mercoledì 13 febbraio 2019

I capolavori di Caravaggio nella città di Napoli


Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio dal paese del bergamasco dove vide i natali, nacque nel 1571 e fu quel geniale, rivoluzionario e provocatorio pittore italiano che viene ricordato non solo per i suoi capolavori, ma anche per la sua vita scandalosa, costellata di episodi che lo videro proscritto, ricercato e perseguitato.


Nonostante ciò fu un artista dimenticato, caduto nell'oblio e passarono tre secoli prima che fosse resa giustizia alla sua arte.
"Si parla di Michelangelo di Caravaggio, definendolo ora un maestro dell'ombra, ora della luce. E' stato dimenticato. Senza di lui non ci sarebbero stati Ribera, Vermeer, La Tour, Rembrandt. E Delacroix, Courbet, Manet avrebbero dipinto in altro modo"
                                                                     (Roberto Longhi)

Durante la sua burrascosa e misteriosa vita, Caravaggio, iniziatore del Barocco, precursore della pittura moderna, uno tra i più importanti pittori a livello mondiale, trascorse due periodi a Napoli, dove dipinse alcuni capolavori, con la sua caratteristica velocità di lavorare e con la capacità di dipingere sulla tela senza aver bisogno di disegnare i personaggi che animavano le sue tele.
Era il 28 maggio 1606 quando Caravaggio uccise a Roma (nei pressi del Pantheon, vicino a Via della Scrofa), per discussioni di gioco durante una partita di pallacorda, Ranuccio Tommasoni di Terni, un membro di una famiglia di militari del partito filospagnolo, fratello del caporione di Campo Marzio.
Caravaggio ferito viene accolto a Palazzo Colonna e curato dalla sua protettrice Costanza Colonna (seconda figlia di Marcantonio Colonna viceré di Sicilia e protagonista della battaglia di Lepanto contro i Turchi, moglie di Francesco Sforza marchese di Caravaggio, e cognata della sorella di S.Carlo Borromeo), ma condannato a morte e bandito da Roma deve fuggire dalla città perché qualunque membro della Corte riconoscendolo può ucciderlo per decapitazione.

Lasciata Roma si rifugia a Zagarolo, Palestrina. Paliano, nei feudi dei Colonna sui Colli Albani.
Da qui, dopo quattro mesi, il 6 ottobre 1606, Caravaggio decide di partire per Napoli, una città enorme e babelica (350.000 abitanti), all'epoca la città più popolosa d'Europa dopo Parigi.

Il primo soggiorno partenopeo di Caravaggio durò circa otto mesi.
Visse tra i popolari vicoli dei Quartieri Spagnoli.

La prima commissione che Caravaggio riceve a Napoli è la Madonna del Rosario.

Madonna del Rosario (Caravaggio - 1607 - Gemaldegalerie del Kunsthistorisches Museum - Vienna)
E' Nicola Radulovic, un ricco negoziante di Ragusa, a chiedere al pittore di dipingere la pala d'altare per la Basilica di S.Domenico Maggiore, forse destinata alla cappella della famiglia Carafa-Colonna.
Ma i Domenicani, ritenutala scandalosa come la Madonna dei Pellegrini, rifiutano la tela, che verrà acquistata per 1800 fiorini da artisti fiamminghi per intercessione di Pieter Paul Rubens e donata poi ai frati domenicani della chiesa di Sint-Pauluskerk di Anversa.
Nel 1781 l'imperatore d'Austria Giuseppe II d'Asburgo, innamoratosi del dipinto, riesce a portarlo a Vienna dove è ancor oggi custodito nella Gemaldegalerie del Kunsthistorisches Museum
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La seconda commissione napoletana, una delle tre tele di Caravaggio ancora conservate in questa città, giunse dagli amministratori della Congregazione del Pio Monte della Misericordia, una delle più importanti e antiche istituzioni benefiche partenopee, fondata nel 1602 da sette nobili.
Fu in particolare Luigi Carafa-Colonna, uno dei membri della congregazione, a volere affidare l'opera a Caravaggio.

Sala del Governo - Quadreria del Pio Monte di Misericordia
 L'opera, commissionata per 400 ducati, venne pagata 370 ducati.

Sette opere di Misericordia (Caravaggio - 1607 - Cappella del Pio Monte di Misericordia)
Le Sette opere di Misericordia, un grande dipinto ad olio su tela (390 X 260cm), si trova tutt'oggi conservata sull'altare maggiore nella seicentesca Cappella del Pio Monte della Misericordia, il luogo di culto a pianta ottagonale realizzato dall'ingegnere Francesco Antonio Picchiatti.
Infatti nel 1613 venne stabilito che la pala non potesse essere venduta e dovesse rimanere per sempre in questa cappella.

ingresso alla Quadreria e alla Cappella del Pio Monte di Misericordia
ingresso della Cappella del Pio Monte di Misericordia
Cappella del Pio Monte di Misericordia
Caravaggio fu il primo pittore che osò dipingere insieme, nello stesso spazio, tempo e luogo, le sette opere caritatevoli svolte dalla congregazione: le sei opere enunciate da Cristo (Matteo 25,35-36) e la settima (la sepoltura dei morti) aggiunta dalla Chiesa di Roma nel medioevo.
Una rivoluzione nell'iconografia classica.

altare maggiore della Cappella del Pio Monte di Misericordia /  pala d'altare: Sette opere di Misericordia
(Caravaggio - 1607 - Cappella del Pio Monte di Misericordia)
Tra giochi di luce e ombre, la scena sembra ambientata in uno dei vicoli di Napoli, in uno dei vicoli dei Quartieri Spagnoli dove in questo primo soggiorno partenopeo risiedeva il Caravaggio.

Nella parte alta della tela è raffigurata la Madonna della Misericordia col Bambino, sorretta da angeli.

particolare delle Sette opere di Misericordia (Caravaggio - 1607 - Cappella del Pio Monte di Misericordia): Madonna di Misericordia col Bambino e gli Angeli
Nella parte centrale e bassa del dipinto i personaggi, ricchi e poveri, nobili e umili, si muovono in maniera teatrale in una scena notturna.
"Dar da mangiare agli affamati" e "Visitare i carcerati"
particolare delle Sette opere di Misericordia (Caravaggio - 1607 - Cappella del Pio Monte di Misericordia): "Dar da mangiare agli affamati" e "Visitare i carcerati"
Cimone, condannato a morire di fame in carcere, viene allattato dalla figlia Pero.
I magistrati per questo atto di carità romana concessero la libertà a Cimone.
Lo storico latino Valerio Massimo racconta questa storia nel Libro IX del suo scritto  DE FACTIS DICTISQUE MEMORABILIBUS ("Fatti e detti memorabili").
A Roma, nel Foro Boario, al posto del carcere venne eretto un Tempio dedicato alla Pietas, e successivamente venne costruita sul suo basamento la Chiesa di S.Nicola in Carcere.
"Seppellire i morti"
particolare delle Sette opere di Misericordia (Caravaggio - 1607 - Cappella del Pio Monte di Misericordia): "Seppellire i morti"
Sono raffigurati un becchino che trasporta un cadavere, di cui si vedono solo i piedi, seguito da un sacerdote con una torcia.

"Vestire gli ignudi" e "Visitare gli infermi"
particolare delle Sette opere di Misericordia (Caravaggio - 1607 - Cappella del Pio Monte di Misericordia): "Vestire gli ignudi" e "Visitare gli infermi"
Un cavaliere con una piuma sul cappello, nel quale si vuol individuare S.Marino di Tours, divide il suo mantello con l'uomo seduto di spalle.
Nella penombra è raffigurato un infermo con le mani giunte.

"Ospitare i pellegrini"
particolare delle Sette opere di Misericordia (Caravaggio - 1607 - Cappella del Pio Monte di Misericordia): "Ospitare i pellegrini"
L'uomo con la conchiglia di S.Giacomo di Compostella, raffigura un pellegrino e l'uomo dipinto alla sinistra del quadro gli indica col dito un rifugio dove essere accolto.
"Dar da bere agli assetati"
particolare delle Sette opere di Misericordia (Caravaggio - 1607 - Cappella del Pio Monte di Misericordia): "Dar da bere agli assetati"
L'uomo dipinto in secondo piano come Sansone beve dalla mascella di un asino.

Quest'opera del Caravaggio si può ammirare anche visitando la Quadreria del Pio Monte di Misericordia (inclusa nel biglietto).
Al primo piano del palazzo, nella cosiddetta Sala del Coretto, un armadio in legno cela un coretto-matroneo dal quale i membri della congregazione possono assistere alle celebrazioni da un balcone, posto proprio davanti alle Sette opere di Misericordia.

coretto-matroneo della Sala del Coretto
Sette opere di Misericordia (Caravaggio - 1607 - Cappella del Pio Monte di Misericordia) vista dal coretto-matroneo della Sala del Coretto

www.piomontedellamisericordia.it
Via dei Tribunali 253
Orari: lunedì/sabato  9.00/18.00     domenica  9.00/14.30
Costo: 7€ (chiesa + quadreria)
audioguida 2€

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In questo primo soggiorno partenopeo Caravaggio dipingerà due Flagellazioni.
La prima versione della Flagellazione di Cristo (più piccola) si trova in Francia al Musèe des Beaux-Arts di Rouen.

Flagellazione di Cristo (Caravaggio - 1607 - Musèe des Beaux-Arts - Rouen)
La seconda versione della Flagellazione di Cristo si trova invece ancora a Napoli ed è conservata nella Galleria delle Arti a Napoli dal '200 al '700 al secondo piano del Museo di Capodimonte.

Flagellazione di Cristo (Caravaggio - 1607 - Museo di Capodimonte)
L'opera fu commissionata a Caravaggio nel 1607 da Tommaso De Franchi, membro di una famiglia di magistrati, per la cappella familiare nella Basilica di S.Domenico Maggiore.
Per questo olio su tela (286 X 213cm) Caravaggio fu ricompensato con 290 ducati.

Flagellazione di Cristo (Caravaggio - 1607 - Museo di Capodimonte)
Il Caravaggio s'ispirò alla Flagellazione di Cristo di Sebastiano del Piombo (dipinta 70 anni prima e realizzata ad olio su intonaco nella Chiesa di S.Pietro in Montorio a Roma), eliminando l'architettura di fondo e riducendo il numero di personaggi.  
Flagellazione di Cristo (Sebastiano del Piombo - 1524/1525 - Chiesa di S.Pietro in Montorio - Roma)
Inoltre Caravaggio proiettò un fascio di luce verticale su un Cristo muscoloso che ricorda le figure maschili della Cappella Sistina affrescata da Michelangelo.
particolare della Flagellazione di Cristo (Caravaggio - 1607 - Museo di Capodimonte)
particolare della Flagellazione di Cristo (Caravaggio - 1607 - Museo di Capodimonte)
Inoltre tradizionalmente la corona di spine è posta sulla testa di Cristo dopo la flagellazione, mentre in questa tela è già presente sul capo del Salvatore.
Dopo aver cambiato ubicazione più volte all'interno della basilica, nel 1972 la Flagellazione di Cristo fu spostata al Museo di Capodimonte per motivi di sicurezza.

http://www.museocapodimonte.beniculturali.it
Via Miano 2
Orari: 8.30/19.30   si può visitare il PRIMO PIANO
           9.30/17.00   si può visitare il SECONDO PIANO
mercoledì CHIUSO
Costo: 8€

Museo di Capodimonte (Napoli)
ATTENZIONE: Si può raggiungere il Museo e il Bosco di Capodimonte con la navetta Shuttle Capodimonte da Piazza Trieste e Trento (Teatro S.Carlo) e dalle fermate intermedie di Piazza Municipio, Piazza Dante e Museo Archeologico.
Presso le fermate del servizio pubblico si può richiedere una fermata.
Biglietti acquistabili a bordo.
Durata dell'intero percorso 22'.
www.city-sightseeing.it/it/shuttle-museo-di-capodimonte
Orari: consulta il sito
Costo: 16€   ANDATA + RITORNO + BIGLIETTO MUSEO
            8€     ANDATA + RITORNO
            5€     corsa unica

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Altre opere di Caravaggio eseguite durante questo periodo di residenza a Napoli furono la Sacra Famiglia con S.Giovanni Battista (della Collezione privata Otero Silva conservata al Metropolitan Museum di New York), la Salomè con la testa del Battista (conservata alla National Gallery di Londra), una Giuditta che decapita Oloferne (scomparsa), una Crocifissione di Sant'Andrea (oggi al Cleveland Museum of Art), e la prima versione di Davide con la testa di Golia (oggi al Kunsthirorisches Museum di Vienna).

Sacra Famiglia con S.Giovanni Battista (Caravaggio - 1605/1606 - Collezione Otero Silva - Metropolitan Museum - New York)
Salomè con la testa del Battista (Caravaggio - 1607/1610 - National Gallery - Londra )
Crocifissione di Sant'Andrea (Caravaggio - 1607 - Cleveland Museum of Art)
Davide con la testa di Golia (Caravaggio - 1607 - Kunsthirorisches Museum - Vienna)
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Caravaggio in breve tempo divenne l'artista più produttivo e celebrato di Napoli, ma improvvisamente decide di partire, dirigendosi a Malta.
Forse temeva per la sua sorte, o forse voleva guadagnarsi sull'isola la Croce di Cavaliere di Grazia dell'Ordine di Malta, e il diritto di poter portare la spada per difendersi.
E' il mese di luglio del 1607 e Caravaggio rimarrà sull'isola sino a quando, per motivi ancora poco chiari, viene arrestato e radiato dall'Ordine di Malta.
Riesce ad evadere dal carcere e raggiunge la Sicilia dove rimarrà fino alla fine del 1609.
Caravaggio riparte nuovamente per Napoli.
Nella città partenopea subì un agguato presso la Taverna del Cerriglio (Via dei Sedili di Porto), ad opera forse di sicari del Gran Maestro di Malta.
Venne ferito gravemente sul viso.
Questa volta a Napoli viene accolto nel Palazzo Cellamare (posto tra Via Filangeri e Via Chiaia), residenza nobiliare della famiglia Carafa-Colonna, che diverrà la sua ultima dimora.

Palazzo Cellamare
 Durante il suo secondo periodo partenopeo Caravaggio, anche se malato, dipinse alcune tele:

- la Negazione di S.Pietro (Metropolitan Museum of Art - New York)

Negazione di S.Pietro (Caravaggio - 1610 - Metropolitan Museum of Art - New York)
 La tela, appartenuta al cardinal Paolo Savelli, venne acquistata da nobili svizzeri, per poi far parte della collezione di Herman Shickman che la donò al Metropolitan Museum of Art di New York.

- David con la testa di Golia (Galleria Borghese - Roma)

David con la testa di Golia (Caravaggio - 1609/1610 - Galleria borghese - Roma)
In questo dipinto si trova l'ultimo autoritratto di Caravaggio che impersonifica Golia: l'artista si ritrae anche lo sfregio sulla fronte riportato nell'agguato subito a Napoli.
Caravaggio realizzò la tela e la inviò al cardinale Scipione Borghese per ottenere la grazia da papa Paolo V.

- S.Giovanni Battista (Galleria Borghese - Roma)

S.Giovanni Battista (Caravaggio - 1610 - Sala del Sileno - Galleria Borghese - Roma)
Realizzato per il cardinal Scipione Borghese per cercare di ottenere la libertà da quella condanna a morte che lo stesso cardinale, in veste di ministro di giustizia, aveva firmato.
Nella tristezza del personaggio ritratto si è intravisto il presentimento dell'artista della sua imminente fine.

- Salomè con la testa del Battista (Palacio Real de Madrid - Madrid)

Salomè con la testa del Battista (Caravaggio - 1609 - Palacio Real de Madrid - Madrid)
La tela si trova a Madrid perché Carlo VII lo trasferì nel suo palazzo madrileno quando regnava sulla Spagna.
La testa del Battista è un autoritratto dell'artista.

- Annunciazione (Musée des Beaux-Arts di Nancy)

Annunciazione (Caravaggio - 1609 - Musée des Beaux-Arts - Nancy)
La tela fu forse realizzata nel secondo periodo partenopeo di Caravaggio (o a Messina).
Fu commissionata all'artista dal duca di Lorena.

- S.Francesco che riceve le Stimmate
- S.Francesco in meditazione
- Resurrezione 

Queste tre opere furono realizzate da Caravaggio per la Cappella Fenaroli nella Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi di Napoli, ma si persero durante il terremoto del 1805.

Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi
Solo della Resurrezione (posta sull'altare della cappella), si conserva una copia realizzata dal fiammingo Louis Finson conservata nella Eglise de Saint-Jeane-de-Malte a Aix-en-Provence.

Resurrezione (Louis Finson - Eglise de Saint-Jeane-de-Malte - Aix-en-Provence)
L'ultimo capolavoro della vita artistica di Caravaggio fu dipinto a Napoli nel 1610, ed è rimasto nella città partenopea.
E' la tela del Martirio di Sant'Orsola (154 X 178 cm), conservata nella Sala degli Stucchi (ex sala da letto del proprietario con decorazioni neoclassiche) di Palazzo Zevallos Stigliano, l'edificio su Via Toledo che ospita una delle Gallerie d'Italia di Banca Intesa Sanpaolo.

Martirio di Sant'Orsola (Caravaggio - 1610 - Galleria d'Italia Banca Intesa Sanpaolo - Palazzo Zevallos Stigliano)
Il dipinto ad olio fu commissionato (attraverso il suo procuratore a Napoli Lanfranco Massa), dal banchiere genovese Marcantonio Doria (divenuto in seguito principe d'Angri), figlio del doge Agostino, la cui famiglia aveva come protettrice Sant'Orsola.
Caravaggio lasciò Napoli quando questa tela non era completamente asciutta.
Anzi Lanfranco Massa per abbreviarne l'asciugatura la mise esposta al sole, causando alcuni danni al dipinto.
La tela raggiunse con una feluca Genova e qui rimase dal 18 giugno 1610 al 1832 quando ritornò a Napoli per vicende ereditarie e verrà conservato nella residenza dei principi d'Agri in Via Toledo.
Nel 1972 fu acquistato dalla Banca Commerciale Italiana.
Questa tela fu riconosciuta opera di Caravaggio solo nel 1980: era stata infatti attribuita a Mattia Preti.
 
Martirio di Sant'Orsola (Caravaggio - 1610 - Galleria dell'Italia Banca Intesa Sanpaolo - Palazzo Zevallos Stigliano)
Nella tela sono raffigurati Attila e la vergine Orsola,una principessa di origine bretone uccisa a Colonia, di ritorno da un pellegrinaggio con altre undicimila vergini.
Sant'Orsola viene colpita dal re degli Unni con una freccia, per averlo rifiutato.
Uno degli uomini, ritratto alle spalle della Santa, ha le sembianze di Caravaggio.
Il suo viso sconvolto sembra presagire la fine dell'artista.
Ammirare l'ultimo capolavoro di Caravaggio offre l'occasione per conoscere le opere del Seicento, Settecento e Ottocento napoletano facenti parte delle collezioni delle Gallerie d'Italia della Banca Intesa.

Palazzo Zevallos Stigliano
Palazzo Zevallos Stigliano

www.gallerieditalia.com/it/napoli/lultimo-caravaggio-2/
Via Toledo 185
Orario: martedì/venerdì   10.00/19.00   weekend  10.00/20.00
Chiuso il lunedì
Costo:  5€
GRATIS per i correntisti della Banca Intesa Sanpaolo e ogni prima domenica del mese

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Terminato il Martirio di Sant'Orsola, Caravaggio decide di ritornare a Roma a bordo di una feluca, nella speranza di ottenere finalmente la grazia.
Nei pressi di Palo, per uno scambio di persona, fu imprigionato per un paio di giorni e il suo bagaglio, con le tele dell'ultimo S.Giovanni Battista e della Salomè che dovevano servire ad ottenere la sua libertà, fu requisito.
Nel disperato tentativo di recuperare le sue opere trovò la morte per setticemia sulle spiagge di Port'Ercole (terra occupata dagli Spagnoli), il 18 luglio 1610 all'età di 39 anni.
Non venne mai a sapere che papa Paolo V aveva firmato la sua sentenza di grazia.


CONCLUSIONI
Precursore della pittura moderna, maestro dei chiaro scuri e della luce, Caravaggio condusse una vita sregolata e dissennata, dalla quale trasse il realismo e la drammaticità dei personaggi rappresentati nelle sue opere.
Prostitute e frequentatori di bettole furono i suoi modelli.
Ma rappresentava anche il suo travaglio interiore negli autoritratti che introduceva nelle sue opere.
Durante la sua vita fu sempre un uomo in fuga, dalla giustizia e forse da sè stesso.
A Napoli, dove ha trascorso due brevi ma intensi e fecondi periodi della sua vita, ha lasciato tre opere importanti che meritano davvero di essere visitate.


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