giovedì 20 settembre 2018

Roma: il chiostro della Basilica di S.Giovanni in Laterano

La Basilica di S.Giovanni in Laterano possiede il più grande chiostro di Roma.
E' considerato uno dei più alti capolavori dell'arte duecentesca e cosmatesca.
chiostro della Basilica di S.Giovanni in Laterano
Vi si può accede percorrendo la navatella sinistra della basilica, e l'ingresso è posizionato poco prima del transetto.

ingresso al chiostro
Il chiostro fu costruito nel XIII secolo per i Canonici Lateranensi del convento posto a Sud della basilica.
E' opera dei Vassalletto, la celebre famiglia di marmorari romani che ha realizzato a Roma anche il leone posto all'ingresso della Basilica dei Santi XII Apostoli, la scola cantorum della Chiesa di S.Saba, il nartece della Basilica di S.Lorenzo al Verano, il candelabro pasquale e l'ala nord del chiostro della Basilica di S.Paolo fuori le Mura.

La costruzione del chiostro venne iniziata da Pietro Vassalletto nel 1227 sotto il pontificato di Innocenzo III, proseguì sotto Onorio III e venne terminata dal figlio Vassalletto II nel 1232 sotto Gregorio IX.

Come riportato sul fregio del porticato:
"NOBILIS(ER) ET DOCT(US) HAC
VASSALLETUS I(N) ARTE
CU(M) PATRE CEPIT OPUS
Q(UO)D SOL(US) PERFICIT IP(S)E"
"Vassalletto, nobilmente dotto in quest'arte, iniziò col padre l'opera che portò a termine da solo".

iscrizione che attesta la paternità del chiostro ai Vassalletto
I Vassaletto utilizzarono per realizzare quest'opera solo materiale nuovo, non reimpiegarono marmi di epoca romana, come si era soliti fare nell'arte cosmatesca.

Il chiostro, che presenta un cromatismo arabo-bizantino, è a pianta quadrata. 
Ogni lato misura 36m.
Ogni galleria è composta da cinque campate.

gallerie del chiostro
una galleria del chiostro
Le volte del quadriportico sono sorrette da colonne antiche con capitelli ionici, addossate ai pilastri che sorreggono il loggiato superiore ad arcate.

colonne ioniche delle gallerie del chiostro
colonna ionica addossata ad un pilastro del chiostro
capitello di una colonna ionica del chiostro
Ogni campata è composta da cinque arcatelle a tutto sesto, poggianti su colonnine binate.

Le colonnine non sono tutte uguali, ma lisce, a spirale, intrecciate, poligonali, intarsiate da mosaici cosmateschi, spezzate da strie ad angolo.

differenti tipi di colonnine del chiostro
colonnine binate lisce, spezzate da strie d'angolo e intrecciate
colonnine a spirale e poligonali intarsiate con mosaici
Le colonnine hanno basi di tipo attico doppio in due lati del chiostro, e semplice negli altri due.
I capitelli sono differenti tra loro, e presentano decorazioni di foglie intarsiate, animali reali o fantastici, figure di personaggi.

capitelli con figure umane e animali fantastici
capitelli con foglie intagliate
capitelli con foglie intagliate
Attraverso tre passaggi posti a Sud, Est e Ovest del chiostro, si accede al centro del chiostro, dove si trova un giardino in cui sono piantati cespugli di rose.

giardino del chiostro
Affiancano i passaggi coppie di leoni e di sfingi stilofori (che sorreggono colonnine).

leoni stilofori
leoni stilofori
sfingi stilofore
Al centro del giardino si trova la vera di un pozzo di epoca carolingia (VIII/IX secolo), chiamato Pozzo della Samaritana.

vera del Pozzo della Samaritana
La parte esterna delle gallerie, rivolta verso il giardino, presenta una elegante decorazione su più livelli.

decorazione del chiostro
Nei pinnacoli tra le arcatelle presentano bassorilievi con elementi vegetali,zoomorfi, maschere umane, immagini bibliche e allegoriche.

Al di sopra, tra due cornici modanate, si trova una fascia a mosaico di tipo cosmatesco, con tessere nere, oro e blu che compongono disegni geometrici.

Questa decorazione è sostituita sul lato sud del chiostro da un'iscrizione a mosaico che ricorda ai Canonici i doveri della vita religiosa.

Al di sopra corre una fascia più larga sempre a mosaico, con tondi e quadrati di porfido e serpentino, incorniciati da tarsie policrome (bianche, rosse, oro e blu).

Salendo ancora vi sono mensole fogliate di marmo che sorreggono una cornice a mosaico, e poi la parte superiore termina con un fregio lavorato dove sono raffigurate foglie arrotolate a spirale, mascheroni, creature mostruose, volti umani, teste leonine e anche una testa di un gatto.

fregio: teste leonine ed umane
fregio: testa di gatto
Al di sopra della decorazione realizzata dai Vassalletto, in tempo successivo venne costruito un loggiato ad arcate in muratura rustica.

Lungo le pareti delle quattro gallerie sono stati esposti o murati i resti marmorei di monumenti  della basilica medievale e rilievi, iscrizioni e parti di opere romane rinvenuti nell'area del Laterano, qui posti tra il XVI e il XIX secolo.
Percorrendo le gallerie del chiostro l'attenzione viene catturata da molti di essi.

reperti lungo le pareti delle gallerie del chiostro
Quando si accede al chiostro ci si trova nella galleria Nord.

Galleria Nord del chiostro
 Ecco alcuni reperti esposti in questa galleria.

accesso al chiostro e fronte di sarcofago strigilato con iscrizione in lettere gotiche latine messa di traverso
lastra di porfido con cornice cosmatesca (XII/XIII sec.)
lastra di porfido con cornice cosmatesca (XII/XIII sec.)
S.Simpliciano vescovo (XV sec.)
S.Luca Evangelista (XV sec.)


S.Giovanni Battista (XV sec.)

S.Giovanni Evangelista (XV sec.)
S.Luca (XV sec.)
S.Lorenzo (XV sec.)


S.Marco Evangelista (XV sec.)
sarcofago con raffigurazione degli sposi nell'atto di sposarsi (età imperiale)
altare con iscrizione: "offerto da Italica" (V sec.)

cavità dell' altare per le reliquie (V sec.)

sarcofago con ritratto dei coniugi defunti (età imperiale)
altare marmoreo di epoca romana utilizzato in epoca successiva, sormontato da fontana con volti femminili e maschili (XIII sec.)
colomba in marmo dello stemma di Innocenzo X Pamphilj
frammenti di plutei, di pilastrino e di ciborio proveniente dal Patriarchio che ricorda Leone IV(IX sec.)

All'incrocio tra la galleria Nord e la galleria Est si trovano alcuni frammenti dell'Altare della Maddalena.

resti dell'Altare della Maddalena
frammento dell'Altare della Maddalena
frammento dell'Altare della Maddalena



Questo altare, realizzato per volontà di Bonifacio VIII e firmato da Deodato di Cosma, fu consacrato nel 1297.
Era posizionato al centro del coro dei Canonici nella navata centrale della basilica.
Era una struttura su due livelli posta su un podio di sei gradini.
Nell'altare erano conservati i resti del corpo senza testa della Maddalena, fatti deporre da Onorio II.
La parte superiore era sorretta da quattro colonne di granito con al centro un tabernacolo con reliquie.
Inoltre sono qui presenti due lastre cosmatesche del XIII/XIV secolo.

lastra cosmatesca (dall'Altare della Maddalena -XIII/XIV sec.)
lastra cosmatesca (dall'Altare della Maddalena -XIII/XIV sec.)

medaglione di marmo con sfondo cosmatesco con raffigurazione del Salvatore (dall'Altare della Maddalena - XIII/XIV sec.)
 Nella galleria Est si allineano altri reperti interessanti.

iscrizione che ricorda i restauri intrapresi da Alessandro II (1072) e l'elenco delle reliquie presenti allora nella basilica
rosone con stemma della famiglia Colonna che collaborò alle spese di costruzione dell'Altare della Maddalena e con la firma di Deodato di Cosma che realizzò l'altare
in basso: iscrizione nella quale si ricorda una Teodora che donò alla basilica una sua proprietà nel Campo Lateranense
lastra tombale di canonico lateranense (XVI sec.)
Tra i reperti di questa galleria il più interessante è la cosiddetta sedia stercoraria, il trono papale cosmatesco posto nel XIII secolo nell'abside della basilica lateranense e trasferito nel chiostro nel XVII secolo.

sedia stercoraria
La seduta è di epoca romana, faceva probabilmente parte di una latrina di un complesso termale.
Questo tipo di sedie a mezzaluna venivano anche dette "sellae obstetricae" perché usate dalle partorienti romane.
Esemplari di queste sedie si trovano al Musée du Louvre a Parigi e al Museo Pio Clementino in Vaticano.
Da Pasquale II (1099) a Pio IV (1560), i neoeletti papi venivano incoronati su questa sedia e su altre due sedie porthyreticae nella Basilica di S.Giovanni in Laterano.
Durante questa funzione il papa veniva fatto sedere su questa sedia e mentre veniva cantato il Salmo 112
"SUSCITANS A TERRA INOPEM, DE STERCORE ERIGENS PAUPEREM"
           (il Signore "Alza il bisognoso da terra e spinge i poveri lontano dalla sporcizia")
veniva sollevato ricordando che Dio può sollevare l'eletto alla gloria anche dallo sterco (e da qui il nome della sedia).

Poi il papa, condotto nella Cappella di S.Silvestro (non più esistente oggi), veniva fatto sedere su una sedia porphyretica (perché di porfido), e gli veniva dato il bastone del comando, e fatto poi sedere su un'altra sedia porphyretica, per restituire il bastone e le chiavi della basilica.
Il papa, che doveva simboleggiare la Mater Ecclesia, doveva assumere la posizione di una partoriente. 
Ma si racconta anche, che dopo l'elezione della papessa Giovanna (che avrebbe regnato tra l'850 e l'855, tra il papato di Leone IV e quello di Benedetto III, ma della cui esistenza ancora oggi non se ne hanno le prove), la sedia servisse per accertare che il nuovo papa fosse un uomo.
La sedia stercoraria veniva conservata nell'Oratorio di S.Tommaso, posto accanto al portico della facciata medievale della basilica, che fungeva anche da Sacrestia.

Si giunge quindi nella galleria Sud.

iscrizione funeraria cristiana per un bimbo di tre anni di nome Victor (età imperiale)
frammento di colonnina tortile cosmatesca (forse dell'Altare della Maddalena)
stemmi in marmo di Martino V Colonna
iscrizione con la bolla papale di Sisto IV che conferma il primato della Basilica Lateranense (14 luglio 1475)
colonna cosmatesca tortile su leone che ha tra le zampe un uomo (XIII sec.)
frammenti dell'iscrizione in latino dell'architrave dell'antica basilica  (XII/XIII sec.)
altare di età romana utilizzato nel XVI per le offerte
rilievo con busti/ritratto dalla tomba dei liberti della famiglia Gavia (I sec.d.C.)
semicolonna a squame di foglie di palma che si dice siano appartenute al Palazzo di Pilato (posto o sul colle Cispio o tra le chiese di S.Maria Maggiore e di S.Croce in Gerusalemme)
colonna marmorea poligonale con anello in ferro che la leggenda vuole si trovasse nel Palazzo di Pilato
iscrizione in ricordo degli stendardi vinti agli Ugonotti ed esposti un tempo in basilica dal 1570 al 1808
leone rampante (XV sec.) su colonna romana
in alto: frammento di lastra tombale con testa poggiante su cuscini e libri con epitaffio di Alexandro de Petruccianis (IX sec.)
frammento di rilievo con guerriero caduto (età romana)
I reperti più importanti di questa galleria sono certamente i frammenti che componevano il monumento funebre di Riccardo Annibaldi.

monumento funebre di Riccardo Annibaldi
Oltre la statua che ritrae il defunto giacente, componeva il monumento un rilievo su fondo a mosaico cosmatesco, dove era rappresentata una teoria di chierici che stanno celebrando una funzione per il defunto.

giacente del monumento funebre di Riccardo Annibaldi
frammento del monumento funebre di Riccardo Annibaldi con teoria di chierici
Il giovane Arnolfo di Cambio mise molta attenzione nel raffigurare i minimi particolari, come le dita tra le pagine del libro, tenuto sulla testa di un chierichetto, e che un officiante sta leggendo.

particolare del monumento funebre di Riccardo Annibaldi
Per lungo tempo si è creduto che questo monumento funebre fosse appartenuto al cardinale Riccardo Annibaldi della Molara, ma oggi gli esperti ritengono che questo capolavoro di Arnolfo di Cambio fosse stato realizzato per un subdiacono, nipote e omonimo del cardinale, morto a trent'anni nel 1289.

Anticamente il monumento funebre, che era interamente colorato, era posizionato nella basilica presso la scala che conduceva all'Aula del Concilio, ma fu poi smembrato dal Borromini (durante i restauri che attuò nella basilica), e posto vicino alla porta della navata laterale sinistra, dove ancora oggi si trova una memoria.

memoria del monumento funebre di Riccardo Annibaldi nella basilica
iscrizione della memoria del monumento funebre di Riccardo Annibaldi nella basilica
Un'iscrizione in latino ricorda le virtù del defunto. L'iscrizione è composta da dieci righe di un carme in versi e di cinque righe in prosa.

iscrizione del monumento funebre di Riccardo Annibaldi

Nella galleria Ovest si possono vedere gli ultimi reperti che compongono questa raccolta di frammenti della storia della Basilica Lateranense.

lastra tombale del vescovo di Spoleto Lorenzo Egidio de Corvini (XV sec.)
affresco di Madonna col Bambino (tardo XIII secolo e ridipinto nel XVI secolo)/ in basso: iscrizione che ricorda un altare dedicato alla Vergine da Angelotto Fusco (XV sec.)
lastra tombale del vescovo Domenico de' Vanerapis (XV sec.)
lastra tombale di vescovo cardinale
lastra tombale di Petro Sancio Petrolanza (nobile spagnolo del XVI sec.)

lastra tombale di Pietro Paolo Cardelli (Catecumeno lateranense del XVI sec.)
lastra tombale di William Golt (nobile inglese del XIV sec.)
lastra tombale di Elisabetta Orsini (nobildonna romana del XV sec.)
porte in bronzo (1196) ordinate dal futuro Onorio III per il Patriarchio Lateranense
Due reperti meritano di soffermarsi perché legati alla tradizione religiosa cristiana: una è la lastra di marmo rosso dove si tramanda che i soldati romani a guardia della Croce si siano giocati a dadi le vesti di Cristo, mentre l'altra è una composizione formata da quattro colonnine sormontate da una lastra di marmo orizzontale che indicherebbe, secondo una leggenda medievale, l'altezza di Cristo.

altezza di Cristo (colonne con lastra orizzontale) e lastra di marmo rosso sulla quale i soldati romani si giocarono le vesti di Cristo
Dal chiostro si possono intravvedere le statue della facciata della basilica, le lanterne di due cappelle della navata laterale sinistra e la facciata del braccio sinistro del transetto della basilica

statue della facciata della basilica viste dal chiostro e due lanterne delle cappelle della navata laterale sinistra
facciata del braccio sinistro del transetto della basilica


Orario:  9.00/18.00
Costo:   5€ compresa l'audioguida

CONCLUSIONI
Pur abitando a Roma non mi era mai capitato di visitare il chiostro della Basilica Lateranense.
Una vera sorpresa!
Questo chiostro elegante e raffinato nella sua decorazione, è un'oasi di pace al centro di una zona di Roma molto trafficata.
Non abbiamo trovato molti turisti che lo visitassero, in confronto a quanti affollano la basilica, forse perché la visita è a pagamento.
I reperti che si possono vedere lungo le sue gallerie aggiungono un motivo in più che convince a visitare questo angolo tranquillo della città.


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