sabato 1 febbraio 2020

Padova: la Cappella degli Scrovegni


La Cappella degli Scrovegni a Padova è uno dei capolavori della pittura italiana del Trecento e rappresenta il ciclo più completo di affreschi realizzati da Giotto.

La cappella, dedicata a S.Maria della Carità, venne eretta per volere del ricco banchiere e uomo d'affari padovano Enrico degli Scrovegni, come oratorio annesso al suo palazzo (palazzo e oratorio erano collegati da un loggiato), dove accogliere dopo la morte lui e i suoi discendenti.
La famiglia degli Scrovegni, di origini modeste ma che in breve tempo era divenuta ricca grazie all'attività di prestavalute, viene ricordata anche perché Dante, contemporaneo, concittadino e amico di Giotto, pose nel girone degli usurai nell'Inferno della Divina Commedia  Rinaldo degli Scrovegni, padre di Enrico.
"E un che d’una scrofa azzurra e grossa
segnato avea lo suo sacchetto bianco,
mi disse: "Che fai tu in questa fossa?

Or te ne va; e perché se’ vivo anco,
sappi che ’l mio vicin Vitalïano
sederà qui dal mio sinistro fianco.

Con questi Fiorentin son padoano:
spesse fïate mi ’ntronan li orecchi
gridando: "Vegna ’l cavalier sovrano,

che recherà la tasca con tre becchi!"".
Qui distorse la bocca e di fuor trasse
la lingua, come bue che ’l naso lecchi.
"
                                                             (Divina Commedia XVII, 64-75)

Anche se Dante non fa esplicitamente il nome di Rinaldo (o Reginaldo), s'intuisce che parla di lui perché il personaggio descritto porta raffigurato sul suo sacchetto bianco di usuraio la scrofa azzurra del suo stemma famigliare (la scrofa e il cognome della famiglia provengono da alcune terre di loro proprietà chiamate "peta de Scrufa") e dice di essere padovano.
Enrico nel 1320 fuggi dai conflitti e dalle guerre civili che all'epoca tormentavano Padova stabilendosi a Venezia.
Bandito ufficialmente da Padova nel 1328, morì a Murano nella laguna di Venezia nel 1336, ma venne poi sepolto nell'abside di questa cappella in accordo con i suoi ultimi desideri.

Il palazzo della famiglia degli Scrovegni venne costruito nel 1300 (anno del primo Giubileo), in un'area precedentemente di proprietà del nobile Manfredo Dalesmanini.

Cappella degli Scrovegni tra i resti dell'Arena
Il palazzo fu eretto seguendo il tracciato ellittico dell'Arena, l'anfiteatro romano di Patavium (l'antica Padova), di cui se ne possono ancora vedere i resti dopo l'abbattimento nel 1824 della ricca residenza da parte degli ultimi proprietari (i Foscari Gradenigo), per ricavarne materiali preziosi.
Questo privò la cappella di sostegno e protezione.
Nel 1817 era già crollato il portichetto quattrocentesco della facciata della cappella.

resti dell'Arena
resti dell'Arena
interno dei resti dell'Arena / Palazzo degli Scrovegni
resti dell'Arena / Palazzo degli Scrovegni
resti dell'Arena / Palazzo degli Scrovegni
resti dell'Arena dai quali s'intravede la Cappella degli Scrovegni
La cappella, consacrata il 25 marzo 1305 nel giorno dell'Annunciazione, si presenta oggi come un'aula rettangolare (20,88 X 12,65m/alta 12,6m) coperta da una volta a botte, con un'abside poligonale poi sopraelevata per erigere la cella campanaria.

Cappella degli Scrovegni
Cappella degli Scrovegni (vista dall'abside)
Ma dal modellino che Enrico offre alla Madonna raffigurato nell'affresco della controfacciata della cappella, si suppone che a causa della protesta elevata dai vicini frati Eremitani, per l'arroganza di Enrico di aver costruito non un oratorio ma una vera e propria chiesa (nel 1304 papa Benedetto XI concesse l'indulgenza a chi avesse visitato la cappella), l'edificio venne ridimensionato: venne quindi abbattuta l'abside monumentale con transetto.
esterno della Cappella degli Scrovegni con torre innalzata nel 1700
L'abside e la sacrestia infatti sono stati decoranti in un'epoca successiva (probabilmente nel terzo decennio del Trecento), da un pittore ignoto denominato Maestro del Coro degli Scrovegni.

La cappella è illuminata da una trifora gotica in facciata e da finestre alte e strette poste lungo la parete Sud.

trifora della controfacciata
finestre della parete meridionale e amboni
L'aula è interrotta a metà da due amboni ai quali sono addossati due altari.

ambone con addossato un altare

Giotto, avvalendosi dell'aiuto di 40 collaboratori, realizzò il ciclo d'affreschi in meno di due anni (1303/1305).
L'iconografia, ispirata a vari testi (Vangeli Apocrifi, Leggenda Aurea, Meditationes Vitae Christi dello Pseudo Bonaventura, Psichomachia di Prudenzio, Hortus Deliciarum di Herrad von Landesber, De Officiis di Cicerone, Metamorfosi di Ovidio, De Ira di Seneca, Decretum Gratiani di fra' Bartolomeo da San Concordio), fu probabilmente concepita da un ecclesiastico (identificato forse nel teologo agostiniano Alberto da Padova), probabilmente lo stesso che inginocchiato sostiene il modellino della cappella offerto alla Madonna da Enrico degli Scrovegni nel Giudizio Universale affrescato sulla controfacciata.
Alberto da Padova
 All'edificio reale Giotto sovrappose una finta architettura: uno zoccolo a finti marmi e con finte sculture, e finte finestre nelle quali dipinse figure a mezzo busto e le scene della narrazione.

Le pareti, l'arco trionfale, la controfacciata e la volta della cappella (per una superficie totale di circa 900mq) sono stati affrescati da Giotto con più di 100 soggetti.

parete sinistra della cappella
parete destra della cappella
controfacciata
volta
Le pareti sono divise orizzontalmente in tre registri sovrapposti, entro fasce dipinte con medaglioni quadrilobati con Santi e Profeti, alternati a decorazioni geometriche.
Nei medaglioni quadrilobati sono anche raffigurate 10 scene dell'Antico Testamento che sono collegate all'episodio del Nuovo Testamento raffigurato accanto per il concetto agostiniano che"Il Nuovo Testamento si cela nell'Antico e nel Nuovo l'Antico si svela".

fascia che incornicia le scene: Santi e Profeti
fascia che incornicia le scene: Santi e Profeti
fascia che incornicia le scene: Santi e Profeti
fascia che incornicia le scene: Santi e Profeti
fascia che incornicia le scene: Santi e Profeti
Elia rapito sul carro di fuoco (vicino all'Ascensione)
Patto della Circoncisione che Dio comandò ad Abramo (vicino al Battesimo di Cristo)
La creazione dell'uomo (vicino alla Resurrezione di Lazzaro)
Giona nelle fauci della balena (vicino al Compianto del Cristo morto)
Il leone resuscita i cuccioli (tra il Compianto sul Cristo morto e Noli me tangere)
Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia (vicino alle Nozze di Cana)
Dieci uomini afferrano un Giudeo per il mantello (vicino all'Entrata in Gerusalemme)
Il serpente di bronzo (tra l'Ascesa al Calvario e la Resurrezione)
Mosè riceve le tavole della Legge (vicino alla Pentecoste)
Arcangelo Michele combatte Satana (vicino alla Cacciata dei mercanti dal Tempio)
Nelle 40 scene sono raffigurati i più importanti episodi della Vita di Gioacchino ed Anna, della Vita della Maria e della Vita di Gesù.
Il ciclo inizia nel registro superiore della parete destra (parete meridionale), a partire dall'arco trionfale dell'abside, con la scena della Cacciata di Gioacchino dal Tempio.

Cacciata di Gioacchino dal Tempio
Seguono sulla stessa parete Gioacchino tra i pastori, Un Angelo appare ad Anna in preghiera, Gioacchino offre a Dio il sacrificio di un capretto, Il sogno di Gioacchino, L'incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta Aurea.

Gioacchino tra i pastori
Un Angelo appare ad Anna in preghiera
Gioacchino offre a Dio il sacrificio di un capretto
Il sogno di Gioacchino
L'incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta Aurea
Il ciclo continua sulla parete sinistra (parete settentrionale) nel registro superiore, partendo dalla controfacciata, con Nascita di Maria e lavanda.

Nascita di Maria e lavanda
Seguono le scene della Presentazione di Maria al Tempio, Consegna delle verghe, Preghiera per la fioritura delle verghe, Matrimonio della Vergine, Corteo nuziale.

Presentazione di Maria al Tempio
Consegna delle verghe
Preghiera per la fioritura delle verghe
Matrimonio della Vergine
Corteo nuziale
La narrazione continua nell'arco trionfale con la lunetta superiore in cui è raffigurato Dio Padre incarica l'Arcangelo Gabriele di dare l'annuncio a Maria.

Dio Padre ordina all'Arcangelo Gabriele di dare l'annuncio a Maria
L'Eterno è stato dipinto a tempera su una tavola di legno di pioppo che viene conservata nei vicini Musei Civici degli Eremitani, e sostituita qui da una copia per ragioni di conservazione.

Eterno (Giotto - Musei Civici degli Eremitani)
Risulta un'anomalia in una decorazione pittorica murale.
Si tratta di uno sportello che forse avrà avuto una ragione d'essere prima della modifica dell'abside.

Sotto la lunetta, da una parte dell'arco vi è raffigurato l'Angelo annunciante, e dall'altra parte la Vergine annunciata.

Angelo annunciante
Vergine annunciata
Sempre sull'arco trionfale, nel registro centrale troviamo la Visitazione di Maria ad Elisabetta.

Visitazione di Maria ad Elisabetta
 Il ciclo ricomincia nel registro centrale della parete destra con la Nascita di Gesù e l'annuncio ai pastori.

Nascita di Gesù e l'annuncio ai pastori
Seguono: l'Adorazione dei Magi, la Presentazione di Gesù al Tempio, la Fuga in Egitto, la Strage degli Innocenti.

Adorazione dei Magi
Presentazione di Gesù al Tempio
Fuga in Egitto
Strage degli Innocenti
Sulla parete sinistra nel registro centrale troviamo: Gesù tra i Dottori, Battesimo di Gesù, Nozze di Cana, Resurrezione di Lazzaro, Ingresso a Gerusalemme e Cacciata dei mercanti dal Tempio.

Gesù tra i Dottori
Battesimo di Gesù
Nozze di Cana
Resurrezione di Lazzaro
Ingresso a Gerusalemme
Cacciata dei mercanti dal Tempio
La narrazione continua nel registro centrale dell'arco trionfale col Tradimento di Giuda.

Tradimento di Giuda
Si prosegue nuovamente sulla parete destra nel registro inferiore con l'Ultima Cena, la Lavanda dei piedi, il Bacio di Giuda, Cristo davanti a Caifa e la Flagellazione.

Ultima Cena
Lavanda dei piedi
Bacio di Giuda
Cristo davanti a Caifa
Flagellazione
Sulla parete sinistra il ciclo prosegue nel registro inferiore con la Salita al Calvario, la Crocifissione, Compianto sul Cristo morto, Resurrezione e Noli me tangere, Ascensione e Pentecoste.

Salita al Calvario
Crocifissione
Compianto sul Cristo morto
Resurrezione e Noli me tangere
Ascensione
Pentecoste
CURIOSITÀ: Nella scena che raffigura l'Adorazione dei Magi Giotto ha dipinto una cometa, individuabile con la Cometa di Halley, probabilmente da lui vista nel 1301/1302, appena prima dell'esecuzione di quest'opera
Per questo l'Agenzia Spaziale Europea (ASE) ha chiamato "Giotto" la sonda che ha effettuato il passaggio ravvicinato al nucleo della Cometa Halley nel 1986.
 

Nel registro inferiore dell'arco trionfale Giotto ha dipinto due "Coretti" o "Camere segrete": due pitture illusionistiche che raffigurano due vani coperti da volta a crociera dalla quale pende una lampada in metallo, delimitati da un arco gotico e con bifore gotiche dipinte sulla parete di fondo.
Forse Giotto voleva dare una raffigurazione illusionistica del mancante transetto?
Rappresentano in ogni caso la nascita, in senso moderno, della prospettiva pittorica.

"Coretto" sinistro
"Coretto" destro
Nel riquadro inferiore destro dell'arco trionfale si trova un altare dedicato a S.Caterina d'Alessandria.

arco trionfale con altare di S.Caterina d'Alessandria
In alto sono raffigurate le Sante Caterina e Apollonia racchiuse in tondi e Cristo in Gloria,  mentre nella parte inferiore sono dipinte due scene della passione: La Preghiera nell'Orto del Getsemani e la Flagellazione.
Questi affreschi non furono realizzati da Giotto ma come quelli del presbiterio dal Maestro del Coro degli Scrovegni.

decorazione dell'altare di S.Caterina d'Alessandria
Sotto queste scene affrescate sono raffigurati 14 riquadri a monocromo con Allegorie di Vizi (sulla  parete sinistra) e Allegorie di Virtù (sulla parete destra), alternati a specchiature a finto marmo.


riquadri dipinti a monocromo alternati a finti marmi
Rappresentano il percorso del settimo giorno, il giorno tra la nascita della Chiesa e il Giudizio Universale.

Il nome della Virtù o del Vizio è scritto in latino in alto, accompagnato in basso da componimenti in latino ritmico.
Sono collocati secondo un criterio detto "analogia dei contrari": sono infatti due percorsi alternativi di vita tra cui il fedele può scegliere.

Le Virtù:

Prudenza
Fortezza
Temperanza
Giustizia
Fede
Carità
Speranza
E i Vizi (l'Avarizia è stata sostituita dall'Invidia):

Stoltezza
Scostanza
Ira
Ingiustizia
Infedeltà
Invidia
Disperazione
Le sequenze delle storie culminano con la morte e la Resurrezione del Figlio di Dio e nel Giudizio Universale dipinto sulla controfacciata.

Giudizio Universale
Cristo giudice è posto al centro in una mandorla iridata.

particolare del Giudizio Universale: Cristo giudice
Sotto il trono di Cristo si intravedono delle strane figure, un tempo identificate con i simboli dei Quattro Evangelisti.
In realtà sono raffigurati da una parte un pesce (forse un luccio), un'orsa, un centauro, e dall'altra un uomo alato e un leone alato, che insieme rappresentano l'essenza di Cristo.


Siedono in trono ai lati di Cristo i Dodici Apostoli.

particolare del Giudizio Universale: Apostoli in trono
particolare del Giudizio Universale: Apostoli in trono
Sopra di loro schiere di Angeli.
Nella sommità dell'affresco due Angeli arrotolano il cielo.


particolare del Giudizio Universale: schiera di Angeli con Angelo che arrotola il cielo
particolare del Giudizio Universale: schiera di Angeli con Angelo che arrotola il cielo
Nella parte inferiore sinistra trovano posto due file parallele di Eletti.

particolare del Giudizio Universale: Eletti
particolare del Giudizio Universale: Eletti
CURIOSITÀ: la tradizione vuole individuare con il ritratto di Giotto l'uomo con lo zuccotto giallo tra gli Eletti.

l'uomo con il copricapo giallo è per tradizione il ritratto di Giotto
Una Croce retta da due Angeli divide gli eletti dai dannati.

particolare del Giudizio Universale: Croce retta da due Angeli
Nella parte inferiore destra invece è raffigurato l'Inferno con i dannati, i diavoli e un gigantesco Lucifero.

particolare del Giudizio Universale: Inferno
particolare del Giudizio Universale: Inferno (l'impiccato con veste bianca è Giuda)
particolare del Giudizio Universale: Inferno
particolare del Giudizio Universale: Lucifero
Come già detto tra gli eletti Giotto raffigurò Enrico degli Scrovegni nell'atto di offrire il modellino della cappella alla Madonna.

particolare del Giudizio Universale: Enrico degli Scrovegni con ecclesiastico (forse colui a cui si deve l'iconografia del ciclo di affreschi)
CURIOSITÀ: il 25 marzo, giorno della consacrazione della cappella e festa dell'Annunciazione, nell'affresco del Giudizio Universale, un raggio di luce passa tra la mano di Enrico degli Scrovegni e quella della Madonna.

particolare della mano di Enrico degli Scrovegni e della mano della Madonna tra le quali passa un fascio di luce il 25 marzo (giorno della festa dell'Annunciazione)

 La falsa architettura sorregge una volta stellata divisa da tre fasce trasversali decorate con Santi e Angeli.

volta stellata e fascia decorata con Santi e Angeli
volta stellata e fasce decorate con Santi e Angeli
La volta è punteggiata da 700 stelle a otto punte (simbolo dell'ottavo giorno) e tra esse si trovano due tondi nei quali sono raffigurati la Madonna col Bambino e Cristo Pantocratore.

Madonna col Bambino
Cristo Pantocratore
A questi due tondi fanno da corona i tondi di sette Profeti e il tondo con la raffigurazione di S.Giovanni Battista.

Profeta Daniele
Profeta Isaia
S.Giovanni Battista
Profeta Michea
Profeta Ezechiele
Profeta Malachia
Profeta Baruch
Profeta Michea
Come già accennato, l'abside e il presbiterio della cappella hanno subito una ristrutturazione e forse altri affreschi di Giotto realizzati in quest'area sono andati perduti.

abside
presbiterio
La decorazione pittorica infatti è attribuita al Maestro del Coro degli Scrovegni che ha affrescato sei riquadri nel presbiterio che narrano le vicende della Madonna dopo l'Ascensione di Cristo.

parete sinistra del presbiterio
parete destra del presbiterio
Partendo in alto sulla parete sinistra, scendendo e poi passando sulla parete destra dal basso verso l'alto, si vedono: L'Annuncio della morte a Maria, Il saluto degli Apostoli a Maria, la Dormitio Verginis, I funerali di Maria, l'Assunzione di Maria e l'Incoronazione di Maria.

L'Annuncio della morte a Maria / Il saluto degli Apostoli a Maria
Dormitio Verginis
I funerali di Maria
Assunzione di Maria / Incoronazione di Maria
In due nicchie dell'abside sono state dipinte da Giusto de' Menabuoi due Madonne che allattano.

Enrico degli Scrovegni chiamò a decorare la sua cappella non solo Giotto, ma anche un altro importante artista dell'epoca: Giovanni Pisani.

altare della cappella
Lo scultore realizzò per la cappella le tre statue in marmo bianco apuano poste sull'altare: la Madonna col Bambino e di due Angeli cerofori (che purtroppo hanno perso le ali).

Madonna col Bambino (Giovanni Pisano) / Angeli cerofori (Giovanni Pisano) / Tomba di Enrico degli Scrovegni e di Jacopina d'Este (Maestro del Monumento di Castellano Salomone)
Alle spalle dell'altare si trova la tomba di Enrico degli Scrovegni e della seconda moglie Jacopina d'Este, figlia di Francesco d'Este e nipote di Azio VII d'Este, signore di Ferrara.
Enrico degli Scrovegni aveva sposato in prime nozze la figlia di Bonifacio da Carrara e sorella di Ubertino da Carrara, di cui però non si conosce il nome.
Il monumento funebre è attribuito al Maestro del Monumento di Castellano Salomone.

Sull'altare pendeva un tempo un Crocifisso realizzato da Giotto a tempera e oro su tavola di pioppo, ora conservato nei vicini Musei Civici degli Eremitani.

Crocifisso di Giotto (Musei Civici degli Eremitani)
retro del Crocifisso di Giotto (Musei Civici degli Eremitani)

Cappella e palazzo furono venduti dal Consiglio dei Dieci alla famiglia Capodilista che li rivendettero al cardinale Ludovico Trevisan.
Poi passarono ai Foscari.
Nel 1880 la cappella venne infine acquistata dalla città di Padova.

Oggi grazie ad un accurato restauro e ad un impianto di trattamento dell'aria si possono ammirare gli affreschi della Cappella degli Scrovegni nel loro splendore, con le dovute precauzioni per conservarne ancora per secoli la bellezza.

Prima di visitare la cappella si visita la sala multimediale allestita nei Musei Civici degli Eremitani, dove tramite sette postazioni è possibile scoprire il ciclo di affreschi della cappella, il suo autore e l'epoca in cui è stato realizzato.

Poi con 5 minuti d'anticipo sull'inizio della visita della cappella ci si deve recare all'ingresso del sito e rimanere per 15 minuti in una piccola sala di compensazione per stabilizzare il microclima interno.
L'attesa sarà "ingannata" dalla visione di un filmato sul ciclo degli affreschi che si andranno a visitare.

La visita, riservata a sole 25 persone per ogni turno, dura solo 15 minuti, e quindi spalancate gli occhi cercando di captare ogni minimo particolare (per questo è meglio documentarsi prima!).


http://www.cappelladegliscrovegni.it
https://cappellascrovegni.comune.padova.it

Orario:     9.00/19.00
CHIUSO solo i giorni di Natale, S.Stefano e Capodanno
visite serali 27/30 dicembre 2019  (19.00/22.00)   e     2/6 gennaio 2020  (19.00/22.00)

Costo: visite diurne           13€
(CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI + MUSEI CIVICI DEGLI EREMITANI + PALAZZO ZUCKERMANN)
           i lunedì non festivi   8€
           (perché il lunedì sono CHIUSI i Musei Civici degli Eremitani compresi nel biglietto)
           visite serali               8€

Se si acquista la PADOVA CARD (48 ore 16€ - 72 ore 21€) il biglietto costa solo1€ di prevendita (ma chiaramente bisogna acquistare la Card prima della prevendita).

ATTENZIONE:
- BIGLIETTO NON PRENOTABILE PER IL GIORNO STESSO DI VISITA
- PREVENDITA OBBLIGATORIA
- BIGLIETTO NON RIMBORSABILE
- BIGLIETTO PRENOTABILE SINO AL GIORNO PRIMA SOLO CON CARTE DI CREDITO
- CON ALTRE MODALITÀ DI PAGAMENTO IL BIGLIETTO E' PRENOTABILE SINO A 3  
  GIORNI PRIMA (escludendo il giorno di visita e il giorno di prenotazione)
  al numero 049 2010020 (lunedì/venerdì 9.00/19.00 e sabato 9.00/18.00)


CONCLUSIONI
Il ciclo d'affreschi realizzato da Giotto nella Cappella degli Scrovegni è uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale ed è anche l'opera più largamente autografa del pittore.
Rappresenta anche il ciclo dell'Italia medioevale più esteso dedicato alla Vergine.
La cappella è stata d'ispirazione per molti pittori italiani, da Masaccio a Piero della Francesca, dal Mantegna a Raffaello e a Michelangelo, senza dimenticare i più moderni muralisti messicani.
Giotto dimostra di essere un gran pittore per il suo gusto narrativo, per la ricerca compositiva, per la resa realistica degli spazi naturali e architettonici, per la sua capacità di rendere il dramma dei sentimenti eterni dell'uomo e di fondere forma e significato.
"Il quale rimutò l'arte del dipingere di greco in latino e ridurre al moderno"
                                                                         (Libro dell'Arte - Cennino Cennini).

Enrico degli Scrovegni è stato invece capace di mostrare pubblicamente, ai suoi contemporanei e anche a noi dopo diversi secoli, il suo status di uomo potente grazie anche alla costruzione di questa cappella.



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