lunedì 17 settembre 2018

Roma: la Basilica di S.Giovanni in Laterano (l'interno)


Dopo aver tracciato a grandi linee nel post "Roma: la Basilica di S.Giovanni in Laterano, Mater e Caput di tutte le chiese" la storia della costruzione della Basilica di S.Giovanni in Laterano e delle sue trasformazioni nei secoli, in questo post mi soffermerò a descrivere come appare oggi l'interno della basilica.

Si accede alla basilica dalla porta della navata laterale intermedia sinistra.
La basilica a croce latina è divisa internamente in cinque navate e presenta un transetto sopraelevato e una profonda abside.
La mia visita parte dalla navata laterale sinistra.
Le navate laterali hanno soffitto piatto e sono suddivise in campate rettangolari e quadrate da lesene.
In alto a sinistra dell'ingresso è la statua giacente del monumento funebre di Riccardo degli Annibaldi della Molara (omonimo e nipote del più famoso cardinale, al quale il monumento era stato erroneamente attribuito), realizzata da Arnolfo di Cambio, i cui frammenti del monumento originale si trovano esposti nel chiostro (nel post dedicato al chiostro della basilica il monumento è meglio descritto).

ricostruzione del monumento funebre di Riccardo degli Annibaldi
iscrizione in memoria del monumento funebre di Riccardo degli Annibaldi (con attribuzione errata allo zio cardinale)
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La prima cappella di questa navata è la Cappella Corsini, ricca di marmi, stucchi e bronzi.
La cappella, a croce greca scandita da lesene corinzie, è preceduta da un'elaborata cancellata in ferro e bronzo disegnata da Alessandro Galilei.

Cappella Corsini
La cupola della cappella è decorata con lacunari e paraste corinzie.

decorazioni della cupola della Cappella Corsini
Papa Clemente XII Corsini fece realizzare la sua cappella famigliare su disegno di Alessandro Galilei e la dedicò ad Sant'Andrea Corsini vescovo di Fiesole, suo antenato.

Agostino Masucci realizzò il disegno sull'originale l'Estasi di Sant'Andrea Corsini di Guido Reni (oggi alla Galleria degli Uffizi a Firenze) del mosaico del Santo titolare, con cornice in alabastro giallo e affiancata da colonne in verde antico dell'altare.

Estasi di Sant'Andrea Corsini (Agostino Masucci)
Le statue sul timpano dell'altare rappresentano l'Innocenza e la Penitenza e sono opera di Barolomeo Pincellotti.

Innocenza e Penitenza (Barolomeo Pincellotti)
Il bassorilievo che illustra L'intervento di Sant'Andrea Corsini alla Battaglia di Anghiari è di Agostino Cornacchini.
Intervento di Sant'Andrea Corsini alla Battaglia di Anghiari (Agostino Cornacchini)
Sui pennacchi sono raffigurati i Doni dello Spirito Santo e le Beatitudini (Agostino Corsini).
Sugli archi di scarico sono invece rappresentati Scienza e Pietà e Timor di Dio (Bernardino Ludovisi).

Il monumento funebre di Papa Clemente XII si trova sulla sinistra della cappella, inquadrato da due colonne di porfido con basi e capitelli in bronzo dorati.

monumento funebre di papa Clemente XII
Anche l'urna è in porfido e proviene dal pronao del Pantheon.
L'urna (secondo Flaminio Vacca), avrebbe contenuto le ceneri del console Marco Vipsanio Agrippa. 
La statua in bronzo che ritrae il papa è opera di Giovanni Battista Maini.
Carlo Monaldi ha invece realizzato le statue che rappresentano l'Abbondanza e la Magnificenza.

Dirimpetto si trova il  monumento funebre del cardinale Neri Corsini senior, zio di papa Clemente XII.
Le statue del monumento che raffigurano il cardinale con la Religione e un putto sono di Giovanni Battista Maini.

monumento funebre del cardinale Neri Corsini senior con le statue del cardinale e della Religione
Sulle pareti si trovano quattro nicchie con le statue delle Virtù Cardinali, sormontate ognuna da un bassorilievo in cui è raffigurata una scena della Vita di Sant'Andrea Corsini.
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Sulla destra della navata si trova la lastra tombale graffita del primo arciprete della basilica e cardinale di S.Sabina, Gerardo Bianchi, prima collocata davanti all'Altare della Maddalena nella navata centrale e poi qui spostata nel Settecento.
L'iscrizione sottostante la statua del giacente è in versi leonini.

lastra tombale dell'arciprete Gerardo Bianchi
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Segue la Cappella dell'Assunta (o Dormitio Beatae Mariae Virginis).

Cappella dell'Assunta
La pala d'altare è composta nella parte bassa da un frammento di un affresco staccato (volto e busto di Maria), originariamente situato nella Sala del Concilio del Patriarchio (Dormitio Beatae Mariae - scuola di Giotto) al quale furono poi aggiunti dipinti su tavola gli Apostoli, e nella parte alta da l'affresco dell'Assunta tra S.Domenico e S.Filippo Neri (Giovanni Odazzi e Ignaz Stern).

L'Assunta tra S.Domenico e S.Filippo Neri (Giovanni Odazzi e Ignaz Stern)
Dormitio Beatae Mariae (scuola di Giotto)
Sulla sinistra della cappella si trova il monumento funebre del cardinale Nicola Antonelli con il ritratto del cardinale e l'Allegoria del Tempo (Gaspare Sibilla), mentre sulla destra è posto il monumento funebre del cardinale Leonardo Antonelli.
Davanti a questa ultima tomba si trova la copia della Pietà di Antonio Montauti, il cui originale si trova nella cripta della Cappella Corsini appena descritta.

monumento funebre del cardinale Nicola Antonelli (Gaspare Sibilla - XVIII sec.)
monumento funebre del cardinale Leonardo Antonelli e copia della Pietà di Antonio Montauti (1732)
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Proseguendo lungo la navata, dopo la tomba del cardinale Vincenzo Santucci (XIX secolo), segue la tomba del notaio apostolico Bernardo Caracciolo (morto nel 1255).
Del monumento originale, che richiama lo stile di Arnolfo a Cambio, rimane solo la statua giacente.

tomba del cardinale Vincenzo Santucci (XIX sec.)
tomba del notaio apostolico Bernardino Caracciolo (XIII sec.)
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La terza cappella è la Cappella della Madonna delle Grazie (detta Sanseverina), progettata da Onorio Longhi.
La cappella è visitabile solo per la preghiera (foto da dietro un vetro).
Cappella della Madonna delle Grazie
La cappella fu costruita per ricordare il cardinale Giulio Antonio Santori, del quale si conserva il busto realizzato da Giuliano Finelli.

L'altare è composto da un sarcofago strigilato di III secolo d.C. (appartenuto ad uno di quegli equites singulares che fino in epoca costantiniana avevano la loro caserma al posto della basilica), posto sopra una coppia di leoni.
Il Cristo in marmo con croce in bronzo, posto sull'altare, è opera di Aurelio Civoli (o di Stefano Maderno).
La Madonna col Bambino tra :Lorenzo e S.Sebastiano è attribuito alla scuola del Perugino.

altare con sarcofago romano e leoni/ Cristo in marmo (Aurelio Civoli)/ Madonna delle Grazie (scuola del Perugino)
Sulla destra della cappella si trova il monumento degli zuavi pontifici caduti a Mentana, opera di Pietro Tenerani (1860).
Le pitture della volta con la rappresentazione della Passione di Cristo sono opera di Baccio Ciarpi.
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La quarta cappella di questa navata è la Cappella di S.Francesco d'Assisi, fondata dal cardinale Lancellotti e realizzata a pianta centrale da Francesco Capriani da Volterra nel XVI secolo.

Cappella di S.Francesco d'Assisi
La cappella fu poi rimaneggiata da Giovanni Antonio de' Rossi nel Settecento: divenne una cappella ellittica con forme borrominiane.

forma ellittica della cappella
Giovanni Battista Puccetti realizzò per la cappella la pala d'altare che raffigurava S.Francesco d'Assisi in atto di ricevere le stimmate, sostituita da una con lo stesso soggetto di Tommaso Laurenti.

S.Francesco d'Assisi in atto di prendere le stimmate (Tommaso Laurenti)
Nella volta sono stati realizzati a stucco da Filippo Carcani le statue e i tondi con raffigurazioni della Vita di S.Francesco d'Assisi.

volta della cappella decorata a stucco
S.Francesco davanti al Crocifisso in S.Damiano (Filippo Carcani)
Approvazione della Regola (Filippo Carcani)
S.Francesco che sostiene il Laterano (Filippo Carcani)
S.Francesco malato (Filippo Carcani)
Sulla parete sinistra si trova il Salvatore tra Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista di Filippo Agricola (XIX secolo), mentre sula parete destra Giovanni Piancastelli ha realizzato il Martirio di S.Giovanni Nepomuceno.

Salvatore tra S.Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista (Filippo Agricola - XIX secolo)
Martirio di S.Giovanni Nepomuceno (Giovanni Piancastelli)
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Pierre Legros il Giovane ha realizzato il monumento funebre del cardinale Girolamo Casanate (morto nel 1700), fondatore della Biblioteca Casanatese (Convento della Basilica di S.Maria sopra Minerva) e bibliotecario della Biblioteca Apostolica Vaticana.

monumento funebre del cardinale Girolamo Casanate (Pierre Legros il Giovane)
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La cappella seguente è la Cappella di Sant'Ilario, che fu vescovo di Poitiers.

Cappella di Sant'Ilario
Sull'altare si trova un affresco che raffigura Sant'Ilario ha la visione della SS.Trinità, opera di Jacques Courtois.

Sant'Ilario ha la visione della SS.Trinità (Jacques Courtois)
Sul lato destro della cappella si trova la tomba del cardinale Pietro Valeriano Duraguerra, attribuita a Giovanni di Cosma, per la quale è stato riutilizzato un sarcofago con tre stemmi con leoni rampanti.

tomba del cardinale Pietro Valeriano Duraguerra
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Proseguendo, ci si trova davanti all'ingresso per accedere al Chiostro, al quale dedicherò un post a parte.

ingresso al chiostro
chiostro
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Il percorso della mia visita continua nella navata laterale mediana sinistra, verso la controfacciata della basilica.
Le navate laterali mediane, illuminate da finestre, hanno soffitto a volta decorato con cherubini e ghirlande.
navata laterale mediana sinistra
In questa navata si possono vedere diverse tombe.

tomba del cardinale Lucio Sasso (XVII sec.)
tomba del monsignor Alessandro Burgio (XVII sec.)
tomba del vescovo Girolamo Garimberti (XVI sec.)
tomba di Giovanni Lanciuti (XVII sec.)
La sepoltura più importante dal punto di vista artistico è la tomba di Elena Savelli, realizzata dall'allievo di Michelangelo Jacopo del Duca (1570), qui posizionata dal Borromini durante i suoi lavori di ristrutturazione della basilica.
Nei medaglioni è raffigurato il Giudizio Universale.

tomba di Elena Savelli (Jacopo del Duca - 1570)
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La navata centrale era originariamente divisa dalle navate laterali con 30 colonne in marmo giallo.

navata centrale (verso la controfacciata)
Durante gli interventi di ristrutturazione del Borromini (voluti da Innocenzo X Pamphilj in previsione del giubileo del 1650), le colonne furono due a due inglobate in grossi pilastri scanalati (si vennero perciò a formare cinque arcate a tutto sesto e sei pilastri per lato).
ricordo del restauro della basilica ad opera di Innocenzo X Pamphilj
Nello spessore dei sei pilastri furono aperte delle grosse nicchie a forma di edicola, decorate con marmi grigi e colonne di verde antico dell'antica basilica.
In queste edicole furono poi fatte mettere da Clemente XI le statue dei dodici Apostoli (alte 4,60m), realizzate da allievi del Bernini.
Sopra alle edicole furono messi bassorilievi in stucco di forma quadrata con Storie Bibliche tratte dall'Antico e dal Nuovo Testamento, eseguiti su modelli di Alessandro Algardi, Ercole Antonio Raggi e de' Rossi.
Sopra ai bassorilievi vi sono medaglioni ovali nei quali sono dipinti i Profeti Maggiori, recanti in mano un rotolo con scritto un mistero della vita di Cristo.
Si poteva ancora vedere in questi ovali, prima che venissero aggiunti i dipinti ad olio nel 1718, l'antica muratura della basilica.

un'edicola della navata centrale con statua di un Apostolo, con bassorilievo con scene dell'Antico o Nuovo Testamento e dipinto di un Profeta Maggiore
Ecco, partendo dal transetto verso la controfacciata della basilica e in sequenza verticale dal basso verso l'alto, le opere del lato sinistro della navata centrale: 
 
S.Pietro (Pierre Etienne Monnot di Besançon)
Adamo cacciato dall'Eden (Giovanni Battista Morelli)
Isaia (Benedetto Luti)
Sant'Andrea (Camillo Rusconi)
Le "Reliquie dei Viventi" salvate dall'Arca (Michel Anguier)
Baruch (Francesco Trevisani)
S.Giovanni Evangelista (Camillo Rusconi)
Il Sacrificio di Isacco (Domenico Rossi)
Daniele (Andrea Procaccini)
S.Giacomo Minore (Angelo de Rossi)
Giuseppe venduto (Francesco Pinazzi)
Gioele (Luigi Garzi)
S.Bartolomeo (Pierre Legros)
Mosè conduce gli Ebrei fuori dall'Egitto (Michel Anguier)
Abdia (Giuseppe Chiari)
S.Simone (Francesco Moratti)
Giona nel ventre del pesce (Gervaise Deruet)
Michea (Pier Leone Ghezzi)
E queste sono le opere del lato destro della navata centrale (dalla controfacciata al transetto).

S.Taddeo (Lorenzo Ottoni)
Resurrezione (Giovanni Lazzoni)
Nahum (Domenico Maria Muratori)
S.Matteo (Camillo Rusconi)
Cristo nel limbo (Giovanni Francesco Rossi)
Giona (Marco Benefial)
S.Filippo (Giuseppe Mazzuoli)
Cristo venduto (Alexandre Grenoble)
Amos (Giuseppe Nasini)
S.Tommaso (Pierre Legros)
Cristo porta la Croce (Ercole Antonio Raggi)
Osea (Giovanni Odazzi)
S.Giacomo Maggiore (Camillo Rusconi)
Il genere umano rigenerato nel battesimo (Ercole Antonio Raggi)
Ezechiele (Giovanni Paolo Melchiorri)
S.Paolo (Pierre Etienne Monnot)
Il buon ladrone accolto in Paradiso (Michel Anguier)
Geremia (Sebastiano Conca)
Sopra la raffigurazione dei Profeti corre un fregio in cui si identificano il monogramma costantiniano, colombe con rami d'ulivo nel becco (simbolo della famiglia Pamphilj alla quale apparteneva Innocenzo X), candelabri e foglie di palma incrociate.

fregio: cristogramma, candelabri, foglie di palma incrociate
fregio: colomba con rami d'ulivo nel becco, candelabri, foglie di palma incrociate
A dar luce alla navata sono otto finestroni intervallati agli ovali con i Profeti.
Il soffitto in legno dipinto della navata centrale fu fatto realizzare a Flaminio Boulanger da Pio IV, su disegno attribuito a Michelangelo (ma anche a Daniele da Volterra o a Pirro Ligorio), Pio V lo fece dorare, e Pio VI lo fece restaurare, come si può dedurre dagli stemmi raffigurati dei tre pontefici.

soffitto in legno dipinto della navata centrale
stemma di Pio VI Braschi
stemma di Pio V Ghislieri
stemma di Pio IV Medici
Il pavimento fu rinnovato da Martino V nel 1425 in stile cosmatesco.

pavimento della navata centrale della basilica
particolare del pavimento della navata centrale della basilica
particolare del pavimento della navata centrale della basilica
particolare del pavimento della navata centrale della basilica
particolare del pavimento della navata centrale della basilica
particolare del pavimento della navata centrale della basilica
E' questo il motivo per il quale si trova riportato sul pavimento più volte il simbolo araldico della famiglia Colonna.

pavimento in stile cosmatesco con simbolo araldico della famiglia Colonna
pavimento in stile cosmatesco con simbolo araldico della famiglia Colonna
pavimento in stile cosmatesco con simbolo araldico della famiglia Colonna
Durante i restauri attuati dal Borromini nel 1650 il pavimento fu restaurato da Pier Santi Ghetti.
In seguito anche Pio IX e Pio XI si adoperarono per farlo restaurare.

pavimento con lo stemma di Pio XI
Oltre ai disegni cosmateschi nel pavimento si può notare la colomba con un ramo d'ulivo nel becco, simbolo araldico della famiglia Pamphilj e di papa Innocenzo X, insieme ai gigli, e davanti al portale della navata centrale  i simboli araldici di Alessandro VII Chigi (quercia e i sei colli sormontati da una stella a otto punte), che nella basilica fece porre i battenti della Curia Iulia.

simboli araldici di Innocenzo X Pamphilj: gigli e colomba con ramo d'ulivo
simboli araldici di papa Alessandro VII Chigi: quercia e sei colli con stella a otto punte
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A dividere la navata centrale dal transetto s'inserisce un arco trionfale sostenuto da due colonne di granito rosso.

arco trionfale
Ai piedi dell'arco si trova il recinto della confessio con la statua in legno di S.Giovanni Battista (Donato da Formello).


confessio con la statua lignea di S.Giovanni Battista (Donato da Formello)
Qui è anche collocata la tomba di Papa Martino V: una cassa in marmo bianco sormontata da una lastra tombale in bronzo sulla quale l'orefice Simone Ghini (ritenuto erroneamente fratello di Donatello, il quale ebbe solo una sorella), realizzò a bassorilievo l'immagine del papa.

tomba di Martino V
 Una targa sulla lastra riporta la scritta:
"TEMPORUM SUORUM FELICITAS"
in ricordo del periodo di pace del suo pontificato.

Prima la sepoltura si trovava sul pavimento della navata maggiore ai piedi dell'altare maggiore e poi venne spostata nel 1853 nella confessione.
Martino V nel 1423 istituì in questa basilica per la prima volta il rito dell'apertura della Porta Santa, che solo in seguito fu esteso alle altre basiliche.
In gesto buon augurale i turisti gettano monetine sulla tomba.

monetine (e qualche banconota) sulla tomba di Martino V
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Sopra la confessio si erge un maestoso ciborio con l'altare papale, dal quale solo il Papa può celebrare messa.

ciborio con altare papale
La tradizione vuole che sull'altare in legno qui conservato abbia celebrato anche S.Pietro.
Sul paliotto anteriore vi sono gli stemmi di Urbano V (a sinistra), di Pio IX (al centro) e di Gregorio XII (a destra), i papi che fecero restaurare l'altare.

paliotto dell'altare papale con stemmi
Sul paliotto posteriore dell'altare sono raffigurati S.Pietro e S.Paolo.

paliotto dell'altare papale
S.Pietro
S.Paolo






















Sui lati corti dell'altare si trovano lo stemma con i gigli di Francia (re Carlo V aveva finanziato insieme a Pietro Belliforte la costruzione del ciborio) e lo stemma del cardinale Guglielmo d'Agrifoglia.

L'altare è sormontato da un maestoso baldacchino gotico decorato con affreschi del XIV secolo.

baldacchino gotico
Il precedente ciborio in argento era andato distrutto durante l'incendio del 1308.
Fu Urbano V nel 1368, durante la cattività avignonese, a commissionare il nuovo ciborio a Giovanni di Stefano, per custodirvi i reliquiari cesellati da Giovanni di Bartolo con le teste di S.Pietro e di S.Paolo.

Questi reliquiari furono distrutti per pagare Napoleone dopo il Trattato di Tolentino.
Oggi nel ciborio si conservano le copie dei reliquiari originali, realizzate da Giuseppe Valadier.

Il ciborio è composto da quattro colonne (due in granito orientale, una in marmo bigio e una in granito d'Elba), con capitelli compositi, da una cella con grata in oro dove sono conservate le reliquie, e da una cuspide.

grata del ciborio con i reliquiari di S.Pietro e S.Paolo
Sopra ai capitelli delle colonne sono posti otto statue di Santi, sormontati da cappelline gotiche.
Nei timpani cuspidati vi sono i medaglioni con i quattro Evangelisti.

timpano del ciborio: medaglione con Evangelista

Tra la cella e la volta sopra l'altare il ciborio è circondato da dodici pitture, opera di Barna da Siena e poi ritoccate da Antoniazzo Romano e dalla sua scuola.
Sono raffigurate la Crocifissione, Gesù Buon Pastore, la Vergine col Bambino, l'Annunciazione e l'Incoronazione della Vergine, tra Santi e Sante.

Crocifissione tra i Santi Giacomo Maggiore, Paolo, Pietro e Andrea
Vergine in trono col Bambino e angeli con il cardinale donatore tra quattro Santi
Gesù Buon Pastore tra quattro Santi
Annunciazione, Incoronazione della Vergine e due Santi
Inoltre sono presenti gli stemmi di Urbano V, del re di Francia Carlo V, di Pietro Belliforte e di Gregorio XI.

decorazione al di sotto del baldacchino
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Il transetto, dall'aspetto manierista, fu rinnovato da Clemente VIII in occasione del giubileo del 1600.
 Si deve a Giacomo della Porta l'architettura e il disegno a tarsie marmoree e a bassorilievo.
Gli affreschi che sotto forma di grandi arazzi decorano la parte alta delle pareti, furono realizzati da artisti manieristi sotto la direzione del Cavalier d'Arpino.
Gli Angeli a bassorilievo sono di Nicolas Cordier e del Valsoldo.

particolare della decorazione del transetto a finto arazzo
decorazioni del transetto: Angeli a bassorilievo (Nicolas Cordier e Valsoldo), simboli araldici di papa Clemente VIII e tarsie marmoree
Il pavimento del transetto venne rifatto nel 1858 da Andrea Busiri Vici per volere di Pio IX Mastai Ferretti, il cui stemma papale si ritrova raffigurato davanti al ciborio.

stemma terragno di Pio IX Mastai Ferretti
Il soffitto ligneo dorato del transetto a lacunari, disegnato da Taddeo Landini, porta raffigurato il busto di Cristo, le statue di S.Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista e due stemmi di Clemente VIII, opere di Giovanni Antonio Paracca detto il Valsoldo.

soffitto ligneo del transetto con il busto di Cristo e le statue di S.Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista
soffitto ligneo del transetto con lo stemma di Clemente VIII Aldobrandini
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La visita prosegue nel transetto Nord o destro.

transetto Nord
Sulla parete settentrionale, al di sopra dei tre portali si trova un organo barocco (Luca Blasi - 1599).
                                    Viene chiamato "La voce di S.Giovanni".
organo barocco
E' il più grande organo monumentale in Italia e il più grande e antico di quelli presenti a Roma.
A quest'organo hanno suonato anche Girolamo Frescobaldi ed Georg Friedrich Händel
La decorazione con angioletti musicisti in legno dorato si deve a Giovanni Battista Montano.

decorazione con angioletti musicisti
Le due colonne scanalate che sorreggono la tribuna d'organo sono in giallo antico.
Sono alte 8m e sembra che provengano dal Foro di Traiano.

colonne che sorreggono la tribuna d'organo
Sopra la porta centrale si trova lo stemma di papa Clemente VIII sorretto da due angeli (opera di Giovanni Antonio Paracca detto Valsoldo), mentre le nicchie sopra le porte laterali sono occupate dai busti di re Davide con l'arpa (opera di Francesco Aldini) e del profeta Ezechia con l'organino (opera di Ambrogio Buonvicino).

stemma di papa Clemente VIII Aldobrandini (Giovanni Antonio Paracca detto Valsoldo)
Ezechia (Ambrogio Buonvicino)
 re Davide (Francesco Aldini)
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A destra dell'entrata settentrionale si trova la Cappella del Crocifisso, dedicata anche alla Natività di Gesù rappresentata sulla parete sinistra, di Francesco Grandi.

Cappella del Crocifisso
Natività di Gesù (Francesco Grandi - XIX sec.)
Francesco Grandi ha realizzato anche sulla parete destra della cappella la Presentazione di Gesù al tempio (XIX secolo).

Presentazione di Gesù al tempio (Francesco Grandi - XIX sec.)
A destra dell'ingresso si trova la tomba del cardinale Carlo Rezzonico (nipote di Clemente XIII).

tomba del cardinale Carlo Rezzonico
Sul lato opposto della cappella si trova invece quella che si crede la tomba del canonico Lorenzo Valla.
Il vero sarcofago appartenuto al grande umanista è posto infatti nel chiostro.

quella che si crede la tomba del canonico Lorenzo Valla
Nella cappella si trova anche l'altorilievo di un pontefice con decorazione a mosaico cosmatesco e stemmi della famiglia Tomacelli.

Pontefice con mosaico cosmatesco e stemmi della famiglia Tomacelli
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A sinistra della cappella si trova il monumento funebre di Innocenzo III (opera di Giuseppe Lucchetti), con le statue di S.Francesco e S.Domenico (che da questo papa avevano ottenuto l'approvazione delle loro Regole).

monumento funebre di Innocenzo III (Giuseppe Lucchetti - XIX sec.)
Come si legge sulla scritta sottostante il monumento, fu Leone XIII a traslare i resti di papa Innocenzo III da Pescara in questa basilica.

iscrizione sotto il monumento funebre di Innocenzo III (Giuseppe Lucchetti - XIX sec.)
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Nella parte alta delle pareti del transetto destro si trovano gli affreschi che raffigurano:  

S.Silvestro I riceve i messi di Costantino (Paris Nogari)
Il Battesimo di Costantino (Pomarancio)
S.Barnaba (Giovanni Battista Ricci)
S.Bartolomeo (Paris Nogari)

Fondazione dell'Arcibasilica (Paris Nogari)
La Consacrazione (Ricci)
S.Taddeo (Orazio Gentileschi)

S.Tommaso (Cesare Nebbia)
S.Filippo (Giovanni Baglioni)
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Il transetto meridionale (o sinistro) presenta due cappelle.

transetto meridionale
La Cappella del Ss.mo Sacramento, eretta da Clemente VIII nel 1598 e progettata da Paolo Olivieri, è addossata alla parete di fondo.

Cappella del Ss.mo Sacramento
Quattro grandi colonne corinzie scanalate e in bronzo clorato, che un tempo si trovavano a delimitare il presbiterio posto tra l'altare papale e l'abside, oggi sorreggono il timpano.
Le basi e i capitelli delle colonne sono di Orazio Censori.

colonne in bronzo clorato della Cappella del Ss.mo Sacramento
Sull'architrave del timpano è scritto il nome di Clemente VIII e l'anno del restauro del transetto.
Per il frontone del timpano il Pomarancio ha realizzato Dio Padre.

timpano della Cappella del Ss.mo Sacramento
Quattro colonne di verde antico (appartenute all'antica basilica), affiancano il tabernacolo.
Il tabernacolo in bronzo dorato, progettato da Pompeo Targone, ha la forma di un tempietto ottagonale ed è decorato con pietre preziose.

tabernacolo della Cappella del Ss.mo Sacramento
Il modello di S.Giovanni Battista si deve a Camillo Mariani come anche il cherubino sul frontespizio dell'edicola.
Il modello per il S.Giovanni Evangelista è opera del Valsoldo .

In una nicchia sopra l'altare è conservata, dietro ad un bassorilievo che raffigura il Cenacolo (opera in argento dorato di Curzio Vanni), una tavola di cedro che la tradizione vuole sia quella sulla quale Gesù e gli Apostoli abbiano celebrato l'Ultima Cena.

Cenacolo (Curzio Vanni) e cherubino (Camillo Mariani)
Nella parete dietro la cappella si trovano la statua di Elia con Elia nutrito dall'Angelo (di Pietro Paolo Olivieri), Mosè con il bassorilievo La Raccolta della manna (di Gillis de la Rivière), la statua di Melchisedech con Abramo e Melchisedech (di Nicolò Pippi d'Arras), e Aronne con il bassorilievo della Pasqua Ebraica (di Giacomo Longhi).

Melchisedech con il bassorilievo Abramo e Melchisedech (Nicolò Pippi d'Arras)
Mosè con il bassorilievo Raccolta della manna (Gillis de la Rivière)
Aronne con il bassorilievo Pasqua ebraica (Giacomo Longhi)
Elia con il bassorilievo Elia nutrito dall'Angelo (Pietro Paolo Olivieri)
A delimitare la cappella si trovano due transenne che racchiudono due arazzi: uno illustra scene della Vita di S.Giovanni Battista e l'altro scene della Vita di S.Giovanni Evangelista.

transenna con arazzo davanti alla Cappella del Ss.mo Sacramento
arazzo con scene della Vita di S.Giovanni Evangelista
arazzo con scene della Vita di S.Giovanni Evangelista
arazzo con scene della Vita di S.Giovanni Evangelista

arazzo con scene della Vita di S.Giovanni Battista
arazzo con scene della Vita di S.Giovanni Battista
arazzo con scene della Vita di S.Giovanni Battista

Queste transenne impediscono l'accesso alla Cappella del Salvatore o del coro, patrocinata dalla famiglia Colonna (sul portale d'ingresso si trova il suo simbolo araldico).

ingresso della Cappella del Salvatore
Sulla destra della Cappella del Salvatore, sopra al portale d'accesso alle Sagrestie, si erge il monumento funebre di Leone XIII, realizzato da Giulio Tadolini.

parete destra del transetto meridionale con Cappella del Salvatore e monumento funebre di Leone XIII
ingresso alle Sagrestie e monumento funebre di Leone XIII (Giulio Tadolini - XX sec.)
statua di Leone XIII nel suo monumento funebre
Alle spalle della Cappella del Ss.mo Sacramento il Cavalier d'Arpino ha realizzato l'affresco dell' Ascensione.

Ascensione (Cavalier d'Arpino) / nel timpano: Dio Padre (Pomarancio)
Gli altri affreschi del transetto sinistro sono:

Il Trionfo di Costantino (Bernardino Cesari)
Sogno alla vigilia dello scontro con Massenzio (Cesare Nebbia)
Due Santi Dottori della Chiesa (Cesare Nebbia)
S.Pietro (Bernardino Cesari)
Sant'Andrea (Giovanni Battista Ricci)

L'Apparizione del Salvatore (Paris Nogari)
Costantino dona gli arredi all'Arcibasilica (Giovanni Baglione)
S.Giacomo (Paris Nogari)
S.Paolo (Cesare Nebbia)


Due Santi  Dottori della Chiesa (Cesare Nebbia)
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L'Abside della basilica attuale risale al pontificato di Leone XIII, il quale giudicò troppo piccolo il coro.

abside con mosaico
Il papa incaricò nel 1876 Francesco Vespignani di ampliare il coro di 20m.
Venne per questo distrutto il deambulatorio che correva dietro l'abside (il cosiddetto Portico leoniano).
Si dovette rifare perciò anche il mosaico che decorava la precedente abside duecentesca ma si mantenne la sua iconografia.
Il mosaico dell'abside duecentesca era stato fatto realizzare da papa Nicolò IV ai due frati francescani Jacopo Torriti e Jacopo da Camerino, che compaiono nel mosaico absidale: il primo si trova a sinistra della raffigurazione, posto tra S.Simone e S.Giacomo Minore, e tiene in mano il compasso e la squadra, mentre il suo aiutante, a destra nel mosaico tra S.Bartolomeo e S.Matteo, è munito di tavoletta e martello per la preparazione delle tessere del mosaico.
Sono accompagnati da iscrizioni che li identificano.
Fra' Iacopo Torriti
Fra' Iacopo da Camerino
Appare raffigurato nel mosaico anche Nicolò IV (committente del mosaico duecentesco), vestito con il manto rosso papale, inginocchiato vicino alla Vergine.

Nella parte alta del mosaico è raffigurata l'Esaltazione della Croce.
In alto è raffigurato il Salvatore tra gli angeli.
il Salvatore tra gli Angeli
Sotto, sopra al monte paradisiaco dal quale escono quattro fiumi (che simboleggiano i Quattro Vangeli), che abbeverano cervi e agnelli e danno vita al Giordano (che a sua volta dà vita ad uccelli, pesci ed esseri umani), è raffigurata la Croce gemmata con un medaglione nel quale è rappresentato il Battesimo di Cristo.
calotta dell'abside
La Croce è sormontata dalla colomba, che rappresenta lo Spirito Santo
Ai piedi della Croce è raffigurata la Gerusalemme Celeste protetta dall'Arcangelo Michele e con S.Pietro e S.Paolo sulle torri. 
Alla destra della Croce si trova la Vergine che intercede per Nicolò IV inginocchiato, S.Francesco, S.Paolo e S.Pietro, mentre alla sinistra si trovano S.Giovanni Battista, Sant'Antonio, S.Giovanni Evangelista e Sant'Andrea.
da sinistra: S.Paolo, S.Pietro, S.Francesco d'Assisi, Nicolò IV e la Vergine
da sinistra: S.Giovanni Battista, Sant'Antonio, S.Giovanni Evangelista e Sant'Andrea
Le figure di S.Francesco d'Assisi e Sant'Antonio furono volute da Nicolò IV, il primo papa francescano.

Tra le finestre gotiche sono raffigurati su fondo oro nove Apostoli.

Apostoli tra le finestre
figure degli Apostoli nell'abside
figure degli Apostoli nell'abside
figure degli Apostoli nell'abside
Sotto le finestre corre un'iscrizione musiva che ricorda i lavori di Leone XIII realizzati a causa dello stato di decadimento presentato dall'abside.

iscrizione musiva dell'abside
Al centro dell'abside, davanti ad una zoccolatura in marmo con intarsi geometrici colorati, si trova innalzata sopra cinque scalini la cattedra papale in marmo.

cattedra papale e zoccolatura in marmo a disegni geometrici
La cattedra è ottocentesca e fu realizzata su imitazione di quella cosmatesca che si trova oggi custodita nel chiostro.
La cattedra attuale conserva la predella della cattedra di Nicolò IV con quattro figure demoniache (aspide, basilisco, leone e drago), simboleggiati Cristo vincitore sul Male.

cattedra papale
Lo stemma pontificale di Leone XIII Pecci si trova sul pavimento e sui balconi balustrati dell'abside.

pavimento del presbiterio con stemma di Leone XIII Pecci
stemma di Leone XIII Pecci
Lungo le pareti del coro si trova il coro a tre ordini di noce intarsiato con legni di diversi colori.

coro ligneo
Sopra al coro vi sono tre balconature neoclassiche per lato: due di queste contengono gli organi.

balconature neoclassiche del coro
un organo del coro
I due grandi affreschi delle pareti laterali del coro sono stati realizzati da Francesco Grandi e raffigurano Leone XIII attorniato dalla corte mentre approva i piani d'arretramento dell'abside (parete sinistra) e Innocenzo III approva la regola degli Ordini Minori (parete destra).

Leone XIII attorniato dalla corte mentre approva i piani d'arretramento dell'abside (Francesco Grandi)
Innocenzo III approva la regola degli Ordini Minori (Francesco Grandi)
Il soffitto ligneo a cassettoni dipinto e dorato porta al centro lo stemma di Leone XIII Pecci e ai lati il nome del pontefice e l'anno del suo pontificato in cui venne realizzato.

soffitto del presbiterio
Davanti al presbiterio si trova la statua lignea di Maria Madre della Chiesa di scuola umbro-marchigiana (XIV secolo), donata da Papa Francesco.

Maria Madre della Chiesa (scuola umbro-marchigiana XIV sec.)
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La visita continua nella navata laterale destra, dal transetto verso la controfacciata della basilica.

S'incontra inizialmente, posto in un tabernacolo borrominiano, il monumento funebre del cardinale Antonio Martinez de Chavez (detto cardinale di Portogallo), realizzato da Isaia da Pisa nel XV secolo.

monumento funebre del cardinale Antonio Martinez de Chavez
Ornano il monumento qui assemblato dal Borromini le statue delle Virtù teologali Fede, Speranza e Carità, e delle Virtù cardinali Fortezza e Giustizia, mentre le altre due Virtù cardinali (Temperanza e Prudenza) sono state aggiunte al monumento Acquaviva.

monumento funebre del cardinale Antonio Martinez de Chavez (Isaia da Pisa) con le statue di Fede, Speranza e Carità 
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Segue la Cappella di S.Giovanni Evangelista.

Cappella di S.Giovanni Evangelista
Decora la cappella l'affresco di Lazzaro Baldi che raffigura S.Giovanni Evangelista ha la visione dell'Immacolata nell'isola di Patmos.

S.Giovanni Evangelista ha la visione dell'Immacolata nell'isola di Patmos (Lazzaro Baldi)
Sul lato destro della cappella si trova il sepolcro di Tommaso Inghirami (detto Fedra), l'umanista ritratto da Raffaello.

sepolcro di Tommaso Inghirami
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Segue il monumento funebre del cardinale Giussano (XIII secolo), realizzato da Deodato di Cosma il Giovane.
monumento funebre del cardinale Giussano (Deodato di Cosma il Giovane)
Il timpano del monumento è sorretto da quattro Cariatidi che hanno sulla testa ceste di frutta.
Al centro si trovano rappresentati S.Giovanni Battista e il cardinal Giussano nell'atto di offrire al Salvatore un modellino di una costruzione gotica.

Cariatidi, S.Giovanni Battista, il cardinale Giussano e il Salvatore nel monumento funebre del cardinale Giussano (Deodato di Cosma il Giovane)
Le epigrafi sotto al monumento fanno parte di un altare trecentesco che accoglieva i resti del cardinale Casati, fatto erigere dal cardinale Giovanni Colonna. 

iscrizione da altare trecentesco
ricordo del cardinal Casati
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Si giunge quindi davanti all'atrio realizzato da Domenico Fontana per accedere al Palazzo Apostolico Lateranense.

atrio d'ingresso al Palazzo Apostolico Lateranense e al negozio di souvenir
atrio d'ingresso dalla basilica al Palazzo Apostolico Lateranense con stucchi su disegno di Borromini e ritratto di Innocenzo X retto da due cherubini
Qui si trova in una nicchia il busto in marmo del cardinale Pietro Gasparri realizzato da Enrico Tadolini (1941).

busto del cardinale Pietro Gasparri (Enrico Tadolini - 1941)
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In una nicchia della parete della navata si trova il sepolcro del cardinale Cesare Rasponi, sormontato dalle statue di un uomo e di un angelo (Filippo Carcani).

sepolcro del cardinale Cesare Rasponi (Filippo Carcani)
gruppo statuario del sepolcro del cardinale Cesare Rasponi (Filippo Carcani)
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Segue la Cappella del Ss.mo Crocifisso o Cappella Massimo (dalla famiglia che ne ottenne il patrocinato), progettata da Giacomo della Porta nel XVI secolo.

ingresso alla Cappella del Ss.mo Crocifisso
La cappella ha una volta a botte.
Sull'altare, posto in una nicchia a conchiglia, si trovano una Crocifissione (opera del Sermoneta) e un Apostolo Giovanni in vecchiaia (del Cavalier d'Arpino).

Cappella del Ss.mo Crocifisso con Crocifissione (Sermoneta)
All'esterno della cappella si trova una grata sormontata dalla statuetta di S.Giacomo Maggiore proveniente dall'Altare di Guillaime de Péreriis (attribuito ad Andrea Bregno e conservato smembrato nel chiostro).

grata della Cappella del Ss.Crocifisso
statua di S.Giacomo Maggiore (attr.Andrea Bregno)
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La cappella che segue, chiusa da una cancellata in ferro, è la Cappella della Deposizione dalla Croce, già dedicata a S.Giovanni Nepomuceno e patrocinata dalla famiglia Torlonia.

cancellata della Cappella Torlonia
Cappella Torlonia
E' una cappella a croce latina con marmi alle pareti, pilastri dai capitelli corinzi e con cupola a cassettoni e stucchi dorati, progettata nel XIX secolo da Quintiliano Raimondi (che qui riposa).
Nei pennacchi della volta sono scolpiti a bassorilievo gli Evangelisti (Pietro Galli).

cupola della Cappella Torlonia
pennacchio con S.Matteo Evangelista (Pietro Galli)
pennacchio con S.Giovanni Evangelista (Pietro Galli)
L'altare ha un paliotto con pietre preziose e alabastro.

altare in alabastro e pietre preziose
La pala d'altare è un altorilievo in marmo bianco con la rappresentazione della Deposizione dalla Croce (Pietro Tenerani 1844).

Deposizione dalla Croce (Pietro Tenerani - 1844)
Nelle nicchie che affiancano l'altare si trovano le statue della Fortezza (Gnaccarini) e della Temperanza (Achille Stocchi).
Fiancheggiano la porta le statue della Giustizia (Vincenzo Grassi) e della Prudenza (Angelo Bezzi).

Giustizia
Prudenza






















Autori del monumento funebre di Giovanni Torlonia, con le statue allegoriche dell'Industria e della Carità, sono Luigi Mainoni, Giuseppe Chiali e Giuseppe Barba.

monumento funebre di Giovanni Torlonia ( Luigi Mainoni, Giuseppe Chiali e Giuseppe Barba)
Di fronte si trova il monumento funebre di Anna Maria Torlonia, con le statue allegoriche della Benignità e un Genio della Storia, realizzato da Giuseppe Barba.
Il bassorilievo rappresenta un'Opera di beneficenza di Anna Maria Torlonia.

monumento funebre di Anna Maria Torlonia (Giuseppe Barba)
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Segue il monumento funebre del cardinale Giulio Acquaviva al quale, come ho già riportato, sono state aggiunte le statue della Prudenza e della Temperanza appartenute al monumento funebre del cardinale Antonio Martinez de Chavez.

monumento funebre del cardinale Giulio Acquaviva
Prudenza
Temperanza


iscrizione del monumento funebre del cardinale Giulio Acquaviva
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L'ultima cappella di questa navata è la Cappella di S.Maria Assunta o Cappella Orsini (sono qui sepolti alcuni membri della nobile famiglia).

Cappella di S.Maria Assunta
E' una cappella settecentesca che ha sull'altare l'affresco l'Immacolata Concezione raffigurata insieme a Santi beatificati in questa basilica (Placido Castanzi).

Immacolata Concezione (Placido Costanzi)
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A seguire vi è il cinquecentesco monumento funebre del cardinale Pietro Paolo Mellini, "cittadino romano" morto di peste, sormontato da un affresco, piuttosto rovinato, che raffigura una Madonna col Bambino.
Questa icona si trovava sulla porta di un orto nei pressi del Colosseo e fu portata qui nel 1669.

monumento funebre del cardinale Pietro Paolo Mellini (XVI sec.) e affresco di Madonna col Bambino
monumento funebre del cardinale Pietro Paolo Mellini
Madonna col Bambino
Siamo giunti alla fine della navata sul retro della Porta Santa.

retro della Porta Santa
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Non rimane che percorrere la navata laterale intermedia destra, dalla porta d'ingresso verso il transetto.

Sul primo pilastro si trova un frammento di un affresco attribuito a Giotto, che decorava la Loggia delle Benedizioni fatta erigere dallo stesso Bonifacio VIII (1297) e distrutta da Sisto V (1586).
Faceva parte di un ciclo di tre affreschi che comprendeva anche il Battesimo di Costantino e l'Edificazione del Laterano.

primo pilastro con frammento d'affresco giottesco
Nel frammento è raffigurato Bonifacio VIII che proclama il primo giubileo (1300) o rappresenta il 23 gennaio 1295 quando, in occasione della sua elezione al soglio pontificio, prese possesso della Sede Lateranense.

Bonifacio VIII nell'atto di proclamare il primo giubileo (attr.Giotto)
iscrizione posta sotto il frammento di affresco giottesco
Dopo essere stato staccato e conservato nel chiostro, fu portato in basilica nel XVIII secolo.
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Sul secondo pilastro si trova il cenotafio di Silvestro II (morto nel 1003), che anche se ha un'iscrizione antica (un epitaffio scritto da Sergio IV), fu eretto nel 1909.

cenotafio di Silvestro II
epitaffio di Sergio IV
Presenta un bassorilievo donato dagli Ungheresi in ricordo della corona regalata da Silvestro II al re ungherese in occasione dell'incoronazione.
bassorilievo con dedica del popolo ungherese (1909)
A proposito di Silvestro II, che aveva fama di stregoneria, si racconta che il suo sepolcro trasudasse acqua, e che questa divenisse un rigagnolo quando si avvicinava il momento di trapasso di un papa, o che si udissero scricchiolii di ossa.
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Al pilastro successivo si trova il sepolcro di Alessandro III (morto nel 1181), decorato con colonne in onice e in giallo di Siena.

sepolcro di Alessandro III
La scultura, opera di Domenico Guidi, fu commissionata da Alessandro VII Chigi (ecco perché al di sopra del monumento funebre si trovano i suoi simboli araldici).

monumento funebre di Alessandro III e citazione del suo committente Alessandro VII
iscrizione posta sotto il monumento
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Segue il sepolcro di Sergio IV (morto nel 1012).
Il monumento è seicentesco anche se venne riutizzato parte dell'antico sepolcro.

monumento funebre di Sergio IV
iscrizione del monumento funebre di Sergio IV
monumento funebre di Sergio IV con scultura centrale antica
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L'ultimo pilastro conserva il monumento funebre del cardinale Ranuccio Farnese (morto nel 1565), realizzato su disegno del Vignola.
Il Valsoldo realizzò invece le statue della Prudenza e della Fede.

monumento funebre del cardinale Ranuccio Farnese (Vignola - Valsoldo)
E qui termina la visita della basilica!

Orario: 7.00/18.30

CONCLUSIONI
Penso che non ci sia d'aggiungere altro, le immagini proposte parlano da sole: l'Arcibasilica di S.Giovanni in Laterano è da considerarsi un vero museo, ricco di testimonianze storiche e artistiche!




4 commenti:

Floriana ha detto...

Ti segnalo che il monumento funebre di Sergio IV, che recupera l'antica scultura e la ricolloca in un nuovo contesto barocco, non è settecentesco ma seicentesco ed è del Borromini.
Comunque, complimenti per la ricchissima documentazione fotografica!
Floriana

Raffaella ha detto...

Grazie Floriana per la segnalazione...mi sono affidata alla fonte che ritenevo attendibile (http://www.vatican.va/various/basiliche/san_giovanni/it/basilica/navata_min.htm). Provvedo subito a correggere.

Unknown ha detto...

Nella pur ricchissima documentazione fotografica non ho trovato un'immagine del dipinto dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista con il Salvatore, che si trova sull'altare della cappella Colonna. Mi interesserebbe sapere chi è l'autore, o a chi viene attribuita tale opera. Complimenti per il lavoro fatto, ricchissimo di immagini e di notizie non sempre facilmente reperibili. Ugo Onorati

Raffaella ha detto...

Grazie per i tuoi complimenti Ugo. L'unico dipinto che ho trovato raffigurante i "Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista con il Salvatore" si trova nella quarta cappella della navata sinistra (Cappella di S.Francesco d'Assisi) ed è opera di Filippo Agricola.

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