La Chiesa dei Santi Apostoli e S.Biagio, una delle chiese fiorentine più antiche, si trova in Borgo Santi Apostoli, tra Ponte Vecchio e Piazza della Repubblica.
Pur non essendo mai stata cattedrale, per le sue antiche origini questa chiesa viene chiamata anche "Vecchio Duomo di Firenze".
La chiesa venne costruita sull'argine dell'Arno, e dopo che venne circondata da altri palazzi, è rimasta collegata al Lungarno degli Acciaioli tramite il Chiasso Bolgherini.
Questa zona si trovava anticamente fuori dalla prima cerchia delle mura cittadine romane, lungo il raccordo della Cassia Vetus (che passava a Nord di Florentia) e la Cassia Nova Oltrarno, in prossimità di un cimitero romano del IV/V secolo e delle Terme romane.
CURIOSITA': a proposito delle Terme romane, adiacente alla piazza in cui sorge la chiesa fu costruito sulle terme antiche uno stabilimento termale da Antonio Peppini nel 1826 e una targa su questo edificio ricorda che per costruirlo vennero chiusi dei vicoli adiacenti.
iscrizione dell'ottocentesco stabilimento termale |
Per quanto riguarda invece la data della sua costruzione c'è molta incertezza.
La leggenda vuole far risalire la consacrazione all'anno 805 alla presenza di Carlo Magno (che ne volle la costruzione), accompagnato dal nipote Orlando (ma il paladino era già morto a Roncisvalle nel 778) e dal vescovo Turpino (il paladino era suo allievo).
A voler lasciare traccia di questi fatti leggendari fu posta sulla porta sinistra della facciata della chiesa una lapide con inscrizione in latino.
targa in latino della fondazione della chiesa |
Per molti studiosi la chiesa venne fondata con più probabilità tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo dove si trovava fino all'anno mille un cimitero in cui si seppellivano i bambini morti primi di essere stati battezzati: per questo la piazza antistante la chiesa prese il nome di Piazza del Limbo, in luogo in cui si trovavano le anime dei non battezzati.
La chiesa entrò a far parte delle mura cittadine tra il 1173 e il 1175.
La facciata dalla muratura irregolare tipica medievale è in stile romanico. L'originale muratura fu riportata ala luce sotto l'intonaco nel 1884.
facciata della Chiesa dei Santi Apostoli e di S.Biagio |
Sulla facciata a salienti si aprono monofore e tre porte d'accesso.
Le porte laterali sono architravate e sovrastate da lunette centinate con archetti in mattoni. Sulla porta sinistra si trova la già citata lapide della leggendaria fondazione, sopra la porta destra si trova una lapide che ricorda la morte nel 1333 di Ugolotto (della famiglia Altoviti o Del Bene), priore della chiesa per cinquant'anni.
portale destro con iscrizione |
Il portale centrale cinquecentesco in marmo bianco di Carrara e nero di Colonnata, attribuito a Benedetto da Rovezzano su disegno di Baccio d'Agnolo, porta lo stemma della famiglia Altoviti che lo commissionò. Due lesene laterali d'ordine dorico-tuscanico reggono una trabeazione dorica.
portale centrale (attr.Benedetto da Rovezzano su dis.Baccio d'Agnolo - XVI sec.) |
Sopra al portale centrale vi era un finestrone che fu tamponato negli anni '30, sovrastato da una tettoia a tre spioventi poggianti su mensole in legno. Sopra la tettoia si apre poi una bifora con colonnina in marmo.
Sotto la grondaia di coronamento si trovano beccatelli di mattoni.
La torre campanaria a pianta quadrata (visibile meglio dall'Oltrarno), è opera seicentesca di Baccio d'Agnolo. La cella campanaria ha quattro grandi monofore e un cornicione con mutuli (motivi architettonici dell'ordine dorico). Originariamente vi era un campaniletto a vela, sostituito poi da quello commissionato da Ugo Altoviti e realizzato entro il 1468 (di cui rimane il basamento sino all'orologio di quello attuale).
La chiesa ha una pianta basilicale paleocristiana con tre navate (quella centrale ancora absidata mentre quelle laterali lo erano originariamente), divise da colonne in marmo verde di Prato con capitelli diversi recuperati da edifici romani: i primi due capitelli corinzi sembra provengano dalle vicine Terme romane (I secolo d.C.).
navate della Chiesa dei Santi Apostoli e di S.Biagio |
Le sette colonne per lato sorreggono archi a tutto sesto.
La navata centrale è aperta da monofore.
Il soffitto a capriate lignee presenta una trabeazione a cavalletti decorati (1333).
Il pavimento in cocciopesto è costellato dalle pietre tombali d'importanti famiglie fiorentine come gli Altoviti, Acciaiuoli e Del Bene.
All'inizio della navata centrale si trovano due acquasantiere in marmo: quella a sinistra è stata realizzata da Benedetto da Rovezzano (1510), l'altra è del 1603 e fu messa da Antonio del Bene.
Le navate laterali sono affiancate da piccole cappelle.
Le cappelle della navata sinistra, a pianta quasi quadrata e con arcone d'accesso poggiante su pilastri d'angolo in pietra forte, furono realizzate esternamente all'edificio all'inizio del Cinquecento. Le famiglie che ebbero in patronato queste cappelle furono gli Altoviti, i Viviani, i Boncioni e i Carducci. Sono rimaste solo quattro cappelle: la prima cappella, quella fondata dalla famiglia Carducci, fu demolita tra il 1929 e il 1930.
In alto sulla parete è stato posto il Sepolcro di Anna Ubaldi Del Bene (madre del Gran Priore Del Bene) con busto della defunta, opera del Foggini, e un'iscrizione in latino composta da Anton Maria Salvini.
Sepolcro di Anna Ubaldi Del Bene (busto: Foggini) |
La prima cappella della navata sinistra che s'incontra percorrendo la navata dalla controfacciata era patronato degli Altoviti.
Cappella Altoviti |
Sulla parete destra si trova un affresco raffigurante la Madonna col Bambino e Angeli reggicortina di Paolo Schiavo (allievo di Masaccio), posto originariamente sul portale d'ingresso.
Madonna col Bambino tra Angeli (Paolo Schiavo - XV sec.) |
Sopra l'altare neogotico in pietra è posta la sinopia dello stesso affresco.
sinopia dell'affresco Madonna col Bambino e Angeli reggicortina (Paolo Schiavo - XV sec.) |
In una nicchia protetta da una grata si trova un astuccio che contiene tre pietre: sono le famose "Pietre del Santo Sepolcro".
"Pietre del Santo Sepolcro" e portafuoco |
Secondo la tradizione le pietre furono portate a Firenze da Pazzino de' Pazzi dalla Terrasanta dopo la Prima Crociata indetta da papa Urbano II. Pazzino capitanava 2500 soldati fiorentini che si lanciarono nel 1101 all'assalto delle mura di Gerusalemme, e Pazzino fu il primo a salire sulle mura della città assediata. Con questo atto di coraggio si fece notare da Guglielmo di Buglione che gli donò tre pietre con le quali per tradizione furono accese le torce della tomba di Cristo quando venne sepolto.
Le pietre furono inizialmente conservate nel Palazzo de' Pazzi, poi nella Chiesa di S.Maria sopra Porta in Mercato Nuovo (detta anche Chiesa di S.Biagio), e quando questa nel 1785 fu soppressa, furono portate nella Chiesa dei Santi Apostoli.
Con queste pietre ancora oggi s'accende il cero pasquale del Duomo con la partecipazione dei Cavalieri del Santo Sepolcro il Sabato Santo e s'infiamma sulla Piazza del Duomo la "colombina" durante la cerimonia dello "Scoppio del carro" il giorno di Pasqua.
La nicchia conserva anche un prezioso ed antico portafuoco con il quale viene trasportato il fuoco dalla chiesa al Duomo.
Il portafuoco è composto da una colomba ad ali spiegate in argento posta sulla sommità (già nella Chiesa di S.Maria sopra Porta nel 1378), da una parte centrale che raffigura lo stemma della Parte Guelfa realizzato dalla cerchia di Pasquino da Montepulciano nel XVI secolo (un'aquila che tiene tra gli artigli un drago), e da un braciere in rame dorato a forma di nodo baccellato (XVI secolo).
Nella seconda cappella si trova l'affresco di Anton Domenico Gabbiano raffigurante la Gloria di S.Francesco di Sales, mentre sul soffitto è raffigurata l'Apoteosi di S.Giovanna di Chantal.
Nella terza cappella si trova una tavola di Alessandro Fei del Barbiere che raffigura l'Arcangelo Michele che abbatte Lucifero.
Nella quarta cappella i trova sull'altare un'Adorazione del Bambino affiancata sulle pareti laterali dalle tavole dell'Arcangelo Raffaele con Tobiolo e di Sant'Andrea Apostolo, tutte opere di Maso da San Friano (XVI secolo).
al centro: Adorazione del Bambino / a destra: Arcangelo Raffaele con Tobiolo / a sinistra: Sant'Andrea Apostolo (Maso da San Friano - XVI sec.) |
Al posto dell'ultima cappella della navata sinistra si trova il Monumento funebre di Oddone Altoviti, realizzato da Benedetto da Rovezzano.
Monumento funebre di Oddone Altoviti (Benedetto da Rovezzano - 1507) |
Sulla parete che chiude la navata è posto il Tabernacolo eucaristico in terracotta invetriata policroma opera di Andrea Della Robbia, commissionato da Giovanni di Pietro Acciaiuoli nel 1512 circa.
Tabernacolo eucaristico (Andrea Della Robbia - 1512 ca.) / resti dell'Arca sepolcrale di Donato Acciaiouli (ignoto scultore - 1333) |
Nella predella due Angeli reggono una ghirlanda di foglie all'interno della quale è raffigurato un calice con ostia. Sopra la predella è raffigurata un'edicola con quattro colonne all'interno della quale è raffigurato Cristo che risorge. Intorno all'edicola lesene corinzie reggono una trabeazione sormontata da una lunetta con raffigurazione della colomba dello Spirito Santo. Il tabernacolo termina nella parte superiore con un bassorilievo con il Padre benedicente.
Il tabernacolo è posto sui resti dell'Arca sepolcrale di Donato Acciaiouli, opera in arenaria di ignoto scultore del 1333, di cui rimangono le due formelle con la Madonna e S.Giovanni Evangelista.
Siamo ora davanti all'abside della navata centrale in parte riportata all'originale aspetto con pietre a vista.
Fu infatti risistemata tra il 1573 e il 1583 da Giovanni Antonio Dosio con la Tomba dell'Arcivescovo Antonio Altoviti in una nicchia affiancata da due porte sormontate da due busti: uno ritrae Carlo Magno, l'altro Antonio Altoviti, attribuiti a Giovanni Battista Caccini.
abside: Tomba dell'Arcivescovo Antonio Altoviti (Giovanni Antonio Dosio) / busti di Carlo Magno e di Antonio Altoviti (attr.Giovanni Battista Caccini) |
La tomba è nascosta dall'alare e dalla Madonna col Bambino in trono tra Angeli e Santi e l'Adorazione dei Magi, di Jacopo di Cione e Niccolò Gerini.
Madonna col Bambino tra Angeli e Santi / predella: Adorazione dei Magi (Jacopo di Cione e Niccolò Gerini - 1383) |
La parte alta dell'abside era stata decorata con stucchi a riquadri geometrici tra il 1704 e il 1725, nei lavori che videro realizzare la volta a botte ribassata sul soffitto della navata centrale decorato con il dipinto dello Spirito Santo che discende sugli Apostoli e la copertura con intonaco della facciata. Queste aggiunte furono eliminate tra il 1930 e il 1938.
Secondo Giorgio Vasari si trovava sull'altare maggiore della Chiesa dei Santi Apostoli il Trittico della Pentecoste realizzato dai fratelli Orcagna e Jacopo di Cione tra il 1362 e il 1365.
Trittico della Pentecoste (Orcagna e Jacopo di Cione - 1362/1365 - Galleria dell'Accademia) |
L'opera fu rimossa durante i lavori realizzati da Giovanni Antonio Dosio, spostata nella Cappella Viviani e forse poi alla Badia Fiorentina. Nel 1939 giunse infine alla Galleria dell'Accademia dove è tutt'oggi custodita.
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Le cinque cappelle della navata destra a pianta rettangolare furono costruite a metà del XV secolo e furono inquadrate da lesene composite in marmo serpentino verde.
Sulla parete di fondo della navata destra si trova l'organo, accanto al quale è posto, sopra la porta che conduce in Sagrestia, il Monumento funebre di Bindo Altoviti, banchiere antimediceo.
ingresso alla Sagrestia |
Monumento funebre di Bindo Altoviti (Bartolomeo Ammannati - 1570) |
Il monumento, con statua allegorica della Carità accompagnata da due Putti, è opera di Bartolomeo Ammanniti (1570).
Nella quinta cappella risalendo verso la controfacciata si trova un dipinto con la raffigurazione di un di Santo'Antonio abate.
Sant'Antonio abate |
Nella quarta cappella (Cappella Bolgherini) è posta la Madonna della mela con Angeli di Pasquale Noccarato e un S.Biagio di ignoto pittore fiorentino del XVIII secolo.
in alto: S.Biagio (ignoto pittore del XVIII sec.) / in basso: Madonna della mela e Angeli (Pasquale Noccarato - 2007) |
La terza cappella della navata conserva sull'altare la tela dell'Allegoria dell'Immacolata Concezione commissionata da Bindo Altoviti a Giorgio Vasari.
Allegoria dell'Immacolata Concezione (Giorgio Vasari - 1540/1541) |
Oltre ad Adamo ed Eva (i due personaggi nudi in primo piano), sono raffigurati Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Aronne, Giosuè, David, Samuele e Giovanni Battista, legati al'albero del peccato originale da chi si dipana il serpente-Lucifero schiacciato dal piede della Madonna.
Sui cartigli retti dagli Angioletti si può leggere: QUOS EVAE CULPA DAMNAVIT MARIAE GRATIA SOLVIT" ("Coloro che la colpa di Eva condannò, la grazia di Maria assolve").
Vasari realizzò più versioni di quest'opera di diversa dimensione: Bindo Altoviti per esempio ne commissionò una versione in formato ridotto per il suo studiolo (oggi all'Ashmolean Museum di Oxford), mentre un'altra versione si trova alle Gallerie degli Uffizi.
Allegoria dell'Immacolata Concezione (Giorgio Vasari - 1541 - Gallerie degli Uffizi) |
Sull'altare della seconda cappella della famiglia Del Bene si trova un dipinto di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio raffigurante S.Pietro alla Porta del Tempio che guarisce uno storpio.
S.Pietro alla Porta de Tempio che guarisce uno storpio (Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio - 1576/1578) |
Sulla parete sinistra della cappella è posto il Monumento funebre di Piero Del Bene, mentre sulla parete destra il rilievo in stucco di S.Paolo.
Nella prima cappella si trova un dipinto attribuito a Cosimo Gamberucci raffigurante S.Martino che fa l'elemosina.
S.Martino che fa l'elemosina (attr.Cosimo Gamberucci - XVI/XVII sec.) |
Usciti dalla chiesa si può dare uno sguardo a questo angolo della città che conserva un aspetto in parte medievale.
Sull'edificio a lato della chiesa (fianco di Palazzo Bolgherini-Rosselli Del Turco) vi è un'edicola sacra con bassorilievo di Madonna col Bambino (attribuito a Benedetto da Maiano). Al di sopra dell'edicola vi è un rilievo con il profilo di Cristo sormontato dal trigramma bernardiniano circondato da un sole a tredici raggi (alcuni autori riportano che il profilo sia quello di Carlo Magno). Sotto l'edicola invece si trova un'iscrizione in cui si promettono 5 mila anni d'indulgenza se si prega per il Pontefice e per la Madre Chiesa.
fianco Palazzo Bolgherini-Rosselli Del Turco: cristogramma / profilo di Cristo / Madonna col Bambino (attr.Benedetto da Maiano) / iscrizione per l'indulgenza |
Dall'altro lato della chiesa (lato Sud della piazza) sorge la Canonica. Il rettore della chiesa Oddo Altoviti fece porre sul portale lo stemma di famiglia attribuito a Benedetto da Rovezzano.
Canonica |
stemma della famiglia Altoviti (Benedetto da Rovezzano) |
Di fronte alla chiesa (dove oggi si trova un hotel), si trovavano le Case-torri degli Altoviti.
Orario: 9.30/12.00 16.00/19.00
CONCLUSIONI La Chiesa dei Santi Apostoli e S.Biagio è un angolo di medioevo in una città che è stata la culla del Rinascimento e che comunque per le sue linee architettoniche sembra che sia stata il modello che ha ispirato il progetto di Brunelleschi per il capocroce della Basilica di S.Lorenzo. E' una chiesa molto suggestiva che vale davvero una visita.