giovedì 16 novembre 2017

Il Palazzo Ducale di Mantova: la Camera degli Sposi o Sala Picta


La famosa Camera degli Sposi, chiamata originariamente Camera Picta, si trova a Mantova, nel torrione nord orientale del Castello di S.Giorgio, edificio facente parte del Palazzo Ducale dei Gonzaga.

Per la descrizione del Castello di S.Giorgio e degli edifici del Palazzo Ducale vi rimando ad altri miei post.
In questo post vi parlerò invece di quella che fu chiamata "la camera più bella al mondo". 
Varcato l'ingresso del castello, siamo saliti al piano nobile per la cosiddetta Scala dei Cavalli, una scala a forma elicoidale con le pareti e la volta dipinte a finto marmo.

Scala dei Cavalli
Scala dei Cavalli
La prima sala è un'anticamera dove si possono apprendere, tramite pannelli e un filmato, notizie relative al capolavoro che si sta per visitare.

Si entra quindi nella torre nord-est del castello, nella Sala Picta o Camera degli Sposi, vero capolavoro rinascimentale di Palazzo Ducale.

La sala quadrata fu affrescata interamente da Andrea Mantegna tra il 1465 e il 1474 su commissione del marchese Ludovico II e della consorte Barbara di Brandeburgo.

Per avere una superficie maggiore per dipingere la sua opera, Mantegna fece spostare una delle finestre della camera.

Castello di S.Giorgio (sulla torre a sinistra nella foto si vede l'assimetria delle finestre dovuta allo spostamento voluto dal Mantegna per dipingere la Sala Picta nel piano nobile)
Sulla parte inferiore delle pareti corre un finto zoccolo marmoreo sul quale poggiano finti pilastri che suddividono le scene in tre parti.

Sono due le pareti sulle quali il pittore ritrasse scene di vita della corte gonzagesca: la parete nord e la parete ovest.
Finti tendaggi dorati si scostano come un sipario per far vedere scene illustrate.

Sulla parete nord, sopra al camino, con la tecnica a tempera grassa Mantegna dipinse la Corte dei Gonzaga.

parete nord: Corte dei Gonzaga (Andrea Mantegna)
Sono rappresentati i componenti della famiglia Gonzaga: il marchese Ludovico con la moglie Barbara di Brandeburgo, i figli e alcuni famigliari.
La scena sembra raffigurare la consegna di una lettera nella quale Bianca Maria Visconti chiedeva al marchese Gonzaga di recarsi a Milano perché le condizioni del marito Francesco Sforza si erano aggravate, chiedendo a Ludovico, in qualità di luogotenente generale del ducato lombardo, protezione (1 gennaio 1462).
da sinistra si possono riconoscere in primo piano: il segretario Raimondo dei Lupi di Soragna, il marchese  Ludovico, i figli Paola e Ludovico, Barbara di Brandeburgo / alle loro spalle: Gianfrancesco (signore di Bozzolo), Vittorino da Feltre (che si occupò dell'educazione dei marchesi) o Leon Battista Alberti, i figli Rodolfo e Barbarina, la nutrice di casa Gonzaga (o Paola Malatesta in abiti monastici) / sotto il marchese si trova il cane bracco Rubino, accanto a Barbara di Brandeburgo si trova la nana Lucia
particolare del dipinto: delegazione sforzesca
particolare del tappeto dipinto
Sulla parete ovest invece l'artista illustrò, con la tecnica ad affresco, l'Incontro tra Ludovico II e il figlio Francesco.

parete ovest: l'Incontro (Andrea Mantegna)
Nella parte destra dell'affresco sono raffigurati il marchese Ludovico che incontra il primogenito Federico e il secondogenito Francesco, da poco divenuto cardinale che tiene per mano il fratello Ludovico (che divenne protonotaio apostolico), che a sua volta stringe la mano al nipote Sigismondo (futuro cardinale).
Sigismondo e Francesco II (l'altro bambino raffigurato che diverrà marchese), sono figli di Federico.
E' ritratto anche un cane lagotto.

L'Incontro (Andrea Mantegna)
I due personaggi in secondo piano, tra il Cardinale Francesco e Federico II,  possono essere identificati nell'imperatore Federico III d'Asburgo e in Cristiano I di Danimarca e Norvegia (cognato del marchese, dipinto con il copricapo violaceo).
L'incontro sembra esseri svolto a Bozzolo: il marchese stava recandosi a Milano, mentre il Cardinale tornava dalle terre degli Sforza. 
uomini di corte, cani e cavalli dei Gonzaga
E' la raffigurazione di tre generazioni e della continuità dinastica del potere in ambito politico e religioso.

Sullo sfondo dell'affresco sono raffigurati alcuni monumenti di Roma (il Colosseo, la Piramide Cestia, Castel Sant'Angelo, l'Arco di Tito, le Mura Aureliane, il Teatro di Marcello, il Ponte Nomentano), ma sono presenti anche monumenti siti a Palestrina, Tuscolo, Palombara Sabina e Tivoli.

particolare dell'affresco: veduta coi monumenti di Roma

Sempre su questa parete si trova una targa dipinta a finto bronzo, retta da putti, nella quale Mantegna dedica la sua opera ai marchesi di Mantova e riporta la data della fine del lavoro artistico (1474:
"ILL. LODOVICO II M.M. / PRINCIPI OPTIMO AC / FIDE INVICTISSIMO / ET ILL. BARBARAE EJUS / CONIUGI MVLIERVM GLOR. / INCOMPARABILI / SVVS ANDREAS MANTINIA / PATAVVS OPVS HOC TENVE / AD EORV DECVS ABSOLVIT / ANNO MCCCCLXXIIII"
"All'illustre Ludovico secondo marchese di Mantova, principe ottimo e invincibile nella fede, e all'illustre Barbara sua consorte, incomparabile gloria delle donne, il loro Andrea Mantegna padovano compì questa tenue opera in loro onore nell'anno 1474".

dedica del Mantegna ai marchesi
particolare dell'affresco: putti che reggono la dedica
particolare dell'affresco: putti
CURIOSITÀ: sul pilastro a destra del portale si può identificare l'autoritratto del Mantegna.

autoritratto di Mantegna
Sulla parete est e sulla parete sud Mantegna dipinse dei finti tendaggi di broccato o cuoio dorato chiusi, appesi ad una barra.
Questa era la posizione dove era collocato il letto.
Sulla porta si trova uno sbiadito stemma gonzagesco.

parete sud: finti tendaggi (Andrea Mantegna)
particolare del finto tendaggio

La copertura della sala è costituita da una volta a botte ribassata su lunette e unghie impostate su pedunci laterali dai quali partono arconi in stucco.

volta della Sala Picta
Sulla volta sono raffigurati entro corone i busti dei primi otto imperatori romani, sostenuti da putti dipinti a monocromo.

Imperatore Galba
Imperatore Otone
Cesare
Imperatore Ottaviano
Imperatore Tiberio
Imperatore Gaio Giulio Cesare Germanico (Caligola)
Imperatore Claudio
Imperatore Nerone
Nelle vele sono rappresentati i miti di Orfeo, di Arione e di Ercole (modelli di virtù per il principe: coraggio, intelligenza e forza).

Le Fatiche d'Ercole: Ercole uccide l'Idra
Mito d Arione: Periandro condanna i cattivi marinai
Le fatiche di Ercole: Ercole uccide Anteo
 Le fatiche di Ercole: Ercole uccide Cerbero
Mito di Orfeo: Orfeo incanta le forze della natura
Mito di Orfeo:Orfeo incanta Cerbero e una Furia
Mito di Orfeo: Morte di Orfeo
Mito di Arione: Arione incanta il delfino
 Mito di Arione: Arione portato in salvo dal delfino
Le Fatiche di Ercole: Ercole scocca una freccia contro Nesso
 Le Fatiche di Ercole: Ercole lotta contro il leone Nemeo
 Le Fatiche di Ercole: Nesso e Deianira
Nelle lunette sono invece dipinte alcune imprese dei Gonzaga: l'"Alano bianco retroverso" (di Gianfrancesco Gonzaga), la "Cervetta" e le "Ali con anello" (di Francesco I), il "Sole" e la "Tortorina" (di Ludovico II).

impresa delle "Ali con anello"
impresa della "Tortorina"
impresa del "Sole"
impresa della "Cervetta"
impresa della "Torre"
impresa dello "Scoglio"
impresa dell'"Alano bianco retroverso"
Al centro del soffitto si trova dipinto un oculo, il primo esempio di prospettiva dal basso verso l'alto.

oculo della volta
Il trompe-l'oeil s'ispira all'apertura circolare della volta del Pantheon di Roma.
Da una balconata circolare aperta su un cielo con nuvole, si affacciano quattro dame, una schiava mora, dei putti alati, un pavone e un vaso con un albero di limoni. 

particolare dell'oculo: una dama con una schiava mora
particolare dell'oculo: un pavone
Gli unici elementi non dipinti della sala sono le cornici delle porte, i peducci della volta e il camino.

decorazione del camino
Anche se venne chiamata "Camera degli sposi", la sua funzione di alcova venne espletata raramente: fu invece destinata a studio per accogliere sovrani e ambasciatori.

Dopo la morte di Ludovico la camera ospitò oggetti preziosi.
Subì numerosi danni durante l'occupazione imperiale (1630) e fu abbandonata sino al 1875.


http://www.mantovaducale.beniculturali.it
Orari: martedì/sabato  8.15/19.15
domenica e festivi       8.15/13.30  13.45/19.15
Costo: 12€ (comprendente anche il Castello di S.Giorgio, la Corte Vecchia e parte della Corte Nuova)
per i possessori di MANTOVA CARD + SABBIONETA si richiede 5,50€ aggiuntivi
1€ per la prenotazione (facoltativa) allo 041 2411897 (lunedì/venerdì 8.30/19.00 e sabato 9.00/14.00)
GRATIS prima domenica del mese

CONCLUSIONI
Questa bellissima camera è una delle opere più celebri del Quattrocento.
Grazie ad illusioni prospettiche sembra più grande di quanto in realtà sia, e gli sfondati dipinti la fanno sembrare un loggiato.
La decorazione pittorica è una celebrazione politico-dinastica.
Abbiamo prenotato una visita alle 9.00 del mattino, ed eravamo gli unici visitatori!
Abbiamo così goduto di una camera vuota e senza limitazioni di tempo (i 5' consentiti).
Poter prendersi tutto il tempo necessario per osservare ogni minimo dettaglio dell'opera è stato un vero privilegio!


Nessun commento:

Posta un commento