domenica 2 settembre 2018

L'Anfiteatro Campano a Santa Maria Capua Vetere


La località chiamata attualmente Santa Maria Capua Vetere è il sito sul quale è nata e si è sviluppata l'antica città di Capua, che fu per secoli la capitale della Campania.

Qui si sono intrecciate le vicende storiche di Etruschi, Osci, Sanniti e Romani.
Nel I secolo a.C. Cicerone nella sua orazione De lege agraria (II, 32, 86)chiamò Capua "ILLA ALTERA ROMA" ovvero "l'altra Roma", per l'importanza che questa città ricopriva.
Lo storico Tito Livio nella sua Ab Urbem condita (VII, 31) la definì "URBS MAXIMA OPULENTISSIMAQUE ITALIAE" e il poeta Decimo Magno Ausonio la collocò ottava nell'elenco delle dieci città più importanti dell'impero.
Il geografo e storico greco Strabone la definì "METROPOLIS".
Capua divenne infatti una delle cittadine più grandi, dinamiche e ricche dell'impero romano.

Gran parte della produzione agricola della Penisola veniva prodotta nel fertilissimo Ager Campanus, il territorio nel quale Capua si trovava, e si distinse per la produzione di articoli di lusso: profumi, unguenti, bronzi, ceramiche.

La città divenne un crocevia di civiltà dai costumi diversi.
Con questi fiorenti commerci gli abitanti di Capua si arricchirono e condussero uno stile di vita elegante in lussuose dimore.
Vennero costruiti anche templi, santuari, terme, horrea, piazze pubbliche (quella detta Seplasia era il luogo dove venivano venduti i profumi di altissima qualità qui prodotti), ed edifici dedicati al divertimento dei suoi abitanti.
Tra questi furono costruiti un teatro e un Anfiteatro, anzi due Anfiteatri, dei quali si parlerà in questo post.

planimetria delle emergenze di epoca romana del sito archeologico
Si è infatti ritrovato nel piazzale antistante i resti del grandioso anfiteatro di epoca imperiale, il precedente Anfiteatro di epoca tardo-repubblicana (II secolo a.C.), demolito quando, sotto l'imperatore Adriano, furono terminati i lavori del nuovo edificio per i giochi gladiatori.
resti dell'Anfiteatro tardo-repubblicano (in primo piano)
Capua fu la sede della più antica scuola gladiatoria romana, dove anche il patriziato faceva allenare i propri gladiatori.
Si attribuisce agli Etruschi l'origine dei giochi gladiatori: erano spettacoli che si svolgevano durante le cerimonie funebri di personaggi illustri, e vedevano protagonisti schiavi o prigionieri costretti a  combattere tra loro.
I romani adottarono questo tipo di spettacolo nel 264 a.C., sempre per celebrazioni funerarie, ma nel 105 a.C. i giochi gladiatori si trasformarono per volere del Senato in spettacoli pubblici.

E' in questo primo anfiteatro dell'antica Capua che combatté Spartaco, il gladiatore originario della Tracia che nel 73 a.C. si ribellò al lanista Lentulo Batiato e a Roma.
Figlio di pastori, Spartaco si arruolò nell'esercito romano, ma a causa del razzismo subito e alla dura disciplina, decise di disertare.
Quando lo presero fu condannato alla schiavitù.
Successivamente fu venduto e costretto a combattere come gladiatore a Capua.
Ma anche qui si ribellò alle condizioni disumane alle quali doveva sottostare e fuggì insieme ad altri 70 gladiatori.
A questi si aggiunsero altri schiavi fuggitivi.
A capo della rivolta servile Spartaco tenne sotto scacco la Repubblica per ben due anni prima di cadere sotto i colpi dei soldati di Crasso (o catturato e crocifisso sulla Via Appia come 6.000 dei suoi seguaci).
Questo primo anfiteatro a forma ellittica (124,58 x 91,40), posto vicino alla Via Appia e al Decumano Maggiore di Capua, ma in posizione marginale rispetto al centro della città (nord-occidentale), è stato il primo nel mondo antico ad essere stato costruito in piano, con le gradinate sorrette da muri a cuneo in opera cementizia e paramenti in opus incertum.

resti dell'Anfiteatro tardo-repubblicano
Oggi non rimane molto di questo edificio (è stato scavato parzialmente, una parte rimane sotto la strada), solamente tracce di murature in opera reticulata, meglio osservabili dall'esterno della cancellata che circonda il sito archeologico.
Fu infatti raso al suolo alla fine del I secolo d.C. per poter costruire subito più a nord il nuovo anfiteatro.

L'Anfiteatro Campano o Anfiteatro Capuano di epoca imperiale sorse nelle immediate vicinanze di quello di epoca tardo-repubblicana.

Anfiteatro Campano (lato meridionale)
Fu costruito da una colonia conquistata da Augusto dopo la battaglia di Azio, fu restaurato da Adriano nel 119 d.C., che vi aggiunse statue e colonne, e inaugurato da Antonino Pio nel 155 d.C.

Questa parziale ricostruzione della storia dell'anfiteatro si è potuta apprendere da un'epigrafe posta sul fronte meridionale dell'edificio, ritrovata durante gli scavi effettuati nel 1726:
"COLONIA IULIA FELIX AUGUSTA CAPUA FECIT DIVUS HADRIANUS AUG RESTITUIT IMAGINES ET COLUMNAS ADDI CURAVIT IMP CAES T AELIUS HADRIANUS ANTONINUS AUG PIUS DEDICAVI"
"La Colonia Giulia Felice Augusta Capua fece,
il Divo Adriano Augusto restaurò e curò
vi si aggiunsero le statue e le colonne,
l'Imperatore Cesare T.Elio Adriano Augusto Pio dedicò".

Oggi questa epigrafe è conservata nel giardino del Museo Provinciale Campano di Capua.

L'Anfiteatro fu dunque costruito tra la fine del I e l'inizio del III secolo d.C.
Fu eretto sopra una platea di blocchi calcarei posti su due fasce concentriche.
Le murature furono realizzate con blocchi di travertino (opus quadrata) e laterizio.
E' l'Anfiteatro più antico e il secondo per grandezza rispetto al Colosseo.
Ha una pianta ellittica (170 x 139m), con quattro ingressi in corrispondenza dei quattro punti cardinali: le principali erano chiamate Porta Iovia o Triumphalis (da dove uscivano i vincitori) e Porta Libitina (da Libitina, divinità della morte e quindi porta da cui uscivano i vinti).
Due colonne in cipollino con capitelli compositi affiancavano i quattro ingressi.

Ingresso  nord-occidentale
Ingresso sud-orientale
Ingresso sud-orientale
Alto 46m, l'Anfiteatro Campano in origine presentava quattro piani.
Oggi possiamo vedere ancora alzato solo il primo piano.

plastico con ipotesi ricostruttiva della facciata dell'Anfiteatro Campano (Museo dei Gladiatori)
I primi tre piani erano caratterizzati da arcate sovrapposte (80 arcate su ogni livello), realizzate in blocchi di calcare del Monte Tifata, caratterizzate da semicolonne appoggiate a pilastri di ordine tuscanico.

arcate esterne dell'Anfiteatro Campano
arcate esterne dell'Anfiteatro Campano
arcate esterne dell'Anfiteatro Campano
arcata
La chiave di volta di ogni arcata dei due primi livelli era decorata con un busto a bassorilievo di una divinità o con protomi di semidei.
Il terzo livello era decorato da Satiri, teste di Pan e maschere teatrali.

Gli unici busti rimasti in loco sono quelli di Diana e di Giunone.

arcate del primo livello con le chiavi d'arco rimaste in loco: Diana (a sinistra) e Giunone (a destra)
A decorare la facciata del Palazzo Municipale di Capua vi sono i busti di Giove Ammone, Mercurio, Apollo, Diana, di un Satiro giovane, di un Sileno barbuto e una maschera teatrale provenienti dall'Anfiteatro.
Sileno barbuto (Palazzo Comunale)
Giove (Palazzo Comunale)
Mercurio (Palazzo Comunale)
Apollo (Palazzo Comunale)
maschera teatrale (Palazzo Comunale)
Un busto virile e un busto di Diana adornano il campanile del Duomo, nell'atrio del Museo Campano è esposta la personificazione di Volturno, mentre un Satiro e un Sileno barbato decorano Palazzo Cagli.

Nel Museo dei Gladiatori, visitabile in questo sito archeologico, sono esposte invece le chiavi d'arco con Mitra (o Attis), Giunone, Minerva e il calco di Volturno.

Mitra (Museo dei Gladiatori)
Minerva (Museo dei Gladiatori)


Giunone (Museo dei Gladiatori)
calco di Volturno (Museo dei Gladiatori)
Queste raffigurazioni aiutavano gli spettatori a riconoscere il settore a loro assegnato, una sorta di numero d'ordine.
Delle statue intere che si trovavano sotto i fornici della facciata ci sono giunte un'Afrodite o Venere di Capua, un Adone o Apollo di Capua e una Psiche o Afrodite, esposte tutte e tre al Museo Nazionale Archeologico di Napoli.

Venere di Capua (II sec.d.C. replica da originale greco di IV sec.a.C. - Museo Nazionale Archeologico - Napoli)
Psiche o Afrodite (II sec.d.C. - Museo Nazionale Archeologico - Napoli)
Adone o Apollo di Capua (II sec.d.C. - Museo Nazionale Archeologico - Napoli)

Nel Museo dei Gladiatori sono conservati i frammenti di altre statue ritrovati nelle fogne dell'Anfiteatro: la testa di Ercole, la testa di Atena con elmo corinzio, la testa di Apollo e di una divinità femminile (forse Diana).
Furono ritrovate negli anni '70 durante i lavori di manutenzione dei canali e del pozzo che raccoglie le acque piovane dei sotterranei dell'Anfiteatro.

testa di Ercole (Museo dei Gladiatori)
testa di Atena (Museo dei Gladiatori)


testa di Apollo (Museo dei Gladiatori)
Divinità femminile (forse Diana - Museo dei Gladiatori)
L'ultimo livello dell'alzato invece presentava esternamente un parete continua decorata da lesene con finestre che illuminavano il corridoio dove era conservato il velario, manovrato dai marinai della flotta di Baia per riparare gli spettatori dal sole.
Mensole sporgenti mantenevano le funi del velario.
Sembra che l'uso del velarium sia stato introdotto proprio a Capua.

Il portico dell'attico era decorato con statue e con 120 colonne in marmo cipollino con capitelli corinzi (due di queste colonne furono reimpiegate nel Duomo di Capua), che sostenevano cornici in marmo pavonazzetto.

Un'attenta osservazione porta a scoprire lacerti d'intonaco o frammenti di decorazioni in stucco ancora in loco.

frammento di decorazione nell'arco
lacerto d'intonaco dipinto e stucco
lacerto d'intonaco dipinto e stucco
Il pendio della cavea era costruito in muratura mediante un sistema di sostruzioni radiali inclinate verso l'interno, collegate da volte a botte che sostenevano le gradinate, formando dei corridoi concentrici, collegati tra loro da cunicoli e gradinate, che permettevano agli spettatori di raggiungere i loro posti assegnati. 

corridoi voltati sotto gli spalti
corridoio voltato e accesso con scale
strutture voltate per sostenere agli spalti
corridoio voltato e accessi alle gradinate superiori
corridoio
corridoio più interno
corridoio più interno
Le quattro gallerie in opus latericium erano illuminate da lucernari.

plastico con la ricostruzione delle arcate che sostenevano i piani della cavea collegati da scale (Museo dei Gladiatori)
una scala interna dell'Anfiteatro
una scala interna dell'Anfiteatro
corridoio con lucernari
lucernario

La cavea che poteva contenere 40.000/60.000 spettatori era suddivisa in quattro meniani (ordini): Ima, Media Cavea, Summa Cavea, Attico.

lato della cavea con ingresso meridionale
lato della cavea con ingresso settentrionale
Gli spalti erano divisi secondo una legge augustea in tre ordini sociali: in basso erano posti i cavalieri, al centro i tribuni, i senatori, i sacerdoti e i magistrati, e in alto il popolino.
La loggia detta "Cathedra" era riservata alle donne.
C'era anche una divisione tra scapoli e ammogliati, e i giovani dovevano essere accompagnati dai pedagoghi.
resti della struttura che sosteneva gli spalti
resti della struttura che sosteneva gli spalti
resti della struttura che sosteneva gli spalti
resti della struttura che sosteneva gli spalti
Le gradinate erano ricoperte di marmo.
Sono giunti fino a noi alcuni plutei frontali e frammenti delle balaustre dei 76 vomitoria (ossia i varchi d'accesso agli spalti).

I plutei erano posti sull'architrave delle porte e vi erano raffigurate a rilievo scene mitologiche e commemorative: la Costruzione dell'Anfiteatro, Scene di sacrificio, Divinità turrite o una Processione di portatori di ferculum (ovvero i portatori di statue su lettighe).

N°1 Scena di Sacrificio / N°5 Costruzione dell'Anfiteatro 7 N°6 Portatori di ferculum (Museo dei Gladiatori)
Le balaustre dei parapetti centrali (volti verso l'arena), presentano scene figurate, soprattutto riguardanti Ercole (rappresentante la forza) e Diana (legata agli animali e quindi alle venationes, ovvero le finte cacce di animali nell'Anfiteatro): la Caccia al cinghiale calidonio, le Imprese di Ercole, il Suplizio di Marsia, Marte e Rea Silvia, Diana e Atteone.

Caccia Caledonia (Museo dei Gladiatori)
in alto N°2 e N°4 Atteone divorato dai cani / N°(Museo dei Gladiatori)
Il Suplizio di Marsia (Museo dei Gladiatori)
Il Suplizio di Prometeo (Museo dei Gladiatori)
N°7 Marte e Rea Silvia  /N°8 Diana (Museo dei Gladiatori)
N°1 Menadi danzanti / N°2 Apollo / N°3 Ercole e Teseo (Museo dei Gladiatori)
Ercole e Anteo (Museo dei Gladiatori)
La Pulizia delle stalle di Augia (Museo dei Gladiatori)
in alto: N°3 e N°4 Dioscuri / in basso: N°7 Ercole o Atlante / N°8 Fatica di Ercole (Museo dei Gladiatori)
N°4 Girale / N°5 Centauromachia (Museo dei Gladiatori)
Alcune balaustre erano poste come corrimano ai lati degli ultimi gradini ed erano scolpite, da ambo i lati, con figure di animali esotici (elefanti, gazzelle, dromedari, leonesse, tori, stambecchi, tigri, dei quali sono stati ritrovate le ossa nei condotti fognari dell'Anfiteatro), con scene di caccia tra animali o cornucopie.

balaustre corrimano zoomorfe (Museo dei Gladiatori)
balaustre corrimano zoomorfe (Museo dei Gladiatori)
balaustra con Leonessa che azzanna una preda (Museo dei Gladiatori)
balaustra con Leone che azzanna una preda (Museo dei Gladiatori)
balaustra con Cornucopia (Museo dei Gladiatori)
La parte centrale dell'arena, dove avvenivano i combattimenti, era separata dagli spalti dell'ima cavea da un parapetto a marmi policromi, e su questo vi erano delle colonnine che sorreggevano una rete per proteggere gli spettatori.

plastico della cavea, dell'arena e dei sotterranei (Museo dei Gladiatori)
Il piano centrale dell'arena era coperto da tavoloni in legno sui quali si cospargeva sabbia.
Aveva le stesse dimensioni di quella del Colosseo: 76,29 x 45,93m.

zona di combattimento dell'Anfiteatro
zona di combattimento dell'Anfiteatro
Sotto l'arena vi erano i sotterranei (carceres), accessibili tramite quattro scalette poste negli ambienti di servizio dietro al podio.

accesso ai sotterranei interdetto al pubblico
accesso ai sotterranei interdetto al pubblico
accesso ai sotterranei interdetto al pubblico
sotterranei visti dall'arena
sotterranei visti dall'arena
sotterranei visti dall'arena
sotterranei visti dai portici sotto gli spalti
sotterranei visti dai portici sotto gli spalti
L'ingresso principale ai sotterranei, che permetteva di entrarvi senza passare dai portici, si trovava sul lato occidentale.

I sotterranei erano costituiti da 9 corridoi paralleli collegati tra loro, ed erano utilizzati per posizionare i macchinari elevatori e gli apparati scenici che animavano lo spettacolo.
Erano anche presenti stalli per le bestie e un sistema di smaltimento delle acque.

canali di scolo dei sotterranei
Nella seconda navata del lato occidentale di questi sotterranei fu costruita una cappella cristiana, la Cappella di S.Paolino, nel periodo in cui l'Anfiteatro fu trasformato in fortezza (IX secolo d.C.).
Purtroppo i sotterranei non erano accessibili durante questa nostra visita, ma li abbiamo potuto visitare anni fa: davvero interessanti e suggestivi!
Le arcate del primo piano immettevano in un doppio portico aperto, sostenuto da pilastri e con una copertura a volta.

resti dei pilastri del doppio portico aperto
Sul lato orientale dell'Anfiteatro vi era invece un condotto di collegamento ad una grande cisterna a due navate, in opus reticulatum e con copertura a volta.

cisterna
divisione in due navate della cisterna
L'acqua della cisterna, piovana e proveniente dall'acquedotto, serviva per i giochi d'acqua nell'arena, per la pulizia dei sotterranei e per le aspersiones degli spettatori con profumi.

divisione in due navate della cisterna

L'esterno dell'Anfiteatro presentava una platea lastricata recitata con transenne in legno alternate a cippi in pietra calcarea liscia o con raffigurazioni scolpite.

platea lastricata
platea lastricata e cippi in pietra calcarea che transennavano l'Anfiteatro
In sito rimane un cippo sul quale dal lato verso l'Anfiteatro vi è rappresentato Ercole, mentre sul lato opposto vi è raffigurato Silvano.

Silvano
Ercole
decorazione del cippo con serpenti
Un doppio porticato curvilineo con colonnato al suo interno percorreva il lato orientale della piazza.

Una grande piscina (natatio) 68 x 30m absidata sui due lati più corti, bordi decorati da cornici in marmo, rivestita internamente in cocciopesto e munita di sedili al suo interno, era adibita alle esercitazioni atletiche o alle naumachie.
Oggi si trova al di fuori del sito archeologico, nel Parco Urbano.
L'Anfiteatro venne usato fino all'alto medioevo.
Venne poi distrutto dai Vandali di Genserico.
Venne ristrutturato nel 530.                                                                          Successivamente, in età longobarda, fu trasformato in una fortezza, con la chiusura delle arcate esterne. Ebbe questa funzione fino al IX secolo, quando la fortezza venne incendiata dai Saraceni (841).
In epoca normanna divenne una cava di materiali, utilizzati per costruire nuovi edifici.
I saccheggi continuarono anche durante l'epoca sveva.
Nel 1522 con un editto venne protetto in quanto luogo della memoria.

All'esterno dell'Anfiteatro vi sono sei tombe sannitiche a camera in tufo, risalenti al IV secolo a.C.
Prima che venne costruito l'Anfiteatro infatti, questa era un'area di sepoltura.
Pochi anni fa sono state vittime di vandalismo!

tomba sannitica
interno di una tomba sannitica
tomba sannitica
tomba sannitica
tomba sannitica
tombe sannitiche
tomba sannitica
tomba sannitica

Il piccolo ma interessante Museo dei Gladiatori, costruito nelle immediate adiacenze dell'Anfiteatro, merita una visita per completare la conoscenza di questo sito archeologico e per tuffarsi nel mondo dei gladiatori.

Nella prima sala si trova un plastico dell'Anfiteatro, realizzato negli anni '50: metà è come si presenta oggi, mentre l'altra metà è un'ipotetica ricostruzione.

plastico dell'Anfiteatro
plastico dell'Anfiteatro
Nella prima vetrina sono conservate ceramiche provenienti dalle tombe sannitiche poste vicino all'Anfiteatro e frammenti di statue ed elementi decorativi provenienti dall'Anfiteatro.

vetrina: un frammento di lacunare, due mensole a forma di bue, una testa di Ercole, una testa di Atena con elmo corinzio, una testa di Apollo, una testa femminile (forse Diana), oggetti in ceramica
mensola a forma di bue
mensola a forma di bue


lacunare
 Nella seconda vetrina sono esposti i calchi di armi gladiatorie rinvenute a Pompei e alcuni figurine di terracotta (sigilla) che venivano offerte ai Lari durante i Saturnalia.
Erano un'offerta al dio Saturno, inteso come dio degli Inferi, quasi a scongiurare la propria morte nell'arena: l'offerente dava al dio il sigillum in sostituzione della propria persona.

armi gladiatorie
elmi
coppia di schinieri (ocreae)
In questa sala sono affisse alla parete quattro chiavi d'arco che decoravano l'Anfiteatro, Mitra (o Attis), Giunone, Minerva e il calco di Volturno (l'originale è conservato al Museo Campano), e due iscrizioni onorarie agli imperatori Adriano e Antonino Pio.

Giunone
Mitra (o Attis)


Volturno e Minerva
In una saletta tra le due vetrine di questa sala si è voluto ricostruire un combattimento nell'arena tra un reziario (con rete e tridente), un secutor (munito di elmo e una spada ricurva chiamata sica), un trace e un venator che affronta un leone.
A parte il fatto che il pulsante per attivare il movimento dei manichini non funzionava, mi è sembrato poco didascalico e più adatto ad un "museo delle cere" piuttosto che ad un "museo d'archeologia".

Nella seconda sala del museo sono stati ricostruite alcune gradinate della cavea e di uno dei vomitoria, un accesso dell'Anfiteatro.

ricostruzione delle gradinate e di uno dei vomitoria
Oltre alle balaustre zoomorfe, vi è un rilievo con corteo di magistrati e littori nell'atto di entrare nell'Anfiteatro per assistere allo spettacolo.

Corteo di magistrati e littori che entrano nell'Anfiteatro per assistere allo spettacolo
Alle pareti di questa sala sono esposti i frammenti di plutei con scene mitologiche e venatorie, che decoravano le gradinate (già descritti in precedenza in questo post).

frammenti di plutei
frammenti di plutei
frammenti di plutei
frammenti di plutei
_____

Prima di guadagnare l'uscita del sito archeologico si può notare (a sud  dei resti dell'antico Anfiteatro tardo repubblicano), quel che rimane di un edificio di forma ottagonale, risalente al II secolo d.C.

edificio a forma ottagonale (II sec.d.C.)
edificio a forma ottagonale (II sec.d.C.)
Si può riconosce una grande fontana ottagonale (ninfeo) o un orologio ad acqua.
Era collegato all'area antistante da una scalinata in marmo.

fontana ottagonale
fontana ottagonale

http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=154995&pagename=157031

Orari:  lunedì CHIUSO
            gennaio                9.00/16.00
            febbraio               9.00/16.30
            marzo                   9.00/17.00
            aprile                    9.00/17.30
            maggio                 9.00/18.30
            giugno/agosto      9.00/19.00
            settembre             9.00/18.00
            ottobre                 9.00/17.00
            novembre             9.00/16.00
            dicembre              9.00/15.00
Costo:  2,50€ biglietto cumulativo
(Anfiteatro + Museo dei Gladiatori + Mitreo + Museo dell'Antica Capua)
prima domenica del mese GRATIS

CONCLUSIONI
E' la seconda volta che visitiamo a distanza di anni questo sito archeologico che reputiamo interessante ma poco messo in risalto.
Questa volta, come la precedente, abbiamo notato la mancanza di pannelli descrittivi:l'unico è posto vicino alle tombe sannitiche, ma illeggibile!
Per l'importanza storica del monumento penso che andrebbe fatto di più per valorizzarlo e renderlo più fruibile ai visitatori...in ogni caso, come gli altri siti archeologici della città (Museo dell'Antica Capua, Mitreo e Arco di Adriano), merita una visita!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto interessante

Raffaella ha detto...

Grazie!

Anonimo ha detto...

Gran trabajo, magnificas fotografías y descripciones. Gracias

Raffaella ha detto...

Gracias!

Posta un commento