giovedì 7 febbraio 2019

Napoli: la Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi, scrigno del rinascimento napoletano


Nella parte alta di Piazza Monteoliveto sorge uno scrigno di opere rinascimentali, la Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi, originariamente chiamata Chiesa di S.Maria di Monteoliveto.

Piazza Monteoliveto
La Chiesa di S.Maria di Monteoliveto, facente parte di un complesso monastico di monaci olivetani e divenuta una delle chiese favorite della corte aragonese, sorse nel 1411 fuori delle mura della città (venne infatti a far parte solo nel 1499 delle fortificazioni aragonesi).
 
La fondazione del complesso monastico, una filiale dell'abbazia toscana di Monteoliveto Maggiore, si deve a Gurello Origlia, nobile del Sedile di Porto e protonotario del Regno di re Ladislao di Durazzo.

Il monastero comprendeva oltre alla chiesa quattro chiostri, giardini, una biblioteca e una foresteria.

Nel XVII la chiesa fu in parte rifatta in stile barocco da Gaetano Sacco.

Nel 1799 l'ordine dei monaci olivetani fu sciolto perché aveva dato appoggio ai rivoluzionari, e il monastero divenne la sede delle "Reali Segreterie" con l'installazione qui dei Tribunali.

I Lombardi che vivevano a Napoli avevano edificato nelle vicinanze del monastero olivetano una chiesa dedicata a Sant'Anna, sotto la direzione dell'architetto Domenico Fontana.
Nel 1798 la chiesa dell'Arciconfraternita dei Lombardi subì gravi crolli e nel 1801 Ferdinando IV concesse loro la Chiesa di S.Maria di Monteoliveto (che nel frattempo era divenuta del demanio dello Stato), che per questo cambiò nome divenendo la Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi.

La chiesa crollò in parte nel 1805 a causa di un terremoto.
In questa occasione andarono perdute tre tele di Caravaggio per la Cappella Fenaroli: S.Francesco che riceve le Stimmate, S.Francesco in meditazione e una Resurrezione.
Altri crolli della chiesa avvennero a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale: furono gravemente danneggiati il soffitto cassettonato e l'atrio gotico.
Nel 1943 si ricostruì la facciata in piperno che è caratterizzata da un arco catalano (un ampio arco a sesto ribassato).

pianta della Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi
Entrati nell'atrio della chiesa sulla destra si può notare l'Edicola sepolcrale di Domenico Fontana (l'architetto che a Napoli realizzò il Palazzo Reale e la Fontana del Nettuno), che un tempo si trovava nella distrutta Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi.

Edicola sepolcrale di Domenico Fontana (1627)
La porta lignea realizzata nel 1955 è una copia di quella originale.
L'interno della chiesa è a navata unica con una copertura barocca a cassettonato.
Tra gli archi che introducono alle cappelle laterali vi sono lesene in stucco.

navata della Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi
Tra le finestre della navata vi sono dieci tele realizzate da Gabriele de Sabato che raffigurano Scene della vita di  S.Bernardo Tolomei e i primordi dell'Ordine Olivetano.

Lungo la navata si aprono cinque cappelle a pianta centrale per lato e due cappelle a fianco all'abside.
A queste si aggiungono, lateralmente all'area absidale altre due cappelle, l'Oratorio del Santo Sacramento, la Sagrestia Nuova e la Sagrestia Vecchia (affrescata dal Vasari).

ingresso alle cappelle del lato destro della chiesa / pavimento della navata con antiche lastre tombali
prime tre cappelle laterali sinistre
La prima cappella del lato destro della navata è la Cappella Mastrogiudice.
Appartenuta prima alla famiglia Correale, prende il nome dalla seconda famiglia a cui appartenne.


Questa cappella è formata da due ambienti:
- nel vano Mastrogiudice si trovano il Monumento funebre della famiglia Mastrogiudice realizzato da Girolamo D'Auria (parete di fondo) e il Sarcofago di Matteo Mastrogiudice (parete d'ingresso lato destro).

Monumento funebre della famiglia Mastrogiudice (Girolamo D'Auria - 1578)
- nel vano Correale di Terranova sull'altare è posta l'opera scultorea in altorilievo di Benedetto di Maiano Annunciazione con i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista.

altare della Cappella Mastrogiudice/Correale: Annunciazione tra i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista /busti di S.Caterina e Sant'Agnese /Episodi della vita di Cristo e della Vergine/ festoni e cherubini  (Benedetto di Maiano - 1489)
Nella predella in bassorilievo dell'altare sempre Benedetto di Maiano ha realizzato Episodi della vita di Cristo e della Vergine.
Nei tondi sull'altare lo stesso autore ha realizzato i busti di S.Caterina e Sant'Agnese.
In alto l'altare è decorato con festoni e cherubini.

particolare dell'altare della Cappella Mastrogiudice/Correale (Benedetto di Maiano - 1489)
Sulla parete laterale destra del vano è posto un sedile marmoreo con spalliera che ne convalida il diritto del patronato della famiglia Correale.

sedile con lesene corinzie, stemma di Marino Correale e imprese araldiche
Sulla parete laterale sinistra è posto il Sarcofago di Marino Correale conte di Terranova.

Sarcofago di Marino Correale conte di Terranova (1490)
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La seconda cappella è la Cappella Corcione o Cappella di S.Francesca Romana.

Cappella Corcione
La tela sull'altare raffigura la Madonna col Bambino e S.Francesca Romana, opera di Giovanni Battista Lama.

altare barocco della Cappella Corcione
Madonna col Bambino e Santa Francesca Romana (Giovanni Battista Lama - 1743)
La tela sulla parete laterale destra illustra le Tentazioni di Santa Francesca Romana, mentre la tela sulla parete laterale sinistra lo stesso autore, Vincenzo Fato, ha raffigurato Santa Francesca Romana con i figli di re Alfonso II.

Santa Francesca Romana coi figli di Alfonso II (Vincenzo Fato - 1747)
Tentazioni di Santa Francesca Romana (Vincenzo Fato - 1747)
Giuseppe Simonelli ha affrescato la volta con la Gloria di Santa Francesca Romana e Storie della vita di Santa Francesca Romana.

Gloria di Santa Francesca Romana / Storie della vita di Santa Francesca Romana (Giuseppe Simonelli - 1710)
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La terza cappella è la Cappella Nauclerio o Cappella di Sant'Antonio da Padova.

Cappella Nauclerio
Nicola Malinconico affrescò la volta con le Storie di Sant'Antonio da Padova, Virtù e Gesù con Sant'Antonio da Padova.
Il bassorilievo dell'altare della cappella illustra Sant'Antonio che predica ai pesci, opera di Annibale Caccavello.

paliotto: Sant'Antonio predica ai pesci (Annibale Caccavello - XVI sec.)
L'opera scultorea sull'altare che raffigura Sant'Antonio da Padova, Sant'Apollonia, Santa Lucia e Angeli fu realizzata da Girolamo Santacroce.

Sant'Antonio da Padova, Santa Apollonia, Santa Lucia e Angeli (Girolamo Santacroce - inizi del '500)
Sulla parete laterale sinistra è posto il Monumento funebre di Tommaso Nauclerio della Bottega del D'Auria.

Monumento funebre di Tommaso Nauclerio (Bottega D'Auria - 1558)
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La quarta cappella è la Cappella Scala o Cappella del Crocifisso.

Cappella Scala
 Sull'altare settecentesco è posto un Crocifisso ligneo di autore ignoto. 

Crocifisso (autore ignoto)
La volta fu affrescata con Storie della vita di Cristo da Nicola Malinconico. 

volta della cappella: Storie della vita di Cristo (Nicola Malinconico)
volta della cappella: Storie della vita di Cristo (Nicola Malinconico)
Il Monumento funebre di Guglielmo Bardich è opera di Girolamo D'Auria.
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La quinta cappella è la Cappella Bosco o Cappella di S.Cristoforo.

Cappella Bosco
Sull'altare della cappella ha trovato posto il dipinto di S.Cristoforo di Francesco Solimena.

S.Cristoforo (Francesco Solimena - 1695)
Giuseppe Simonelli ha affrescato la volta della cappella con Storie della vita di S.Cristoforo.

volta della cappella: Storie della vita di S.Cristoforo (Giuseppe Simonelli - inizi del '700)
Il Monumento funebre di Cesare Bosco, posto sulla parete laterale sinistra,è opera di Matteo Bottiglieri.

Monumento funebre di Cesare Bosco (Matteo Bottiglieri - 1740)
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A destra dell'altare maggiore, in linea con le cappelle descritte, si trova la Cappella Orefice.

Le pareti e la volta della cappella furono affrescate con un ciclo di Storie della Vergine da Luigi Rodriguez.
Girolamo D'Auria realizzò invece il Monumento funebre di Antonio Orefice, protonotario di Carlo V e di Filippo I, e il Monumento funebre di Giovan Francesco Orefice, suo figlio.

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Sulla destra della Cappella Orefice si apre un passaggio che permette di visitare l'Oratorio del Santo Sacramento.

Oratorio del Santo Sacramento
L'Oratorio è composto da tre vani:

- la Cappella Fiodo che conserva sulla parete sinistra il Monumento funebre di Antonio d'Alessandro e della moglie Maddalena Riccio (barone giureconsulto e nobildonna napoletana), realizzato da Giovan Tommaso Malvito.

sarcofago del Monumento funebre di Antonio d'Alessandro e di Maddalena Riccio (Giovan Tommaso Malvito - 1491)
Il monumento è composto, oltre che dal sarcofago con immagine a tutto tondo dell'uomo nella parte superiore e a rilievo della consorte a nella parte anteriore, da un sediale con spalliera (posto sulla parete opposta) con stemma e due vasi di gigli (il barone faceva parte dell'Ordine della Giara), sormontato da una lunetta con il rilievo della Madonna col Bambino e due angeli.

sediale con lunetta del Monumento funebre di Antonio d'Alessandro e di Maddalena Riccio (Giovan Tommaso Malvito - 1491)
Sulla parete destra è anche collocato il Monumento funebre di Antonio Fiodo opera di Francesco da Sangallo e Bernardino del Moro.

sediale del Monumento funebre di Antonio Fiodo (Francesco da Sangallo e Bernardino del Moro)
lastra sepolcrale del Monumento funebre di Antonio Fiodo (Francesco da Sangallo e Bernardino del Moro)
- la Cappella di Noja con le pareti affrescate con Storie di Giona e la balena ed Esaù che vende la primogenitura per un piatto di lenticchie a Giacobbe attribuite a Pedro Rubiales (detto Roviale Spagnuolo).

Storie di Giona e la balena (Pedro Rubiales detto Roviale Spagnuolo - 1550)
Esaù che vende la primogenitura per un piatto di lenticchie a Giacobbe (Pedro Rubiales detto Roviale Spagnuolo - 1550)
pavimento della Cappella di Noja
- la Cappella del Santo Sepolcro al centro della quale si trova un Compianto sul Cristo morto, opera scultorea in terracotta che realizzò Guido Mazzoni, detto il Paganino, su commissione di Eleonora d'Aragona (sorella di Alfonso II).

Compianto sul Cristo morto (Guido Mazzoni - 1492)
Il gruppo scultoreo (originariamente policromo e ridipinto con vernice imitante il bronzo nel 1882 che venne fortunatamente poi rimossa), è costituito oltre che dal Cristo da sette statue a grandezza naturale: Giuseppe d'Arimatea (col volto di Alfonso d'Aragona, duca di Calabria), Nicodemo (col volto di re Ferrante o dell'umanista Giovanni Pontano), la Madonna, S.Giovanni Evangelista, la Maddalena, Maria di Cleofa e Maria Salomè (discepole di Gesù e presenti sotto la Croce).

particolari del Compianto sul Cristo morto (Guido Mazzoni - 1492): Giuseppe d'Arimatea, la Maddalena, Maria Salomè e la Madonna
particolari del Compianto sul Cristo morto (Guido Mazzoni - 1492): S.Giovanni Evangelista, Maria di Cleofa e Nicodemo
particolari del Compianto sul Cristo morto (Guido Mazzoni - 1492): Cristo giacente (posto su una lastra di travertino), la Maddalena, Maria di Salome, la Madonna e S.Giovanni
Alla fine del Cinquecento risultava collocato in questa cappella anche il Busto di Ferrante I d'Aragona (o Alfonso d'Aragona duca di Calabria), opera sempre di Giudo Mazzoni, oggi conservato al Museo di Capodimonte.

Busto di Ferrante I d'Aragona o Alfonso d'Aragona duca di Calabria (Giudo Mazzoni)
Per questa cappella Giuseppe Mastroleo realizzò un Calvario, l'opera su tela posta sull'altare.
Sulla parete di fondo vi sono anche due opere in altorilievo realizzate nel '400: S.Pietro e S.Paolo.

Calvario (Giuseppe Mastroleo)
Sulla parete laterale destra è posta una Sepoltura di Gesù opera di Girolamo D'Auria.

Sepoltura di Gesù (Girolamo D'Auria - XVI sec.)
Sulla parete laterale sinistra si trova il Monumento funebre della famiglia Maza realizzato dalla Bottega D'Auria.

Monumento funebre della famiglia Maza con Resurrezione (Bottega D'Auria - 1567)
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Tornando sui propri passi e voltando a destra ci si trova nella Cappella dell'Assunta o Cappella de' Sangro.

Cappella dell'Assunta
Sull'altare si trova una Assunzione della Vergine di Fabrizio Santafede (XVI secolo).
Alla sinistra del dipinto è ritratto un Frate Olivetano che si sporge da un finestrino con occhiali in mano, opera che molti attribuiscono al Vasari o alla sua scuola.

Assunzione della Vergine (Fabrizio Santafede) 
Monaco Olivetano (attr.a Giorgio Vasari)
In questa cappella è da notare il bel pavimento maiolicato.

pavimento maiolicato della Cappella dell'Assunta
volta della Cappella dell'Assunta
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Si può accede quindi alla Sagrestia Vecchia che originariamente era il Refettorio dei monaci olivetani.

Sagrestia Vecchia
Nel 1848, quando agli Olivetani si sostituì l'Arciconfraternita di Sant'Anna dei Lombardi, questo ambiente divenne l'Oratorio di S.Carlo Borromeo.

Le volte della cappella a tre campate furono affrescate da Giorgio Vasari nel 1545 con un ciclo allegorico con temi morali e religiosi.

volte della Sagrestia Vecchia
Le volte sono divise in tre quadranti. in ognuno dei quali è raffigurato un tema: la Fede, la Religione e l'Eternità.
Ogni quadrante è suddiviso da cornici ottagone, ovali e rettangolari con le raffigurazioni allegoriche delle Virtù.

quadrante della Fede (Giorgio Vasari - 1544/1545)
particolare del quadrante della Fede: La Castità
particolare del quadrante della Fede: La Pazienza
particolare del quadrante della Fede: La Speranza
particolare del quadrante della Fede: La Prudenza
particolare del quadrante della Fede: L'Abbondanza
particolare del quadrante della Fede: La Penitenza
particolare del quadrante della Fede: La Modestia - Pudicizia
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quadrate dell'Eternità
particolare del quadrate dell'Eternità: La Prosperità
particolare del quadrate dell'Eternità: La Sapienza
particolare del quadrate dell'Eternità: La Speranza
particolare del quadrate dell'Eternità: Lo Studio (?)
particolare del quadrate dell'Eternità: La Prodigalità



particolare del quadrate dell'Eternità: La Fortezza
particolare del quadrate dell'Eternità: La Giustizia (?)
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quadrante della Religione
particolare del quadrante della Religione: La Concordia
particolare del quadrante della Religione: Virtù
particolare del quadrante della Religione: La Bontà
particolare del quadrante della Religione: La Carità
particolare del quadrante della Religione: Virtù
particolare del quadrante della Religione: (?)
particolare del quadrante della Religione: Il Silenzio
particolare del quadrante della Religione: La Scienza
Le decorazioni a grottesche furono invece realizzate da Raffaellino del Colle e Stefano Veltroni (collaboratori del Vasari).
Nelle unghie delle volte quattro putti reggono targhe con l'anno di realizzazione degli affreschi.

putto con targa
putto con targa
putto con data: MD
putto con data: XLV





















   


CURIOSITÀ: per la mancanza di luce in questo ambiente, Vasari pretese che l'intera superficie delle pareti fosse imbiancata, prima di incominciare la realizzazione della sua opera.

Sulle pareti trovano posto le architetture lignee del Coro (1505/1506), che in origine si trovava nella Cappella Tolosa e che fu qui trasferito nel 1688 (quando quest'ambiente era ancora adibito a Refettorio).
Le tarsie di questo coro si andarono ad aggiungere a quelle dell'allora Sagrestia vecchia (posta dietro la Cappella maggiore), già qui spostate nel 1588.

Coro (fra' Giovanni da Verona - 1505/1506)
Coro (fra' Giovanni da Verona - 1505/1506)
Coro (fra' Giovanni da Verona - 1505/1506)
Coro (fra' Giovanni da Verona - 1505/1506)
I dodici pannelli più grandi ancora qui conservati appartenevano alla Sagrestia vecchia mentre i diciotto più piccoli alla Cappella Tolosa.

I pannelli intarsiati e intagliati sono opera di fra' Giovanni da Verona.
Sono raffigurati in finti armadi aperti: oggetti, nature morte, strumenti astronomici, strumenti musicali, arredi sacri e cibori, vedute napoletane di Castelnuovo e della Certosa.

particolare dei pannelli del Coro con gabbietta con uccellino, cero, libri e clessidra 
particolare dei pannelli del Coro con natura morta, suppellettile liturgica  e strumenti musicali (flauti, liuto e ribeca con archetto)
particolare dei pannelli del Coro con veduta architettonica
particolare dei pannelli del Coro con paesaggio, veduta architettonica e armadio aperto con suppellettili
Nelle nicchie delle pareti sono collocate statue lignee di monaci e monache olivetani.

statua di monaco olivetano
statua di monaco olivetano
 Nel XVII secolo, nella conversione da refettorio in sagrestia, fu aggiunto l'altare in marmi policromi decorato con Cherubini in marmo bianco.

La pala d'altare raffigura S.Carlo Borromeo in preghiera ed è un'opera di Gerolamo d'Arena.
L' Angelo Annunciante e la Vergine posti ai lati della pala sono di Giovanni Battista Cavagni.

S.Carlo Borromeo in preghiera (Gerolamo d'Arena) / Angelo Annunziante / Vergine  (Giovanni Battista Cavagni)
Sulla porta d'ingresso si trova un'Adorazione dei Magi della Bottega di Alessandro Allori.

Adorazione dei Magi (Bottega Alessandro Allori)

Sulla stessa parete di fondo vi sono anche nelle lunette accanto alla porta due lavabi in marmo, sormontati da due nicchie con volta a conchiglia nelle quali sono scolpite due figure di Arcangeli.

lavabo in marmo
lavabo in marmo
Vasari dipinse per la controfacciata e per la parete di fondo della Sagrestia vecchia anche due trittici la Caduta della manna (oggi al Museo Diocesano), e le due lunette che raffigurano la Cena a casa del Fariseo (oggi conservato al Museo di Capodimonte).

Cena a casa del Fariseo (Giorgio Vasari - Museo di Capodimonte)
Cena a casa del Fariseo (Giorgio Vasari - Museo di Capodimonte)
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Si ritorna sui propri passi sino a trovarsi nella zona absidale.
abside e presbiterio
L'abside è a pianta rettangolare con volta a botte.
L'altare maggiore ha intarsi marmorei e pietre dure, ed è decorato da erme angolari.

abside: altare barocco (Bartolomeo e Pietro Ghetti su disegno di Giovan Domenico Vinaccia) con paliotto cinquecentesco della Lavanda dei piedi (Giovanni da Nola)/ coro (fra' Giovanni Francesco d'Arezzo e maestro Prospero - 1510/1524)
L'altare fu realizzato da Bartolomeo e Pietro Ghetti su disegno di Giovan Domenico Vinaccia nel XVII secolo.
Ingloba parte dell'originale altare rinascimentale realizzato da Giovanni da Nola, un bassorilievo con una Lavanda dei piedi.

Un tempo sull'altare era posta la tela Presentazione al Tempio di Vasari, che successivamente fu spostata sulla parete di fondo del coro.

Presentazione al Tempio (Giorgio Vasari - 1545 - Museo di Capodimonte)
Qui la tavola del Vasari rimase sino ai primi anni dell'800, quando fu sostituita dal dipinto S.Gioacchino e Sant'Anna che offrono la Vergine all'Eterno Padre (o Educazione della Vergine) di Angelo Mozzillo.

abside: l'Educazione della Vergine (Angelo Mazzillo - 1804) / affreschi con ciclo delle Storie di S.Benedetto (Simone Papa - XVII sec.) / Cenotafi di Alfonso II d'Aragona e di Gurello Origlia (Giovanni da Nola)
Ai lati della tela si trovano il Cenotafio di Alfonso II d'Aragona e il Cenotafio di Gurello Origlia (Giovanni da Nola).
Sotto la fascia affrescata sono poste alcune tombe cinquecentesche che racchiudono i resti di personaggi illustri: Monumento funebre di Rinaldo Vassallo (Tommaso Malvito - parete laterale destra), Monumento funebre di Nicola Antonio Ferdinando Brancaccio (Bottega D'Auria - parete laterale destra), Monumento funebre di Fabio Barattucci (parete absidale di sinistra) e il Monumento funebre di Giovanni Artaldo (parete absidale di sinistra).

Alle spalle dell'altare si trova un coro ligneo con stalli intarsiati e intagliati da fra' Giovanni Francesco d'Arezzo e dal maestro Prospero.

Il ciclo di affreschi sulle Storie di S.Benedetto che decora le pareti dell'abside è opera di Simone Papa.
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Alla sinistra della zona absidale si trova la Cappella Savarese.

Cappella Savarese
Nella cappella sono presenti due tele con Storie di S.Pietro (Consegna delle chiavi a S.Pietro e S.Pietro salvato dalle acque del lago Tiberiade) del "primo caravaggesco napoletano" Carlo Sellitto.

S.Pietro salvato dalle acque del lago Tiberiade (Carlo Sellitto - 1608/1612)
Consegna delle chiavi a S.Pietro (Carlo Sellitto - 1608/1612)
Nella piccola abside della parete di fondo si trova un affresco che raffigura la Madonna col Bambino tra S.Pietro e Sant'Agostino, che sovrasta una Pietà di autore ignoto della prima metà del Quattrocento.

Madonna col Bambino tra S.Pietro e Sant'Agostino (autore ignoto del Quattrocento)
Pietà (autore ignoto del Quattrocento)
 Nel pavimento si trova la lastra tombale di Luca Savarese.

lastra tombale di Luca Savarese
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La cappella seguente, ortogonale a quella appena descritta, è la Cappella Tolosa.

Cappella Tolosa
La cappella rinascimentale, attribuita a Giuliano da Majano, richiama i moduli di Brunelleschi della Sagrestia Vecchia della Basilica di S.Lorenzo o della Cappella dei Pazzi nella Basilica di S.Croce a Firenze.
Fu costruita per il mercante spagnolo Paolo Tolosa nel 1492/1495.

L'ambiente principale è coperto con una cupola ad ombrello.
I pennacchi angolari della cupola sono decorati con quattro tondi in terracotta invetriata che raffigurano i Quattro Evangelisti, attribuiti alla scuola di Andrea Della Robbia.

cupola della Cappella Tolosa
tondi: S.Matteo e S.Giovanni (scuola di Andrea Della Robbia)
tondi: S.Marco e S.Luca (scuola di Andrea Della Robbia)
Gli affreschi sulle pareti realizzati da Cristoforo Sacco rappresentano la Figura del Redentore, le Figure di benedettino e giovane ignoto, Alfonso d'Aragona e S.Pietro, San Benedetto e S.Paolo, e la Caduta di S.Paolo.

Caduta di Paolo (Cristoforo Sacco)
a sinistra: Figure di benedettino e giovane ignoto /a destra: Alfonso d'Aragona e S.Pietro (Cristoforo Sacco)
a destra: S.Paolo / a sinistra: S.Benedetto (Cristoforo Sacco)
Sul lato sinistro dell'atrio della cappella ha trovato posto il Monumento funebre di Paolo Savio.

Monumento funebre di Paolo Savio
Sull'altare del vano più piccolo della cappella si trova il trittico su tavola della Madonna in trono col Bambino tra i Santi Antonio e Girolamo, opera di Reginaldo Piramo da Monopoli.

Madonna in trono col Bambino tra i santi Antonio e Girolamo (Reginaldo Piramo da Monopoli)
Originariamente sull'altare era posta la pala del Pinturicchio l'Assunzione della Vergine, oggi conservata al Museo di Capodimonte.

Assunzione della Vergine (Pinturicchio - 1508 - Museo di Capodimonte)
Vi ricordo che alcuni pannelli intarsiati e intagliati da Giovanni da Verona, posti oggi del coro della Sagrestia Vecchia della chiesa, erano originariamente posti lungo le pareti di questa cappella.
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Passiamo ora ad esaminare le cappelle del lato sinistro della navata.

La quinta cappella a sinistra è la Cappella Barattucci ed è dedicata a S.Giovanni Battista.

Cappella Barattucci
Nella volta Paolo De Matteis ha dipinto Gloria di S.Giovanni Battista, mentre nelle lunette ha raffigurato le Storie del Battista.

Gloria di S.Giovanni Battista  (Paolo De Matteis)
Storie del Battista (Paolo De Matteis)
Storie del Battista (Paolo De Matteis)
L'opera scultorea di S.Giovanni Battista fra S.Girolamo e S.Gaetano è attribuita a Giovanni da Nola.

S.Giovanni Battista tra S.Girolamo e S.Gaetano (Giovanni da Nola - 1516) / Angelo e Annunciata (Jacopo della Pila)
Il paliotto dell'altare con il rilievo della Pietà è stato attribuito a Jacopo della Pila, che ha realizzato anche i rilievi dell'Angelo e l'Annunciata ai lati di S.Giovanni.

Sulle pareti laterali della cappella trovarono posto il Monumento funebre di Giulio Barattucci (parete laterale destra) e il Monumento funebre di Nicola Barattucci (parete laterale sinistra).

Monumento funebre di Giulio Barattucci (XV sec.)
Monumento funebre di Nicola Barattucci (1660)
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La quarta cappella è la Cappella Porcinari.

Cappella Porcinari
La volta e le lunette di questa cappella sono state affrescate da Paolo De Matteis con Storie del Beato Bernardo Tolomei e Virtù.

volta: Gloria del Beato Tolomei (Paolo De Matteis - inizi '700)
volta: Storie del Beato Tolomei / Virtù (Paolo De Matteis - inizi '700)
volta: Storie del Beato Tolomei / Virtù (Paolo De Matteis - inizi '700)
Virtù (Paolo De Matteis - inizi '700)
Sulle pareti si trovano i dipinti La Comunione degli appestati e Il miracolo del resuscitato realizzati da Francesco Di Maria.

Il Miracolo del resuscitato (Francesco di Maria - 1688)
La Comunione degli appestati (Francesco di Maria - 1688)
Sull'altare barocco vi è la tela Il Beato Tolomei dà la regola dell'Ordine di incerta attribuzione.

Beato Tolomei dà la regola dell'Ordine (autore ignoto)
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La terza cappella è la Cappella Cavaniglia.

Cappella Cavaniglia
Sull'altare si trova la tela Madonna delle Grazie tra i Santi Mauro e Placidio di Paolo De Matteis, che ha anche affrescato la volta con Storie dei due Santi.

Madonna delle Grazie tra i Santi Mauro e Placido (Paolo De Matteis - 1708)
volta della Cappella Cavaniglia
particolare della volta: Gloria dei Santi Mauro e Placido (Paolo De Matteis)
Nelle lunette della volta sono stati raffigurati da Nicola Malinconico S.Mauro che salva S.Placido dalle onde.

lunetta: S.Mauro salva S.Placido dalle onde (Nicola Malinconico - inizi '700)

lunetta: S.Benedetto che accoglie Mauro e Placido fanciulli  (Nicola Malinconico - inizi '700)
Il Monumento funebre di Don Garzia Cabanilla (nome antico della famiglia Cavaniglia), comandante di Alfonso I d'Aragona e ambasciatore presso papa Nicola V (posto sulla parete laterale destra della cappella), è un'opera scultorea di Jacopo Della Pila.

Monumento funebre di Don Garzia Cabanilla (Jacopo Della Pila - seconda metà del '400)
Il Monumento funebre di Giovanni e Carlo Rapario con l'altorilievo che raffigura la Flagellazione di Cristo, posto sulla parete laterale  sinistra, è un'opera di anonimo napoletano.

Monumento funebre di Giovanni e Carlo Rapario / altorilievo: Flagellazione (anonimo napoletano - seconda metà del '500)
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La seconda cappella è la Cappella D'Avalos (o Cappella Celentano).
La famiglia D'Avalos proveniva dalla Castiglia e si trasferì a Napoli al seguito di re Alfonso I d'Aragona.
Ebbero feudi e titoli, il privilegio di battere moneta e nominare conti.

Cappella D'Avalos
Cappella D'Avalos
Questa cappella dalla forma allungata presenta una volta a botte e una cupola affrescate da Giovanni Antonio Ardito con Storie del Nuovo e Antico Testamento e con Angeli Musicanti (nel sott'arco d'ingresso).

cupola della Cappella d'Avalos: Storie del Nuovo e Antico Testamento (Giovanni Antonio Ardito - inizi XVII sec.)
Cappella d'Avalos: Storie del Nuovo e Antico Testamento / Angeli Musicanti (Giovanni Antonio Ardito - inizi XVII sec.)
androne della Cappella d'Avalos: Storie del Nuovo e Antico Testamento (Giovanni Antonio Ardito - inizi XVII sec.)
pennacchi della cupola: gli Evangelisti S.Giovanni e S.Luca (Giovanni Antonio Ardito - inizi XVII sec.)
Solo le lunette con l'Annunciazione e il Riposo dalla fuga in Egitto furono dipinte da Antonio Sarnelli.

Riposo dalla fuga in Egitto (Antonio Sarnelli 1772)
Annunciazione (Antonio Sarnelli 1772)
La Madonna col Bambino in gloria tra i Santi Benedetto e Tommaso d'Aquino posta sull'altare fu realizzata da Fabrizio Santafede.

Madonna col Bambino in gloria tra i Santi Benedetto e Tommaso d'Aquino (Fabrizio Santafede - 1606)
Sulla parete destra dell'androne d'ingresso della cappella si trova una tela che rappresenta una Madonna col Bambino che appare a S.Carlo Borromeo.

Madonna col Bambino che appare a S.Carlo Borromeo
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La prima cappella del lato sinistro della chiesa è la Cappella Piccolomini.

Cappella Piccolomini
Per il suo stile rinascimentale toscano questa cappella si può considerare la replica della Cappella del cardinale del Portogallo nella Chiesa di S.Miniato al Monte a Firenze.
La famiglia Piccolomini era la famiglia ducale di Amalfi.                                                La cappella fu voluta da Antonio Todeschini Piccolomini, pronipote di papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini).
La cappella è composta da due ambienti.
Nel primo ambiente è presente un rilievo in gesso di Giulio Mazzoni raffigurante Cristo in Croce e un trittico attribuito a Riccardo Quartararo con al centro l'Ascensione di Cristo e lateralmente S.Nicola e S.Sebastiano.

vano d'ingresso della Cappella Piccolomini
trittico: Ascensione di Cristo / S.Nicola / S.Sebastiano (Riccardo Quartararo)
Cristo in Croce (Guido Mazzoni - 1550)
Un arco a lacunari introduce nel secondo ambiente della cappella, che presenta un pavimento a intarsi marmorei in stile cosmatesco.

arco a lacunari tra i due vani della cappella e pavimento cosmatesco
In questo secondo vano, sulla parete destra si trova un affresco di un'Annunciazione di un seguace di Piero della Francesca.


Annunciazione (seguace di Piero della Francesca)
Arcangelo Gabriele (seguace di Piero della Francesca)
Annunciata (seguace di Piero della Francesca)


stemma con armi dei Piccolomini e dei d'Aragona
Sul lato sinistro è presente invece il Monumento funebre di Maria d'Aragona (figlia naturale del re Ferdinando I e moglie di Antonio Piccolomini, duca di Amalfi).
Questo monumento fu ideato e realizzato inizialmente da Antonio Rossellino, e portato a termine (a causa della morte dell'artista), da Benedetto da Majano.

Monumento funebre di Maria d'Aragona (Antonio Rossellino/ Benedetto da Majano - 1475/1481)
Su uno zoccolo decorato con rilievi allegorici poggia il sarcofago sul quale è raffigurata la giacente con putti.
Nella parte alta del monumento tra due angeli si trova un rilievo con scolpita una Resurrezione di Cristo.

Una Madonna col Bambino è raffigurata invece in una ghirlanda.

Madonna col Bambino (Antonio Rossellino/ Benedetto da Majano - 1475/1481)
L'altare della cappella presenta il rilievo della Natività di Antonio Rossellino (primo esempio a Napoli di questa rappresentazione), circondato da un polittico marmoreo con scomparti laterali in cui figurano S.Giacomo e S.Giovanni Evangelista e i busti di due Profeti.

altare della Cappella Piccolomini
Natività (Antonio Rossellino - 1475)
particolare della Natività (Antonio Rossellino - 1475)
S.Giacomo / in alto: busto di Profeta (Antonio Rossellino - 1475)
S.Giovanni Evangelista/ in alto: busto di Profeta (Antonio Rossellino - 1475)
putti con ghirlanda dell'altare della cappella
angeli che reggono lo scudo con le armi delle famiglie Piccolomini e d'Aragona
Lungo le pareti della cappella, prima che il bombardamento tedesco del 14 marzo 1944 danneggiasse la chiesa, correva un fregio in terracotta con teste di bue e di altri animali, ghirlande e teste umane.
Anche se fu recuperato un quarto del totale non fu più ricollocato e venne riposto in un deposito della chiesa.
Nella chiesa è esposto un frammento costituito da sei pezzi.

fregio della Cappella Piccolomini
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Nella parte superiore della controfacciata, sopra l'ingresso della chiesa è collocato in una cantoria lignea un organo monumentale (rifatto nel XVII secolo).
Ai lati dell'organo vi sono affreschi che raffigurano Putti che reggono drappi realizzati dal Battistello Caracciolo.

controfacciata della chiesa
organo monumentale (XVII sec.)/ cantoria lignea/ Putti che reggono drappi (Battistello - primi decenni del XVII sec.)
Nella controfacciata della chiesa si trovano, accanto all'ingresso, due altari.

Sul lato destro del portale (guardando la controfacciata posto a sinistra), vi è l'Altare della famiglia Ligorio.

Altare della famiglia Ligorio (Giovanni da Nola - 1532): Madonna del Soccorso /Sant'Andrea e S.Girolamo
L'altare è stato realizzato da Giovanni da Nola che ha raffigurato la Vergine col Bambino e S:Giovannino (anche detta Madonna del Soccorso), tra i Santi Andrea e Girolamo.

Nel paliotto dell'altare è rappresentato S.Francesco di Paola che salva alcuni viandanti da una frana.

paliotto dell'altare: S.Francesco di Paola che salva alcuni viandanti da una frana (Giovanni da Nola - 1532)
Ortogonale all'altare gentilizio, posto sul pilastro che introduce alla Cappella Mastrogiudice, si trova l'Edicola funeraria di Francesco Ligorio (principe di Presicce).
E' anche sepolto in questa chiesa il figlio Cesare Ligorio, morto a 16 anni.

Edicola funeraria di Francesco Ligorio (XVIII sec.)
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Sull'altro fianco dell'ingresso si trova l'Altare della Famiglia Del Pezzo.
L'altare è dedicato a Pirro (capostipite della casata) e Agostino Del Pezzo.

Altare della Famiglia Ligorio
Ha realizzato l'altare gentilizio Girolamo Santacroce, che ha raffigurato la statua della Madonna col Bambino tra gli altorilievi di S.Giovanni Battista e S.Pietro.

Madonna col Bambino tra gli altorilievi di S.Giovanni Battista e S.Pietro (Girolamo Santacroce - 1524)
Nel paliotto dell'altare sono rappresentati in bassorilievo Cristo e S.Pietro sulle acque del lago Tiberiade.

paliotto: Cristo e S.Pietro sulle acque del lago Tiberiade (Girolamo Santacroce - 1524)

CURIOSITÀ: nella parte del monastero oggi occupata dalla Caserma Pastrengo (sede del Commando Provinciale dell'Arma dei Carabinieri), Torquato Tasso scrisse parte della "Gerusalemme Liberata".

facciata della Caserma Pastrengo ex convento dei monaci olivetani
ATTENZIONE: la visita della chiesa è libera mentre il percorso museale comprendente le Cappelle laterali, il Compianto sul Cristo morto e la Sagrestia Vecchia è a pagamento.
Il percorso da me descritto è esattamente speculare a quello imposto: la visita ha infatti inizio dalla prima cappella laterale sinistra.

Orario: lunedì/sabato   9.30/18.30   domenica CHIUSO
Costo: 5€


CONCLUSIONI
La Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi è una delle meraviglie della Napoli aragonese,
Le tre cappelle rinascimentali dalle forme toscane, che si trovano nella chiesa, originariamente in stile gotico, mostrano i legami della corte aragonese con la corte medicea fiorentina: vennero qui a lavorare artisti toscani e vennero acquistate opere d'arte a Firenze.
La famiglia Strozzi, che aveva a Napoli una filiale della propria banca, negoziò i lavori di decorazione della chiesa con Benedetto da Majano e con Antonio Rossellino.
Questa chiesa è quindi da considerarsi uno scrigno del rinascimento napoletano.
Inoltre la Sagrestia Vecchia affrescata dal Vasari e il Compianto sul Cristo morto di Guido Mazzoni offrono un motivo in più per visitare questa splendida chiesa napoletana.


4 commenti:

Unknown ha detto...

Grazie Raffaella, non sai quanto mi sono utili i tuoi viaggi!

Raffaella ha detto...

Grazie! Felice di esserti utile!

Unknown ha detto...

sei una grande

Raffaella ha detto...

Grazie!!

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