Non si può dire di conoscere Firenze e i suoi monumenti più signifcativi se non si conosce anche la storia di una delle famiglie fiorentine più illustri, la famiglia de' Medici, e per far questo una tappa fondamentale è la Basilica di S.Lorenzo, la chiesa che molto deve ai membri di questa casata, e dove sono sepolti (ad eccezione di pochi), i personaggi che abbiamo imparato a conoscere sui libri di scuola.
La Basilica di S.Lorenzo fu la chiesa frequentata dai Medici fino a che risiedettero nel vicino Palazzo Medici Riccardi, ed è per questo che divenne oltre la loro chiesa gentilizia anche il loro mausoleo.
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Basilica di S.Lorenzo
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Giovanni di Averardo de' Medici detto anche
Giovanni de' Bicci, capostipite della casata dei Medici, fu il primo membro della famiglia ad essere sepolto insieme alla moglie
Piccarda Bueri nella
Sagrestia della chiesa.
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Giovanni di Bicci de' Medici (Alessandro Allori - 1585 - Gallerie degli Uffizi)
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Ritratto di Dama possibile ritratto di Piccarda Bueri (Piero del Pollaiolo - Museo Poldi Pezzani)
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Questa
Sagrestia venne chiamata
Sagrestia Vecchia dopo che Michelangelo realizzò la cosiddetta
Sagrestia Nuova.
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Sagrestia Vecchia
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La
Sagrestia Vecchia, dedicata a S.Giovanni Evangelista, venne commissionata da Giovanni de' Bicci nel 1419 al Brunelleschi, che la realizzò tra il 1422 e il 1428.
Nel suo progetto Brunelleschi concepì uno spazio architettonico essenziale, basato su precisi rapporti proporzionali che prevedevano i moduli del cubo sormontato dalla sfera per i volumi, e del quadrato con cerchio inscritto per le superfici.
La cappella, in comunicazione con la chiesa tramite la Cappella delle Reliquie nel transetto sinistro, è a pianta rettangolare.
E' costituita da un ambiente più grande cubico sormontato da cupola emisferica e da una scarsella cubica, anch'essa sormontata da una cupoletta emisferica, affiancata da due ambienti di servizio.
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Sagrestia Vecchia
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La pietra serena è usata per mettere in evidenza gli elementi portanti: le pareti intonacate chiare sono scandite da archi a tutto sesto.
All'altezza
dell'impostazione degli archi c'è una trabeazione in pietra serena.
Gli angoli sono evidenziati da paraste scanalate di ordine corinzio.
La copertura dell'ambiente più grande è una cupola ad ombrello costituita da 12 spicchi costonati (12 quanti sono gli Apostoli), con 12 oculi.
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cupola ad ombrello della Sagrestia Vecchia
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La scarsella è la riproduzione in scala ridotta dell'ambiente più grande della Sagrestia.
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scarsella della Sagrestia Vecchia
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E' separata dall'ambiente più grande da plutei con anfore da cui si dipartono fronde di quercia.
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balaustra della scarsella (Donatello)
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Nelle pareti laterali della scarsella sono state ricavate due nicchie.
Nei tre pannelli dell'altare sono raffigurati la Madonna col Bambino e i profeti Ezechiele e Isaia.
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Altare della scarsella: Ezechiele e Isaia
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Sulla parete di fondo si trova un Crocifisso ligneo policromo, opera di Simone di Nanni Ferrucci.
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Crocifisso (Simone di Nanni Ferrucci)
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Negli anni '50 del Quattrocento venne realizzata, sulla cupola cieca della scarsella, una
raffigurazione astronomica che rappresenta la situazione cosmologica del Sole e delle Costellazioni a Firenze relativa alla data del 4 luglio 1442 del vecchio calendario giuliano (o del 13/14 luglio in quello gregoriano).
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cupola della scarsella
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Non si ha la certezza del perché della scelta di quella specifica data rappresentata e dell'avvenimento importante associato da voler tramandare: l'episodio di rilievo più probabile svoltosi a Firenze intorno a questo particolare giorno sarebbe l'arrivo in città di Renato d'Angiò, re di Napoli cacciato da Alfonso d'Aragona, venuto in cerca di aiuti militari.
Ma altri studiosi pensano che la data rappresentata sia il 6 luglio 1439, giorno in cui papa Eugenio IV firmò la Bolla Laetentur Coeli: la bolla aveva cocluso il Concilio detto "di Firenze" che sanciva la fine della separazione tra Chiesa latina e Chiesa orientale.
L'affresco dell'emisfero boreale della volta, realizzato in oro e chiaroscuro su base di azzurrite, è un'opera attribuita a Giuliano d'Arrigo detto Pesello.
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raffigurazione astronomica sulla cupola della scarsella (Giuliano d'Arrigo detto Pesello) |
Probabilmente l'artista lavorà su indicazione di Paolo del Pozzo Toscanelli, il famoso astronomo amico tra l'altro di Brunelleschi.
Il Brunelleschi riprese e rielaborò l'arte romanico-gotica toscana, rifiutando il gusto ornamentale e il cromatismo dell'architettura precedente.
Per questo il Brunelleschi non approvò la decorazione a stucchi policromi della Sagrestia realizzata da Donatello tra il 1428 e il 1443.
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decorazione della Sagrestia Vecchia
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Nei pennacchi della volta della
Sagrestia Donatello realizzò stemmi medicei, accompagnati da medaglioni in cui ha raffigurato, con una cromia di bianco, rosso mattone e azzurro, le
Storie di S.Giovanni Evangelista:
S.Giovanni Evangelista a Patmos, la
Resurrezione di Drusiana, la
Resurrezione di S.Giovanni Evangelista e l'
Ascensione di S.Giovanni Evangelista.
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stemma Medici / medaglione: S.Giovanni Evangelista a Patmos (Donatello)
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stemma Medici / medaglione: Resurrezione di Drusiana (Donatello) |
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stemma Medici / medaglione: Resurrezione di S.Giovanni Evangelista (Donatello) |
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stemma Medici / medaglione: Ascensione di S.Giovanni Evangelista (Donatello) |
Nei quattro tondi al centro degli arconi Donatello ha realizzato le raffigurazioni degli Evangelisti.
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tondo: S.Giovanni Evangelista (Donatello)
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tondo: S.Luca Evangelista (Donatello)
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tondo: S.Marco Evangelista (Donatello)
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tondo: S.Matteo Evangelista (Donatello)
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Luca della Robbia ha forse realizzato nella cornice un fregio con Cherubini e Serafini.
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Cherubini e Serafini (attr.Luca della Riobbia)
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I due vani che affiancano la scarsella hanno una copertura a botte.
L'ambiente destro costituisce un vano scala per accedere ai piani superiori.
Nell'ambiente sinistro si trovano un pozzo e un lavabo marmoreo attribuito a Donatello, ad Antonio Rossellino o Desiderio da Settignano, e ad Andrea del Verrocchio (specchiatura alla parete e arpia di destra) .
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lavabo (attr. Andrea del Verrocchio - terzo quarto del XV sec.)
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Sul lavabo sono presenti elementi araldici di Piero de' Medici (il falcone e l'anello con stemma). Il manufatto è decorato anche con una protome leonina, arpie e altri animali fantastici.
Sempre in questo spazio si trova sulla parete sinistra una cinquecentesca tavola con i Dolenti, con un Crocifisso ligneo.
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Crocifisso ligneo / Tavola con i Dolenti (XVI sec.)
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I due vani sono chiusi da porte bronzee, inserite tra due colonne che sorreggono una trabeazione con timpano.
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portale del vano destro
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portale del vano sinistro
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Ogni battente è composto da cinque formelle realizzate anch'esse da Donatello.
Per i soggetti raffigurati le porte sono dette Porta dei Santi Mariri e Porta degli Apostoli e dei Padri della Chiesa.
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portale del vano destro: Porta degli Apostoli e dei Padri della Chiesa (Donatello)
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I contemporanei di Donatello non criticarono positivamente le raffigurazioni sui battenti perché queste non appaiono come figure ascetiche, ma bensì come attori concitati.
Donatello ha anche realizzato le edicole sopra i portali dei vani laterali: nell'edicola di sinistra sono raffigurati S.Lorenzo e Santo Stefano, mentre nell'edicola destra sono rappresentati i Santi Cosma e Damiano.
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Santi Cosma e Damiano (Donatello)
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S.Stefano e S.Lorenzo (Donatello)
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Sul pianale posto lungo la parete opposta alla scarsella è posto un busto di S.Lorenzo, attribuito a Desiderio da Settignano o a Donatello.
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busto di S.Lorenzo (attr. Desiderio da Settignano o Donatello)
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Giovanni di Bicci de' Medici morì a 69 anni il 20 febbraio 1429 e fu deposto dopo una solenne cerimonia funebre nella
tomba, scolpita da Donatello e da Andrea Cavalcanti detto il Buggiano (figlio adottivo del Bunelleschi), posta nel 1433 sotto il tavolo centrale in marmo della
Sagrestia.
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Sarcofago di Giovanni di Bicci de' Medici e di Piccarda Bueri (Donatello e Andrea Cavalcanti) / tavolo della Sagrestia Vecchia
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Sarcofago di Giovanni di Bicci de' Medici e di Piccarda Bueri (Donatello e Andrea Cavalcanti)
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particolare del Sarcofago di Giovanni di Bicci de' Medici e di Piccarda Bueri (Donatello e Andrea Cavalcanti) |
Sulla parete sinistra della
Sagresti
a, precisamente nell'intercapedine tra
Sagrestia Vecchia e
Transetto sinistro della chiesa, si trova la
Tomba di Giovanni e di Piero de' Medici, detta anche "dei Cosmiadi" perché dei due figli di Cosimo il Vecchio (figlio di Giovanni di Bicci de' Medici).
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Tomba di Giovanni e Piero de' Medici (Andrea del Verrocchio - 1472ca.)
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La tomba in marmo, bronzo e pietra serena con sarcofago in porfido, è opera di Andrea del Verrocchio (1469/1472), e fu commissionata da Lorenzo il Magnifico per il padre Piero de' Medici (morto nel 14469) e per lo zio Giovanni de' Medici (morto ne 1463).
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Piero de' Medici (Mino da Fiesole - 1453 - Museo Nazionale del Bargello)
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Giovanni di Cosimo de' Medici (Mino da Fiesole - 1453 - Museo Nazionale del Bargello)
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Il sarcofago decorato con un medaglione di serpentino verde poggia su uno zoccolo che viene sorretto da tartarughe vere.
Una grata bronzea chiude lo spazio tra la Sagrestia e il transetto sopra il sarcofago.
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Un'altro spazio che ospita sepolture medicee è la cripta realizzata sotto l'altare maggiore della basilica.
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Cripta della Basilica di S.Lorenzo
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Si accede alla cripta scendendo una scalinata posta nel
Chiostro dei Canonici.
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Chiostro dei Canonici
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Inglobato nel pilastro quadrangolare della cripta, che sostiene il presbiterio della basilica, si trova il Monumento funebre di Cosimo di Giovanni de' Medici detto Cosimo il Vecchio o "Pater Patriae".
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pilastro della cripta e Sarcofago di Cosimo il Vecchio
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Cosimo il Vecchio, uno dei due figli di Giovanni di Bicci de' Medici che diede origine al ramo di Cafaggiolo della famiglia Medici (il fratello Lorenzo diede invece origine al ramo Popolano), conservò il potere per oltre trent'anni.
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Cosimo il Vecchio (Jacopo detto Pontormo - 1518/1520 - Gallerie degli Uffizi)
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Cosimo il Vecchio morì nella sua Villa di Carreggi il 1 agosto 1464 a 75 anni.
Il sarcofago rinascimentale, contenente le spoglie dell'illustre membro della famiglia Medici, venne commissionato nel 1465 dalla Signoria di Firenze ad Andrea del Verrocchio e le spoglie vennero depositate al suo interno il 22 ottobre 1467.
Simbolicamente il sarcofago sostiene le sorti dei Medici.
Il sarcofago in porfido rosso sormontato da una corona che si trova accanto alla sepoltura di Cosimo il Vecchio appartiene a Maria Anna Carolina di Sassonia, moglie del Granduca Leopoldo II.
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Anna Maria Carolina di Sassonia (Gaspero Martellini - 1821 - Galleria Palatina)
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Sarcofago di Maria Anna Carolina di Sassonia (Opificio Pietre Dure)
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La cripta, ristrutturata dal Buontalenti, ospita anche la Tomba di Donatello, lo scultore morto il 13 dicembre 1466 di cui Cosimo il Vecchio fu amico e mecenate.
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Tomba di Donatello
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Fu Piero de' Medici che assecondò le volontà del padre Cosimo e fece seppellire l'artista nei sotterranei della basilica.
Nella lapide commemorativa, posta durante i lavori compiuti per volontà di Anna Maria Luisa de' Medici (1738/1741), si legge:
"QUI E' SEPOLTO DONATELLO, CELEBERRIMO PER AVER RISTABILITO L'ANTICA ARTE DI SCOLPIRE E CESELLARE, CARISSIMO AI PRINCIPI MEDICEI SOMMI PATRONI DELLE ARTI LIBERALI I QUALI, COME DA VIVO LO RIVERIRONO, ANCHE DA MORTO GLI ERESSERO UN SEPOLCRO IN UN LUOGO PROSSIMO AL LORO."
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iscrizione sulla Tomba di Donatello
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Se si rientra nella basilca, si può notare sul pavimento davanti all'altare maggiore una decorazione geometrica in marmi policromi: è la lastra tombale realizzata dal Verrocchio.
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Lastra tombale di Cosimo il Vecchio davanti all'altare maggiore della Basilica di S.Lorenzo |
Le quattro grate che l'accompagnavano facevano intravedere il monumento funebre sottostante. oggi ne rimangono solo tre in loco, mentre la quarta, rimossa per il rinnovamento dell'altare maggiore (1787), è esposta nei sotterranei.
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aperture nelle volte corrispondenti alle grate del pavimento in prossimità della lastra tombale di Cosimo il Vecchio
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Ritratto di Cosimo il Vecchio / grata che è stata tolta dal pavimento della basilica per il rinnovamento dell'altare maggiore
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Le sepolture dei successivi membri della famiglia Medici, sino all'estinzione della casata, trovarono una prima collocazione negli spazi già descritti, poi vennero costruiti la Sagrestia Nuova, la Cappella dei Principi e la Cripta sottostante, dove tutt'ora hanno trovato una sepoltura definitiva.
Questi ambienti vengono chiamati Cappelle Medicee, che si visitano tramite un percorso a loro dedicato con ingresso nel retro della basilica (Piazza Maria degli Aldobrandini)...ma andiamo con ordine.
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esterno ed ingresso delle Cappelle Medicee
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Papa Leone X (al secolo Giovanni di Lorenzo de' Medici secondogenito di Lorenzo il Magnifico), e il cugino cardinale Giulio de' Medici (futuro papa Clemente VII, figlio postumo di Giuliano de' Medici), pensarono alla realizzazione della cosiddetta
Sagrestia Nuova, un ambiente all'incrocio tra il transetto destro e il capocroce che facesse da
pendant alla
Sacrestia Vecchia.
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Sagrestia Nuova
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Nella Sagrestia Nuova sarebbero stati sepolti i loro padri Lorenzo il Magnifico e Giuliano de' Medici, e gli ultimi due membri del ramo dei Cafaggiolo della casata, morti prematuramente: Giuliano de' Medici duca di Nemours (settimo figlio di Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini - morto a 37 anni nel 1516 - fratello di Leone X e di Piero il "fatuo"), e Lorenzo di Piero de' Medici duca di Urbino (figlio di Piero "il fatuo" e Alfonsina Orsini - morto a 36 anni nel 1519 - nipote di Leone X).
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Giuliano de' Medici (attr. Matteo Pollaiolo - 1478/1480 - Museo Nazionale del Bargello)
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Lorenzo il Magnifico (Giorgio Vasari - 1533/1534 - Gallerie degli Uffizi)
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Giuliano di Piero de' Medici duca di Nemour (Pieter de Witte - 1575/1579 - Gallerie degli Uffizi)
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Lorenzo de' Medici duca di Urbino (Alessandro del Barbiere - 1586 - Gallerie degli Uffizi)
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Il progetto della Sagrestia Nuova fu affidato a Michelangelo, che vide rescisso nel 1520 il suo contratto per realizzare la facciata della Basilica di S.Lorenzo per iniziare il progetto di questa nuova cappella funeraria dei Medici.
Nel 1521 morì però Leone X e i lavori vennero interroti sino a quando nel 1523 fu eletto al soglio pontificio il cugino Giulio Zenobi di Giuliano de' Medici con il nome di Clemente VII.
La Sagrestia Nuova doveva avere la stessa pianta della Sagrestia Vecchia realizzata dal Brunelleschi: un ambiente a pianta quadrata con scarsella sul lato Ovest, affiancata da due ambienti di servizio.
L'ambiente più grande della sagrestia è coperto da una volta a semicupola cassettonata con lanterna.
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cupola cassettonata della Sagrestia Nuova
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La cupola fu decorata poi da Giovanni da Udine con stucchi eliminati poi durante il restauro realizzato da Giorgio Vasari.
Si deve infatti a Giorgio Vasari, per volere di Cosimo I, l'assetto attuale della Sagrestia Nuova (1555/1556): Michelangelo aveva interrotto i lavori nel 1534 partendo per Roma, lasciando i monumenti incompiuti.
I pennacchi della volta sono decorati da tondi in pietra.
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tondi nei pennacchi della cupola
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Sulla lanterna poggia un poliedro di 60 facce triangolari poggianti sugli spigoli di un dodecaedro: un solido costituito da 12 piramidi a base pentagonale che alludeva all'emblema mediceo del diamante.
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poliedro della lanterna
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particolare del poliedro
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Completavano il manufatto 8 fasce terminanti con protomi leonine.
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particolare del poliedro: protomi leonine
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Il poliedro, più volte disegnato da Leonardo, venne realizzato in rame dorato nel 1525 da Giovanni di Baldassarre detto il "Piloto", orafo fiorentino amico di Cellini e collaboratore di Michelangelo e di Perin del Vega.
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poliedro sulla lanterna sulla cupola esterna della Sagrestia Nuova
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Le pareti della
Sagrestia Nuova sono tripartite da pilastri in pietra serena di ordine gigante.
Lungo il perimetro corre una trabeazione in pietra serena.
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partizioni delle pareti della Sagrestia Nuova sottolineate dalla pietra serena
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Agli angoli dell'ambiente si trovano 8 porte, alcune vere e altre finte.
Le cornici delle porte sono sormotatte da un'edicola poggiante su una mensola retta da volute (architrave), e sono coronate da timpani circolari.
L'edicola presenta un doppio riquadro decorato con festoni a rilievo e da una patera.
In asse con i portali, inserite nell'alzato in un mezzanino tra l'ordine inferiore e le lunette, vi sono finestre rastremate verso l'alto trapezoidali in pietra con timpano triangolare.
Il progetto iniziale di Michelangelo prevedeva un unico monumento sepolcrale centrale (ispirato all'Arco di Giano a Roma), ma si optò poi per posizionare le tombe lungo le pareti perché le dimensioni dell'ambiente non permettevano una giusta visuale sul monumento.
Le due pareti laterali sono occupate dalle tombe dei due duchi, che sembrano archi trionfali romani a tre fornici, e che si integrano con l'architettura delle pareti.
Il tema della cappella è la riflessione sulla vita dell'uomo e
sull'eternità, e del trionfo della famiglia Medici sul trascorrere del
tempo.
Michelangelo per questo motivo realizzò, da porre sopra i grandi sarcofagi, le quattro statue che rappresentano le Allegorie del Tempo.
Per ognuno dei due monumenti funebri erano previste cinque statue, ma Michelangelo ne scolpì solo tre: due Allegorie del Tempo e la raffigurazione ideale del duca.
Probabilmente l'artista aveva progettato di realizzare anche quattro statue che raffigurassero divinità fluviali da porre ai piedi dei monumenti.
Per il Sepolcro di Giuliano de' Medici duca di Nemours Michelangelo realizzò una statua del defunto (primo membro della casata ad ottenere un titolo nobiliare) seduto e vestito come un condottiero romano che tiene in mano il bastone del comando e due monete.
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Monumento sepolcrale di Giuliano de' Medici duca di Nemours (Michelangelo)
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particolare del Monumento sepolcrale di Giuliano de' Medici duca di Nemours: statua di Giuliano de' Medici duca di Nemours (Michelangelo)
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Michelangelo scelse come
Allegorie del Tempo per questo sepolcro la
Notte (statua a sinistra) e il
Giorno (statua a destra).
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particolare del Monumento sepolcrale di Giuliano de' Medici duca di Nemours: le Allegorie del Tempo sul sarcofago di Giuliano de' Medici |
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particolare del Monumento sepolcrale di Giuliano de' Medici duca di Nemours: le Allegorie del Tempo sul sarcofago di Giuliano de' Medici
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La
Notte, scolpita da Michelangelo in marmo di Carrara tra il 1526 e il 1531, è rappresentata da una figura femminile con alcuni attribuiti che la identificano: la civetta (animale notturno), la maschera (simbolo della morte o dei sogni), i papaveri (un fiore oppiaceo che induce sonnolenza), il diadema con una stella e il quarto di luna (il
crescente).
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particolare del Monumento sepolcrale di Giuliano de' Medici duca di Nemours: la Notte
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Giovanni di Carlo Strozzi dedicò alla
Notte questi versi, invitandola a svegliarsi:
"La Notte che tu vedi in sì dolci atti
dormir, fu da un Angelo
scolpita
in questo sasso e, perché dorme, ha vita:
destala, se nol
credi, e parleratti".
E Michelangelo, riferendosi a i disordini durante il governo di Cosimo I, rispose:
"Caro m'è il sonno, e più l'esser di sasso,
mentre che 'l danno e la
vergogna dura:
non veder, non sentir m'è gran ventura;
però non mi
destar, deh, parla basso".
Il Giorno, l'altra Allegoria del Tempo di questo monumento funerario, è una figura maschile lasciata allo stato "non finito" e che volge le spalle allo spettatore.
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particolare del Monumento sepolcrale di Giuliano de' Medici duca di Nemours: il Giorno
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particolare del Monumento sepolcrale di Giuliano de' Medici duca di Nemours: il Giorno
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Nelle nicchie vuote accanto alla statua di
Giuliano de' Medici avrebbero divuto essere poste le statue raffiguranti il
Cielo e la
Terra, che il Tribolo avrebbe dovuto scolpire su disegno di Michelangelo...ma, come le statue delle divinità fluviali, non vennero realizzate.
Per il Sepolcro di Lorenzo de' Medici duca di Urbino Michelangelo ha scolpito il ritratto idealizzato del defunto vestito sempre come un condottiero romano ma con un'espressione del viso pensosa e melanconica.
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Monumento funebre di Lorenzo de' Medici duca di Urbino (Michelangelo)
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particolare del Monumento sepolcrale di Lorenzo de' Medici duca di Urbino: statua di Lorenzo de' Medici duca di Urbino (Michelangelo)
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Le rifiniture questa volta furono affidate a Giovanni Angenlo Montorsoli.
Le Allegorie del Tempo scolpite per questo monumento funebre sono il Crepuscolo e l'Aurora.
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particolare del Monumento sepolcrale di Lorenzo de' Medici duca di Urbino: le Allegorie del Tempo sul sarcofago di Lorenzo de' Medici duca di Urbino
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Il
Crepuscolo è una figura maschile "non finita".
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particolare del Monumento sepolcrale di Lorenzo de' Medici duca di Urbino: il Crepuscolo
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L'altra
Allegoria del Tempo è l'
Aurora, una figura femminile con il capo velato che sembra destarsi dal sonno.
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particolare del Monumento sepolcrale di Lorenzo de' Medici duca di Urbino: l'Aurora
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particolare del Monumento sepolcrale di Lorenzo de' Medici duca di Urbino: l'Aurora
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Nella tomba di Lorenzo de' Medici furono rinvenute anche le spoglie di Alessandro de' Medici detto "il Moro", primo duca di Firenze. Alessandro de' Medici fu il figlio illegittimo del duca di Urbino, avuto con Simonetta da Collevecchio (la serva mulatta della madre), ma alcuni ritengono che fosse il figlio che la stessa donna concepì con il cardinale Giulio de' Medici, futuro papa Clemente VII. Alessandro de' Medici fu assassinato il 6 gennaio 1537 per mano del cugino Lorenzo detto "Lorenzaccio".
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Alessandro de' Medici (Giorgio Vasari - 1534 - Galleria degli Uffizi)
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Dietro l'altare si trova una lapide in latino che indica che Alessandro de' Medici riposa insieme alle spoglie del padre.
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lastra che ricorda la sepoltura di Alessandro de' Medici detto il "Moro"
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Lungo la parete di fondo si trova una doppia sepoltura: è il Sepolcro dei "Magnifici", contenente le spoglie di Lorenzo il Magnifico (morto a 43 anni l'8 aprile 1492) e del fratello Giuliano de' Medici (assassinato a 24 anni il 26 aprile 1468 nella Congiura dei Pazzi).
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Sepolcro dei "Magnifici" |
Le salme dei due fratelli, dopo essere state custodite nella Sagrestia Vecchia furono poi traslate nella Sagrestia Nuova.
Sopra il cassone funebre furono poggiate dal Vasari tre statue: al centro una Madonna col Bambino, affiancata dalle statue dei S.Cosma e Damiano.
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statue poste sul Sepolcro dei "Magnifici" (da sinistra) : S.Damiano (Raffaello da Montelupo) / Madonna Medici (Michelangelo) / S.Cosma (Giovanni Angelo da Montorsoli)
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La statua "non finita" della Madonna che allatta il Bambino, chiamata anche Madonna Medici, venne realizzata da Michelangelo. Questa statua simboleggia la vita perenne.
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Madonna Medici (Michelangelo)
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Le statua di
S. Cosma fu realizzata da Giovanni Angelo da Montorsoli, mentre la statua di
S.Damiano fu scolpita da Raffaello da Montelupo, seguaci di Michelangelo.
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S.Cosma (Giovanni Angelo da Montorsoli) |
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S.Damiano (Raffaello da Montelupo) |
I Santi Cosma e Damiano erano due fratelli medici, e per questo protettori della famiglia Medici.
Nella scarsella si trova un altare cinquecentesco con candelabri in marmo progettati da Michelangelo nel 1554, ma realizzati più tardi: quello destro è opera di Silvio Cosini (XVI secolo), mentre quello a sinistra fu realizzato da Girolamo Ticciati (XVIII secolo). I candelabri in ottone sono invece secenteschi.
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altare (XV sec.) / candelabri in marmo (Silvio Cosini - XVI sec. / Girolamo Ticciati XVIII sec.) / candelabri in ottone (XVII sec.)
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Il
Crocifisso in bronzo è stato attribuito al Gianbologna.
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Crocifisso (attr.Gianbologna)
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Sarebbero stati parte della decorazione della Sagrestia Nuova i due Trofei militari esposti nel corridoio d'accesso alla sagrestia.
Furono scolpiti da Silvio Cosini, allievo di Michelangelo.
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Trofeo militare per la Sagrestia Nuova (Silvio Cosini) |
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Trofeo militare per la Sagrestia Nuova (Silvio Cosini)
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Un corridoio unisce la Sagrestia Nuova con la Cappella dei Principi, un ambiente attiguo al presbiterio della Basilica di S.Lorenzo che custodisce le spoglie di altri membri della famiglia Medici.
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Cappella dei Principi
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La Cappella dei Principi fu ideata da Cosimo I de' Medici, primo Granduca di Toscana, che avrebbe incaricato Giorgio Vasari di realizzarla, ma granduca e architetto morirono prima che l'idea prendesse forma.
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Papa Pio V incorona Cosimo I Granduca di Toscana (Pittore fiorentino - XVI sec.- Cripta delle Cappelle Medicee)
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La
Cappella dei Principi fu realizzata invece dal figlio Ferdinando I de' Medici, terzo Granduca di Toscana, il quale affidò i lavori all'architetto Matteo Nigetti.
Il progetto fu realizzato dal fratellastro di Ferdinando I, Don Giovanni de' Medici, figlio naturale di Cosimo I ed Eleonora degli Albizi, architetto e condottiero.
Qualche modifica fu apportata al progetto da Bernardo Buontalenti.
A partire dal 10 gennaio 1605 i lavori di costruzione e decorazione andarono avanti per tre secoli.
L'opera venne ultimata dai Lorena quando la casata dei Medici si era già estinta.
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modellino per l'esterno della Cappella dei Principi (prog. Ferdinando Ruggieri - Cripta)
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La Cappella dei Principi, esempio di stile barocco fiorentino, è un ambiente a pianta ottogonale (diametro 28m), sormotato da una cupola che raggiunge l'altezza di 59m, seconda solo a quella che il Brunelleschi realizzò per il Duomo.
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esterno della cupola della Cappella dei Principi (cupola a sinistra)
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La cupola fu disegnata dall'architetto Ferdinando Ruggieri.
Nel tamburo della cupola si aprono grandi finestre a campana.
L'intradosso a spicchi della cupola originariamente doveva essere ricoperto da lapislazzuli, ma venne invece dipinto tra il 1827 e il 1836 da Pietro Benvenuti con personaggi ed episodi della Genesi e del Nuovo Testamento, per volere del Granduca Leopoldo II.
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cupola della Cappella dei Principi
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particolare della cupola della Cappella dei Principi: Il Peccato Originale (Pietro Benvenuti - 1827/1836)
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particolare della cupola della Cappella dei Principi: La creazione di Adamo ed Eva (Pietro Benvenuti - 1827/1836)
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| particolare della cupola della Cappella dei Principi: Resurrezione (Pietro Benvenuti - 1827/1836)
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particolare della cupola della Cappella dei Principi: Giudizio Universale (Pietro Benvenuti - 1827/1836)
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particolare della cupola della Cappella dei Principi: Crocifissione (Pietro Benvenuti - 1827/1836)
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particolare della cupola della Cappella dei Principi: Natività (Pietro Benvenuti - 1827/1836)
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particolare della cupola della Cappella dei Principi: Sacrificio di Noè (Pietro Benvenuti - 1827/1836)
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particolare della cupola della Cappella dei Principi: La morte di Abele (Pietro Benvenuti - 1827/1836)
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In ottagoni sono raffigurati anche i quattro Evangelisti e quatttro figure di Precursori (Mosè, Aronne, David e S.Giovanni precursore).
Gli intarsi marmorei ("commisso fiorentino"), che decorano interamente le pareti della cappella, furono realizzati dall'Opificio delle Pietre Dure, istituito nell'ex Convento di S.Niccolò dal Granduca Ferdinando I de' Medici nel 1588.
Vennero usati per questa decorazione porfidi, graniti, madreperla, lapislazzuli, alabastri, diaspri, quarzi, coralli.
Nella zoccolatura furono realizzati con questa tecnica 16 stemmi delle città toscane che si erano dichiarate fedeli ai Medici.
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stemma della città di Firenze della zoccolatura della Cappella dei Principi
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decorazione della zoccolatura della Cappella dei Principi: stemmi delle città di Chiusi e di Pienza alternati ad anfore cinerarie
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L'altare voluto da Ferdinando I era quasi finito nel 1653, ma venne smontato per volere di Pietro Leopoldo e il materiale utilizzato per la realizzazione di altri tre altari. Fu poi iniziato un secondo altare per volere di Ferdinando III, ma anche questo progetto non andò a buon fine.
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altare della Cappella dei Principi
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L'altare fu ricostruito poi da Amedeo Orlandini nel 1937 con pannelli di pietre dure di varie epoche.
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Altare della Cappella dei Principi
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particolare della decorazione dell'altare
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particolare della decorazione dell'altare: Cena di Emmaus
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particolare della decorazione dell'altare
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particolare della decorazione dell'altare
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Nel 1962 viene invece portato a termine il pavimento in marmi e pietre dure iniziato nel 1874.
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pavimento della Cappella dei Principi
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particolare del pavimento della Cappella dei Principi |
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particolare del pavimento della Cappella dei Principi |
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particolare del pavimento della Cappella dei Principi: stemma dei Medici
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Al centro dell'ambiente doveva essere posto il Santo Sepolcro, il luogo in cui a Gerusalemme fu deposto Cristo, ma l'impresa si rivelò impossibile.
Appesa ad una parete della cappella si trova la grande tela di Alessandro Allori raffigurante l'Allegoria con il Trionfo di Firenze, realizzata per coronare il timpano dell'arco di Porta a Prato, prima tappa della cerimonia nuziale del Granduca Ferdinando I de' Medici e Cristina di Lorena (1589).
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Allegoria con il Trionfo di Firenze (Alessandro Allori - 1589)
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Nelle nicchie lungo le pareti dovevano essere collocate le statue in bronzo dei Granduchi, ma vi presero posto solo le statue di Ferdinando I (opera di Pietro e Ferdinando Tacca) e del figlio Cosimo II (opera di Pietro Tacca), realizzate tra il 1626 e il 1642.
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sarcofago del Granduca Cosimo I
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sarcofago del Granduca Francesco I
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sarcofago del Granduca Cosimo III
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sarcofago del Granduca Ferdinando II
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sarcofago e statua del Granduca Cosimo II (Pietro e Ferdinando Tacca)
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sarcofago e statua del Granduca Ferdinando I (Pietro Tacca)
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Cappella dei Principi: uniche due nicchie delle pareti occupate da statue
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I due personaggi sono ritratti con le vesti dell'Ordine cavalleresco di Santo Stefano.
Le grandi arche in porfido e granito grigio poste lungo il perimetro della cappella dovevano accogliere i corpi dei Granduchi Cosimo I, Francesco I, Ferdinando I, Cosimo II, Ferdinando II e Cosimo III.
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Cosimo I de' Medici (Giovanni Battista Naldini - Gallerie degli Uffizi)
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Francesco I de' Medici (Scipione Pulzone - 1590 - Gallerie degli Uffizi)
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Ferdinando I de' Medici (Scipione Pulzone - 1590 - Gallerie degli Uffizi)
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Cosimo II de' Medici (Justus Sustermans - 1622/1623 - Gallerie degli Uffizi) |
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Ferdinando II de' Medici (Justus Sustermans - 1653/1654 - Gallerie degli Uffizi) |
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Cosimo III de' Medici (Giovanni Gaetano Gabbiani - 1722 - Gallerie degli Uffizi)
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Ma i grandi sarcofaghi sono solo cenotafi, sono infatti vuoti: i corpi dei Granduchi invece si trovano sepolti insieme ai loro familiari nella Cripta realizzata dal Buontalenti sotto la Cappella dei Principi.
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Lastre tombali del Granduca Cosimo I de' Medici e della moglie Eleonora di Toledo
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La Cripta, realizzata nel 1608, è a pianta ottagonale, come la sovrastante Cappella dei Principi, ed è ricoperta da basse volte a crociera che poggiano su pilastri in pietra.
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pianta della Cripta
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Cripta
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Sul perimetro si aprono esedre semipoligonali alternate a cappelle rettangolari.
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Altare della Cripta
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Fu il Granduca Ferdinando III di Lorena nel 1791 a far sistemare nella
Cripta i corpi dei Granduchi e dei loro familiari riuniti in gruppi.
L'attuale sistemazione dell'ambiente si deve a Leopoldo II di Lorena.
Sotto lastre pavimentali si trovano sepolti una cinquantina di corpi: dal condottiero italiano del ramo cadetto dei Medici Giovanni delle Bande Nere con la moglie Maria Salviati (nipote di Lorenzo il Magnifico della casata principale), genitori del primo granduca Cosimo I, posti al centro della cripta circondati da sei generazioni di discendenti, all'ultimo Granduca Gian Gastone (morì nel 1737), accanto al cui corpo furono rinvenuti i resti di 8 bambini (7 corpi più un cranio) senza nome.
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Giovanni dalle Bande Nere e Maria Salviati (Giovanni Battista Nandini - 1585 - Gallerie degli Uffizi)
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Gian Gastone de' Medici (Franz Ferdinand Richter - 1737 - Galleria Palatina)
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Anna Maria Luisa (o Ludovica) Elettrice Palatina, ultima discendente femminile della dinastia dei Medici, è sepolta vicino ad uno dei pilastri centrali della cripta.
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Lastra tombale dell'Elettrice Maria Luisa de' Medici
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Di lei, figlia di Cosimo III e sorella di Gian Gastone, si conserva qui una statua in bronzo di Alfonso Boninsegni.
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Elettrice Palatina Maria Luisa de' Medici (Alfonso Boninsegni - modello 1946 - fuso 2004)
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A lei si deve il fatto di aver legato a Firenze il patrimonio della famiglia Medici con il cosiddetto "Patto di Famiglia".
Nella Cripta è allestito un piccolo museo con importanti reliquiari appartenuti alle collezioni del Tesoro della Basilica di S.Lorenzo.
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a sinistra: Reliquario di Sant'Elena, delle compagne di Sant'Orsola e altri Santi (Andrea Tarchiani - XVII sec.) / al centro: Reliquario di Sant'Alessio (Botteghe granducali fiorentine - XVII sec.)
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a sinistra: Reliquiario dell'Adorazione dei Pastori (Bottega fiorentina - XVII sec.) / al centro: Reliquario di vari Santi (manifattura italiana) / a destra: Reliquiario dell'Incoronazione della Madonna (Bottega fiorentina - XVII sec.)
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a sinistra: Reliquario di S.Sigismondo (Giovanni Battista Foggini - 1719) / al centro: Reliquario di S.Filippo Benizi (Botteghe granducali fiorentine - XVII/XVIII sec.) / a destra: Reliquario di S.Sebastiano (Giovanni Battista Foggini - 1714)
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a sinistra: Reliquiario di S.Tommaso di Hereford (Michelangelo Targioni - XVII sec.)/ al centro: Reliquiario della Madonna col Bambino (Bottega fiorentina - XVII sec.) / a destra: Reliquario di S.Zenobi (Michelangelo Targioni - XVII sec.)
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a sinistra: Reliquiario di Santa Vittoria (Bottega romana - XVII sec.) / al centro: Reliquario di S.Feliciano (Bottega romana - XVII sec.) / a destra: Reliquiario di S.Carlo Borromeo (Bottega fiorentina - XVII sec.)
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da sinistra: Reliquario di Santa Paolina (Botteghe granducali fiorentine - XVIII sec.) / Reliquario di S.Bernardo Vallombrosiano (Bottega fiorentina - XVIII sec.) / Reliquario di S.Fina (Bottega fiorentina - XVIII sec.) / Reliquario della Beata Umiltà dell'Ordine Vallombrosiano (Botteghe granducali fiorentine - XVIII sec.)
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Molti reliquiari provengono dalla
Cappella Reale di Palazzo Pitti dove erano custoditi molti arredi sacri raccolti dal Seicento dai Granduchi medicei e dai loro familiari (tra i quali i più interessati furono Cosimo III de' Medici, Maria Maddalena d'Austria moglie di Cosimo II e Vittoria della Rovere moglie di Ferdinando II de' Medici).
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Reliquiario di S.Maria Egiziaca (Giovanni Battista Foggini, Giuseppe Antonio Torricelli, Cosimo Merlini il Giovane e Pietro Motti -1704)
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Reliquiario di Sant'Alessio (Massimiliano Soldani Benzi - 1690/1691)
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Reliquiario con il Sogno di S.Giuseppe (XVII sec.)
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Reliquiario della Flagellazione (attr. Giovanni Antonio Dosio - XVII sec.)
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al centro: Reliquirio di S.Casimiro (Massimiliano Soldani Benzi - 1687) / ai lati: Reliquario di S.Candido e altri Santi e Reliquario di Santa Lucilla e altre Sante (Botteghe granducali fiorentine - XVIII sec.)
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Reliquiario di Sant'Emerico (Antonio Torricelli - 1717)
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Reliquiario della Fuga in Egitto (XVII sec.)
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Reliquiario di S.Raimondo (Massimiliano Soldani Benzi - 1690/1691)
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a sinistra: Reliquario di Sant'Ugolino di Cortona (botteghe granducali - XVII/XVIII sec.) / a destra: Reliquario di Sant'Annone di Colonia e altri Santi (botteghe granducali - XVII/XVIII sec.)
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Reliquiario di Sant'Ambrogio (Adamo Suster - 1705)
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a sinistra: Reliquiario di S.Pasquale Baylon (Massimiliano Soldani Benzi - 1691) / a destra: Reliquiario di S.Ludovico di Tolosa (Massimiliano Soldani Benzi - 1691) |
Sono appartenuti alla famiglia Medici due Papi, Leone X e Clemente VII, e due Regine di Francia, Caterina de' Medici e Maria de' Medici.
Questi quattro importanti membri della casata, insieme a Piero di Lorenzo de' Medici detto il Fatuo, non hanno trovato sepoltura nel mausoleo mediceo.
Papa Leone X e Papa Clemente VII riposano a Roma nel presbiterio della Basilica di S.Maria Sopra Minerva.
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Leone X (Ludovico Buti - 1585 - Galleria degli Uffizi)
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Clemente VII (Giovanni Battista Naldini - 1585 - Galleria degli Uffizi)
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Monumento funebre di Leone X (Basilica di S.Maria Sopra Minerva)
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Monumento funebre di Clemente VII (Basilica di S.Maria Sopra Minerva) |
Caterina de' Medici, figlia di Lorenzo di Piero de' Medici duca di Urbino, moglie di Enrico II e madre di tre sovrani di Francia (Francesco II, Carlo IX ed Enrico III), venne sepolta nella Cattedrale di Saint-Denis, alle porte di Parigi, ma il suo corpo, come quelli di tutta la necropoli reale, fu gettato in una fossa comune nel 1793.
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Caterina de' Medici (Corneille de Lyon)
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Monumento funebre di Caterina de' Medici ed Enrico II (Germain Pilon - Cattedrale di Saint-Denis) |
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giacenti del Monumento funebre di Caterina de' Medici ed Enrico II (Germain Pilon - Cattedrale di Saint-Denis)
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Anche Maria de' Medici, figlia di Francesco I de' Medici e seconda moglie di Enrico IV, fu seppellita nella gotica Cattedrale di Saint-Denis, e anche il suo corpo, dopo essere stato profanato, fu gettato in una fossa comune durante la rivoluzione francese.
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Maria de' Medici (Frans Pourbus il Giovane - 1613 - Gallerie degli Uffizi)
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I resti di Piero di Lorenzo de' Medici detto il Fauto, chiamato anche Piero lo Sfortunato, figlio di Lorenzo il Magnifico e fratello di Leone X, si trovano nell'Abbazia di Montecassino di cui il fratello Giovanni (futuro Leone X) era abate.
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Piero di Lorenzo de' Medici detto il Fatuo (Gallerie degli Uffizi) |
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Monumento funebre di Piero di Lorenzo de' Medici detto il Fatuo (Antonio da Sangallo, Francesco da Sangallo, A.Quaranta - 1539 - Abbazia di Montecassino)
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ATTENZIONE: per emergenza Covid-19 momentaneamente i siti descritti sono chiusi, ma sperando di tornare al più presto alla normalità, vi invito a consultare i siti internet
Per poter visitare tutti i siti di cui ho parlato, bisogna acquistare biglietti diversi:
- per visitare le Cappelle Medicee (Cripta + Cappella dei Principi + Sagrestia Nuova)
Orario:SETTEMBRE/DICEMBRE 2020
Mercoledì-Giovedì-Venerdì: 14:00 - 18:30
Sabato-Domenica-Lunedì: 08:45 - 13:30
CHIUSO martedì e
domenica 1 / 15 / 29 novembre 13 / 27 dicembre
Costo: 9€
biglietto prenotato online 9€ + 3€ prenotazione
http://www.bargellomusei.beniculturali.it/musei/2/medicee/
- per visitare la Sagrestia Vecchia e la Cripta della Basilica di S.Lorenzo
Orario: lunedì 10.00/17.30 martedì - mercoledì - giovedì 10.00/13.00 venerdì - sabato 10.00/17.30
Costo: 7€
https://www.operamedicealaurenziana.org/
CONCLUSIONI Le cosiddette Cappelle Medicee (Sagrestia Nuova, Cappella dei Principi e la sua Cripta), insieme alla Sagrestia Vecchia e alla sua Cripta, sono un luogo di storia, arte e cultura, ma anche luoghi in cui sentirsi più vicini ad una delle famiglie che più ha contato nello scacchiere della storia europea. Qui grandi artisti hanno lavorato per perpetuare la memoria di grandi uomini, consegnando ai posteri un grande patrimonio artistico.