Si stima che a Roma le fontane sparse tra vie, vicoli e piazze, siano circa 2500, da quelle più antiche a quelle più moderne, da quelle realizzate da grandi artisti, a quelle che hanno riutilizzato sarcofaghi romani o elementi architettonici provenienti da monumenti antichi.
Non molti sanno che all'inizio del ventesimo secolo furono commissionate alcune fontane che rispecchiassero le caratteristiche dei quartieri nei quali sarebbero state posizionate, le cosiddette Fontanelle rionali.
Per trovare chi le dovesse realizzare s'indisse nel 1924 un concorso, vinto dall'architetto Pietro Lombardi, collaboratore di Marcello Piacentini.
Lombardi vinse il concorso con il progetto della Fontana delle Anfore, che doveva rappresentare il Rione Testaccio.
Fontana delle Anfore |
Recentemente la fontana è stata ricollocata nella sua sede originaria, dopo lo spostamento in altra sede del mercato rionale che nel frattempo si era insediato in Piazza Testaccio.
Piazza Testaccio con la Fontana delle Anfore |
L'elemento centrale della fontana è a forma quasi conica, ed è costituito da anfore ammassate l'una sull'altra.
Fontana delle Anfore |
Le anfore che contenevano l'olio dovevano essere gettate dopo l'uso per problemi igienici, e una volta fatte a pezzi venivano accatastate in maniera molto ordinata, e negli anni andarono a creare quello che venne chiamato Monte Testaccio, dalla parola "testae" ovvero cocci.
L'acqua si riversa in quattro vasche scavate nei suddetti raggi, decorati esternamente da un'altra anfora in bassorilievo, dalla quale esce un getto d'acqua.
Quattro teste di caprone con gli stemmi del Comune di Roma si trovano invece all'estremità opposta di ogni vasca.
L'acqua sgorga anche all'angolo che formano i raggi della fontana, riversandosi in piccole vaschette.
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Pietro Lombardi venne incaricato da Filippo Cremonesi, primo governatore di Roma, di realizzare le Fontanelle rionali.
L'architetto disegnò tra il 1926 e il 1930 per questo progetto diverse fontane, ma solo nove vennero realizzate.
Di queste, due fontane non esistono più: quella realizzata per il Rione S.Lorenzo distrutta dai bombardamenti del 1943, e quella di Piazza Scossacavalli nel Rione Borgo rimossa durante i lavori di apertura di Via della Conciliazione, e ricostruita anni dopo nella zona denominata Tomba di Nerone.
Le fontane ancora esistenti sono:
- la Fontana dei Libri
- la Fontana della Botte
- la Fontana della Pigna
- la Fontana del Timone
- la Fontana delle Arti
- la Fontana delle Tiare
- la Fontana delle Palle di Cannone
- la Fontana dei Monti
La Fontana dei Libri si trova nel Rione Sant'Eustachio.
Fontana dei Libri |
Questa via infatti era un tempo chiamata "dell'Università" in quanto limitrofa all'Università di S.Ivo alla Sapienza, operante nell'edificio su cui poggia la fontana fino al 1935, ed ora sostituita dall'Archivio di Stato.
Palazzo della Sapienza con guglia della Chiesa di S.Ivo alla Sapienza |
Dai segnalibri dei due volumi inferiori sgorga l'acqua, che si getta sul selciato, mentre nella vaschetta semicircolare sottostante, si getta quella che esce da due bocchette poste sulle coste dei tomi superiori.
Tra i libri si trova il simbolo del rione: un cervo tra le cui corna apparve al generale romano Placido una croce luminosa sormontata dalla figura di Gesù, che con le sue parole lo convertì al cristianesimo.
Per questa ragione Placido, che prese il nome di Eustachio, fu martirizzato durante il regno di Adriano (I/II secolo d.C.).
La casa del Santo si sarebbe trovata dove venne costruito in ricordo un oratorio da Costantino, e dove successivamente venne eretta la Basilica di Sant'Eustachio (sita non molto distante dalla fontana).
Fontana dei Libri |
Si trova all'interno di una nicchia con arco a tutto sesto, sul quale vi è la scritta S.P.Q.R..
Le palle sotto l'arco sono il simbolo della famiglia Medici, un tempo proprietaria di Palazzo Madama che sorge proprio di fronte alla fontana, e dalla quale famiglia proveniva Papa Leone X, fondatore della Chiesa di S.Ivo alla Sapienza, nata come cappella universitaria all'interno del cortile di Palazzo della Sapienza.
In verticale è scritto il nome del rione e in orizzontale il suo riferimento numerico: VIII.
Ma si è commesso un errore! Il Rione Sant'Eustachio è infatti il IV e non l'VIII (corrispondente invece a Campo Marzio).
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La Fontana della Botte si trova nel Rione Trastevere.
Fontana della Botte |
In questo zona erano diffuse le osterie e sono stati presi come simbolo del rione gli attrezzi atti alla mescita del vino: una botte, un tino e le misure di un litro.
L'acqua esce da un "caratello", nome con il quale veniva chiamato un tempo il recipiente per il trasporto del vino, per riversarsi poi in un tino, dove veniva conservato il mosto.
L'acqua sgorga anche dai bolli dei recipienti da un litro posti accanto al "caratello".
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La Fontana della Pigna si trova in Piazza S.Marco, davanti al Vittoriano, nel Rione Pigna.
Fontana della Pigna |
La pigna romana, che gettava acqua dalle punte e che è alta quasi 4m, porta la firma dello scultore Publio Cincio Savio.
Venne collocata nel 750 nel centro del quadriportico dell'antica Basilica di S.Pietro, dove alimentava il cantharus, la fontana per le abluzioni.
Fu poi spostata nel 1608 in un cortile dei Musei Vaticani che dalla scultura prese il nome di Cortile della Pigna.
pigna romana nel Cortile della Pigna (Musei Vaticani) |
"La faccia sua mi parea lunga e grossa
come la pina di San Pietro a Roma,
e a sua proporzione eran l’altre ossa" (Inf. XXXI, 59).
La fontana rionale riproduce la pigna romana in piccolo, sorretta da due corolle stilizzate di tulipani che partono da un sottile stelo.
L'acqua esce da due cannelle laterali che la riversano in vaschette poste a livello del terreno.
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La Fontana del Timone si trova a Trastevere lungo il frontespizio del Complesso del S.Michele, lungo la sponda del Tevere prospiciente il Porto di Ripa Grande, ma vuole rappresentare con i suoi attributi il Rione Ripa.
Fontana del Timone |
Dal timone partono due volute, alla cui estremità sono scolpiti anelloni per l'attracco delle navi.
Al centro di questi esce altra acqua che viene raccolta nelle grate del basamento in porfido sottostante.
Fontana del Timone |
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Per vedere la Fontana delle Arti bisogna spostarsi in Via Margutta, alle pendici del Pincio nel Rione Campo Marzio.
Fontana delle Arti |
Negli anni Cinquanta divenne la via preferita degli artisti, tra i quali registi come Fellini, attrici come Anna Magnani, pittori come Giorgio de Chirico.
Oggi la via è costellata da gallerie d'arte.
E' quindi l'arte ad aver ispirato Pietro Lombardi nella realizzazione del disegno di questa fontana a base triangolare.
Tavolozze, cavalletti e arnesi da scultore sono sormontati da un secchio con pennelli da pittore.
I due mascheroni, uno felice e l'altro triste, simboleggiano le vicende alterne degli artisti.
Poggiano su mensole poste su cavalletti, e versano l'acqua che sgorga dalla loro bocca, nelle sottostanti vaschette.
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Nel Rione Borgo si trova la Fontana delle Tiare, a Largo del Colonnato, vicino alla Basilica di S.Pietro e al Passetto.
Fontana delle Tiare |
L'acqua sgorga da cannelle poste sulle chiavi, e si raccoglie in tre vaschette a forma di conchiglia.
particolare della Fontana delle Tiare |
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Non molto distante, sempre vicino al Passetto, a Via di Porta Castello fu posta la Fontana delle Palle di Cannone, anch'essa dedicata al Rione Borgo.
Fontana delle Palle di Cannone |
Un arco di travertino a tutto sesto, con al centro lo stemma del Comune di Roma, incornicia la fontana costituita da una piramide di palle di cannone.
Al centro della composizione si trova un mascherone dal quale sgorga l'acqua, che si getta nella sottostante vasca con funzione di abbeveratoio per i cavalli.
Da altre due palle posizionate sull'arco, sgorga altra acqua,che si riversa in altre due vaschette.
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Infine, la Fontana dei Monti si trova vicino all'Arco di Gallieno, in Via S.Vito nel Rione Monti, e vuole rappresentare i monti Esquilino, Viminale e Celio, un tempo riuniti nello stesso rione.
Fontana dei Monti |
L'Acqua Marcia alimenta questa fontana.
particolare della Fontana dei Monti |
CONCLUSIONI
Pietro Lombardi fu soprannominato per le sue fontane moderne il "Giacomo della Porta del Novecento".
L'architetto volle mettere nei suoi arredi urbani la tradizione e la storia dei singoli rioni romani.
Per questo volle anche usare per tutte le sue fontane la tipica pietra romana, il travertino.
Queste fontane, alcune conosciute, altre un po' nascoste, sono la testimonianza che Roma, pur essendo divenuta una grande e moderna città, ha saputo mantenere quelle realtà di quartiere tipiche dei piccoli borghi medievali.