino al fiume Gallos e morì.
Dal suo sangue nacquero le viole mammole.
Ma Cibele ottenne da Zeus che Attis fosse parzialmente resuscitato.
(storia un po' complicata!) 

una delle vasche del Santuario di Attis







Il santuario del III secolo d.C. è preceduto da uno spiazzo all'aperto recintato da un muro e con tre vasche che forse contenevano pesci (in riferimento a quelli offerti ad Attis).







L'ingresso è decorato con un portico con due lesene di marmo.

ingresso allo spiazzo del Santuario di Attis
L'ingresso al santuario è invece decorato con due telamoni nelle vesti di Pan.

telamone nelle vesti di Pan
telamone nelle vesti di Pan


ingresso al Santuario di Attis
Il santuario presenta un'abside nella parete di fondo e nicchie rettangolari nelle pareti laterali

Riempe l'abside il calco in gesso della statua di Attis distesa su un fianco dopo l'evirazione.
Attis regge in una mano una melagrana e nell'altra un bastone da pastore, ha in testa un berretto frigio con raffigurazione della luna e attorniato da raggi solari.
Attis s'appoggia al busto di una divinità fluviale.

calco della statua di Attis
La sporgenza semicircolare in travertino dell'abside era forse una mensola per offerte votive.

copia del serpente avvolto intorno ad un pino
serpente avvolto intorno ad un pino (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense)




base candelabro con Satiri (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense)
base candelabro con Satiri (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense)
base candelabro con divinità (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense)
base candelabro con divinità  (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense)
Toro-Attis (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense)
Attis-Ermafrodito (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense
Lungo il lato nord orientale del Campo della Magna Mater delle botteghe si affacciavano sul lato sinistro del Cardo Massimo.

botteghe del lato nord orientale del Campo della Magna Mater che si affacciavano sul Cardo Massimo (a sinistra della foto)
Tra queste botteghe vi era l'ingresso al campo, seguito da un vestibolo e da una rampa per facilitare l'ingresso ai carri delle processioni.

ingresso e vestibolo del Campo della Magna Mater
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Limitrofo al muro che limita il Campo della Magna Mater, fu istallato il Mitreo degli Animali.

Mitreo degli Animali
Il mitreo fu costruito nel II secolo d.C.
Occupa lo spazio tra due file di pilastri di una sala con tre file di pilastri in mattoni.

altare del Mitreo degli Animali
Sul mosaico in tessere bianche e nere che ricopre il pavimento sono raffigurati cinque soggetti: un uomo nudo dalla testa con criniera con in mano un coltello da potatura e una pala perforata (grado del Leo-Perses), un gallo e un corvo (grado del Corax), uno scorpione, un serpente, la testa e la coda di un toro.

uomo nudo dalla testa con criniera, con pala forata e coltello da potatura
corvo e gallo
scorpione
serpente
testa e coda di toro
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Sul lato orientale del Cardo Massimo si trova una fila di botteghe dell'epoca severiana.

botteghe sul Cardo Massimo vicino Porta Laurentina
All'angolo tra il Cardo Massimo e la Semita dei Cippi, si trova la Domus della Medusa.

lato occidentale della Domus della Medusa (a sinistra della foto)
scale esterne e ingresso di una bottega sul lato occidentale della Domus della Medusa
Questa domus ha la particolarità di avere piccole stanze di forma trapezoidale con mosaici in tessere bianche e nere con raffigurazioni di tre gorgoni (non visibili in sito).

Come appare oggi, l'edificio si fa risalire all'epoca costantiniana.
Ha accessi solo sui lati sud ed ovest.

cortile con portico e vasca della Domus della Medusa
L'ingresso a sud immette in un vestibolo che si dirama in due corridoi (con mosaici a disegni geometrici non visibili), che costeggiano un cortile centrale con portico e vasca.

A nord del cortile vi è una sala, che forse era a due piani, e che era decorata con un mosaico con raffigurazione di un gorgone circondato da un mosaico a disegni geometrici.

portico della Domus della Medusa
Anche le stanze del lato orientale della domus presentano pavimenti a mosaico: una con disegni geometrici, l'altra con raffigurazioni di gorgone con la scritta GORGONI BITA.
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Sempre sullo stesso lato del Cardo Massimo si trova un edificio con botteghe e retrobotteghe, seguito da un Molino (da me già descritto nel secondo post dedicato ad Ostia Antica, perché avente un ingresso anche sulla Semita dei Cippi).

botteghe sul Cardo Massimo (a destra della foto) e Terme del Faro (sulla sinistra della foto)
ingresso sul Cardo Massimo del Molino
Accanto al Molino fu costruita una Fullonica (tintoria) inserendola nel III secolo in un edificio con botteghe sul Cardo Massimo.

Fullonica sul Cardo Massimo
vasche e olle in terracotta per la tintura delle stoffe interrate nel pavimento della fullonica
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Sul'altro lato del Cardo Massimo invece vi è l'ingresso alle Terme del Faro

Terme del Faro viste dal Campo della Magna Mater
Furono costruite all'epoca di Traiano, subirono diversi rimaneggiamenti e rimasero in uso fino al V secolo d.C..
Furono per qualche tempo proprietà dei senatori romani e poi anche di Cornificia, figlia o sorella di Marco Aurelio.

Terme del Faro
Sul Cardo Massimo si apriva l'ingresso delle terme seguito da un vestibolo.
L'ingresso era fiancheggiato da una parte da due botteghe, e dall'altro lato dal Portico dell'Ercole.

Entrando nell'edificio un ambiente sulla destra era adibito a "bar", con bancone ricoperto di marmi policromi.


"bar" della Terme del Faro
Vi erano poi due apodyteria (spogliatoi) posti uno di fronte all'altro.
Il pavimento a mosaico di un apodyterium raffigura il faro di Ostia rappresentato in un mare molto ricco di pesci e mostri marini con teste a forma di grifo, toro, leonessa, ariete ed altri animali.
Accanto a questo spogliatoio vi era una latrina.

Più avanti vi era il frigidarium con tetto sostenuto da pilastri.

vasca del frigidarium delle Terme del Faro
vasca del frigidarium delle Terme del Faro
Una grande vasca è posta a sud-est dell'ambiente, mentre sul lato opposto vi è un altro frigidarium più piccolo con vasca rivestita in marmo e sulle pareti della quale vi sono riquadri affrescati con pitture del III secolo d.C.: Venere su un guscio trainato da Nereidi e i Tritoni, Europa portata a Creta da un toro, Giove in suo travestimento (alcuni ambienti non sono visitabili!).

piccolo frigidarium
I locali riscaldati sono posti nella zona occidentale dell'edificio.
In uno di questi ambienti corre una panca lungo le pareti e sul pavimento il mosaico rappresenta Nereidi, mostri marini e un amorino su di un delfino.

Vi erano naturalmente ambienti di servizio con forno e cisterna d'acqua.
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Sempre sullo stesso lato della strada si trovano il Portico e il Caseggiato dell'Ercole, che si affiancano su una piazza lastricata interna.
L'edificio prende il nome da un rilievo in tufo raffigurante Ercole, che forse costituiva la chiave di volta di un arco del portico.

ingresso al Caseggiato dell'Ercole su Via della Caupona
L'ingresso principale alla piazza avveniva tramite un vestibolo coperto che si apriva su Via della Caupona.

Su una parete del vestibolo si trovava una statuetta di culto posta in una nicchia semicircolare.
In fondo alla piazza c'è una vasca coperta.

piazza interna del Caseggiato dell'Ercole con fontana coperta
Dietro al portico che costeggiava il Cardo Massimo, si trovavano delle botteghe con volta a crociera: alcune si aprivano sotto il portico, mentre le altre sulla piazza interna.

Tra le botteghe sul Cardo Massimo si trovavano anche tre "bar".
In alcune botteghe sono stati trovati dei dipinti che hanno fatto pensare ad atelier di pittori.

uno dei "bar" del Caseggiato dell'Ercole
Tre erano i corridoi tra le botteghe che permettevano il passaggio dal Cardo Massimo alla piazza.

Fa parte dell'edificio anche la Caupona del Pavone, che prende il suo nome da un piccolo santuario con raffigurato un pavone.

ingresso della Caupona del Pavone
Originariamente era una domus privata a due piani, trasformata poi un albergo di lusso con osteria, o forse in una sede di pittori, che hanno qui lasciato dipinte le loro opere.
Le pitture e i mosaici sono di epoca severiana.

pitture lineari su fondo bianco in una camera della Caupona del Pavone
Al pian terreno dopo l'ingresso si trova una latrina e poi un ambiente decorato con un affresco a finto marmo con pesci rossi, con bancone per la mescita, una vasca rivestita in marmo e mensole per l'esposizione delle vivande (tutti questi ambienti non sono visitabili!).

un ambiente della Caupona del Pavone
Da questo ambiente si poteva accedere in una piccola saletta con affrescate sulle pareti delle figurine che raffiguravano Muse.

corridoio e un cortile all'aperto della Caupona del Pavone
Due cortili all'aperto davano luce agli ambienti e uno dei due aveva lungo i lati un bancone per ospitare i clienti dell'osteria.
Al piano superiore vi erano gli alloggi.
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A ovest della Caupona del Pavone vi è un edificio con botteghe e camere retrostanti articolate intorno a un cortile rettangolare.

Dall'altro lato di Via della Caupona si trovano invece due domus.
La prima domus è mal conservata.

La seconda, chiamata Domus di Via della Caupona, ha un vestibolo pavimentato con un mosaico a tessere bianche, nere e rosse, e aveva nelle pareti affrescate due nicchie semicircolari rivestite in marmo.

pavimento a mosaico del vestibolo
particolare del pavimento a mosaico del vestibolo
Delle altre camere che compongono la domus, due hanno pavimenti in opus sectile policromo e marmi alle pareti, e una camera ha pavimento in mosaico a disegni geometrici e vegetali e pareti dipinte.

pavimento in opus sectile di una stanza
decorazioni marmoree alle pareti
pavimento a mosaico a motivi geometrici e vegetali della domus
pavimento marmoreo
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Accanto a questa domus si trova la Domus dei Pesci, costruita nel III secolo d.C. in due fasi.

ingresso alla Domus dei Pesci
La domus prende il nome dal mosaico policromo del piccolo vestibolo d'ingresso, raffigurante un calice con dentro un pesce e due pesci vicino allo stelo del calice (forse simboli cristiani).

vestibolo d'ingresso
mosaico con calice e pesci del vestibolo d'ingresso della Domus dei Pesci
Alcuni gradini affiancati da semicolonne in mattoni conducono ad una sala con mosaico bianco e pareti intonacate, fiancheggiata da due stanze, di cui una riscaldata dall'adiacente forno, pavimentata in marmo e con pareti ricoperte da lastre marmoree.
Vicino al forno vi è anche una cisterna.

Il portico è a forma di U, con mosaico a motivi geometrici e panche in muratura tra alcuni dei pilastri.

panche in muratura lungo parte del portico pavimentato e accesso alla grande sala
Ad un'estremità del portico vi è una sala pavimentata con opus sectile policromo.

stanza pavimentata con opus sectile policromo (poco riconoscibile perché sporco!)
Si entra quindi in un cortile pavimentato con mosaico bianco e nero.

cortile e grande sala (sulla destra)
Nel mezzo del cortile vi è una vasca con al centro una piramide a gradini sulla quale scorreva l'acqua.
Vi è anche stata aggiunta una vasca semicircolare con pavimento in marmo.

vasca semicircolare e vasca con piramide del cortile della Domus dei Pesci
Sulla parete di fondo del cortile vi è un'altra fontana in marmo costituita da una vasca e da una nicchia per una statua.

fontana posta sul fondo del cortile della Domus dei Pesci
Nel lato del cortile opposto all'ingresso si accede ad una grande sala preceduta da due colonne di marmo e da due semicolonne di mattoni.

cortile visto dalla grande sala
Il pavimento in mosaico bianco e nero di questa sala, a riquadri con figure di pesci, tridenti e disegni geometrici, è purtroppo preservato sotto un telo di copertura.
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Continuando a percorrere Via della Caupona verso il Cardo Massimo, accanto alla Domus dei Pesci si costeggia la Domus delle Colonne.

ingresso e vestibolo della Domus delle Colonne
Questa domus del III secolo d.C. ha il suo ingresso sul Cardo Massimo, tra due negozi.
 
panca del vestibolo
Fu costruita intorno ad un cortile preesistente, di cui si conservano i pilastri in mattoni.
Il vestibolo d'ingresso conduce, varcando un passaggio tra due colonne in marmo, nel portico del cortile.
Pilastri in mattoni, tra i quali si trovano muretti, circondano il cortile.

cortile centrale con ninfeo della Domus delle Colonne
cortile centrale con ninfeo della Domus delle Colonne
Trova posto al centro del cortile un ninfeo in marmo costituito da due nicchie semicircolari messe accostate schiena a schiena.
Davanti a una delle nicchie si trovano due colonnine e una vasca rettangolare.
Nel cortile vi è anche un pozzo.

ninfeo del cortile della Domus delle Colonne
ninfeo del cortile della Domus delle Colonne
vasca su piedistallo nel cortile della Domus delle Colonne
pozzo del cortile della Domus delle Colonne
Affacciavano sul porticato alcune stanze, tra le quali una sulla sinistra del vestibolo, in posizione sopraelevata, preceduta da due colonne in marmo.

sala a sinistra del vestibolo e accesso al portico (scalini) della Domus delle Colonne
Diametralmente opposta al vestibolo d'ingresso vi era un triclinium (una sala da pranzo), preceduto da due colonne in marmo.

triclinium della Domus delle Colonne
pavimento a mosaico vicino alle colonne del triclinium
I pavimenti a mosaico o a opus sectile di questa domus sono protetti, e quindi non visibili.
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Proseguendo ora sul Cardo Massimo s'incontra sulla destra un ingresso alla palestra delle Terme del Foro (di cui ho parlato nel mio quarto post dedicato a Ostia Antica), seguita da una doppia fila di botteghe.

ingresso alla palestra delle Terme del Foro
Sulla sinistra del Cardo Massimo invece è posto il Ninfeo degli Eroti.

Ninfeo degli Eroti
Questa sala quadrata costruita nel V secolo, forse ricoperta con una volta a crociera, aveva rivestimenti in marmo bianco sulle pareti e sui pavimenti.

Nella nicchia della parete di fondo forse era collocata una statua di Venere.
Da ambo i lati vi era una porta.

nicchia della parete di fondo affiancata da porte
nicchia semicircolare della parete di fondo del Ninfeo degli Eroti
Lungo le pareti laterali era adornata di statue di Eros con arco poste entro nicchie di forma rettangolare.

Erote che incorda l'arco (dal Ninfeo degli Eroti - Museo Ostiense)
Erote che incorda l'arco (dal Ninfeo degli Eroti - Museo Ostiense)




Accanto alle nicchie mensole sorreggevano colonne tortili.

mensole in marmo che sorreggevano colonnine tortili
Al centro dell'ambiente vi è una vasca in marmo su piedistallo.

vasca su piedistallo (il bacino non è originale) del Ninfeo degli Eroti
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Alle spalle del Ninfeo degli Eroti vi è la cosiddetta Domus del Viridario, che prende il nome da un lungo cortile, che probabilmente fungeva da giardino, con al centro una lunga vasca (oggi ricoperta da fitta vegetazione!).

Accanto al Ninfeo degli Eroti invece, poco prima dell'incrocio tra il Cardo Massimo e Via del Tempio Rotondo, vi sono due antiche domus: la Domus della Nicchia a Mosaico e la Domus di Giove Fulminatore.

Quella più vicina al ninfeo è la Domus della Nicchia a Mosaico, datata 50-40 a.C., segue lo schema classico di allineare atrio e tablinio.

nicchia che dona il nome alla Domus della Nicchia a Mosaico
Un cortiletto porticato su due lati e con pozzo, è posto dietro il tablinio.
Sulla sua parete di fondo è posta una nicchia semicircolare decorata con conchiglie, calcare, ciottoli di fiume rossi e pasta vitrea blu.
Al suo interno è stata collocata il calco di una statua trovata sul Cardo Massimo davanti alla domus.
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L'altra domus è la cosiddetta Domus di Giove Fulminatore, del I secolo d.C.

Si è potuto affermare, dai bolli impressi sui suoi mattoni di costruzione, che il materiale costruttivo proviene dalla stessa fornace che ha prodotto mattoni per Pompei e per la costruzione del Colosseo.

fallo apotropaico nel mosaico dell'atrio della Domus di Giove Fulminatore
Un anti-atrio (fauces), posto tra due botteghe, precede un atrio con mosaico in bianco e nero nel quale è raffigurato un fallo apotropaico.

Nel centro dell'atrio con portico tuscanico (cioè sorretto da travi), si trova un impluvium, ed è fiancheggiato da cubicula (camere da letto).

atrio con impluvium della Domus di Giove Fulminatore
La sala sul fondo dell'atrio venne in seguito divisa con un muro nel quale vi erano tre nicchie: quella centrale semicircolare avrà contenuto una statua.
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La parte posteriore delle due domus, forse occupata da un peristilio, andò a far parte delle retrostanti Terme Bizantine.

Queste terme, costruite nel IV/V secolo d.C., avevano il loro ingresso principale su Via del Tempio Rotondo, la strada in prosecuzione del Cardo Massimo, interrotto dagli edifici pubblici che si andarono a costruire nel Foro.

Dopo aver percorso un lungo corridoio si accedeva al frigidarium, pavimentato a mosaico giallo, grigio e rosa, e con basi di colonne.

frigidarium delle Terme Bizantine
pavimento a mosaico del frigidarium delle Terme Bizantine
base di colonna (coperta davegetazione!) del frigidarium delle Terme Bizantine
La più grande delle tre vasche absidate del frigidarium aveva tre finestre e piccole nicchie.

Le camere riscaldate avevano pavimenti in marmo, alcune erano absidate e forse divise in due ali (per dividere i due sessi).


vasca della Terme Bizantine
vasca delle Terme Bizantine
La palestra era posta a sud-est dell'edificio insieme ad una grande cisterna.

muro esterno della cisterna delle Terme Bizantine
Oggi è difficile riconoscere i vari ambienti delle Terme Bizantine per la troppa vegetazione che li ricopre!
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Tra la Domus di Giove Fulminatore e l'ingresso alle Terme Bizantine, all'angolo tra il Cardo Massimo e Via del Tempio Rotondo, vi è un Ninfeo di epoca traianea.

Ninfeo
E' di forma semicircolare con cinque nicchie (che avranno contenuto statue), dalle pareti sporgenti.
Nella nicchia semicircolare centrale, affiancata da semicolonne in mattoni, vi è stato collocato il torso di una Venere.

torso di Venere nella nicchia centrale del ninfeo
Le altre nicchie sono rettangolari.
Il ninfeo era rivestito in marmo.

Alle spalle del ninfeo si trova una latrina pubblica del IV secolo d.C.

latrina pubblica
latrina pubblica
Per i sedili, posti lungo tre lati, sono stati riutilizzati iscrizioni funerarie e sarcofagi (!!!!).

sedili della latrina pubblica
lastre di sarcofaghi usate come sedili nella latrina pubblica
Segue poi un caseggiato dell'epoca di Alessandro Severo (III secolo d.C.).

Il caseggiato presenta in facciata sei negozi e un lungo corridoio d'accesso porta agli ambenti abitati.
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L'ultimo edificio sulla Via del Tempio Rotondo, posto nel punto in cui la strada s'interseca con Via di Iside, è la cosiddetta Domus su Via del Tempio Rotondo, costruita nel III secolo d.C.

Domus su Via del Tempio Rotondo (vista dalla cella cella del Tempio Rotondo)
Domus su Via del Tempio Rotondo
A causa di un terremoto la sua facciata su Via del Tempio Rotondo collassò sulla strada (e se ne possono vedere qui i resti).

parete collassata della Domus su Via del Tempio Rotondo
finestra della parete collassata
Il cortile interno, abbellito da un ninfeo con due nicchie semicircolari, è attorniato dalle camere.
Nel cortile una scala portava ad un pozzo.

Via del Tempio Rotondo: sulla destra Domus su Via del Tempio Rotondo e sulla sinistra la sua parete collassata
Affacciano sul cortile ad ovest una grande sala absidata pavimentata in opus sectile, e a sud una grande sala da pranzo.

Tre Grazie (da Via del Tempio Rotondo - Museo Ostiense)
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Ci si trova ora all'incrocio con Via del Pomerio (sulla destra) e Via di Iside (sulla sinistra).

L'edificio che s'affaccia su Via di Iside, limitrofo con la zona non scavata, era ad uso commerciale.
Nella sua area posteriore vi furono costruite piccole terme, di cui rimangono i resti di un ambiente absidato con camere attigue.

ambiente absidato delle piccole terme
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Continuando su Via di Iside verso il Bivio di Castrum, sulla sinistra si trova il Caseggiato del Sacello di Iside.

ingresso al Caseggiato del Sacello di Iside
parte occidentale del caseggiato
Caseggiato del Sacello di Iside e ingresso verso il Cortile del Dioniso
Nell'angolo nord-est di un piccolo cortile posto a nord-est di questo caseggiato ad uso commerciale, è stato posto un piccolo sacello.

La porta d'ingresso al sacello è fiancheggiata da colonne e sormontata da timpano (chiuso al pubblico).

  
ingresso al Sacello di Iside
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A fianco al Caseggiato del Sacello di Iside sorge la Casa della Fullonica, così chiamata per la presenza di una stanza in cui un bacino lungo e stretto corre lungo le pareti.

ingresso della Casa della Fullonica
stanza con bacino della Casa della Fullonica
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L'ultimo edificio da visitare in questo percorso è il Macellum, costruito tra il I e il II secolo d.C. e frequentato fino al V secolo d.C.

Macellum
Si tratta di uno spazio pavimentato in marmo, circondato da una cunetta nella quale scorreva acqua, e con una fontana al centro, era il mercato delle carni e di altri prodotti alimentari.

cunetta in cui scorreva l'acqua
vasca centrale del Macellum
Nella fontana con i lati brevi curvi, è stato ritrovato la statua di un putto che cavalca un delfino.

Le merci erano esposte probabilmente sull'alto podio con sei colonne di marmo con capitelli corinzi della parete di fondo.
Questo podio era un tempo coperto da un tetto.

podio colonnato del Macellum
Sotto il podio vi era una camera con bacini, raggiungibile con scalette.

accesso alla camera sotto il podio del Macellum

accesso alla camera sotto il podio del Macellum

Verticalmente su di una colonna del podio (riusata poi nel Ninfeo del Bivio di Castrum), si legge il graffito cristiano:
"LEGE ET INTELLEGE MUTU LOQUI AD MACELLU(M)"
"Leggi e sappi che un uomo muto ha ripreso la parola nel mercato".
Forse si allude ad un miracolo.

colonna con graffito
Il Macellum era accessibile anche dal Decumano Massimo, attraverso un portico monumentale con due colonne in granito seguito da un corridoio.

colonne all'ingresso del Macellum sul Decumano Massimo
corridoio d'accesso al Macellum dal Decumano Massimo
Era in comunicazione anche con due tabernae dei Pescivendoli, che verranno descritte nel prossimo post.


www. ostia-antica.org
www.ostiaantica.beniculturali.it
Orari: ultima domenica di ottobre/15 febbraio               8.30/16.30
           16 febbraio/15 marzo                                           8.30/17.00
           16 marzo/ultimo sabato di marzo                        8.30/17.30
           ultima domenica di marzo/ agosto                       8.30/19.15
           settembre                                                              8.30/19.00
           1 ottobre/ultimo sabato di ottobre                       8.30/18.30
lunedì CHIUSO
Il Museo apre alle 9.30
Costo: 8€
la prima domenica del mese GRATIS 


CONCLUSIONI
Abbiamo visitato insieme un'altra zona degli scavi di Ostia Antica.
Nel prossimo post ci sposteremo, partendo dal Bivio del Castrum, verso Porta Marina, percorrendo l'ultimo tratto del Decumano Massimo.


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