lunedì 17 settembre 2018

Roma: la Basilica di S.Giovanni in Laterano, "mater et caput" di tutte le chiese


La Basilica di S.Giovanni in Laterano è la "Madre e il capo di tutte le chiese della città e del mondo", come è scritto entro una corona d'alloro alla base dei pilastri della facciata che affiancano l'ingresso.

base di un pilastro della facciata della Basilica di S.Giovanni in Laterano






















La Basilica di S.Giovanni in Laterano è la cattedrale di Roma.
E' la più antica basilica dell'Occidente ed è stata la prima sede papale.
Qui vennero incoronati i papi fino al 1870.
Il suo vero nome è Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista in Laterano.
cornicione della facciata: Cristo Salvatore (centro) affiancato da S.Giovanni Battista (a sinistra) e S.Giovanni Evangelista (a destra)
La Basilica di S.Giovanni in Laterano fa parte delle quattro basiliche papali insieme alla Basilica di S.Pietro, alla Basilica di S.Maria Maggiore e alla Basilica di S.Paolo fuori le Mura, ma è quella di rango più alto (per questo è detta "arcibasilica")
Fu inizialmente dedicata al Santissimo Salvatore come tutte le cattedrali patriarcali.
Venne poi dedicata anche a S.Giovanni Battista da Sergio III e a S.Giovanni Evangelista da Lucio II.
L'appellativo "in Laterano" deriva invece dal fatto che sorse sull'area che in epoca romana era occupata dagli Horti Laterani, proprietà della famiglia dei Laterani.
Alla nobile famiglia romana apparteneva il console Plauzio Laterano, che fu accusato nel 65 d.C.da Nerone di aver preso parte alla congiura dei Pisoni.
Per questo Plauzio fu condannato a morte e i suoi beni furono confiscati ed entrarono a far parte dell'Erario Imperiale.
E' su questo terreno che all'inizio del III secolo Settimio Severo decise di far costruire una nuova caserma (i Castra Nova Equitum Singulares), per la sua guardia del corpo composta da cavalieri scelti.
Di questa costruzione militare (praetorium - zona abitativa del comandante - e zona destinata all'abitazione della truppa) e di una lussuosa casa di I secolo d.C. (appartenuta probabilmente ai Laterani), si sono trovati i resti sotto il pavimento della basilica e sotto il chiostro.
Settimio Severo restituì anche una parte dei terreni confiscati da Nerone nuovamente ai Laterani.

pianta dei ritrovamenti archeologici sotto la Basilica di S.Giovanni in Laterano (da Filippo Coarelli)
Successivamente venne costruita in quest'area la cosiddetta Domus Faustae, appartenuta probabilmente alla seconda moglie di Costantino, Fausta Massima Flavia, figlia di Massimiano e sorella di Massenzio.
Per questo Costantino viene in possesso di quei terreni che, dopo la Battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.), vinta su Massenzio grazie all'intervento divino (la notte prima della battaglia gli era apparso in sogno un angelo con una croce e la scritta IN HOC SIGNO VINCES), e l'editto di Milano (313 d.C.) in cui aveva riconosciuto la libertà di culto ai Cristiani, donerà a papa Melchiade per edificarvi la prima basilica cristiana e il patriarchio, residenza del papa e della Curia fino al 1309.

Ma c'è anche un'altra versione leggendaria della gratitudine che Costantino espresse verso il papa (affreschi che la illustrano si possono vedere nell'Oratorio di S.Silvestro della Chiesa dei Santi Quattro Coronati).

Storia della guarigione di Costantino (Oratorio di S.Silvestro - Chiesa dei Santi Quattro Coronati)
Storia della guarigione di Costantino (Oratorio di S.Silvestro - Chiesa dei Santi Quattro Coronati)
Storia della guarigione di Costantino (Oratorio di S.Silvestro - Chiesa dei Santi Quattro Coronati)
Storia della guarigione di Costantino (Oratorio di S.Silvestro - Chiesa dei Santi Quattro Coronati)
Si racconta infatti nella Leggenda Aurea (Jocopo da Varagine), che Costantino fosse stato colpito dalla lebbra e che si rifiutasse di immergersi nel sangue di bambini innocenti per guarire.
Gli apparvero così in sogno due uomini che gli consigliarono di cercare sul Monte Soratte l'eremita Silvestro, che lo avrebbe aiutato a guarire.
Silvestro mostrò a Costantino i ritratti di S.Paolo e S.Pietro e l'imperatore riconobbe in quelle immagini i due uomini che gli erano apparsi in sogno e che lui aveva pensato essere degli dei.
Per ottenere la guarigione Silvestro chiese a Costantino di liberare i Cristiani imprigionati, di digiunare e di immergersi nell'acqua del fonte battesimale.
Costantino acconsentì e una volta guarito, diede inizio personalmente alla costruzione della chiesa legalizzando il culto cristiano.
La basilica lateranense costantiniana venne consacrata il 9 novembre 324, sotto il pontificato di Silvestro I.


La basilica costantiniana aveva l'impianto di una basilica romana, e simile a quella che oggi possiamo visitare: un'aula rettangolare divisa in cinque navate da colonne con capitelli corinzi.
Trenta colonne di giallo antico delimitavano la navata centrale e quarantadue colonne di verde antico le navate laterali.
La navata centrale terminava con un'abside semicircolare rivestita con un mosaico di foglie oro.
Le navate laterali avevano un'altezza minore rispetto a quella della navata centrale, e quelle esterne erano più basse di quelle interne.
Marmi ricoprivano il pavimento e forse anche le pareti.
Il soffitto era a capriate.
Esisteva già un transetto, una navatella trasversale posta al termine delle navate, e separata da queste da un arco trionfale.
Costantino aveva donato alla basilica un prezioso ciborio in argento (depredato poi da Visigoti).

La basilica era talmente ricca di marmi, opere d'arte e donazioni che venne detta "Basilica Aurea".
Ma già dal V secolo questa basilica paleocristiana subì delle devastazioni da parte dei Visigoti prima (410) e dei Vandali dopo (455).
Venne restaurata da papa Leone Magno e poi da papa Ilario, a cui si deve anche la costruzione di tre oratori.

A metà del IX secolo venne ricavata sotto l'altare la confessio.
Il terremoto del 856 fece crollare il soffitto della navata maggiore.
Questo evento catastrofico si ritenne un castigo inflitto a papa Stefano VI che aveva processato nella basilica il cadavere riesumato del suo predecessore papa Formoso.
Vennero perciò intrapresi grandi lavori di ricostruzione e restauro.
Nel X secolo Papa Sergio III fece decorare l'abside con mosaici.

Nel XII secolo si decorò a mosaico la facciata della basilica.
Rimane di quel mosaico solo l'immagine del Cristo racchiusa in un medaglione e posta nel timpano dell'attuale facciata.

mosaico del Cristo della facciata duecentesca
Nel 1300 Bonifacio VIII indisse a S.Giovanni in Laterano il primo giubileo della storia e per questa occasione la basilica si arricchì di un ciclo di affreschi, realizzati da Giotto per la loggia delle benedizioni che venne demolita poi nel 1586.
Rimane di quegli affreschi un piccolo frammento in cui è ritratto Bonifacio VIII, che fu prima posizionato nel chiostro e poi trasferito due secoli dopo nella navata laterale destra della basilica. 
frammento di affresco con Bonifacio VIII (Giotto)
Nel 1308 un incendio danneggiò gravemente la basilica.
Durante la cattività avignonese (durata dal 1309 al 1377), con il trasferimento dei papi ad Avignone, la basilica subì un grave declino.
Un secondo incendio nel 1360 distrusse la basilica che fu ricostruita da Urbano V.
Risale a quest'epoca (1370) il ciborio sull'altare maggiore, contenente i reliquiari delle teste di S.Pietro e di S.Paolo, realizzato con il contributo del re di Francia Carlo V e che ancor oggi si può ammirare nella basilica.

ciborio dell'altare maggiore
Quando poi papa Gregorio XI riporta la sede papale a Roma, preferisce risiedere in Vaticano per le pessime condizioni della basilica.

Si deve a Martino V nel XV secolo il rifacimento del pavimento cosmatesco e la decorazione pittorica delle pareti della basilica (opera di Gentile da Fabriano e Pisanello, oggi scomparsa).
Successivamente sotto Eugenio IV le colonne pericolanti della navata furono ricoperte in mattoni e, al posto della trabeazione vennero collegate da archi.

pavimento cosmatesco della navata maggiore con stemma araldico di Martino V Colonna
Pio IV e Pio V nel XVI secolo si occuparono di rifare il soffitto.
Si deve a Sisto V l'edificazione alla fine del XVI secolo del nuovo Palazzo Apostolico Lateranense (al posto del Patriarchio ormai ridotto a ruderi), ad opera di Domenico Fontana, e la costruzione della Loggia delle Benedizioni come facciata del transetto settentrionale.

mosaico del Triclinio Leonino, unico reperto del Patriarchio insieme alla Scala Santa e al Sancta Santorum  (Piazza S.Giovanni in Laterano)
Palazzo Apostolico Lateranense
Loggia delle Benedizioni
Clemente VIII affidò a pittori capeggiati dal Cavalier d'Arpino la realizzazione degli affreschi del transetto.

decorazione pittorica del transetto
Nel 1650 Francesco Borromini sotto i papati di Innocenzo X e Alessandro VII si occupò del riassetto in stile barocco della basilica, mantenendo però il pavimento cosmatesco, il soffitto di Daniele da Volterra e lasciando a vista parte della muratura della basilica costantiniana, racchiusa in ovali con cornici in stucco.
Egli ingabbiò le colonne della navata maggiore due a due in grossi pilastri, realizzando su questi  grandi nicchie (occupate successivamente dalle grandi statue degli Apostoli), e utilizzando le colonne delle navate laterali come decorazione.
Nella controfacciata crea quel gioco di spigoli arrotondati tipico delle sue opere.

decorazione barocca della navata maggiore
Risale a quest'epoca anche il trasferimento dei battenti bronzei della Curia Iulia nel Foro Romano (che era stata trasformata nella Chiesa di S.Adriano), che vennero utilizzati nell'ingresso centrale della facciata.

ingresso principale della basilica con gli antichi battenti della Curia Iulia
L'architetto Alessandro Galilei, per volere di Clemente XII, si occupò qualche anno prima del giubileo del 1750 di dare un nuovo volto alla facciata.

facciata della Basilica di S:Giovanni in Laterano
Leone XIII nel XX secolo, giudicando troppo piccolo il coro, affidò a Francesco Vespignani l'abbattimento e la ricostruzione in posizione più arretrata dell'abside, rifacendo con la stessa iconografia il mosaico duecentesco fatto realizzare da Nicolò IV a Jacopo Turriti.

abside con mosaico di Leone XIII

Orario: 7.00/18.30

CONCLUSIONI
Questa è solo un'introduzione a ciò che nella basilica si può ammirare.
Raccontare la storia della basilica più antica del mondo, anche se a grandi linee, non può che occupare un intero post, quindi quello che riguarda la descrizione della basilica come appare oggi ai nostri occhi verrà trattato in post separati.


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