martedì 25 febbraio 2020

Padova: l'Oratorio di S.Michele e il ciclo di affreschi di Jacopo da Verona


Fuori dalle antiche mura cittadine, nell'area di Padova in cui il fiume Bacchiglione si biforca, dove in epoca romana vi era un accampamento, e dove poi in epoca altomedievale venne eretta una fortezza (il Castelvecchio divenuto poi il Castello Carrarese), sorse nel VI/VII secolo una chiesa dedicata ai Santi Arcangeli e poi a S.Michele.

Oratorio di S.Michele
In epoca longobarda infatti, dopo la vittoria sui Bizantini, S.Michele fu proclamato patrono d'Italia.
Nel 1390 la chiesa venne danneggiata da un incendio, provocato dagli scontri che avvennero vicino all'antica fortezza durante la riconquista di Padova guidata dall'ultimo signore della città Francesco II Novello da Carrara, che la strappò ai Visconti.

la Torlonga del Castelvecchio
Nel 1397, come è attestato in una lapide ancora presente nell'oratorio (parete antistante l'ingresso), Piero figlio di Bartolomeo de Bovi, cugino di Piero di Bonaventura, ufficiale della zecca dei Carraresi, fece erigere una cappella dedicata alla Beata Vergine Maria, aprendo un varco nella navata settentrionale della chiesa.

lapide che attesta la paternità della costruzione e la decorazione della cappella
Nella lapide si legge anche che venne chiamato a realizzare nella cappella un ciclo di affreschi incentrati sul ciclo mariano Jacopo da Verona.
Il pittore, forse aiutato dai suoi due figli, affrescò:
- sull'arco della parete d'ingresso alla cappella in alto un'Annunciazione e in basso un S.Michele (parete Sud).

parete Sud
particolare dell'Annunciazione: Angelo Annunciante
particolare dell'Annunciazione: portico della casa di Maria
particolare dell'Annunciazione: Annunciata
particolare dell'Annunciazione: il cagnolino e il gattino
particolare della parete Sud: S.Michele "psicopompo"
S.Michele con una bilancia in mano non è come di solito raffigurato in abiti da guerriero, ma è qui rappresentato come "psicopompo", cioè accompagnatore delle anime (forse la cappella aveva una funzione funeraria).

Accanto a S.Michele si trova un affresco aggiunto probabilmente nel Cinquecento raffigurante la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso.

Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso (XVI sec.)
- una Natività e l'Adorazione dei Magi sulla parete Est.

parete Est: Natività e Adorazione dei Magi
particolare parete Est: ponte con torre (identificabile nella vicina Torlonga, una delle due torri del Castelvecchio) e scimmietta
particolare parete Est: Adorazione dei Magi
particolare parete Est: un pastore e un re mago
particolare parete Est: Natività
particolare parete Est: Vergine col Bambino e Angeli
particolare parete Est: cavallo imbizzarrito
particolare parete Est: corteo che segue i re Magi
Nell'Adorazione dei Magi nel corteo che segue i magi sono raffigurati Francesco I da Carrara rappresentato con un cappuccio rosso alle spalle di Francesco II Novello da Carrara vestito di rosso e con lunga barba scura.

particolare parete Est: raffigurazione di Francesco I da Carrara detto il Vecchio e di Francesco II Novello da Carrara
particolare parete Est: Francesco I da Carrara
 - un'Ascensione sulla parete Nord

parete Nord: Ascensione
particolare parete Nord
particolare parete Nord
particolare parete Nord
- una Pentecoste e una Dormitio Verginis sulla parete Ovest.

parete Ovest: Dormitio Verginis e Pentecoste
particolare parete Ovest: Dormitio Verginis
particolare della Dormitio Verginis
particolare parete Ovest: Pentecoste
particolare della Pentecoste
particolare della Pentecoste
particolare della Pentecoste
particolare parete Ovest: Anima della Vergine tra le braccia di Dio Padre
Nella Dormitio Verginis si possono identificare i ritratti di alcuni personaggi: Francesco Petrarca, Francesco I da Carrara detto il Vecchio, Francesco II Novello da Carrara e il committente Piero Bovi (in primo piano a capo scoperto).

particolare della Dormitio Verginis: Francesco Petrarca, Francesco I da Carrara detto il Vecchio, Francesco II Novello da Carrara e il committente Piero Bovi (in primo piano a capo scoperto).
Nel sottarco d'ingresso della cappella sono raffigurati i simboli degli Evangelisti (entro tondi polilobati) e alcuni Dottori della Chiesa: S.Ludovico di Tolosa, S.Girolamo, Sant'Agostino, S.Gregorio Magno e Sant'Ambrogio.

sottarco della cappella
particolare del sottarco: l'uomo di S.Matteo
particolare del sottarco: l'aquila di S.Giovanni
particolare del sottarco: il bue di S.Luca
particolare del sottarco: il leone e S.Marco / S.Girolamo
particolare del sottarco: S.Gregorio Magno
particolare del sottarco: Sant'Ambrogio
particolare del sottarco: Sant'Agostino
particolare del sottarco: S.Ludovico di Tolosa
Nell'ambiente adiacente alla cappella si trovano ancora lacerti di affreschi del XVI secolo realizzati da Domenico Campagnola e da Stefano dall'Arzere, qui ricollocati ma non nella collocazione originaria, perché non nota.

parete della navata dell'antica chiesa con affreschi del XVI secolo
Deposizione (XVI sec.)
S.Paolo (XVI sec.)
lacerto di affresco con Crocifissione
Tra il 1479 al 1656 (anno della sua soppressione attuata da Alessandro VII), la chiesa passò alla congregazione dello Spirito Santo di Venezia.
Ne diviene proprietaria la Repubblica di S.Marco che per finanziare le guerre contro i Turchi, ne mette all'asta i beni.
Ne diviene proprietario il patriarca di Aquileia Girolamo Dolfin e poi passa ad alcune famiglie veneziane.
Oggi dell'antica chiesa rimane solo questa cappella che nel 1808 fu declassata ad oratorio e chiuso al pubblico nel 1815.
La chiesa infatti venne demolita (rimangono solo parte dei muri perimetrali) e si creò una piccola abside e un cortile interno al posto della navata centrale.
abside della navata settentrionale
ingresso alla Sacrestia (oggi biglietteria) dal cortile interno
 Durante i decenni in cui l'oratorio rimase chiuso al pubblico gli affreschi delle pareti settentrionale e occidentale furono staccati e conservati ai Musei Civici degli Eremitani, per poi essere riposizionati nel luogo di origine nel 2000.
Rimane nel museo un affresco di Madonna dell'umiltà tra S.Giacomo Maggiore e Sant'Antonio abate, attribuito a Cennino Cennini, che era stato staccato dalla Sacrestia (divenuta oggi la biglietteria).
Madonna dell'umiltà tra S.Giacomo Maggiore e Sant'Antonio abate (attr. Cennino Cennini - XIV sec. - Musei Civici degli Eremitani)

CURIOSITÀ: proprio nel borgo vicino all'Oratorio di S.Michele (Borgo Paglia), visse durante l'infanzia e l'adolescenza Andrea Palladio, prima che si trasferisse a Vicenza nel 1524.
Nell'Oratorio di S.Michele il piccolo Andrea fu battezzato: il padrino fu lo scultore Vincenzo Grandi.



http://www.latorlonga.it/oratorio-di-san-michele/
Orario: giugno/settembre      martedì/venerdì     11.00/13.00
                                              sabato/domenica    16.00/19.00
            ottobre/maggio          martedì/venerdì     11.00/13.00                                           
                                              sabato/domenica    15.00/18.00
CHIUSO i lunedì non festivi, Natale, S.Stefano, Capodanno e 1 maggio
Costo: 2€
GRATIS: se si acquista la PADOVA CARD (48 ore 16€ - 72 ore 21€)



CONCLUSIONI
Quello dell'Oratorio di S.Michele è l'unico ciclo di affreschi attribuito con certezza a Jacopo da Verona, che venne a Padova al seguito di Altichiero da Zevio con il quale collaborò nella decorazione ad affresco dell'Oratorio di S.Giorgio.
Il ciclo di affreschi dell'Oratorio di S.Michele è importante perché rappresenta l'ultimo esempio di pittura ad affresco del Trecento a Padova, l'ultimo ciclo di affreschi della Padova carrarese, ed è per questo che è stato inserito nella candidatura all'Unesco nella lista dei monumenti della Urbs picta.
Qui Jacopo da Verona ha condensato l'insegnamento dei maestri della pittura del Trecento: Giotto, Giusto de' Menabuoi, Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi.
Jacopo da Verona, molto bravo nella raffigurazione degli animali e dei ritratti, ha saputo qui compenetrare sacro e profano, mantenendo nella decorazione un tono borghese e quotidiano.


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