giovedì 29 agosto 2024

Tangeri: Zoco Chico e Zoco Grande


La Medina di Tangeri ha un'estensione di 25 ettari ed è divisa in cinque quartieri. 

Due dei suoi luoghi nevralgici sono lo Zoco Chico, chiamato anche Place Petit Socco, e lo Zoco Grande o Grand Socco.

L'arteria principale della Medina è Rue Siaghine, strada che con il suo prolungamento chiamato Rue Marine, collega la porta Bab Marsa e il porto con Bab El-Fahs, la porta principale della Medina. Questa via collega lo Zoco Chico e lo Zoco Grande.

Rue Siaghine

Rue Siaghine era l'antico Decumano Massimo di Tingis, come veniva chiamata Tangeri in epoca romana. In epoca portoghese questa strada era chiamata Rua Larga e in epoca britannica Calle Catherine (in onore di Caterina di Braganza che aveva portato in dote Tangeri al suo sposo re Carlo II d'Inghilterra). Quando Tangeri divenne capitale diplomatica (nel 1777 circa) tutte le nazioni straniere stabilirono il loro consolato in questa strada o nei dintorni. Nel XIX secolo divenne la zona più trafficata della Medina. Poi divenne una via popolata soprattutto da Ebrei che costruirono nuovi edifici in stile europeo: sorsero banche, agenzie di import-export e uffici di cambio valuta. Divenne il cuore sociale ed economico della città e prese il nome attuale di Rue Siaghine che significa "Via degli Argentieri" per le numerose gioiellerie che si trovavano lungo la via. 

Se si percorre Rue Siaghine da Zoco Chico verso Zoco Grande si possono incontrare ancor oggi molti negozi di prodotti locali e souvenir, e alcuni edifici e monumenti sui quali soffermarsi.

Rue Siaghine

Rue Siaghine

A metà strada di Rue Saighine (lato Sud) si trova La Purissima (o Chiesa dell'Immacolata Concezione), una chiesa dedicata alla Vergine, unico edificio di questo genere in Marocco posto all'interno delle mura della Medina.

La Purissima

La Purissima

ingresso de La Purissima

L'immobile, che originariamente era proprietà di due famiglie ebree, fu acquistato nel 1760 dal sultano Mohammed Abdallah e ceduto al governo svedese nel 1788 per istallarvi il suo primo consolato in Marocco. Nel 1871 fu venduto alla Spagna per ospitarvi i Missionari Francescani e costruirvi la chiesa (1880). La chiesa dalla torre dell'orologio con cupola in bronzo è oggi occupata dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa e non è più usata per servizi pubblici.

Accanto alla chiesa si trova il bel portale in pietra risalente all'epoca portoghese (XVI/XVII secolo) del Dar Niaba, uno degli edifici più antichi di Tangeri ancora esistenti (Rue Saighine 41). 

portale d'ingresso del Dar Niaba

Il palazzo fu la sede della legazione francese tra il 1820 e il 1860. Successivamente l'edificio divenne la sede del Niab, il delegato del Sultano del Marocco presso le comunità straniere di Tangeri durante il periodo Internazionale. Dopo l'Indipendenza del Marocco il palazzo ritornò agli uffici comunali, e oggi ospita il Museo Dar Niaba che espone mostre sulla storia diplomatica della città e una piccola collezione di opere d'arte.

cortile del Dar Niaba

Museo Dar Niaba

Al N° 91 della Rue Siaghine si trova un edificio dalla facciata riccamente decorata con zellige, portali in legno, archi a ferro di cavallo, cornici in muqarnas, finestre circondate da piastrelle rosse bicolori, stucco scolpito con palmette di piastrelle.

palazzo di Rue Siaghine 91

decorazioni del palazzo di Rue Siaghine 91

ingresso del palazzo di Rue Siaghine 91

In questo edificio nel 1917 il banchiere Moses Nahon aveva aperto il negozio al dettaglio più lussuoso di Tangeri, dove un tempo sorgeva la sua casa. Nel 1951 divenne un negozio Monoprix e successivamente un bazar.

Al N° 58 di Rue Siaghine si trova il Fondak Siaghine (noto anche come Fondak Jabala), un edificio di due piani che si sviluppano intorno ad un patio centrale. Al pian terreno si trovano oggi negozi di abbigliamento tradizionale.

ingresso del Fondak Siaghine

Rue Siaghine termina ad Est in una piccola piazza di forma rettangolare chiamata Zoco Chico o Petit Socco o Souk El-Dakhel ("Mercato interno"). Le parole "zoco", "socco" e "souk" dignificano "mercato".

ingresso Est allo Zoco Chico

Zoco Chico

Zoco Chico

Zoco Chico
Lo Zoco Chico era l'area occupata dal Foro della città romana di Tingis.
Lo Zoco Chico è oggi la piazza più importante della Medina, ed è circondata da edifici in stile spagnolo con balconi e ringhiere in ferro battuto, da caffè, hotel e negozi.

Prima dell'istituzione della zona Internazionale di Tangeri (1923) era un'area occupata da consolati, uffici postali di diverse nazioni con servizi di telegrafo e banche. 

Sul lato Sud vi era l'Ufficio postale tedesco e venne costruito nel 1913 l'Hotel Fuentes (ancora oggi esistente) dove visse il pittore Antonio Fuentes, il cui padre era proprietario del locale. In questo hotel Camille Saint-Saens compose la Danza Macabra.

Hotel Fuentes

Sul lato Est vi era l'Ufficio postale spagnolo sostituito nel 1926 da un edificio in stile Art Decò dell'architetto spagnolo Josè Blein Zarazaga, il primo edificio in questo stile a Tangeri. Oggi Casa de Familiar de Nazaret dei Fratelli Francescani della Croce Bianca.

Casa de Familiar de Nazaret (ex Ufficio postale spagnolo)

Sul lato Ovest vi era l'Ufficio postale francese e vi sorse poi nel 1910 circa il famoso Cafè Tingis in stile Art Nouveau, teatro degli intrighi di Tangeri in passato e ancora oggi in esercizio. Qui Tennessee Williams scrisse la sua opera Camino Real.

Café Tingis

Café Tingis

Café Tingis

Café Tingis

Sul lato Nord della piazza la famiglia Nahon vi costruì un edificio in cui presero posto il Cafè Central, l'Ufficio postale britannico e l'Hotel Bristol

Il Cafè Central venne fondato nel 1813 e venne frequentato dagli scrittori della Beat Generation e divenne uno dei caffè preferiti da William S.Burroughs che sembra aver basato su di esso l'immaginario "Meet Café" nel romanzo "Pasto Nudo".

Café Central

Café Central

Durante i tempi in cui Tangeri divenne zona Internazionale, politicamente neutrale, la piazza si occidentalizzò (caffè e negozi erano gestiti da europei ed ebrei).

Lo Zoco Chico, cuore della città cosmopolita, divenne il luogo d'incontro frequentato da scrittori e artisti in cerca d'ispirazione: William S.Borroughs, Allen Ginsberg, Camille Saint-Saens, Eugène Delacroix, Henri Matisse, Jean Genet, i Rolling Stones, Liz Taylor, i Beatles...un'icona dello spirito bohémien di Tangeri dove poter vivere liberamente. 
Negli anni '50 la piazza perse d'importanza e divenne una luogo dove si spacciava droga e si praticava la prostituzione...e proprio per la libertà degenerata in decadenza della seconda metà del secolo scorso Tangeri si guadagnò una pessima fama e il luogo comune "Tanger, Danger" ("Tangeri, Pericolo"). 

Lo Zoco Chico era anche il teatro in cui si muovevano le spie internazionali. 

Solo negli ultimi anni lo Zoco Chico è stata ristrutturato. Sul lato Est della piazza, all'inizio con Rue Marine, l'edificio che un tempo ha ospitato la Bank Al-Maghrib-Tanger (antica banca del Marocco trasferitasi nel 1951 in Avenue Mohamed V) si è trasformato nell'Hotel Palais Zahia

Hotel Palais Zahia / ex Bank Al-Maghrib-Tanger

Ancora oggi sedersi ai tavolini dei locali che circondano lo Zoco Chico vuol dire godersi lo spettacolo dell'andirivieni di turisti e locali, immaginando di trovarsi seduti dove sono nate idee, a volte un po' annebbiate, di letterati e artisti...gli artisti che oggi troverete sulla piazza sono invece "artisti di strada" che si esibiscono per guadagnare qualche dirham.

Se dallo Zoco Chico proseguite su Rue Marine in direzione Est incontrerete la Grande Moschea fondata da Moulay Ismail nel 1684. In questo luogo furono trovati i resti del Campidoglio romano e del suo Tempio dedicato ad Ercole. Durante l'occupazione portoghese la moschea fu trasformata nella Cattedrale dello Spirito Santo e riconvertita alla fine del XIX secolo in moschea di tipo alawita.

Grande Moschea

ingresso della Grande Moschea

minareto della Grande Moschea

Se si percorre invece  Rue Siaghine verso Ovest si esce dalla Medina attraverso la porta  Bab El-Fahs e ci si trova nello Zoco Grande o Grand Socco o Souk El-Barra (= "Mercato Esterno").

Bab Fahs

Bab Fahs

Bab Fahs e Zoco Grande

Zoco Grande

Zoco Grande

Zoco Grande

Zoco Grande

E' qui che per più di due secoli si è tenuto il mercato della città due volte la settimana (giovedì e domenica). E' una piazza sempre affollata, rumorosa e congestionata. Dal 1956 lo Zoco Grande ha preso il nome di Place 9 Avril 1947 perché in questa data Mohammed V (nonno dell'attuale sovrano) tenne in questa piazza il cosiddetto "Discorso di Tangeri", un discorso sulla sovranità del Marocco.

Lo Zoco Grande è una piazza rotonda, quasi circolare con al centro una fontana in marmo circondata da palme, giardinetti e panchine.

fontana dello Zoco Grande

fontana dello Zoco Grande

giardini dello Zoco Grande

La piazza è circondata da negozi, bar e ristoranti con tavoli all'aperto, una moschea e un cinema.

La Moschea Sidi Bou Abid risale al 1917 ed ha archi in pietra e un minareto decorato con piastrelle policrome in terracotta. Il portone dell'ingresso principale è sormontato da un orologio.

Moschea Sidi Bou Abid

ingresso principale con orologio e archi della Moschea Sidi Bou Abid

arco e minareto della Moschea Sidi Bou Abid

ingresso secondario e minareto della Moschea Sidi Bou Abid

minareto della Moschea Sidi Bou Abid

Il Cinema Rif dal look retrò è un edificio Art Decò, fu inaugurato nel 1938 con il nome di "Cinema Rex". Dal 2006 ha preso il nome di "Cineteca di Tangeri" ed è divenuto uno spazio culturale con due sale, una videoteca, una sala di montaggio e una caffetteria con terrazza sulla piazza. E' il primo cinema d'essai e archivio cinematografico realizzato nel Nord Africa.

facciata e caffetteria del Cinema Rif

Dallo Zoco Grande si può accedere tramite un arco anche ai Giardini Mendoubia di un ex palazzo cerimoniale. Quella che era una villa del console di Svezia a Tangeri divenne la sede del consolato tedesco nel 1872 e poi  la residenza del Nab nel 1920 e successivamente del Mendoub (rappresentante del Sultano in Marocco nella zona Internazionale di Tangeri - 1924/1956). Durante la seconda guerra mondiale (marzo 1941) ritornò ad essere la sede del consolato tedesco. Oggi l'edificio ospita il tribunale commerciale ed un museo dedicato alla Liberazione. Nei giardini si trova un esemplare di fico di Banyan (Ficus Benghalensis) che si dice abbia 800 anni.


CONCLUSIONI                                                                                                                         Le due piazze storiche di Tangeri, lo Zoco Chico e lo Zoco Grande, sono una tappa immancabile nella visita della città. Per la loro vicinanza si possono benissimo associare in un percorso di visita che porterà a conoscere la storia sociale di questa città cosmopolita. Assolutamente da non perdere una sosta seduti ad uno dei suoi mitici Café per rivivere con l'immaginazione l'atmosfera di affascinanti e trasgressivi tempi passati.


sabato 24 agosto 2024

Tangeri: l'antica Legazione Americana

Nell'angolo Sud-Est della Medina di Tangeri, presso la porta Bab Merican, si trova un edificio a cinque piani: l'antica Legazione Americana

Legazione Americana

Una "legazione" era una missione diplomatica permanente inviata in uno stato straniero, retta da un agente diplomatico (non da un ambasciatore). Le legazioni scomparvero dopo la seconda guerra mondiale e furono sostituite da Ambasciate con Ambasciatori. 

Questo edificio è l'unico "edificio storico" degli Stati Uniti posto al di fuori del loro territorio nazionale ed è anche la più antica proprietà diplomatica americana.

Il Marocco fu il primo paese al mondo a riconoscere l'Indipendenza Americana nel 1777 e politicamente i neonati Stati Uniti. 
anno del riconoscimento dell'indipendenza Americana da parte del Sultano

Nel 1778 Benjamin Franklin negoziò trattati con i leader marocchini per consentire alle navi americane di transitare nei porti del Marocco.

La prima proprietà diplomatica venne data agli Stati Uniti dal Sultano Moulay Suleiman nel 1821 nel sito dove oggi si trova l'antica legazione.

il Sultano Moulay Suleiman dona agli Stati Uniti la loro prima proprietà diplomatica

L'edificio venne ricostruito nel 1848 quando arrivò il nuovo Console degli Stati Uniti che trovò l'edificio in rovina a causa dei bombardamenti francesi di Tangeri (1844).

Nel 1890 venne acquistata una seconda casa dal console americano Maxwell Blake che ne fece dono agli Stati Uniti.

Le due case vennero unite da un passaggio che corre sopra al vicolo che le separa.

Nel 1905 il diplomatico Samuel Gummere, che aveva trattato per il rapimento di Ion Perdicaris, fu elevato al rango di Ministro delle relazioni tra Marocco e Stati Uniti. Il Consolato Generale divenne così Legazione.

anno in cui il Consolato Generale diviene Legazione

La Legazione nel 1917 divenne un' "agenzia diplomatica" quando gli Stati Uniti, essendo alleati della Francia nella Prima Guerra mondiale, riconobbero il protettorato Francese.

Il rinnovamento dell'edificio fu commissionato dal Console Generale Maxwell Blake, agente diplomatico e Ministro tra il 1910 e il 1940. Nel 1931 il Padiglione Moresco venne decorato da artigiani provenienti dal Maghreb. 

costruzione del Padiglione Moresco

Durante la seconda guerra mondiale l'edificio servì come quartier generale dell'intelligence statunitense. Dopo l'indipendenza del Marocco (1956) la legazione tornò a essere un Consolato Generale. Il Presidente americano Eisenhower fu il primo a riconoscere l'indipendenza del Marocco.

Dal 1961 al 1975 la Legazione venne utilizzata come scuola di lingua araba per diplomatici statunitensi e negli anni '70 un centro per il Corpo di Pace.

Per 150 anni questo edificio è stato la sede diplomatica degli Stati Uniti, ed è stato trasformato nel 1976 in un centro culturale, in una biblioteca di ricerca e in un museo interdisciplinare dedicato alla storia degli Stati Uniti e del Marocco: il TALIM, ovvero il "Tangier American Legation Institute for Maroccan Studies".
anno della creazione del museo

logo TALIM in ceramica

La casa originaria ha una decorazione più europea, mentre la seconda casa ha una decorazione in stile neoclassico marocchino e comprende piastrelle a mosaico, balconi in ferro battuto che si affacciano sul cortile centrale, ornamenti in stucco e porte scolpite.

Le sue sale (circa 40) sono arredate con mobili antichi ottocenteschi. In esse sono raccolte opere d'arte che ripercorrono la storia della città dal XVIII al XX secolo, libri, mappe e fotografie.

Varcato l'ingresso posto sotto ad un passaggio coperto, si accede ad un patio con fontana e biglietteria.

ingresso della Legazione Americana

ingresso alla Legazione Americana

patio

patio

patio

Dal patio si accede alle scale che conducono al primo piano. Sulle pareti della scala sono appesi pannelli che raccontano i punti salienti della storia della Legazione Americana.

ingresso con bandiera americana e bandiera marocchina

ingresso 

Sulle pareti del pianerottolo del primo piano sono appese alcune lettere di George Washington e il suo ritratto, una stampa illustra l'entrata a Vienna dell'ambasciatore del Marocco Sidi Mohammed Ben Abi-el-Mathi (1783), e documenti del Trattato di Marrakech

Entrata a Vienna dell'ambasciatore del Marocco (1783)

lettere e ritratto di George Washington

Salendo ancora una breve rampa di scale si entra in una piccola saletta con ricordi storici della Legazione Americana come le lettere nelle quali si menzionano i doni offerti nel XIX secolo dal Sultano al Presidente americano: cavalli e leoni dell'Atlante! I leoni, regali che non si potevano rifiutare (l'atto avrebbe comportato la decapitazione del messaggero), erano pericolosi e costavano al console molta parte del suo stipendio. Alla fine gli animali furono imbarcati per gli Stati Uniti e venduti all'asta.

saletta dei ricordi della Legazione Americana

In questa stessa saletta si trovano altri ricordi storici della Legazione Americana: la visita di Mark Twain a Tangeri, la lettera del Console Americano ai rappresentanti delle potenze straniere in Marocco che annuncia l'assassinio del Presidente Abraham Lincoln (28 aprile 1865), ricordi della famiglia del Console Felix Mathews...e altri ancora.

ricordi storici della Legazione Americana

ricordi storici della Legazione Americana

La prima saletta del primo piano è la Sala della Legazione, arredata come uno studio.

Sala della Legazione

Sala della Legazione

Sala della Legazione

Sala della Legazione

Sulle pareti sono appese foto storiche della Conferenza d'Anfa tenutasi a Casablanca nel 1943 per pianificare la strategia europea degli Alleati durante la seconda guerra mondiale, alla presenza di Franklin Roosevelt, Winston Churchill e Charles De Gaulle. 

foto storiche della Conferenza d'Anfa

foto storiche della Conferenza d'Anfa

ricordo della Conferenza d'Anfa

Nella stessa saletta hanno trovano posto una foto di Franklin Roosevelt e Mohamed V, il ritratto del console generale americano del Marocco Maxwell Blake, il resoconto del colonnello americano Paul Ayres Rockwell che combatté i ribelli marocchini per la causa della Francia nella guerra del Rif degli anni '20 (bombardamento di Chefchaouen), e il ritratto del diplomatico americano Rives Childs (che si occupò degli Affari del Marocco tra il 1941 e il 1943) e la lettera che Renée Reichmann, rifugiata ungherese ebrea, attiva nel salvataggio degli Ebrei durante le persecuzioni naziste, gli inviò per ringraziarlo di aver ottenuto per centinaia di loro dei lasciapassare. 

Paul Ayres Rockwell

Maxwell Blake

Rives Childs

Da questa saletta si accede direttamente a quella successiva chiamata Sala Forbes e delle mappe per la presenza sulle parete di alcune cartine con raffigurato lo Stretto di Gibilterra.

Sala Forbes e delle mappe

Sala Forbes e delle mappe

mappe dello Stretto di Gibilterra

mappe dello Stretto di Gibilterra

Sulle pareti della sala vi sono anche alcune incisioni di Wenceslas Hollar raffiguranti Tangeri.

incisioni di Wenceslas Hollar

Questa sala è chiamata "Forbes" perché è qui esposto un plastico realizzato da Edward Suren, donato dalla famiglia dell'imprenditore e politico americano Malcom Forbes alla Legazione Americana. Il plastico rappresenta la Battaglia dei Tre Re avvenuta nel 1578 tra le truppe portoghesi guidate da re Sebastiano I e quelle marocchine guidate dal Sultano Abu Abdel Malik. Nella battaglia morirono sia il sultano che il re, insieme a un terzo sultano marocchino, il deposto Abu Abdallah, alleato dei Portoghesi.

plastico della Battaglia dei Tre Re

plastico della Battaglia dei Tre Re

Dalla Sala Forbes e delle mappe si accede alla Sala delle città marocchine del Nord. Sono esposte in questa sala raffigurazioni della Mappa delle proprietà Obdelkrim, Tetouan (dell'artista scozzese James Mcbey), il Protettorato spagnolo (del pittore orientalista spagnolo Don Mariano Bertucci) e una collezione di lastre fotografiche. 

Sala delle città marocchine del Nord

Sala delle città marocchine del Nord


Alcazarquivir (Don Mariano Bertucci)

Marruecos (Don Mariano Bertucci)

Larache (Don Mariano Bertucci)

Tetuan (Don Mariano Bertucci)

Tangeri (Don Mariano Bertucci)/ Chauen (Don Mariano Bertucci)

Tornando indietro nella Sala Forbes e delle mappe, si può passare a visitare anche la Sala da pranzo, con boiserie lungo le pareti, camino italiano e pavimento in legno.

Sala da pranzo

Sala da pranzo

Sala da pranzo

Su due delle pareti della sala sono appesi acquarelli del pittore marocchino Hassan El Glaoui, mentre su altre pareti si trovano esposte alcune opere di Mohamed Ben Ali Rbati e di Mohamed El Hamri.

 opere di Mohamed Ben Ali Rbati 

Dalla Sala da pranzo si può uscire sulla Terrazza del Padiglione arabo.

Terrazza del Padiglione arabo

Terrazza del Padiglione arabo

Terrazza del Padiglione arabo

Terrazza del Padiglione arabo

Terrazza del Padiglione arabo

Terrazza del Padiglione arabo

Dalla terrazza si può scendere nel giardino o accedere al Padiglione arabo decorato in stile moresco. 

Padiglione arabo

ingresso al Padiglione arabo

soffitto in legno del Padiglione arabo

pavimento e zellige del Padiglione arabo

mashrabiya di una finestra del Padiglione arabo

porta in legno dipinto del Padiglione arabo

pavimento del Padiglione arabo

porta in legno dipinto del Padiglione arabo

Varcato l'ingresso, sulla sinistra si trovano tre salette comunicanti utilizzate per esposizioni temporanee. 

Sala per esposizioni temporanee

Sala per esposizioni temporanee

Sala per esposizioni temporanee

Ritornando sul pianerottolo del primo piano del Padiglione arabo si può prendere una scala per scendere al pian terreno dell'edificio e visitare l'Ala Paul Bowles.

scale per accedere all'Ala di Paul Bowles

Quest'ala del museo è dedicata a Paul Bowles, scrittore (autore del famoso romanzo Un Tè nel Deserto), compositore di musica e preservatore della musica marocchina. Nel 2010 si è celebrato il centenario della sua nascita.

Ala Paul Bowles

Ala Paul Bowles

Ala Paul Bowles

Ala Paul Bowles

In tre sale sono raccolti alcuni suoi cimeli tra i quali la sua macchina da scrivere, il suo ritratto realizzato da Lawrence Mynott, una locandina del film "Un Tè nel Deserto", foto dell'artista e dei suoi amici della Beat Generation, ricordi della musica folk marocchina di cui si occupò, un sintetizzatore.

vecchie valigie e strumento musicale

ricordi della musica folk marocchina

sintonizzatore di Paul Bowles

macchina da scrivere di Paul Bowles

foto di Paul Bowles

in alto: copia del Ritratto di Paul Bowles (Claudio Bravo) / in basso: foto di Paul Bowles alla macchina da scrivere 

locandina del film (regia di Bernardo Bertolucci) ed estratto dal romanzo "Un Tè nel deserto" ("The Sheltering Sky")

foto di Paul Bowles

teca con oggetti appartenuti a Paul Bowles

Ritratto di Paul Bowles (Lawrence Mynott)

Dalla porta finestra dell'Ala Paul Bowles si può uscire nel Cortile del Padiglione arabo, piantumato con piante di mandarino e con al centro una fontana zampillante.

ingresso alla saletta
fontana del Cortile del Padiglione arabo

Cortile del Padiglione arabo

Dal cortile si può risalire tramite una scala alla Terrazza del Padiglione arabo e rientrare nell'edificio più antico per visitare la cosiddetta Sala McBey.

scala tra Cortile del Padiglione arabo e Terrazza del Padiglione arabo

Terrazza del Padiglione arabo davanti all'ingresso della Sala McBey

La Sala McBey è una sala da pranzo che prende il nome dal pittore che ha dipinto alcune delle
 opere che si trovano appese alle pareti. Tra queste un dipinto che raffigura la serva Zohra, chiamato anche "ZohraLiza", ovvero la "Monna Lisa marocchina". Sulle altre pareti della sala hanno trovato posto opere di Stuart Church, Cecil Beaton, George Apperly e di Perdicaris.

ingresso alla Sala McBey dalla Terrazza del Padiglione arabo

Sala McBey

Sala McBey

Sala McBey

Sala McBey

a sinistra: Zorah (James McBey - 1952) / a destra: Ritratto di Marguerite McBey (James McBey)

opere di Stewart Church

sul camino: foto d'epoca della sala / a destra: Ritratto di Marie Carmen Raida (George Apperly - 1952)

Lo sposo arabo e il cavallo (Ion Perdicaris)

L'ambiente di passaggio che segue è dedicato invece a Marguerite McBey, moglie di James McBey, che ha donato la collezione del marito al museo. Sono qui raccolti alcuni album di suoi acquarelli, un abito e un suo ritratto.

saletta dedicata a Marguerite McBey

acquarelli e Ritratto di Marguerite McBey

Ritratto di Marguerite McBey

A questo punto si rientra nella sala precedente per prendere le scale che conducono di nuovo nel cortile d'ingresso. Da qui si può accedere al Bookshop e alla Biblioteca che conserva 8.000 libri.

prima sala del bookshop/biblioteca

prima sala del bookshop/biblioteca

esposizione artistica nella prima sala del bookshop/biblioteca

La visita è così terminata.

https://legation.org/

Orari: lunedì/venerdì         10.00/17.00

           sabato/domenica     10.00/15.00

Costo: 50 MAD

CONCLUSIONI                                                                                                                         Inutile dire che la Legazione Americana è tra i luoghi da visitare a Tangeri. Vorrei solo aggiungere un suggerimento: la visita risulterebbe più interessante se venissero messe delle didascalie alle opere d'arte esposte, per catturare meglio l'attenzione sulle interessanti collezioni qui conservate.