"Viaggiare ti lascia senza parole, poi ti trasforma in un narratore"
Ibn Battouta
Questa frase è stata detta da uno dei viaggiatori più famosi della storia, uno dei pionieri nell'esplorazione dei viaggi globali, una figura leggendaria nella storia del viaggio.
Il suo nome per intero era Abu 'Abd Allah Muhammad ibn 'Abd Allah ibn Muhammad ibn Ibrahim al-Lawati al-Tanji, ma è più comunemente conosciuto come Ibn Battouta (patronimico che significa letteralmente "figlio dell'anatroccolo").
Questo leggendario esploratore mussulmano, uomo religioso e studioso, giudice islamico (qadi) e ambasciatore, nacque a Tangeri il 24 febbraio 1304 da una famiglia di giuristi di origini berbere. Anch'egli studiò diritto islamico e giurisprudenza.
A 21 anni (il 13 giugno 1325), partì dalla sua città natale da solo a cavallo di un asino per intraprendere il suo primo pellegrinaggio alla Mecca (Hajj, uno dei cinque comandamenti della fede islamica) dove arrivò dopo 16 mesi...ma questo fu solo l'inizio di un lungo viaggio che durò ben 29 anni, per terra e per mare, a piedi, su asini, cavalli, cammelli, imbarcazioni, da solo o unendosi a carovane. Si ammalò e fu sul punto di morire più volte, soffrì la sete, il freddo, il caldo, fu depredato, catturato, imbrogliato.
le rotte dei tre viaggi di Ibn Battouta |
Nel suo Primo Viaggio (1325/1332) Ibn Battouta attraversò il Nord Africa Occidentale (Mahgrib), la Tunisia, l'Egitto, la Siria, l'Iraq, la Persia, la Penisola Araba, l'Etiopia, la Somalia, la Costa Swahili, l'Anatolia. Visitò Tunisi, Tripoli, il Cairo, Alessandria d'Egitto, Damasco, Hebron, Gerusalemme (dove visitò la Cupola della Roccia, uno dei siti sacri più importanti del mondo islamico e di quello ebraico), Medina, Baghdad, Mogadiscio, Mombasa e naturalmente tre volte si recò in pellegrinaggio alla Mecca.
primo pellegrinaggio alla Mecca |
Nel suo Secondo Viaggio (1332/1347) Ibn Battouta attraversò il Mar Nero, si recò in Asia Centrale attraversando le Terre dell'Orda d'Oro e nel Khanato Chagatai, l'India, le Maldive, lo Sri Lanka, il Sud-Est Asiatico e la Cina.
Durante questo viaggio conobbe Kipchak Khan Ozbeg, re dell'Orda d'Oro e viaggiò con la sua carovana, visitò Costantinopoli dove incontrò l'imperatore Andronico III e vide la Basilica di Santa Sofia.
Nel Khanato Chagatai conobbe il Sultano Ala Eddin Thermachirin e in India il re Mohamed Bin Thouglouk che gli offrì un lavoro come giudice e poi lo nominò ambasciatore presso la corte mongola della Cina (ma il suo viaggio fallì per un naufragio).
Nelle Maldive divenne giudice e si sposò diverse volte. Nella Cina governata dalla dinastia mongola Yuan visitò Pechino e poi intraprese il suo viaggio di ritorno a casa verso il Marocco che durò tre anni: Sumatra, India, Persia, Siria (visitando Aleppo). Dovette anche fuggire dall'epidemia di Peste Nera (o peste bubbonica) che si stava diffondendo in Asia, Europa e Nord Africa. Attraversando la Palestina e l'Egitto si recò per la quarta volta in pellegrinaggio alla Mecca.
mura di Ksar Sghir |
Ma venne a sapere che la Spagna mussulmana (Andalusia) era minacciata dal re cristiano Alfonso XI di Castiglia e questo lo portò a partire come volontario in difesa di Gibilterra.
Il suo Terzo Viaggio (1349/1354) lo portò a visitare il Nord Africa, l'Andalusia (Malaga, Granada) e l'Africa Occidentale. Ebbe occasione per visitare per la prima volta alcune città del Marocco (Asilah, Salé, Marrakech, Fes). Attraverso il Sahara arrivò fino al Mali e visitò Timbuktu.
Nel viaggio di ritorno un messaggio del Sultano del Marocco Abou Inan Faris ordinò a Ibn Battouta di tornare a Fes per scrivere il resoconto dei suoi viaggi.
Come Marco Polo raccontò i suoi viaggi a Rustichello da Pisa durante la sua prigionia dopo la battaglia della Malora (1284), nella stesura del suo racconto Ibn Battouta fu aiutato dal giovane Ibn Juzayy, uno scrittore, poeta e segretario del Sultano che il viaggiatore medioevale aveva incontrato in Andalusia tre anni prima. A Ibn Juzzayy si devono l'aggiunta nell'opera di alcune sue poesie.
Il titolo del manoscritto era "Dono prezioso per coloro che considerano le cose strane delle grandi città e le meraviglie dei viaggi" abbreviato come "Al-Rihla" ("Viaggio") che nella tradizione islamica designa la narrazione dei pellegrinaggi. La stesura del racconto durò due anni.
Non si può affermare con certezza che tutti i posti descritti siano stati visitati da Ibn Battouta: la descrizione della Mecca, di Medina e di Damasco sembrano infatti essere quelle di Ibn Jubayr, un viaggiatore del XII secolo. Molte sono le esperienze riportate dalle persone incontrate da Ibn Battouta lungo il suo cammino.
Ciò nonostante non si può negare il valore delle sue informazioni sulla topografia di molti luoghi danno un contributo significativo ai campi della geografia e della cartografia. Descrisse il clima, la flora e la fauna, le usanze locali dei Paesi attraversati. L'opera di Ibn Battouta ha permesso di conoscere vie commerciali precedentemente sconosciute a molti. Descrisse la personalità di importanti capi di estesi imperi, di studiosi e di uomini comuni.
i grandi imperi visitati da Ibn Battouta |
La sua opera letteraria divenne una valida guida per i viaggiatori che dopo di lui intrapresero viaggi verso i Paesi da lui visitati, ma non raggiunse l'Europa fino al XIX secolo (conoscenza avvenuta poi grazie alla traduzione del testo in tedesco, inglese e francese).
effetti personali: diari, stili, lettere |
effetti personali: manoscritti, pergamene, bussola |
libri che raccontano i viaggi di Ibn Battouta |
libri che raccontano i viaggi di Ibn Battouta (a destra un'edizione italiana) |
Durante gli anni di viaggio Ibn Battouta percorse 100.000 km attraversando tre Continenti e visitando 38 Paesi. Conobbe molte personalità del suo tempo, studiosi e uomini potenti. Si sposò e divorziò più volte, ed ebbe anche dei figli. Viaggiò prevalentemente nel mondo islamico, calpestando il suolo cristiano solo in Sardegna (territorio della corona d'Aragona) e a Costantinopoli (capitale dell'Impero bizantino).
Ibn Battouta morì a circa 73 anni (intorno a 1368). La sua presunta tomba si trova nel quartiere Fuente Nueva nella Medina di Tangeri.
Recentemente è stato aperto a Tangeri, sua città natale, un museo a lui dedicato: il Borj En-Naam - Espace d'Exposition de la Memoire d'Ibn Battouta.
Borj En-Naam - Espace d'Exposition de la Memoire d'Ibn Battouta |
Il museo si trova a Nord-Ovest della Kasbah in Place Tabor, chiamata anche Piazza spagnola di Tabor perché un tempo è stata il quartier generale delle truppe spagnole (XX secolo) che costruirono un faro nel Borj En-Naam, il più grande borj di Tangeri che oggi ospita appunto il museo dedicato a Ibn Battouta.
modellino del Borj En-Naam |
modellino del Borj En-Naam |
L'edificio da poco ristrutturato risale al XVIII secolo ed era divenuto proprietà di un pascià che lo chiamò "Borj En-Naam", ovvero "Forte degli struzzi" perché qui nel XIX erano custoditi una coppia di questi animali. Precedentemente era invece noto come Borj Dahman.
Nel 1880 il forte fu dotato di due cannoni Armstrong da 20t provenienti da Gibilterra.
Il museo è composto da dieci sale corredate di pannelli interattivi, video e oggetti che ci ricordano la vita avventurosa del grande viaggiatore, la realtà storica e i personaggi che dominarono le scene di quell'epoca.
statua di Ibn Battouta |
cortile del Borj En-Naam |
corridoio tra le sale del museo |
corridoio tra le sale del museo (visto dal primo piano) |
Nella Sala I del piano terra è illustrata la dinastia Merinide regnante sul Marocco durante la vita di Ibn Battouta. I Merinidi arrivarono al potere nel 1269 dopo aver deposto gli Almohadi. Si stanziarono a Tangeri nel 1273 e la città divenne uno dei 5 porti più importanti del Mediterraneo occidentale. Regnarono sul Maghreb e su parte della costa dell'Andalusia. Scelsero come capitale Fes.
Sultano merinide del Marocco che regnava all'inizio dei suoi viaggi |
Vengono anche descritti i monumenti costruiti da questa dinastia vicino a Tangeri, a Ksar Sghir (tra Tangeri e Sebta) e a Belyonech (sulla costa marocchina che si affaccia sullo Stretto di Gibilterra).
A Ksar Sghir costruirono nel 1287 una cinta muraria con 29 torri e tre grandi porte, Vennero anche costruiti una moschea, un hammam, un mercato e diverse case lussuose.
A Belyonech, nel XII secolo posto di piacere per gli abitanti di Sebta (Ceuta), rimangono le rovine di alcuni monumenti medievali: un Munya merinide (in arabo = "città suburbana") unica di questo genere in Marocco.
rovine di Belyonech |
Nella Sala II è descritta la vita di Ibn Battouta, le sue origini, la sua educazione, i suoi ritratti.
ritratti di Ibn Battouta |
Nella Sala III sono raccolte le carte che illustrano i suoi viaggi e i numeri che li hanno resi importanti.
percorsi dei tre viaggi di Ibn Battouta |
Nella Sala IV troviamo un fregio cronologico che conduce ad approfondire il viaggio iniziatico, la passione del viaggio e il ruolo di ambasciatore di Ibn Battouta. Sono esposti anche i modellini e le piante di due monumenti visitati da Ibn Battouta: la Basilica di Santa Sofia (Costantinopoli) e la Cupola della Roccia (Gerusalemme).
modellino della Cupola della Roccia |
pianta della Cupola della Roccia |
modellino della Cupola della Roccia |
modellino della Cupola della Roccia |
La Sala V è dedicata alla sua opera letteraria Al Rhila e alle pubblicazioni recenti dell'opera.
Sala V |
Sala V |
Sala V |
Nella Sala VI si può assistere ad un video.
La visita continua al primo piano nella Sala VII dove tramite gli oggetti esposti è ricordato il modo di viaggiare all'epoca nelle terre aride: a piedi, a cavallo di muli, cavalli, cammelli o su carri.
prezioso abito |
Sala VI |
Sala VI |
Nella Sala VIII si apprenderanno quali furono i regnanti degli imperi del XIV secolo che Ibn Battouta visitò e conobbe.
Nella Sala IX il tema trattato è il viaggio via mare. Sono qui esposti il modellino di un dhow arabo, un'imbarcazione utilizzata da Ibn Battouta durante i suoi viaggi, strumenti astronomici come l'astrolabio per orizzontarsi e la cosiddetta Carta di Idrissi o Tabula Rogeriana perché commissionata da re Ruggero II di Sicilia al cartografo Muhammad al- Idrisi, che rimase per tre secoli la carta del mondo più precisa (l'originale era stato inciso su una lastra d'argento andata fusa). Si scopre che Ibn Battouta era riluttante a viaggiare per mare.
modellino di dhow arabo |
strumenti astronomici arabi |
riproduzione della Carta El Idrissi (o Tabula Rogeriana - 1154) |
Nella Sala X si possono approfondire alcuni temi quali la "Via della Seta".
la Via della Seta |
Orario: lunedì/sabato 10.00/18.00
domenica 12.00/20.00
Costo: 20 MAD
CURIOSITA': un cratere sulla Luna nel Mare della Fertilità è stato chiamato con il nome di questo grande viaggiatore, ed a Tangeri sono a lui dedicati l'aeroporto, un centro commerciale e uno stadio di calcio.
CURIOSITA': il pallone utilizzato durante il Campionato Mondiale di calcio del 2022 è stato chiamato "Al-Rihla".
CONCLUSIONI Ibn Battouta fu uno dei più grandi viaggiatori della Storia medievale, se non il più grande. A tutti sicuramente viene spontaneo il confronto con Marco Polo e il suo Milione, ma tra i due grandi viaggiatori ci sono molte differenze. Marco Polo era della generazione precedente a quella di Ibn Battouta, e se il veneziano fu spinto a viaggiare per motivi commerciali, il viaggiatore mussulmano viaggiò solo per il piacere della scoperta, fu il primo viaggiatore amatoriale. Marco Polo apparteneva ad una famiglia di ricchi mercanti, Battouta viaggiò nel mondo mussulmano in cui si poteva contare sull'accoglienza e beneficiare della generosità offerta. Si calcola poi che Ibn Battouta percorse tre volte la distanza percorsa da Marco Polo. Entrambi però hanno lasciato un'orma nella Storia della scoperta che è stata da esempio e d'aiuto ai viaggiatori che sono venuti dopo di loro.
"Il mondo è un libro e chi non viaggia ne legge solo una pagina." Sant'Agostino