martedì 31 marzo 2015

Atene: la "Trilogia Ateniese", la trilogia del sapere


Le due grandi piazze di Atene, Omonia e Syndagma, sono collegate da due grandi viali paralleli, odos Panepistimiou (Viale dell'Università) e Akademias.

Tra i due viali, in uno spazio con giardini, si trova la cosiddetta "Trilogia Ateniese", ovvero la trilogia del sapere: Accademia, Università e Biblioteca Nazionale.

Trilogia Ateniese
Dal 1834 Atene divenne la capitale della Nazione greca, e alla rinascita della città parteciparono architetti ed artisti di tutta Europa.
Vennero così costruiti nuovi palazzi istituzionali, il palazzo reale, parchi, e questo trio di edifici nello stile in auge in quell'epoca, lo stile neoclassico.
E' questo uno stile che collega ideologicamente l'antica alla nuova Grecia.

Questo monumentale complesso archtettonico ottocentesco, progettato dai due fratelli danesi Christian e Theophilus Hansen con la supervisione dell'igegnere Ernst Ziller, richiama fortemente i monumenti antichi dell'arte greca classica.

Al centro si trova l'Università, alla sua destra la Biblioteca Nazionale e alla sua sinistra l'Accademia.

Il più grande ed il primo dei tre edifici ad essere costruito a partire dal 1841 e finito nel 1864, grazie a benefattori greci della diaspora, su progetto di Christian Hansen, fu l'Università.

Università
L'Universita ateniese fu fondata nel 1837, la prima università nella zona dei Balcani e del Mediterraneo orientale.
All'epoca si componeva di 33 professori, 52 studenti e 75 auditori.
Quattro erano le facoltà: legge, teologia, medicina e arte.

Università
L'edificio in stile ionico è a forma di doppia T con due cortili simmetrici.
Gli affreschi sul fregio della facciata sono stati disegnati da Rahl e dipinti dal polacco Lebientzki.

affresco del portico dell'Università
affresco del portico dell'Università
affresco del portico dell'Università
La facciata preceduta da una scalinata è decorata con le statue di Rigas Feraios (scrittore e rivoluzionario greco, che gettò le basi della lingua greca moderna), del patriarca Gregorios V (impiccato nel 1821durante la guerra d'indipendenza greca), di Adamantions Korais (filosofo greco che preparò la Guerra d'indipendenza greca e contribuì alla creazione della letteratura moderna greca), Wlliam Gladstone (primo ministro inglese, grande appassionato d'arte e letteratura classica) e Ioannis Kapodistrias, il primo capo di stato della Grecia indipendente al quale l'Università è dedicata.

statua del patriarca Gregorios V
statua di Rigas Feraios






















Le basi delle colonne e i capitelli dell'entrata sono la replica di quelli dei Propilei dell'Acropoli.

entrata dell'Università
Sfingi, simbolo dell'eterna domanda alla quale può rispondere solo la conoscenza, decorano la sommità del frontone e gli angoli dell'edificio.

sfinge sul cornicione dell'Università
Oggi l'edificio ospita la sede amministrativa dell'istituto universitario.
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L'Accademia, il cui nome deriva dall'Accademia di Platone (387 a.C.), è stato il secondo edificio ad essere stato costruito della Trilogia Ateniese (1859/1885).

Accademia
La costruzione si poté realizzare grazie al finanziamento della famiglia del barone Simon Sinas, imprenditore e ambasciatore greco a Vienna, Berlino e Monaco.

ingresso dell'Accademia con statue di Athena e Apollo
Si occupò del progetto Theophile Hansen con la supervisione di Ernst Ziller.

una delle ali laterali dell'Accademia
un'ala laterale dell'Accademia
statua di Athena e decorazioni dell'Accademia
 
Davanti all'edificio in stile ionico, costituito da una parte centrale e da due ali laterali, vi sono le statue di Athena, dea della Sapienza, e di Apollo, dio delle Arti, poste su alte colonne ioniche.
Le statue sono opera di Leonidas Drossis.

statua di Athena
statua di Apollo






















Alla scalinata d'ingresso vi sono invece le statue di Platone e di Aristotele.

statue di Platone e di Athena
statue di Aristotele e di Apollo






















L'edificio in marmo bianco pentelico ha frontoni in pietra.
Sul frontone d'ingresso è rappresentata la Nascita di Athena con sculture in terracotta.
 
frontone d'ingresso: Nascita di Athena
decorazioni del portico d'ingresso dell'Accademia
Sugli altri otto frontoni è invece raffigurata Athena che offre agli Ateniesi arte e scienza.

uno dei frontoni dell'Accademia
uno dei frontoni dell'Accademia
L'ingresso riproduce l'ingresso orientale dell'Eretteo sull'Acropoli.
Gli affreschi sono di Christian Griepenkerl.

colonne e decorazioni dell'ingresso all'Accademia
L'Accademia dal 1926 funziona come istituto di ricerca.
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Il terzo edificio in ordine cronologico della Trilogia è stato la Biblioteca Nazionale.

Biblioteca Nazionale
Fondata nel 1829 la Biblioteca Nazionale ha cambiato più volte sede, sino a giungere a questa dimora finanziata dalla famiglia greco-russa Vallianos.
Davanti alle scale d'ingresso infatti si trova la statua di Panaghis Vallianos.
Anche la facciata e il vestibolo sono decorati con statue che raffigurano la famiglia Vallianos.

costruzione centrale della Biblioteca Nazionale
Questo edificio in marmo bianco pentelico in stile dorico è opera di Theophile Hansen.
Le sue colonne doriche sono simili a quelle del Partenone.

colonne doriche
Si accede all'edificio salendo una doppia scalinata curva in stile Rinascimentale.

scala rinascimentale della Biblioteca Nazionale
La parte centrale ospita la sala di lettura, con colonnato ionico e tetto di vetro.
Il lungo corridoio che vi conduce, con le sue colonne doriche, è ispirato al Tempio di Efesto

La biblioteca conserva antichi manoscritti, l'edizione originale dei racconti e inni del poeta Omero, spartiti musicali bizantini e frammenti della Bibbia del VI secolo.


CONCLUSIONI
Dopo una visita alle testimonianze antiche di Atene, tra i monumenti classici dell'Acropoli, le antiche mura e l'antica necropoli del Keramikos, i templi e le stoà dell'Agorà Antica, è sorprendente rivedere quei particolari architettonici ripetuti in edifici più recenti, che cercano una continuità con il passato artistico della città pur cercando di proporre qualcosa di nuovo.
Questa è la testimonianza che il "bello" non passa mai di moda, anzi si perpetua e si declina in mille varianti, e rimane una pietra miliare per l'umanità.


lunedì 30 marzo 2015

Atene: lo Stadio Panathinaiko, dove nacquero i Giochi Olimpici moderni


Lo Stadio Panathinaiko è uno degli impianti sportivi più antichi al mondo, e ancora funzionante.

Nel 560 a.C. il tiranno Pisistrato fece erigere, in una zona fuori dalle mura cittadine, ricca di vegetazione e d'acqua, alle pendici del colle Ardettos, uno stadio dove ospitare i Giochi Panatenaici, giochi che si disputavano ogni quattro anni ad Atene.

Lo stadio deve il suo nome alla misura adottata per la pista: era lunga infatti uno stadio, cioè 600 piedi (185m).

Stadio Panathinaiko
Venivano svolte gare atletiche i cui partecipanti erano uomini che gareggiavano nudi (gymnikol agones).
Oltre alla corsa, si disputavano gare di pugilato, lotta e pancrazio (l'unione di pugilato e lotta), pentathlon e corse di carri.
Chi vinceva la corsa dei carri riceveva in premio 140 anfore d'olio.

C'erano gare anche riservate ai soli cittadini Ateniesi:
- pirriche, esercitazioni militari con accompagnamento musicale
- apobatie, gare nelle quali il concorrente che guidava un carro, scendeva da
  questo, correva al suo fianco e poi vi risaliva
- evandria, gara di bellezza tra atleti.
- una corsa con fiaccole, dal Pireo all'Acropoli
- lotte simulate tra opliti e cavalieri
- lancio del giavellotto da cavallo.

Nel IV secolo a.C. l'oratore Licurgo divenuto responsabile delle finanze di Atene, fece rinnovare lo stadio: i sedili in legno vennero sostituiti con del marmo pentelico bianco e la capienza salì a 50.000 posti.

Lo stadio di Licurgo fu usato la prima volta durante le Grandi Panatenee del 330/339 a.C.

Lo stadio venne poi di nuovo restaurato nel 139/140 d.C. durante il periodo romano sotto l'impero di Adriano, dal filosofo e benefattore Erode Attico: la forma di parallelogramma dello stadio divenne a ferro di cavallo.

Venne perciò aggiunto lo sphendone, un'area semiellittica che caratterizzava gli stadi greci in epoca romana.

Si accedeva allo stadio varcando un ponte a tre arcate in marmo che scavalcava il fiume Ilisson.
L'entrata allo stadio era costituita da un propylion con colonne corinzie.

Lastre di marmo demarcavano la linea di partenza (aphesis) e il traguardo (terma), delineate da erme bifacciali.
Statue di marmo, bronzo e oro adornavano l'interno.

Per molti anni la tomba di Erode Attico dominava l'entrata sinistra.

Sulla sommità del colle Ardettos si trovava il Tempio della dea Tyche-Fortuna, nella quale si conservava la statua di culto della dea in avorio.

Ai tempi dei romani venivano svolti nello stadio giochi gladiatorici e combattimenti con bestie feroci.

Stadio Panathinaiko
Durante l'età cristiana, in cui questi giochi furono proibiti, e nelle successive dominazioni dei Franchi e degli Ottomani, lo stadio cadde in rovina: il suo marmo venne prelevato per costruire altri edifici o ridotto in calce, e venne sommerso da detriti.

Nei passaggi voltati in rovina dello stadio si dice che le giovani donne nubili ateniesi svolgessero rituali magici per trovare un buon marito.

Evangelis Zappas
L'mprenditore e filantropo greco Evangelis Zappas, divenuto uno degli uomini più ricchi dell'Europa dell'est, nel 1859 sponsorizzò i primi Giochi Olimpici Internazionali dell'era moderna.
Questa prima edizione dei Giochi Olimpici era rivolta solo a partecipanti di etnia greca, e venne disputata nelle piazze e per le strade: una sorta di festa paesana dove accanto a gare atletiche si disputavano gare di tiro alla fune, corse dei sacchi e albero della cuccagna.

Perché la successiva edizione del 1870 non avesse la stessa impronta, si decise di ricostruire l'antico stadio.

Ernst Ziller compì i primi scavi e la ricostruzione dell'antico stadio di Erode Attico fu seguita da Anastasis Metaxas.
A sovenzionare i lavori fu 25 anni dopo Evangelis Zappas, Georgios Averoff, ritratto alla destra dell'entrata allo stadio.

statua di Georgios Averoff alla destra dello Stadio Panathinaiko

Il barone Pierre de Coubertin, uomo con un'educazione classica, organizzò a Parigi nel 1894 la Conferenza Olimpica Internazionale.

Così, alle 15.30 del 6 aprile 1896 con le parole del re Giorgio I:
"Dichiaro aperti i primi Giochi Olimpici Internazionali di Atene. Lunga vita alla Nazione, lunga vita al popolo greco"
si aprirono i  primi Giochi Olimpionici dell'era moderna, che durarono fino al 15 aprile.

Venne composto un Inno Olimpico con musica di Spyros Samaras e parole di Costis Palamas.

Ai primi giochi parteciparono oltre alla Grecia altri 13 Paesi che disputarono gare di ginnastica, pesistica, atletica e lotta.
Inoltre lo stadio era il punto d'arrivo della maratona, la gara di corsa che fu introdotta per commemorare la marcia leggendaria delle truppe di Milziade da Maratona ad Atene, o l'impresa di Filippide che corse 42,195 km, da Maratona all'Acropoli, per annunciare la vittoria sui Persiani nel 490 a.C.

In quell'occasione vinse Spyros Louis in 4h 58' 50''.
Il nostro atleta Stefano Baldini vinse la maratona di Atene del 2004.
Al di fuori delle Olimpiadi, la Maratona di Atene, che si disputa ogni anno, termina qui allo stadio.

Stadio Panathinaiko visto dall'Acropoli
Ma lo stadio è stato testimone di eventi politici e di importanti competizioni di atletica.
Inoltre nel 1916 venne rappresentata l'Aida di Giuseppe Verdi, nel 2007 cantò Carreras, ospitò concerti rock e spettacoli di danza, come quello di Joaquin Cortes.

www.panathenaicstadium.gr
Orario: tutti i giorni  marzo/ottobre          8.00/19.00
                                  novembre/febbraio   8.00/17.00
Costo: 3€ con audioguida


All'ingresso del Giardino Nazionale, difronte allo Stadio Panathinaiko, si trova la bella statua in bronzo del Discobolus di Kostas Dimitriadis.
Fu istallata qui nel 1927.
Questa è una copia: l'originale si trova nel Central Park di New York.

Discobolus
Discobolus


Discobolus

Discobolus

CONCLUSIONI
Non abbiamo visitato lo Stadio Panathinaiko al suo interno perché, oltre al cielo che (come si vede bene dalle foto!!!) incombeva plumbeo su di noi, dovevamo prendere un aereo che ci riportava a casa.
Si ha comunque una visione abbastanza completa anche dai cancelli di quello che viene chiamato "Kallimarmoron" ossia "dei bei marmi".
Certamente è uno di quei luoghi che hanno fatto la storia dello sport e che, in un periodo in cui non ha più molta importanza partecipare alle competizioni, ma vincere, ricorrendo spesso a sostanze dopanti, andrebbe visitato per ritrovare quello spirito decoubertiano delle prime Olimpiadi moderne.




domenica 29 marzo 2015

Atene moderna: Piazza Syntagna e il Parlamento Ellenico


Piazza Syntagna è conosciuta anche come Piazza della Costituzione (questo il significato in greco), per la costituzione che il re Ottone I di Wittelsbach (Baviera) fu costretto a concedere nel 1832.
Originariamente si chiamava Piazza delle Muse e poi Piazza del Palazzo.

Da Piazza Syntagna partono i numeri civici di tutte le strade della città, e tutte le distanze si misurano da questa piazza.

Piazza Syntagna
La piazza è stata testimone dei principali eventi della storia greca moderna: manifestazioni, proteste, golpe e rivoluzioni.

Piazza Syntagna e via Ermou (sullo sfondo)
resti dell'acquedotto di Pisistrato




Per questo si può definire l'emblema della città moderna, anche se i lavori per la costruzione della metropolitana hanno portato alla luce frammenti dell'antico acquedotto di Pisistrato (VI secolo a.C.): scavato nella roccia, aveva condotti in argilla ed era  sigillato con piombo.
Se ne è ritrovata anche una guarnizione a T posta tre due diramazioni.



resti dell'acquedotto di Pisistrato
Sul confine est della piazza si possono ancora vedere resti dell'antica fortficazione di Atene.
Inoltre questa zona era anche un'area cimiteriale nel IV secolo a.C.

resti dell'antica fortificazione
Piazza Syntagna costituisce lo snodo centrale dell'Atene contemporanea, in quanto da essa si diramano le principali arterie cittadine, è la stazione di due linee metropolitane e vi sostano i mezzi pubblici.

edificio dell'Hotel Grande Bretagne
E' il centro finanziario e dei commerci della capitale greca.
Sul suo lato ovest inizia via Ermou, la via pedonalizzata dello shopping, che conduce a Monastiraki.
La piazza è circondata da uffici, banche, grandi magazzini, negozi, compagne aeree e marittime, caffè, ristoranti e grandi alberghi come il Grande Bretagne, uno degli hotel più noti al mondo, costruito nel 1872 sul lato nord della piazza per ospitare i capi di Stato.

ingresso all'Hotel Grande Bretagne
La grande piazza (25.000 m²) si presenta a terrazze, con cascate d'acqua, aiuole ed alberi lungo la sua larga scalinata centrale.
E' circondata da un'architettura non omogenea: palazzi neoclassici, ottocenteschi e moderni si alternano rendendola in ogni caso gradevole.

Piazza Syntagna
fontane a Piazza Syntagna
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Inoltre Piazza Syntagna è il fulcro politico di Atene: sul suo lato est infatti si trova il Parlamento Ellenico.

Parlamento Ellenico
Il palazzo fu progettato dall'architetto Friedrich von Gartner (1836/1842), architetto ufficiale della corte di Baviera, per ospitare il re Ottone I e la regina Amalia, e divenne poi la residenza di re Giorgio.

L'ubicazione della costruzione dell'edifici venne scelta sulla fresca collina di Boubounistra, zona facilmente difendibile.

L'edificio austero, compatto e funzionale, rispettoso dell'eridità dell'antica Atene, era in linea con l'idea di un classicismo urbano.

Parlamento Ellenico
E' costituito da quattro ali esterne a tre piani, mentre l'ala centrale è a due piani ed ha due cortili.
Nel basamento dell'edificio vi erano i magazzini.
Al pian terreno vi era la Segretaria e il Palazzo del Tesoro, la Cappella privata del re, la camera blindata le cucine.
Al primo piano erano collocate la Sala del Trono, la Sala dei Trofei, la Sala degli Aiutanti, e poi la Sala da Ballo, la Sala dei Giochi, la Sala da Pranzo e le camere reali.
Al secondo piano vi erano le camere private degli eredi al trono, del maggiordomo e dello staff del palazzo.

Rimane poco delle decorazioni che abbellivano internamente il palazzo.

Quando re Giorgio, che aveva sposato Olga di Russia, vi si istallò, fece costruire una cappella ortodossa dedicata a San Giorgio, al secondo piano.
 

Il palazzo rimase la residenza reale fino al 1909 anno in cui un incendio lo danneggiò.
Dopo essere stato restaurato e aver ospitato uffici statali (ministeri e corti di giustizia), utilizzato come ospedale di fortuna e museo, è divenuto la sede del Parlamento Ellenico nel 1935.
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Davanti al palazzo del Parlamento Ellenico si trova il Monumento al Milite Ignoto, edificio dai tratti minimalisti progettato negli anni '20 dagli architetti Lazaridis e Dimitriades.
Fu inaugurato nel 1932 il 25 marzo, giorno della festa nazionale greca.

rilievo e "esequie di Pericle" del Monumento al Milite Ignoto
Su un rilievo è rappresentato un soldato greco e alcune iscrizioni citano le esequie di Pericle del 430 a.C.

Davanti al monumento montano la guardia i famosi Euzones, due soldati della guardia nazionale, che per un'ora devono rimare fermi e con lo sguardo fisso a presidiare il monumento.

Euzone davanti al Monumento del Milite Ignoto
Gli Euzones traggono il nome della cittadina di Euzoni, posta al confine con l'ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.
La loro pittoresca uniforme riproduce l'abbigliamento dei klekti, gli oppositori degli Ottomani durante l'occupazione turca (1453/1821), e simboleggia la liberazione dai Turchi.
Per questo i colori scelti per il loro abbigliamento hanno un valore anche simbolico.

Euzone con mantello invernale
Eccone quindi una descrizione che ne giustifica l'apparenza, nel complesso un po' bizzarra, di queste uniformi confezionate completamente a mano, costose ed elaborate: ci vogliono 80 ore di lavoro per realizzarle.
Il cappello è in panno rosso (colore del sangue versato dai Greci durante la dominazione turca) con una nappa di seta nera (come il lutto della schiavitù) che scende sulla spalla (a simboleggiare le lacrime versate).
La camicia è bianca caratterizzata da un'ampia manica aperta.
Il gilè (fermeli) è ricamato a mano con fili bianchi (simbolo di purezza) e dorati.
La fustanella, il corto gonnellino bianco pieghettato con 400 pieghe (quanti furono gli anni d'oppressione) per il quale vengono utilizzati 30m di stoffa.
I pantaloni sono lunghi e rossi per gli uffiali e corti e bianchi per i soldati semplici.
La cintura in cuoio è provvista di cartucciera.
La giarrettiera è nera.
Le babbucce sono di pelle rossa con suola con 60 chiodi.
Hanno la punta ricoperta da un pompon nero e pesano 3kg.
Sono così pesanti perché pensate per ancorare al terreno saldamente durante il combattimento, per scalare le montagne in caso di fuga, per resistere alle grandi camminate  e per dare calci in caso di difesa.
Il mantello (dulamas) è costituito da un unico taglio di stoffa, nero d'inverno e kaki d'estate.

Poi ci sono delle differenze tra l'uniforme degli ufficiali e quella dei soldati semplici:
- gli ufficiali portano gambali, stivali e spada.
- i soldati semplici portano calze bianche di lana (sia d'inverno che  d'estate), anaspasto (una cintura interna per posizionare le calze), e cordoni bianchi (come il cielo) e blu (come il mare), i colori della bandiera greca.
CURIOSITA': gli Euzones non devono essere alti meno di 1,88m.
Prestano servizio di guardia tre volte ogni 48 ore.
Devono provvedere personalmente alla stiratura del loro complicato gonnellino!

Euzones in arrivo dalla caserma
Euzones in avvicinamento al Monumento del Milite Ignoto
La caserma di questo corpo militare si trova su Odos Iridou Atikou, e da lì ogni giorno, allo scadere di ogni ora, partono per raggiungere il Monumento del Milite Ignoto dove si svolge il cambio della guardia, con una parata della durata di 10 minuti, e che li vede protagonisti di un cerimoniale che sembra un balletto, muovendosi con un ritmo sincrono.
Eccone alcuni momenti...







Alle 11.00 della domenica invece si svolge una cerimonia più lunga, accompagnata anche dalla banda armata.

Particolari sono le due garitte nei colori bianchi e blu della bandiera nazionale, poste davanti al monumento...personamente mi sembrano un po' cabine balneari!

garitte davanti al Monumento del Milite Ignoto
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La regina Amalia curò molto la realizzazione del giardino posto alle spalle del palazzo reale, progettato dall'artista di giardini francese François Louis Bareaud.

Giardini Nazionali
Il giardino, inizialmente riservato solo alla famiglia reale, con l'aggiunta del terreno donato dai fratelli Zappas (e al quale il giardino è dedicat)o, è oggi divenuto un parco pubblico, i Giardini Nazionali.

Giardini Nazionali
Al suo interno crescono più di 500 specie di piante, 150.000 fiori ed essenze, ed è adorno di frammenti di mosaici e resti di colonne.

fauna dei Giardini Nazionali
viale alberato dei Giardini Nazionali
fontana dei Giardini Nazionali
Al suo interno vi si trovano il Museo Botanico e lo Zappion, un edificio in stile neoclassico a forma di mezzaluna, con colonne doriche, che venne innaugurato nel 1888, ospitò le gare di scherma durante le Olimpiadi del 1896, e che oggi è divenuto un centro per congressi ed esposizioni.
Prende il nome dal suo finanziatore Evangelos Zappas.

ala laterale, vista posteriormente, dello Zeppeion
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Sul marciapiede lungo Amalias Avenue che costeggia i Giardini Nazionali s'incontrano i resti di terme romane, protette da una tettoia moderna.

terme romane
Le terme si estendono anche sotto la via e nel parco.
Furono costruite in questo sito (abitato dalla Preistoria e area di sepoltura del periodo Geometrico), ricco di acqua grazie alla vicinananza dell'Ilissos, nel periodo tra l'invasione degli Eruli e la fine del III secolo/inizio del IV secolo d.C., quando la città si era espansa fuori dalle mura.
Le terme furono poi distrutte, riparate ed ampliate nel V/VI secolo.

I resti del complesso termale mostrano 2 camere con ipocausto, 2 prefurnia e 9 camere, in uno spazio largo 21 m posto tra due alti muri che inglobano elementi architettonici di riuso.

ipocausti delle terme romane
Il più grande degli ipocausti, che serviva il calidarium, conserva15 colonne di supporto, alcune cilindriche, altre quadrate e muri divisori. 
L'altro ipocausto oblungo aveva un pavimento sorretto da 17 colonne di marmo di riuso e serviva al tepidarium.

Le due fornaci erano collegate al calidarium attraverso passaggi voltati sotterranei.
Fu costruito anche un grande serbatoio con uno spesso strato di pasta idraulica internamente e lastre di marmo esternamente, e aggiunte 5 camere con pavimento in piastrelle e malta.

silos per cereali i epoca bizantina
In epoca bizantina furono infossati nel pavimento silos per i cereali.
Per il ritrovamento di tracce di affresco con figure umane, pesci, uccelli e croci, il complesso si pensa servì da rifugio o da memoriale per martiri.


CONCLUSIONI
Non si può dire di aver visitato Atene solo se ci si reca nei siti archeologici testimoni del suo illustre passato.
Bisogna anche recarsi nella città moderna, e Piazza Syntagna ne è sicuramente la zona più rappresentativa.
Anche se il cambio della guardia è divenuto un'attrazione per i turisti, non bisogna dimenticare che in quelle particolari uniformi sono scritti l'orgoglio e la fierezza dei Greci.
Passeggiare poi nei Giardini Nazionali rappresenta una piacevole alternativa alle doverose visite ai monumenti della città.