lunedì 17 maggio 2021

Firenze: la Basilica di S.Marco


 La Basilica di S.Marco è una delle basiliche più importanti di Firenze.

La storia della basilica è strettamente connessa al convento di cui faceva parte, luogo che ospitò numerosi personaggi della vita religiosa e civile di Firenze: Cosimo il Vecchio de' Medici (che nel convento aveva una cella personale), il teologo e arcivescovo domenicano Sant'Antonino, i pittori e domenicani Beato Angelico e Fra Bartolomeo, il giurista, teologo e arcivescovo domenicano Ambrogio Catarino Politi, il predicatore domenicano Tommaso Caccini che inquisì Galileo Galilei, il famoso frate predicatore Girolamo Savonarola e più recentemente il sindaco di Firenze e Terziario domenicano Giorgio La Pira.

Nell'area posta vicino alle mura costruite da Arnolfo da Cambio, chiamata Cafaggio, anticamente si trovava un oratorio dedicato a S.Giorgio. Nel XII secolo poi qui si trovava un monastero vallombrosiano nel quale nel 1267 si istallarono i Silvestrini (un ramo dell'Ordine benedettino riformato), che dedicarono il convento a S.Marco.

Nel 1418 però papa Eugenio IV ordinò ai Silvestrini (per comportamento "improprio") di lasciare il convento che nel 1435 passò ai Domenicani Osservanti di Fiesole.

I Silvestrini non lasciarono il convento in buono stato e per questo Cosimo il Vecchio nel 1437 ne avviò una ristrutturazione, affidando i lavori a Michelozzo, il suo architetto di fiducia. 

Michelozzo realizzò la Sacrestia, costruì una nuova abside più profonda e dei setti murari nella navata, ponendo nel primo setto due altari, uno sotto il patronato della famiglia Ricci dedicato a S.Tommaso d'Aquino e l'altro della Compagnia dei tessitori di drappi dedicato alla S.Croce.

Le decorazioni delle pareti furono affidate tra il 1439 e il 1444 al Beato Angelico e ai suoi collaboratori (tra i quali Benozzo Gozzoli).

La chiesa venne poi consacrata alla presenza di papa Eugenio IV nel 1443.

Nel 1512 su disegno di Baccio d'Agnolo fu costruito il campanile sul contrafforte orientale della tribuna trecentesca.

L'interno della basilica è a navata unica ed ha un aspetto tardo cinquecentesco.

navata della Basilica di S.Marco

Le pareti della navata erano ricoperte originariamente da affreschi trecenteschi di cui rimangono ancora frammenti, ritrovati sotto il successivo intonaco, sulla parete sinistra, realizzati da Antonio Veneziano.

Processione (Antonio Veneziano - XIV sec.)

particolare dell'affresco con fregio (Bicci di Lorenzo  1390) / Processione (Antonio Veneziano - 1370)

fregio con Santi (Bicci di Lorenzo - 1390) / affreschi (Antonio Veneziano - 1370)

Nel 1579 su progetto del Giambologna furono aggiunti altari laterali, sui quali vennero poste tele cinque/seicentesche.

Sulla controfacciata, uno di questi altari incornicia un'Annunciazione affrescata in stile Jacopo di Cione, facente parte della decorazione ad affresco trecentesca ed ispirata all'Annunziata miracolosa della Basilica della SS.Annunziata. Nel medaglione del timpano dell'altare è stato raffigurato da Fabrizio Boschi l'Incontro tra S.Domenico e S.Francesco.

Annunciazione (sullo stile di Jacopo di Cione - 1371 ca.)

Sempre in controfacciata, in un altro altare alla destra del portale, si trova una Trasfigurazione dipinta da Giovanni Battista Paggi. Originariamente al suo posto era posta la cosiddetta Pala Orefici (oggi conservata nelle Gallerie degli Uffizi), una tempera su tavola dipinta da Botticelli, commissionata dall'Arte degli Orefici per la Cappella di Sant'Eligio (protettore degli orefici). Nel medaglione nel timpano dell'altare Fabrizio Boschi ha dipinto un Battesimo di Cristo.

Trasfigurazione (Giovanni Battista Paggi - 1596)

Pala Orefici (Botticelli - 1488/1490 - Gallerie degli Uffizi)

Sulla parete destra della navata, partendo dalla controfacciata, un altare accoglie in una nicchia un Ecce Homo scolpito da Jacopo Maria Foggini.

Ecce Homo (Jacopo Maria Foggini - prima metà XVII sec./1684)

Ecce Homo (Jacopo Maria Foggini - prima metà XVII sec./1684)

Sul primo altare (Altare Rossellini del Turco) realizzato dal Giambologna della parete destra della navata è posta la pala Visione di S.Tommaso d'Aquino, opera di Santi di Tito.

Visione di S.Tommaso d'Aquino (Santi di Tito - 1593)

Sul secondo altare (Altare Cambi) è posta la cosiddett
a Sacra Conversazione Cambi, un'opera dipinta da Fra' Bartolomeo.

Sacra Conversazione Cambi (Fra Bartolomeo - 1509 ca.)

Sul terzo altare è stato collocato un mosaico del 750 raffigurante la Vergine che si trovava originariamente nella Basilica di S.Pietro in Vaticano. Giunto a Firenze nel 1596; fu arricchito con le raffigurazioni di Angeli, di S.Domenico e di S. Raimondo. Nella cornice in legno intagliato e dorato sono poste delle reliquie.

Vergine (750) / Angeli, S.Domenico, S.Raniero (1596)

Tra il terzo e il quarto altare è posta una statua raffigurante il Beato Angelico, protettore degli artisti. 

statua del Beato Angelico

Sul quarto altare (Altare Alfani, poi Altare Martini dell'ala) è posta la Madonna del Rosario e Angeli che portano in cielo S.Domenico, opera di Matteo Rosselli. Un grande arco incornicia l'altare. Sull'arco è posta la statua di S.Zanobi, opera del Giambologna.

Madonna del Rosario e Angeli che portano in cielo S.Domenico (Matteo Rosselli - 1640)

Sulla parete sinistra della navata (ripartendo dalla controfacciata), si trova un Presepe permanente racchiuso in una nicchia posta sopra ad un altare. Il Bambino Gesù è opera cinquecentesca della scuola di Donatello, mentre la Madonna, S.Giuseppe, il bue e l'asinello a grandezza quasi naturale sono stati realizzati da Giovanni della Robbia.

Presepe (scuola di Donatello / Giovanni della Robbia)

Sul primo altare realizzato dal Giambologna della parete sinistra si trova la pala del Miracolo di S.Vincenzo Ferrer, realizzata dal Passignano.

Miracolo di S.Vincenzo Ferrer (Passignano - 1593)

Sul secondo altare è posta la tela raffigurante il Matrimonio mistico di S.Caterina, copia di Antonio Domenico Gabbiani dalla cosiddetta Pala Pitti di Fra' Bartolomeo.

Matrimonio mistico di S.Caterina (copia da Fra' Bartolomeo di Antonio Domenico Gabbiani - 1690)

Pala Pitti (Fra' Bartolomeo - 1512 - Galleria Palatina di Palazzo Pitti)

Sotto questo altare si trova il Sepolcro di Giorgio La Pira

Sepolcro di Giorgio La Pira

Tra il secondo e il terzo altare si trova la statua di Girolamo Savonarola che fu priore del Convento di S.Marco.

statua di Girolamo Savonarola (1498)

Sulla parete dietro alla statua si trovano la Tomba di Poliziano, poeta, umanista, filologo e precettore della famiglia Medici. morto a Firenze nel 1494, e la Tomba di Giovanni Pico della Mirandola, l'umanista e filosofo morto a Firenze nel 1494. I due morirono
per avvelenamento da arsenico.



Tomba di Giovanni Pico della Mirandola (XVI sec.) / Tomba di Poliziano (XVI sec.)

La pala posta sul terzo altare raffigura Eraclio porta la Sacra Croce in Gerusalemme, ed è opera del Cigoli.

Eraclio porta la Sacra Croce in Gerusalemme (Cigoli - 1594)

Dopo il terzo altare della parete sinistra della navata, a sinistra della Cappella Maggiore, si apre la Cappella Salviati o Cappella di Sant'Antonino perché dedicata a Sant'Antonino.

Cappella Salviati

La cappella fu eretta nel XVI secolo dai fratelli Antonio ed Averardo Salviati per conservare le spoglie di Sant'Antonino, monaco dell'Ordine dei Predicatori che fondò il convento, fu arcivescovo di Firenze e divenne compatrono insieme a S.Zanobi della diocesi fiorentina. 

altare della Cappella Salviati con le spoglie di Sant'Antonino

La cappella era dotata anche di un accesso esterno. 

I lavori di progettazione della cappella furono affidati al Giambologna.

All'interno della cappella vi sono tre edicole: una con timpano semicircolare, posta dietro l'altare, e due con timpano triangolare, ognuna delle quali è posta su una parete laterale. Queste edicole rappresentarono l'esempio per la realizzazione degli altari posti nella navata.

Nelle nicchie ai lati delle edicole si trovano statue di Santi scolpite dal Giambologna e da Pietro Francavilla. 


S.Tommaso d'Aquino (Giambologna e Pietro Francavilla)

Sant'Edoardo confessore (Giambologna e Pietro Francavilla)

S.Filippo (Giambologna e Pietro Francavilla)

S.Giovanni Battista (Giambologna e Pietro Francavilla)

S.Domenico (Giambologna e Pietro Francavilla)

Sant'Antonio (Giambologna e Pietro Francavilla)

Sono anche stati realizzati dal Giambologna e dai suoi collaboratori i bassorilievi in bronzo con Episodi della vita di Sant'Antonino.

Poste lateralmente all'altare sono le tavole raffiguranti Gesù che guarisce il lebbroso, opera di Francesco Morandini detto Poppi, e la Vocazione di S.Matteo dipinta da Giovanni Battista Naldini.

b
Vocazione di S.Matteo (Giovanni Battista Naldini)

Gesù che guarisce il lebbroso (Poppi)

Alessandro Allori realizzò la pala d'altare raffigurante la Discesa al Limbo.

Discesa al Limbo (Alessandro Allori - 1584 ca.)

La decorazione pittorica a monocromo con Storie della Vita di Sant'Antonino si deve soprattutto alla mano di Alessandro Allori, e a
Bernardino Poccetti che realizzò gli affreschi della cupola della cappella. 

cupola della Cappella Salviati (Bernardino Poccetti)

Precede la cappella un vestibolo con due affreschi sulle pareti laterali realizzati dal Passignano e raffiguranti la Traslazione di Sant'Antonino e la Ricognizione del corpo di Sant'Antonino.

Ricognizione del corpo di Sant'Antonino (Passignano - 1589/1591)

Traslazione di Sant'Antonino (Passignano - 1589/1591)

soffitto ligneo del vestibolo della Cappella Salviati

Sotto la cappella si trova la cripta dove sono sepolti i membri della famiglia Salviati, antica casata ducale fiorentina.

______

Siamo ora di fronte alla Cappella Maggiore.

Cappella Maggiore

All'inizio del Quattrocento sull'altare maggiore si trovava il Polittico con l'Incoronazione della Vergine di Lorenzo di Niccolò realizzato ne1404.

Il patronato della cappella fu poi ottenuto nel 1438 da Cosimo e Lorenzo de' Medici che commissionarono per l'altare maggiore una tavola a fra' Angelico, la cosiddetta Pala di S.Marco.

La pala era una complessa macchina lignea composta da almeno 26 dipinti. Di questi 26 dipinti se ne sono conservati solo 18, esposti in 9 diversi musei: Nel vicino Museo di S.Marco sono conservati 2 degli 8 scomparti con le Storie di Cosma e Damiano, Santi protettori dei Medici, che componevano la predella (gli altri scomparti si trovano a Parigi, a Monaco di Bavera, a Dublino e a Washington), la tavola centrale con la raffigurazione di una Sacra Conversazione, e due tavolette dei pilastrini laterali con Santi domenicani.
La Pala di S.Marco fu rimossa dalla chiesa nel Seicento e i pannelli furono dispersi durante l'occupazione napoleonica e la soppressione degli ordini religiosi.

Dietro l'altare, sotto l'organo, un po' nascosta c'e la pala realizzata da Pier Dandini raffigurante la Comunione degli Apostoli

Comunione degli Apostoli (Pier Dandini - 1686)

Comunione degli Apostoli (Pier Dandini - 1686)

Ignace Parrocel affrescò le pareti laterali della cappella con Le nozze di Cana e l'Adorazione dei Magi.

Nozze di Cana (Ignace Parrocel)

Adorazione dei Magi (Ignace Parrocel)

La cupola, eretta nel 1712 su progetto di Angelo Ferri, fu decorata con stucchi e da affreschi di Alessandro Gherardini nel 1717 che raffigurano la Gloria dell'Ordine Domenicano. Nei pennacchi della cupola sono raffigurati i quattro Evangelisti.

cupola della Cappella Maggiore: Gloria dell'Ordine domenicano (Alessandro Gherardini - 1717)

La tribuna fu intagliata nel 1679 su progetto di Pier Francesco Silvani.

Anche il soffitto della navata è stato progettato da Pier Francesco Silvani. La grande tela al centro del soffitto raffigurante l'Assunzione di Maria in cielo è stata realizzata da Giovanni Antonio Pucci nel 1725.

soffitto della navata (prog.Pier Francesco Silvani - 1679) / Assunzione della Vergine in cielo (Giovanni Antonio Pucci - 1725)

Fa parte della basilica anche la cinquecentesca Cappella Serragli o Cappella del Sacramento, ma non è possibile visitarla dalla chiesa.

ingresso alla Cappella dei Serragli

Usciamo dalla basilica e diamo uno sguardo alla facciata, uno degli ultimi interventi apportati alla chiesa.
facciata della Basilica di S.Marco

La facciata della basilica venne infatti realizzata in stile neoclassico su progetto di Fra' Giovanni Battista Paladini tra il 1777 e 1778

La facciata è divisa in tre ordini ed è scandita da paraste. 

L'unico portale è affiancato da due nicchie con le statue di S.Domenico, opera di Agostino Nobili, e S.Francesco Ferrer, opera di Giovanni Battista Capezzuoli.

Il portale è sormontato nel secondo ordine da una finestra affiancata da nastri e festoni. 

Nell'ordine superiore è presente un bassorilievo con la raffigurazione di S.Antonino entra in Firenze (opera di Agostino Nobili) ed il timpano è sormontato da una croce di ferro.

Il convento di S.Marco fu confiscato nel 1866 e divenne nel 1869 un museo, anche se i frati domenicani vi rimasero sino al 2019.

A destra della facciata della Basilica di S.Marco si trova infatti l'ingresso al Museo di S.Marco, ricco di storia e di opere d'arte, in particolare del Beato Angelico...ma questo sarà l'argomento di un altro post.

ATTENZIONE: a causa dell'emergenza per il COVID-19 orari e modalità di visita potrebbero subire variazioni.

CONCLUSIONI                                                                                                                              Pur essendo un sito al di fuori del percorso museale del Convento di S.Marco, la Basilica di S.Marco costituisce un'integrazione necessaria per avere un quadro completo del sito e della sua storia. Raccomando quindi la sua visita, e se all'inizio avrete l'impressione di una chiesa un po' buia e non molto visitata, scoprirete ben presto che è anch'essa molto interessante.


Firenze: il Museo di S.Marco (pian terreno)


Dopo aver visitato la Basilica di S.Marco, è doveroso visitare anche il
Museo di S.Marco, nato nel 1869 e allestito nel convento soppresso nel 1866, di cui la chiesa faceva parte.

Come dice molto bene una targa che accoglie i visitatori, il museo è allestito in un convento in cui memoria domenicana e storia fiorentina costituiscono un forte connubio. Il convento rivestì infatti una grande importanza nella vita religiosa, politica e culturale della Firenze del Quattrocento.

Nel museo tutto parla del Beato Angelico, il pittore che, presi i voti, visse nel Convento di S.Marco dal 1438 al 1445.

All'inizio del Novecento, dopo la soppressione degli ordini religiosi, le opere del Beato Angelico custodite e nascoste dalla clausura del convento suscitarono un rinnovato interesse, e vennero qui trasferite dalle Gallerie Fiorentine le opere su tavola del pittore domenicano, costituendone la più importante raccolta al mondo. 

Ma il Beato Angelico non fu il solo pittore domenicano a vivere tra queste mura: qui si possono ammirare anche le opere di Fra' Bartolomeo che, influenzato dalle parole di Girolamo Savonarola, rinnegò la sua arte precedente la sua chiamata religiosa, bruciando molte delle sue opere. 

Fra' Girolamo Savonarola, altro personaggio domenicano che si incontrerà tra le mura di questo convento, di cui fu anche priore. 

Frequentarono il convento anche letterati e filosofi, tra i quali Pico della Mirandola, Agnolo Poliziano e Marsilio Ficino.  

Il primo spazio che si visita del museo è il Chiostro di Sant'Antonino, con ingresso a destra della Chiesa di S.Marco

Chiostro di Sant'Antonino

Chiostro di Sant'Antonino

Nel complesso conventuale vi sono quattro chiostri: il trecentesco Chiostro dei Silvestrini e il michelozziano Chiostro della Spesa, vicini al Refettorio Piccolo e alla Corte del Granaio, il Chiostro di S.Domenico, su cui si affacciava l'antica Farmacia, e il Chiostro di Sant'Antonino.

Il Chiostro di Sant'Antonino venne costruito su progetto del Michelozzo.

Chiostro di Sant'Antonino (visto dal primo piano del convento)

L'architetto di fiducia della famiglia Medici venne incaricato da Cosimo il Vecchio di erigere un nuovo monastero per i frati domenicani osservanti del Convento di S.Domenico di Fiesole che nel 1437 erano stati incaricati di occupare qui quel convento fatiscente lasciato in questo stato dai loro predecessori, i Silvestrini.

Michelozzo realizzò un chiostro dalle linee rinascimentali, con quattro portici coperti da volte a crociera, sorrette da sottili colonne in pietra serena.

portico occidentale del Chiostro di Sant'Antonino

portico meridionale del Chiostro di Sant'Antonino

Il chiostro fu inizialmente affrescato da Fra' Giovanni detto poi il Beato Angelico, tra il 1438 e il 1445, con S.Domenico in adorazione del Crocifisso (posto come prima immagine davanti all'ingresso nell'angolo Nord-Ovest del chiostro) e con cinque lunette poste sopra le porte di accesso ad alcuni ambienti che s'affacciano sul chiostro (realizzate tra il 1441 e il 1443).

S.Domenico in adorazione del Crocifisso (Beato Angelico - 1442)

Il Crocifisso s'ispira ad una precedente opera dell'Angelico realizzata per il Convento di S.Domenico a Fiesole e oggi conservata al Museo del Louvre a Parigi.

Questo luogo del chiostro era stato donato nel 1628 da Fra' Girolamo Soderini alla famiglia Fabbroni che qui realizzò il suo sepolcreto costruendo un monumento in marmo. 

Monumento sepolcrale della famiglia Fabbroni (1629)

iscrizione sul Monumento sepolcrale della famiglia Fabbroni

La famiglia affidò la decorazione a Cecco Bravo che nel 1629 dipinse i Dolenti (Vergine e S.Giovanni) e Putti reggifestone a fianco dell'affresco dell'Angelico. L'incorniciatura ridusse però l'affresco dell'Angelico.

Vergine dolente (Cecco Bravo - 1629)

S.Giovanni dolente (Cecco Bravo - 1629)

Putti reggifestone (Cecco Bravo - 1629)

Putti reggifestone (Cecco Bravo - 1629)

Le lunette dipinte dal Beato Angelico per il chiostro raffigurano:

- S.Pietro Martire che ingiunge il silenzio: l'affresco staccato nel 1954 e posto oggi nella Sala Capitolare si trovava sulla porta d'accesso alla Sagrestia (e da qui alla Chiesa dove bisognava stare in silenzio), ed è oggi stato sostituito nel suo luogo originale da una riproduzione fotografica. Nella Sala Capitolare è conservata anche la sinopia dell'affresco rivenuta durante il distacco dello stesso.

S.Pietro Martire ingiunge il silenzio (affresco staccato del Beato Angelico - 1441/1443 - Sala Capitolare)

S.Pietro Martire ingiunge il silenzio (riproduzione fotografica della lunetta del Beato Angelico - Chiostro di Sant'Antonino)/ Figure allegoriche: Virtù (Giovanni Battista Vanni - XVI/XVII sec.)

sinopia della lunetta S.Pietro Martire ingiunge il silenzio (Sala Capitolare)

- S.Domenico che mostra la Regola dell'Ordine: l'affresco oggi staccato e conservato nella Sala Capitolare si trovava originariamente tra l'ingresso e la finestra della sala stessa, dove ogni giorno si leggeva un capitolo della Regola domenicana.

S.Domenico che mostra la Regola dell'Ordine (affresco staccato del Beato Angelico - 1441/1443 - Sala Capitolare)

originale ubicazione della lunetta S.Domenico che mostra la Regola dell'Ordine

- Cristo pellegrino accolto da due domenicani: l'affresco staccato e posto nella Sala Capitolare era posto sull'ingresso dell'Ospizio dei Pellegrini. La lunetta staccata con la tecnica a "strappo" è stata sostituita in loco da un'immagine fotografica nel 1918. 

Cristo pellegrino accolto da due domenicani (Beato Angelico - 1441/1443 - Sala Capitolare)

Cristo pellegrino accolto da due domenicani (riproduzione fotografica della lunetta del Beato Angelico - 1441/1443) / lunetta: Angeli (Giovanni Battista Vanni - XVII sec.)

- Vir Dolorum o Cristo in Pietà: l'affresco era stato affrescato sopra l'accesso alla Sala del lavabo e al Refettorio dei frati. La raffigurazione, alludendo al corpo e al sangue di Cristo, invitava i frati a meditare sul cibo spirituale.

Vir Dolorum (Beato Angelico - 1441/1443) / lunetta Virtù (Giovanni Battista Vanni - XVII se.)

- S.Tommaso d'Aquino con la Summa Theologiae: la lunetta sormontava l'ingresso della scuola conventuale ancora in funzione alla fine del Seicento ed è in riferimento alla dottrina teologica dell'Ordine su cui meditare che il Santo tiene in mano il libro da lui scritto in materia.

sopra la porta: S.Tommaso d'Aquino con la Summa Theologiae (Beato Angelico - 1441/1443) /
lunetta a destra: Miracolo della chiave ritrovata nel ventre del pesce (Giovanni Battista Vanni - XVII sec.)

Giovanbattista Vanni dipinse invece intorno alle lunette affrescate dall'Angelico Virtù, Angeli e Il Miracolo della chiave ritrovata nel ventre del pesce.

Il nome dato al chiostro deriva dalle successive Storie e miracoli di Sant'Antonino affrescate in 22 lunette dipinte nel Seicento per celebrare la vita di Antonio Pierozzi, priore del convento tra il 1439 e il 1444, arcivescovo di Firenze dal 1446 e canonizzato nel 1523.

Fu l'abate Bernardo Alessandrini a promuovere il ciclo di affreschi nel 1602. Furono le nobili famiglie fiorentine legate al Convento di S.Marco a finanziare questi affreschi (le loro armi sono raffigurate al centro delle iscrizioni che accompagnano ogni lunetta). 

Gli affreschi furono dipinti da pittori fiorentini ed hanno inizio sulla parete orientale del chiostro: Bernardino Poccetti, Fabrizio Boschi, Pier Dandini, Michele Cinganelli, Ludovico Buti, Lorenzo Cerrini, Sigismondo Coccapani, Alessandro Tiarini, Giovanni Battista Vanni.

Sant'Antonino scaccia dal Duomo alcuni curiosi che s'affollano intorno ad una sposa (Fabrizio Boschi - parete Ovest del chiostro)

Sant'Antonino libera due giovani dal pericolo di annegare presso Ricorboli (Bernardino Poccetti e collaboratori- parete Ovest del chiostro)

Sant'Antonino in visita alla diocesi di Pistoia fa raffreddare il metallo liquefatto in una ferriera (Bernardino Poccetti e collaboratori - parete Ovest del chiostro)

Sant'Antonino assolve dalla scomunica gli Otto di Balia (Lorenzo Cerrini - parete Ovest del chiostro)

Sant'Antonino caccia due falsi mendicanti (Sigismondo Coccapani - parete Ovest del chiostro)

Sant'Antonino rovescia un tavolo da gioco nell'abitazione di un gentiluomo (Fabrizio Boschi - parete Ovest del chiostro)

Sant'Antonino si presenta al papa in veste di ambasciatore (Bernardino Poccetti - parete Nord del chiostro)

Sant'Antonino benedice Dante da Castiglione e la sua sposa offrendo loro il dono della fecondità (Bernardino Poccetti - parete Nord del chiostro)

Sant'Antonino soccorre gli appestati (Pier Dandini - parete Nord del chiostro)

Sant'Antonino redarguisce un contadino che chiedeva una mancia (Pier Dandini - parete Nord del chiostro)

Il transito di Sant'Antonino (Matteo Rosselli - parete Nord del chiostro)

Sant'Antonino fanciullo prega davanti al Crocifisso di Orsanmichele (Bernardino Poccetti - parete Est del chiostro)
lunetta a destra: Giovanni Dominici accoglie il giovanetto Antonino nell'Ordine (Bernardino Pocetti - parete Est del chiostro)

lunetta centrale : Sant'Antonino risana un fanciullo della famiglia da Filicata (Ludovico Luti - parete Est del chiostro)

Lunetta a sinistra: Sant'Antonino conversa con un mercante (Alessandro Tiarini - parete Est del chiostro) / lunetta a destra: Ricostruzione del Convento di S.Marco e Sant'Antonino con Cosimo e Lorenzo de' Medici esaminano il progetto di Michelozzo (Alessandro Tiarini - parete Est del chiostro)

lunetta a sinistra: Sant'Antonino nel 1446 diviene arcivescovo di Firenze entrando scalzo in Duomo (Bernardino Poccetti - parete Sud del chiostro) / lunetta a destra: Predica d Sant'Antonino (Lorenzo Cerrini - parete Sud del chiostro)

lunetta a sinistra: Miracolo di Sant'Antonino (Bernardino Poccetti - parete Sud del chiostro) / lunetta a sinistra:Sant'Antonino istituisce la compagnia dei Buononimi per provvedere alle necessità dei poveri vergognosi (Michele Cinganelli - parete Sud del chiostro)

Nei peducci delle volte del chiostro sono stati dipinti 48 medaglioni con Personaggi domenicani (1692/1693). 

medaglioni di Personaggi domenicani (1662/1668)

Lungo i portici del chiostro sono rimasti alcuni monumenti funebri (molti altri sono stati rimossi e spostati nei sotterranei).

Monumento funebre di Giuseppe Averani (giurista e naturalista - XVIII sec.)

Monumento funebre di Antonio Francesco Gori (etruscologo - XVIII sec.)

monumenti funebri lungo i porticati del chiostro

Monumento funebre di Maria Maddalena de' Medici (su prog. di Matteo Nigetti - 1633) già nella Chiesa conventuale della Crocetta

Monumento funebre a Giovanni degli Alessandri (1830)
Il chiostro è circondato, oltre che dalla chiesa sul lato Ovest, da alcuni ambienti che facevano parte del Convento di S.Marco: la Sala Capitolare (lato Nord), la Sala del lavabo, il Refettorio Grande (lato Est) e l'Ospizio (lato Sud), al piano terra, le celle dei frati al primo piano.

Sul lato Nord del chiostro si trova l'ingresso alla Sala Capitolare.

ingresso della Sala Capitolare

Sala Capitolare

Sulla parete Nord della Sala Capitolare, racchiuso in una grande lunetta (550 X 950 cm), si trova un grande affresco dipinto dal Beato Angelico nel 1442 circa, raffigurante una Crocifissione e Santi.

Crocifissione e Santi (Beato Angelico - 1442)

Nel grande affresco, che invita a meditare sulla Passione di Cristo, sono raffigurati Cristo crocifisso tra i due ladroni, e sulla sinistra, ai piedi delle croci, le Pie donne e S.Giovanni Evangelista.

particolare della Crocifissione e Santi: le tre croci (Beato Angelico - 1442)

particolare della Crocifissione e Santi: le Pie donne e S.Giovanni Evangelista (Beato Angelico - 1442)

Oggi lo sfondo dell'affresco è rosso "morellone" perché l'azzurrite (il pigmento color blu con il quale era stato dipinto che tende a polverizzarsi, e per questo non molto adatto alla tecnica dell'affresco), è scomparso, ed è evidente invece lo strato sottostante preparatorio.

Solo le due croci dei ladroni sono disposte in profondità e con inclinazione diagonale.

Sulla croce di Cristo l'iscrizione è scritta in latino, in greco e in aramaico.
scritta sulla Croce in latino, greco ed aramaico

A sinistra dei Dolenti si affiancano i Santi protettori di Firenze o della casata dei Medici (che finanziarono la costruzione e la decorazione del convento): i Santi Cosma e Damiano (i due Santi fratelli medici erano i protettori dei medici e della famiglia Medici, e Cosma era il  protettore di Cosimo il Vecchio), S.Lorenzo (protettore di Lorenzo fratello di Cosimo il Vecchio), S.Marco (Santo protettore del convento e della chiesa), S.Giovanni Battista (protettore della città di Firenze).

particolare della Crocifissione e Santi: Pie donne e Santi (Beato Angelico - 1442)

particolare della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): S.Marco e S.Giovanni Battista (Beato Angelico - 1442)

particolare della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): S.Cosma, S.Damiano e S.Lorenzo (Beato Angelico - 1442)

Sulle destra delle croci sono raffigurati i Santi fondatori di ordini religiosi, due vescovi e un teologo.

particolare della Crocifissione e Santi: Santi fondatori di ordini religiosi, due vescovi e un teologo

Sono raffigurati in ginocchio (da sinistra a destra): S.Domenico (fondatore dei Domenicani), S.Girolamo (fondatore dei Geronimiti), S.Francesco (fondatore dei Francescani), S.Bernardo da Chiaravalle (fondatore dei Cistercensi), S.Gualberto (fondatore dei Vallombrosiani), S.Pietro Martire (domenicano che insieme a Benedetto e a Tommaso d'Aquino è stato tra i primi tre Santi domenicani). 

Dietro ai Santi inginocchiati sono raffigurati: Sant'Agostino (fondatore degli Agostiniani), Sant'Ambrogio (o Sant'Antonio Abate), S.Benedetto (fondatore dei Benedettini), S.Romualdo (fondatore dei Camaldolesi), S.Tommaso d'Aquino (teologo domenicano).

particolare della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): S.Domenico, Sant'Agostino, S.Girolamo e Sant'Ambrogio (o Sant'Antonio Abate)

particolare della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): Sant'Agostino, S.Girolamo, Sant'Ambrogio (o Sant'Antonio Abate), S.Francesco, S.Benedetto, S.Bernardo da Chiaravalle, S.Romualdo

particolare della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): S.Benedetto, S.Bernardo da Chiaravalle, S.Romualdo, S.Gualberto, S.Pietro Martire, S.Tommaso d'Aquino

CURIOSITA': secondo Giorgio Vasari, il Beato Angelico raffigurò S.Cosma con le sembianze dell'amico scultore Nanni di Banco.

Lungo il bordo inferiore della lunetta è stata dipinta una "genealogia domenicana" in cui, racchiusi in clipei, sono raffigurati S.Domenico (al centro), e 16 Santi e Beati (riconoscibili dall'aureola raggiante) divenuti vescovi, cardinali o papi. I personaggi raffigurati sono uniti da tralci di vite che si dipartono dalle mani di S.Domenico.

particolare del fregio della Crocifissione e Santi: S.Domenico (Beato Angelico - 1442)

particolare del fregio della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): Buoninsegna Cicciaporci, Remigio Girolami, Niccolò di Paglia e Giordano di Sassonia (Beato Angelico - 1442)

particolare del fregio della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): Antonino, Paolo di Firenze, Ugo di San Cher e Papa Innocenzo V (Beato Angelico - 1442)

particolare del fregio della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): Domenico, Papa Benedetto XI, Giovanni Dominici e Pietro della Palude (Beato Angelico - 1442)

particolare del fregio della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): Pietro della Palude, Alberto Magno, Raimondo di Pennafort e Chiarito da Sesto (Beato Angelico - 1442)

particolare del fregio della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): Raimondo di Pennafort,  Chiarito da Sesto, Vincenzo Ferrer e Bernardo fiorentino (Beato Angelico - 1442)

CURIOSITA': Nel XV secolo la testa del beato Cavalcanti fu sostituita da quella di Sant'Antonino e il beato Vincenzo Ferrer fu trasformato in Santo.

Infine nella cornice superiore della lunetta affrescata sono dipinti Profeti, Patriarchi, un teologo mistico (Dionigi l'Areopagita) e una Sibilla pagana (Sibilla Eritrea). I personaggi raffigurati tengono nelle mani cartigli sui quali sono scritti versetti biblici o altri testi interpretati come profezie cristologiche. Al centro della cornice è dipinto il Pellicano che nutre i suoi piccoli con il suo sangue (simbolo di redenzione).

particolare cornice della Crocifissione e Santi (dal basso in alto): Dionigi l'Areopagita, Daniele e Zaccaria (Beato Angelico - 1442)

particolare cornice della Crocifissione e Santi (dall'alto al basso): Giacobbe e David (Beato Angelico - 1442)

particolare cornice della Crocifissione e Santi (da sinistra a destra): il Pellicano che nutre i suoi piccoli con il suo sangue e Isaia (Beato Angelico - 1442)

particolare cornice della Crocifissione e Santi (dall'alto al basso): Geremia ed Ezechiele (Beato Angelico - 1442)

particolare cornice della Crocifissione e Santi (dall'alto al basso): Giobbe e la Sibilla Eritrea (Beato Angelico - 1442)

particolare cornice della Crocifissione e Santi: Pellicano che nutre i suoi piccoli con il suo sangue (Beato Angelico - 1442)

Nella Sala Capitolare, oltre le già descritte lunette strappate dal chiostro dipinte dal Beato Angelico, si trova il Crocifisso a grandezza naturale, realizzato in legno intagliato e dipinto nel 1496 da Baccio da Montelupo.

Crocifisso (Baccio da Montelupo - 1496)

Il Crocifisso si trovava sopra la porta del coro della Basilica di S.Marco, ovvero sul tramezzo tra il presbiterio e il resto della chiesa. 

E' raffigurata la tipologia del Cristo sofferente. Il perizoma è stato realizzato con tessuto ingessato e dipinto.

CURIOSITA': sembra che Santi di Tito si sia ispirato a questo Crocifisso, per realizzare il dipinto S.Tommaso che offre le sue opere al Crocifisso (ancor oggi su un altare della basilica), all'epoca ancora presente nella chiesa

S.Tommaso che offre le sue opere al Crocifisso (Santi di Tito - 1593)

Una testimonianza storica conservata nella Sala Capitolare dal 1998 è la campana chiamata la "Piagnona", che si trovava originariamente sul campanile della Basilica di S.Marco.

campana detta la "Piagnona" (1436/1443)

La campana realizzata in legno e bronzo a spese di Cosimo il Vecchio tra il 1436 e il 1443, presumibilmente da Michelozzo e Donatello.

Presenta una decorazione a fasce: partendo dall'alto si trova prima un fregio con Putti danzanti, sotto un'iscrizione con stemmi medicei e vasi "all'antica". Poi vi è una decorazione ad archetti e gigli. Sotto ancora vi sono due medaglioni decorati a bassorilievo con la raffigurazione della Madonna col Bambino in gloria.

La storia della campana è legata alla storia di Girolamo Savonarola e ai suoi seguaci che venivano chiamati "Piagnoni" perché si commuovevano durante le prediche del frate domenicano vissuto nel Convento di S.Marco, scomunicato da papa Alessandro VI Borgia, condannato a morte e arso vivo in Piazza della Signoria il 23 maggio 1498.

Si racconta infatti che quando vennero ad arrestare il frate, la campana suonò ad allarme per richiamare al convento i Piagnoni. Per questo la campana venne processata, fatta precipitare dal campanile, e flagellata mentre veniva portata per le strade verso il luogo del suo esilio, la Chiesa di S.Salvatore al Monte, dove rimase senza più suonare.

La campana venne restaurata da Simone del Pollaiolo, un fervente Piagnone.

 Nel 1509 il gonfaloniere della Repubblica Pier Soderini, per riconoscenza per il sostegno dei Piagnoni durante la guerra contro Pisa, fece ritornare la campana sul campanile di S.Marco. La campana fu poi sostituita da una copia nel 1908 e l'originale venne conservato in questa sala.  

_______ 

La visita continua sul lato Est del chiostro dove si apre l'ingresso per la Sala del Lavabo, dove i frati si lavavano le mani prima di recarsi nell'adiacente Refettorio

Sala del Lavabo

Oggi la sala, che ha conservato il suo aspetto architettonico trecentesco, come i locali adiacenti, è adibita a sala espositiva.

Qui hanno trovato collocazione alcune opere di Bartolomeo di Pagholo di Fattorino, chiamato Baccio dalla Porta, pittore che prese i voti a venticinque anni divenendo Fra' Bartolomeo, e che da quel momento, essendo stato influenzato da Girolamo Savonarola, distrusse tutte le sue opere a tema pagano e si dedicò a dipingere solo temi religiosi. Fra' Bartolomeo soggiornò nel convento a partire dal 1489.

Iniziato da Fra' Bartolomeo, e terminato poi dall'amico Mariotto Albertinelli, è l'affresco del Giudizio Universale staccato nel 1871 dalla Cappella Gerozzo Dini del Cimitero dell'Arcispedale di S.Maria Nuova. Quest'opera venne studiata anche da Raffaello Sanzio.

Giudizio Universale (Fra' Bartolomeo / Mariotto Albertinelli - 1499/1501 - dal Cimitero dell'Arciospedale di S.Maria Nuova)

Sono opere di Fra' Bartolomeo i due affreschi su terracotta raffiguranti la Madonna col Bambino poste ai lati di una terracotta invetriata raffigurante un'Adorazione del Bambino realizzata da Andrea della Robbia.

Madonna col Bambino (Fra' Bartolomeo - 1516/1517)

Madonna col Bambino (Fra' Bartolomeo - 1516/1517)

Adorazione del Bambino (Andrea della Robbia)
_______

Adiacente alla Sala del Lavabo è la cosiddetta Sala Fra' Bartolomeo, uno dei locali dell'antica cucina dedicata oggi ad accogliere le opere del pittore. 

Tra le opere più significative vi è una Madonna col Bambino, Sant'Anna e Santi protettori di Firenze anche detta Pala della Signoria, commissionata dal gonfaloniere della Repubblica Pier Soderini per essere collocata sull'altare della Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Vecchio

Pala della Signoria (Fra' Bartolomeo - 1510/1513)

L'opera doveva essere della misura adatta alla cornice realizzata da Baccio d'Agnolo su disegno di Filippino Lippi. Filippino Lippi avrebbe dovuto anche dipingere la tela all'interno, mai realizzata a causa della sopravvenuta morte del pittore.

La pala incompiuta realizzata a monocromo rimase a Palazzo Vecchio dal 1529 al 1540, poi venne spostata nella Basilica di S.Lorenzo sino al 1690. Da questa data al 1774 venne conservata a Palazzo Pitti e poi sino al 1923 alle Gallerie degli Uffizi.

disegni e studi preparatori della Pala della Signoria (Fra' Bartolomeo)

E' conservato in questa sala il Ritratto di Fra' Girolamo Savonarola realizzato da Fra' Bartolomeo nel 1498/1499.

Ritratto di Fra' Girolamo Savonarola (Fra' Bartolomeo - 1498/1499)

particolare del Ritratto di Fra' Girolamo Savonarola (Fra' Bartolomeo - 1498/1499)

Sono anche esposte in questa sala alcune effigi dipinte su tegole provenienti dall'Ospizio di  S.Maria Maddalena a Pian di Mugnone (Fiesole): la Maddalena, S.Caterina d'Alessandria, Ecce Homo, S.Domenico, S.Giovanni Battista, S.Tommaso d'Aquino, S.Caterina da Siena, Sant'Antonio Abate.

Ecce Homo (Fra' Bartolomeo - 1503/1504)

S.Caterina d'Alessandria (Fra' Bartolomeo - 1506/1507)

Maddalena (Fra' Bartolomeo - 1506/1507)

S.Domenico (Fra' Bartolomeo - 1506/1507)

S.Giovanni Battista (Fra' Bartolomeo - 1509)

S.Tommaso d'Aquino (Fra' Bartolomeo - 1509)

S.Caterina da Siena (Fra' Bartolomeo - 1509)

Sant'Antonio abate (Fra' Bartolomeo - 1516)

Vi sono anche qui esposti due dipinti su tavola di Fra' Bartolomeo che erano originariamente posti nella Chiesa di S.Marco: un S.Vincenzo Ferrer (prima sulla porta che dalla chiesa conduceva in Sagrestia) e un Cristo giudice tra Angeli trombettieri.

S.Vincenzo Ferrer (Fra' Bartolomeo - 1512/1514)

Cristo giudice tra Angeli trombettieri (Fra' Bartolomeo - 1514 ca.)

Infine sono esposti due raffigurazioni di Cristo portacroce (una tela su tavola e un affresco staccato), ed un Ecce Homo.

Cristo portacroce (Fra' Bartolomeo - 1514)

Cristo portacroce (Fra' Bartolomeo - 1511)

Ecce Homo (Fra' Bartolomeo)

________

Purtroppo al momento della nostra visita il Refettorio Grande con l'esposizione delle opere della Scuola di S.Marco e l'affresco della Provvidenza dei domenicani di Giovanni Antonio Sogliani non era accessibile, così come la Sala dell'Ospizio dove venivano accolti i pellegrini e che oggi riunisce le opere su tavola del Beato Angelico, perché in riallestimento. 

Sarà questa l'occasione per una nuova visita al museo...e per scrivere un nuovo post.

Nel frattempo continuo la nostra visita, che a questo punto proseguirebbe al piano superiore del convento, ma volendo qui descrivere gli ambienti museali del piano terra, continuerà in quelli che sono oggi visitabili alla fine del percorso museale.

Alla sinistra della Sala Capitolare si apre l'ingresso al corridoio che unisce il Chiostro di Sant'Antonino e il Chiostro di S.Domenico, dove sono esposte alcune opere seicentesche.

Sono quattro i dipinti di Jacopo Vignali, provenienti dalla Spezieria del convento, che si possono qui ammirare: Il buon Samaritano, il Battesimo di Costantino, San Pietro cura Sant'Agata e Tobiolo e l'Angelo.

Il buon Samaritano (Jacopo Vignali - 1630)

Battesimo di Costantino (Jacopo Vignali - 1623)

S.Pietro cura Sant'Agata (Jacopo Vignali - 1623)

Tobiolo e l'Angelo (Jacopo Vignali - 1623)

Sempre nel corridoio sono esposti il Miracolo di S.Paolo, opera di Giovanni Bilivert, S.Carlo Borromeo in atto di consegnare una bolla ad un frate domenicano, realizzato da Jacopo Ligozzi e proveniente dalla Cappella Serragli della Basilica d S.Marco, S.Ludovico Bertrando e S.Rosa da Lima di pittore fiorentino del XVII secolo, e una Crocifissione con le Marie e S.Giovanni, opera di Lorenzo Lippi.

Miracolo di S.Paolo (Giovanni Bilivert - 1644)

S.Carlo Borromeo in atto di consegnare una bolla ad un frate domenicano (Jacopo Ligozzi)

San Ludovico Bertrando e S.Rosa da Lima (pittore fiorentino del XVII sec.)

Crocifissione con le Marie e S.Giovanni (Lorenzo Lippi - 1647 ca.)

________

Dal corridoio si può accedere alla rampa di scale che conduce al piano superiore e anche al Refettorio Piccolo, usato dagli ospiti del convento che soggiornavano nella vicina Foresteria.

Refettorio Piccolo

Refettorio Piccolo

Su una parete del Refettorio Piccolo Domenico Ghirlandaio, con l'aiuto del fratello Davide e del cognato Sebastiano Mainardi (a Domenico Ghirlandaio forse si deve solo il disegno), affrescò un Cenacolo nel 1486. 

Cenacolo (Domenico Ghirlandaio e aiuti - 1486)

Sullo schienale, al di sopra delle teste degli Apostoli, corre una scritta tratta dal Vangelo di S.Luca che allude alla trasmigrazione del Regno dei Cieli.

particolare del Cenacolo: scritta sullo schienale
 
particolare del Cenacolo: scritta sullo schienale
 
particolare del Cenacolo: scritta sullo schienale

Il Cenacolo è ricco di particolari, alcuni dei quali alludono alla Passione di Cristo

particolare del Cenacolo: ampolle di acqua e vino


particolare del Cenacolo: Apostoli

particolare del Cenacolo: Cristo e S.Giovanni

particolare del Cenacolo: pane, vino e ciliegie (simbolo del sangue di Cristo) / S.Pietro (a destra)

particolare del Cenacolo: Apostoli

particolare del Cenacolo: coppie di uccelli in volo (simbolo della natura che si rinnova)

particolare del Cenacolo: il pavone (simbolo dell'immortalità e della Resurrezione)/ alberi da frutto / una palma (simbolo del martirio) / vaso con gigli e rose (simboli mariani)

particolare del Cenacolo: il gatto (simbolo malefico dipinto vicino a Giuda)
 

Alle pareti del  Refettorio Piccolo (oggi bookshop del museo) si trovano anche altre opere: una Deposizione di Cristo (terracotta invetriata di Andrea Della Robbia) e un Monogramma di Gesù Cristo (opera della bottega dei Della Robbia).

Deposizione di Cristo (Andrea Della Robbia)

Monogramma d Gesù Cristo (bottega Della Robbia)
________

Tramite un corridoio che costeggia il Refettorio Piccolo si può raggiungere il cosiddetto  Chiostro della Spesa quattrocentesco, porticato su tre lati con colonne di ordine ionico.

ingresso al Chiostro della Spesa

Chiostro della Spesa

Chiostro della Spesa

________

Ritornando sui propri passi si visita la Foresteria, costituita da una lunga galleria con volta a botte sulla quale da un lato si affacciano sette salette riservate agli ospiti del convento (lato Est), e dall'altro le finestre che affacciano sul Chiostro di S.Domenico (lato Ovest).

Foresteria

Foresteria

La Foresteria è sormontata dalla Biblioteca posta al primo piano.

Dal XVII secolo la Foresteria venne usata anche come Infermeria del convento, e più avanti ospitò l'Accademia della Crusca.

Sopra le porte di cinque stanze della Foresteria Fra' Bartolomeo ha dipinto le lunette ad affresco con la raffigurazione di Santi domenicani importanti.

lunette sovrapporte della Foresteria

lunette sovrapporte della Foresteria


lunette sovrapporte della Foresteria


Beato Ambrogio Sansedoni con il modellino di Siena (Fra' Bartolomeo - 1511/1512 ca)

S.Vincenzo Ferrer (Fra' Bartolomeo - 1511/1512 ca)

S.Tommaso d'Aquino (Fra' Bartolomeo - 1511/1512 ca)

S.Pietro Martire (Fra' Bartolomeo - 1511/1512 ca)

S.Benedetto (Fra' Bartolomeo - 1511/1512 ca.)

Nella Foresteria è stata allestita la sezione museale "Firenze com'era": sono state qui raccolte da Guido Carocci dagli ultimi anni del XIX secolo i reperti architettonici, scultorei e pittorici salvati dalla demolizione degli edifici del Vecchio Centro di Firenze di fine Ottocento: frammenti architettonici, capitelli, cornici, stemmi nobiliari, portali, colonne, trabeazioni...(soprattutto provenienti da Piazza della Repubblica).










Porta dell'Arte dei Rigattieri (1414/1429)

finestra del Palazzo Vescovile (XIII sec.)

In una delle salette della Foresteria aperte al pubblico sono stati collocati frammenti di decorazione murale che provengono dalle Case dei Pilli, dei Sassetti, dei Pescioni e dal Palazzo Vescovile.

frammenti di decorazione murale (XIV/XVI sec.)

frammenti di decorazione murale (XIV/XVI sec.)

frammenti di decorazione murale (XIV/XVI sec.)

frammenti di decorazione murale (XIV/XVI sec.)

Il soffitto ligneo dipinto della sala proviene da una saletta della Residenza dell'Arte dei Rigattieri, Linaioli e Sarti.

soffitto ligneo dipinto (XV sec.)

Sono qui esposti anche il modello della Chiesa di S.Giuseppe o della Chiesa di S.Marco di Baccio d'Agnolo, e un cavalletto utilizzato dai copisti.

modello della Chiesa di S.Giuseppe o della Chiesa di S.Marco (Baccio d'Agnolo - 1512/1519)

cavalletto per copisti del museo (XIX sec.)

In un'altra sala si trova una statua di Cristo portacroce policromo, salvato dall'alluvione del 1966, ma di cui non si conosce la provenienza.

Cristo portacroce (artista toscano del XV sec.)

_______

Il quattrocentesco Chiostro di S.Domenico, il più grande dei quattro chiostri del Convento di S.Marco, e l'ultimo ad essere stato realizzato da Michelozzo.

Chiostro di S.Domenico

Il Chiostro di S.Domenico non è visitabile, ma guardando dalle finestre della Foresteria lo si può intravedere.

Tra aiuole, prato e piante di bosso, al centro del chiostro si trova la statua di S.Domenico nell'atto di calpestare l'eresia, opera di Andrea Baratta.

S.Domenico nell'atto di calpestare l'eresia (Andrea Baratta - 1700)

Le lunette sotto i portici del chiostro sono state dipinte in gran parte da Alessandro Gherardini.

lunette del Chiostro di S.Domenico

La visita del piano terra del Museo di S.Marco è giunta al termine. In un altro post descriverò quanto abbiamo visto al primo piano del Convento/Museo.

Usciti dal museo date un'occhiata su Via Cavour, al lato occidentale del convento. 

Qui troverete il fronte classicheggiante della Farmacia di S.Marco istituita nel 1435 da frate Antonino, finanziata da Cosimo il Vecchio e aperta al pubblico nel 1450. La farmacia è chiusa dal 1995.

ingresso della Farmacia di S.Marco

Il fronte presenta un cornicione aggettante, un portale con arco con volute alla base e finestra a lunetta chiusa da grata in ferro battuto lavorato, e quattro cornici in marmo in cui sono incisi i nomi dei prodotti creati e venduti nella farmacia. A sinistra del fronte si trovava l'ingresso all'officina della farmacia e sullo stipite in pietra forte si legge "FONDERIA E FARMACIA DI S.MARCO". 

ATTENZIONE: a causa dell'emergenza COVID-19 orari e modalità di visita potrebbero subire variazioni. Consultate il sito:

http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it/index.php?it/190/museo-di-san-marco-firenze
 Costo: 8€


CONCLUSIONI
Il Museo di S.Marco è il tempio dell'arte domenicana. Visitare gli ambienti conventuali oggi divenuti sale espositive è come tuffarsi in un'epoca di straordinario fervore artistico, nato tra queste mura per i religiosi che qui risiedevano ma che riesce, anche dopo secoli, a destare l'interesse di tutto il mondo esterno. Vi invito a leggere anche il post dedicato alla scoperta delle celle dei frati e della biblioteca che si trovano al piano superiore del convento, dove assaporerete un'atmosfera ancora più mistica.