Quel che gli esperti hanno voluto conservare e rendere fruibile al pubblico, sia per quantità che per qualità, sono i pavimenti musivi e in opus sectile di un palazzetto signorile di epoca bizantina.
pavimenti a mosaico e a opus sectile del palazzetto bizantino |
Il sito archeologico, inaugurato nel 2002, è posto a 3m sotto il livello stradale.
S'accede alla sala sotterranea da dietro il coro della piccola Chiesa di Sant'Eufemia, il più antico luogo di culto di Ravenna e dell'Emilia.
facciata della Chiesa di Sant'Eufemia |
Questa chiesa settecentesca a pianta centrale con tre altari è stata infatti costruita su disegno di Gianfranco Buonamici sulle fondamenta di un tempio paleocristiano.
cupola della Chiesa di Sant'Eufemia |
Annunciazione (Giovanni Capaci - 1747) |
Incoronazione dell'immagine della Vergine col Bambino, Dio Padre e le sante Anna ed Elisabetta (Giovanni Barbiani) |
Si tramanda che, in una delle stanze del Palazzo del Tribuno, Sant'Apollinare abbia somministrato i sacramenti ai primi Cristiani di Ravenna.
Per questo nella sacrestia di questa chiesa, sopra la nicchia in cui è posto un pozzo battesimale ricavato da una colonna, si trova la scritta "COEPIT HIC FIDES RAVENNATUM" (= "Qui ebbe inizio la fede dei Ravennati").
fonte battesimale e scritta: "COEPIT HIC FIDES RAVENNATUM" |
Sant'Apollinare che battezza il tribuno della città di Ravenna (Andrea Barbiani) |
altare principale con le reliquie di Sant'Eufemia |
Martirio di Sant'Eufemia (Antonio Burini) |
Ma ritorniamo al sito archeologico, posto all'interno della cinta muraria tardo imperiale.Una così spettacolare conservazione del sito è stata possibile grazie alla sciagura che investì l'ultima fase edilizia: un incendio fece infatti crollare un'intera casa, ricoprendo i preziosi mosaici del piano terra.
Durante gli scavi stratigrafici sono stati individuati edifici di epoche diverse:
- una domus di I secolo d.C. - si sono riconosciuti un atrio e un vestibolo
- una domus di età adrianea (II secolo d.C.) - si sono riconosciuti un atrio, un vestibolo e un ambiente
con mosaico in tessere bianche e nere
- un ambiente termale (III secolo d.C.) - con pavimentazione in opus sectile
- un edificio di IV secolo d.C. con pavimenti a mosaico
- un palazzetto teodericiano-bizantino (VI secolo d.C.).
I resti recuperati del palazzetto teodericiano-bizantino, probabile proprietà di un funzionario di corte, appartengono a 14 ambienti e a due cortili.
Ma il sito è stato scavato solo in modo parziale: sarebbe difficile poter scavare sotto gli edifici adiacenti.
pianta del sito archeologico della Domus dei Tappeti di Pietra |
Sono ancora visibili i basoli di trachite dei Monti Euganei dell'antica strada romana costruita nel I secolo a.C. e rialzata più volte a causa del fenomeno di subsidenza che si verificava a Ravenna.
Della strada basolata (l'ultima strada verso Nord della città), sono anche stati trovati i resti di marciapiedi con canaletti di scolo e tombini stradali.
basoli della strada romana |
strada romana |
Il proprietario del palazzetto doveva quindi essere un importante funzionario.
In una prima fase costruttiva del palazzetto (fine V/inizio VI sec. d.C.) venne creato un atrio trasversale alla strada (ambiente 2).
atrio (ambiente 2) |
mosaico dell'atrio |
mosaico dell'atrio |
particolare del mosaico dell'atrio |
soglia a motivi geometrici di tipo subacqueo tra l'atrio (in primo piano) e l'ambiente di rappresentanza (nella parte in alto della foto) |
Era questo un grande ambiente a pianta quadrata dove si veniva accolti prima di essere condotti negli ambienti dove il padrone incontrava i suoi ospiti.
ambiente di rappresentanza (ambiente 1) |
ambiente di rappresentanza (ambiente 1) |
Tra le cornici e il rosone sono raffigurati quattro kantharoi (vasi) con racemi vegetali.
particolare del mosaico dell'ambiente di rappresentanza: rosone centrale |
particolare del mosaico dell'ambiente di rappresentanza: kantharos |
particolare del mosaico dell'ambiente di rappresentanza: cornici |
Erano anche queste sale di rappresentanza.
stanza con sottofondo per opus sectile (ambiente 11) |
stanza con sottofondo per l'opus sectile (ambiente 12) |
sottofondo dell'opus sectile: inserimenti di pareti di anfora con disegni a stella |
resti di lastre marmoree (ambiente 11) |
resti di tarsie marmoree (ambiente 12) |
resti di tarsie marmoree (ambiente 12) |
I due ambienti più prossimi all'atrio (ambiente 3 e ambiente 4), erano due stanze private.
mosaico di una stanza privata (ambiente 3) |
mosaico di una stanza privata (ambiente 3) |
particolare della cornice del mosaico (ambiente 3) |
Ha un pavimento a mosaico formato da piccoli cerchi che sovrapponendosi formano dei fiori a quattro petali.
La cornice è formata da losanghe e pelte.
mosaico di un corridoio (ambiente 5) |
stanza d'ingresso (ambiente 6) - soglia a spina di pesce (a destra della foto) tra la stanza e il corridoio |
mosaico di una stanza privata (ambiente 9) |
soglia con motivi floreali (a sinistra della foto) della stanza privata (ambiente 9) |
La parte centrale di questo ninfeo (ambiente 8), presenta una pavimentazione a lastre di marmo grigio con cornice rosata.
A ovest la parte centrale del ninfeo confinava con un altro piccolo spazio, dal quale era separato da un gradino, mentre a est il ninfeo confinava con una vasca.
ninfeo (ambiente 8) e piccolo spazio (a destra della foto) con pavimentazioni in opus sectile |
vasca (a sinistra della foto) e ninfeo (ambiente 8) |
Era un grande ambiente di rappresentanza (ambiente 10), forse una sala tricliniare lunga 12m e larga 7m, realizzata come ampliamento della zona sud dell'edificio.
sala di rappresentanza con la "Danza dei Geni delle Stagioni" (ambiente 10) con suo prolungamento appeso sulla parete |
mosaico a cassettonato sbieco della sala di rappresentanza (ambiente 10) |
In sito si trova una copia dell'emblema.
copia dell'emblema con la ""Danza dei Geni delle Stagioni" (ambiente 10) |
Ogni Genio è vestito differentemente con abiti confacenti alla stagione che raffigura, e porta in testa una corona con fiori e frutti a seconda dei diversi momenti dell'anno che rappresenta.
La sola stagione danneggiata è l'Estate.
"Danza dei Geni delle Stagioni" (ambiente 10) |
particolare della "Danza dei Geni delle Stagioni" (ambiente 10): Genio che impersonifica la Primavera |
particolare della "Danza dei Geni delle Stagioni" (ambiente 10): Genio che impersonifica l'Inverno e Genio che impersonifica l'Autunno (in basso) |
particolare della "Danza dei Geni delle Stagioni" (ambiente 10): Musico con syrinx |
Le figure sono state realizzate in gran parte con tessere a pasta vitrea e oro.
Questa sala venne allungata ulteriormente verso ovest, dove prima si trovava un giardino.
I resti della decorazione musiva di questo allungamento si trova esposta lungo le pareti del sito archeologico.
In una cornice si trova un rosone inserito in un quadrato.
Gli spazi lasciati liberi dal rosone sono stati riempiti con raffigurazioni di kantharoi con racemi con foglie a forma di cuori.
mosaico dell'allungamento della sala di rappresentanza |
particolare del mosaico dell'allungamento della sala di rappresentanza: cornice e annodamenti del rosone centrale |
particolare del mosaico dell'allungamento della sala di rappresentanza: kantharos con racemi con foglie cuoriformi |
CURIOSITÀ: lo scrittore Valerio Massimo Manfredi ha descritto il mosaico con la "Danza dei Geni delle Stagioni" nel suo libro L'Ultima Legione e se n'é fatto riprodurre una copia.
Sempre appeso ad una parete della sala sotterranea vi è un riquadro a mosaico con una scena bucolica, dove vi è raffigurato un pastore che accudisce le sue pecore e sullo sfondo due alberi su cui poggiano due parrocchetti (realizzati in pasta vitrea) e vi è appeso uno strumento musicale (syrinx).
Viene chiamata scena del "Buon Pastore" anche se la mancanza di un'aureola che cinge la testa del pastore non attesta con certezza questa identificazione con una versione cristiana.
Potrebbe infatti essere una scena pastorale che segue lo schema iconografico di Orfeo.
Buon Pastore |
Il riquadro era la parte centrale di una pavimentazione musiva a cerchi annodati.
L'ingresso al palazzetto bizantino avveniva attraverso un accesso monumentale trasversale alla strada con porte sui due lati dell'edificio.
Era fiancheggiato da basi che probabilmente appartenevano a colonne e preceduto da una sorta di arco trionfale.
Lateralmente all'ingresso vi era anche una piccola latrina per i visitatori.
strada romana e ingresso al palazzetto con basi di un arco monumentale |
ingresso al palazzetto |
https://domusdeitappetidipietra.it/
Orari: 7 gennaio/28 febbraio sabato e domenica 10.00/18.00
marzo/6 ottobre tutti i giorni 10.00/18.30
7 ottobre/17 novembre lunedì/venerdì 10.00/17.00
sabato, domenica e festivi 10.00/18.00
18 novembre/24 dicembre martedì/domenica 10.00/17.00
26 dicembre/6 gennaio tutti i giorni 10.00/18.00
Costi: 4€
biglietto cumulativo:
Domus dei Tappeti di Pietra + Museo Tamo + Cripta Rasponi e Giardini Pensili 7€
CONCLUSIONI
A Ravenna, città già nota per i suoi magnifici mosaici di epoca bizantina, la "Domus dei Tappeti di Pietra" rappresenta per ora l'unico edificio privato di epoca bizantina ritrovato.
I 1200 mq di mosaici e opus sectile rappresentano quindi un importante unicum non soltanto per la conservazione quasi integra di alcuni suoi ambienti ma anche per lo studio delle fasi stilistiche dell'arte musiva di quell'epoca.
Un interessante viaggio nel passato dove, se pur sospesi su una passerella, si può immaginare di camminare sui quei bellissimi "tappeti" di pietra.
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