giovedì 16 novembre 2017

Il Palazzo Ducale di Mantova: la Corte Nuova (percorso di visita)


Il Palazzo Ducale di Mantova è composto da molti edifici costruiti in epoche diverse.
Non è facile orientarsi dentro questa "città nella città". 

La visita del palazzo si articola in Corte Vecchia, Castello di S.Giorgio e Corte Nuova, con orari di visita diversi.

Qui ripropongo il percorso di visita di Corte Nuova, avendo già dedicato un post alla generale evoluzione nel tempo del palazzo e altri post alle singole sezioni in cui è suddiviso il percorso di visita del complesso ducale.

l'Appartamento Grande di Castello con la Loggia di Eleonora (visti dal lago)
a sinistra il Castello di S.Giorgio e a destra la facciata dell'Appartamento Grande di Castello in Corte Nuova

ATTENZIONE: Dopo il sisma del 2012, la messa in sicurezza e il restauro degli ambienti danneggiati, è stata riaperta di nuovo al pubblico una prima parte del percorso nella Corte Nuova.
Rimangono ancora escluse la Galleria dei Mesi, la Galleria della Mostra e le stanze delle Metamorfosi.

Nel Cinquecento Palazzo Ducale subì un ampliamento nell'area prospiciente il Lago Inferiore e in quelle aree tra la Corte Vecchia e il Castello di S.Giorgio che erano rimaste ancora libere.

Quest'opera di ampliamento fu affidata a Giulio Romano (la cosiddetta Rustica, gli appartamenti intorno al Cortile dei Cani e la poi distrutta Palazzina della Paleologa) e al suo allievo e successore Giovan Battista Bertani (Cortile della Mostra o della Cavallerizza, interventi sulla Chiesa Palatina di S.Barbara e il Corridoio di collegamento tra Corte Vecchia e il Castello di S.Giorgio, il Prato di Castello o Piazza Castello).
Antonio Maria Viani completò l'opera, costruendo passaggi di collegamento e occupandosi di riarredare nel nuovo stile seicentesco gli appartamenti, che vennero poi rinnovati da Paolo Pozzo nel Settecento.

Per visitare la prima sezione di Corte Nuova restaura dopo il terremoto del 2012, bisogna entrare nel Castello di S.Giorgio e salire il cosiddetto Scalone di Enea, decorato da finti marmi.

Scalone di Enea 
Lo scalone è così chiamato perché conduce ad una grande sala (Sala di Manto,) decorata con dipinti che nell'Ottocento si pensava raffigurassero scene della storia di Enea.

All'interno delle sale che si andranno a visitare, è esposta la Collezione Statuaria greco-romana del Museo Statuario nato nel 1775 sotto la dominazione austriaca e avente sede alla Galleria del Palazzo degli Studi sino al 1915.
Dal 2000 la collezione è stata esposta in Corte Nuova.
E' questa una delle collezioni italiane più importanti e la principale dell'Italia Settentrionale.
La maggior parte delle opere d'arte provengono dalle collezioni dei Gonzaga, opere che decoravano le loro residenze: Palazzo Te, Palazzo di Marmirolo, Palazzo della Favorita, Palazzo Ducale di Sabbioneta.

La prima sala del percorso in Corte Nuova è la Sala di Manto.

Sala di Manto
Sala di Manto
La sala fa parte dell'Appartamento Grande di Castello o del Duca Guglielmo, posto tra il Castello di S.Giorgio e l'Appartamento di Troia,

L'Appartamento Grande di Castello, uno degli appartamenti più raffinati del Palazzo Ducale, nasce dall'adattamento di ambienti creati da Giulio Romano.

Fautori della realizzazione di questo appartamento furono Giovan Battista Bertani e poi, dopo la sua morte, Pirro Ligorio.

La Sala di Manto è il frutto dell'unificazione di ambienti del XV secolo attuata nel 1572 dal Bertani.
Il grande ambiente venne destinato poi dal duca Vincenzo ai ricevimenti e alle feste.
Qui venne ricevuto il re di Francia Enrico II (1574), vennero celebrati i matrimoni di Vincenzo Gonzaga con Eleonora de' Medici (1584) e di Francesco IV e Margherita di Savoia (1608).
Fu saccheggiata dagli Alemanni.
Nel Seicento era nota anche come Sala dei Tedeschi perché era sorvegliata da Alabardieri tedeschi.
La sala è coperta da un soffitto ligneo a cassettoni quadrati.

soffitto della Sala di Manto
particolare del cassettonato ligneo
La sala è decorata con otto riquadri separati da lesene che racchiudono pitture ad olio su muro, attribuite a Lorenzo Costa il Giovane, dedicate alle origini della città e alla celebrazione dei Gonzaga.
Manto, figlia dell'indovino Teresia, fuggita da Tebe, si rifugiò in un luogo palustre e con le sue lacrime formò un lago, le cui acque conferivano capacità profetiche a chi le beveva. Va in sposa alla divinità fluviale Tybris (Tevere) re dei Toscani.
Dalla loro unione nasce Ocno che nel mezzo di quel lago fonda una città e la chiama Mantua in onore della madre...
La fondazione di Mantova è riportata da Virgilio  (Eneide X, 198-200) e da Ovidio (Metamorfosi VI, 157 e seguenti).
Anche Dante Alighieri nel XX Canto dell’Inferno della Divina Commedia cita le origini leggendarie di Mantova.

Le uniche scene della sala ancora ben leggibili sono l'Approdo di Manto e il Convito di Manto.
Segue la Costruzione delle mura di cinta di Mantova e tre scene che illustrano la costruzione di due porte cittadine, Leona, Pradella, e del Ponte dei Mulini.
Le altre due tele sono molto rovinate: Ludovico Gonzaga intento a dirigere l'erezione del muro di difesa della reggia e Federico II Gonzaga presiede ai lavori di fortificazione di Mantova progettati dall'ingegnere militare Alessio Beccaguto.


Sala di Manto: l'Approdo di Manto
Sala di Manto: il Convito di Manto
Sala di Manto: il Ponte dei Mulini
Sala di Manto: Costruzione di Porta Leona
Sala di Manto: Ludovico Gonzaga intento a dirigere l'erezione del muro di difesa della reggia
Sala di Manto: Costruzione delle mura di cinta di Mantova
Sala di Manto: Costruzione di Porta Pradella
Iacopo d'Ughetto realizzò invece i pannelli in stucco.

stucchi della Sala di Manto
Sono qui esposte alcune statue antiche:

statua femminile acefala (IV sec.a.C.)
Atena Parthenos (copia romana da originale greco del V sec.a.C.)

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La sala adiacente alla Sala di Manto è la Sala dei Capitani.

Sala dei Capitani
Questo grande ambiente era dedicato alla celebrazione dei primi Gonzaga Signori di Mantova, da Luigi Gonzaga in poi.

Dei grandi teleri non vi è più traccia.
Luigi Gonzaga riceve il giuramento delle autorità cittadine  di Bernardino India è una composizione  dipinta a secco che ripropone una di quelle originali, ma posteriore.

Luigi Gonzaga riceve il giuramento delle autorità cittadine (Bernardino India)
Nel centro del dipinto sono raffigurati il nano Frambaldo e il gigante Guglielmone.

particolare dell'affresco: il nano Frambaldo
particolare dell'affresco: il gigante Guglielmone (s'individua il braccio con bastone nella parte dell'affresco rovinata)
Il soffitto ligneo cassettonato e il camino sono attribuiti al Bertani.
Nella parte bassa delle pareti vi sono specchiature a forme geometriche a finto marmo, che includono anche il camino. 


camino della Sala dei Capitani
Le figure a stucco agli angoli della sala, realizzate da Iacopo d'Ughetto, raffigurano i quattro Capitani Gonzaga: Luigi, Guido, Ludovico I e Francesco I.

figure a stucco con i quattro Capitani gonzaga Signori di Mantova
figure a stucco con i quattro Capitani gonzaga Signori di Mantova
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L'ultima ala visitabile per il momento dell'Appartamento Grande di Castello è la Sala dei Marchesi.

Sala dei Marchesi
Questa sala era dedicata all'imprese di Gian Francesco, Ludovico II, Federico I e Francesco II, marchesi di Mantova.

Un ciclo di quattro tele realizzate da Jacopo Tintoretto, i cosiddetti Fasti Gonzageschi  (1579), li celebravano.

Ludovico II Gonzaga sconfigge i Veneziani nella Battaglia dell'Adige (copia da Tintoretto)
Giovanni Francesco Gonzaga nominato marchese di Mantova (copia da Tintoretto)
Federico I Gonzaga libera Legnago dall'assedio degli Svizzeri (copia da Tintoretto)
Francesco II Gonzaga alla Battaglia del Taro (copia da Tintoretto)
I dipinti vennero tolti dalla loro collocazione originale nel XVII secolo, ma lasciarono Mantova con la fuga a Venezia dell'ultimo duca di Mantova Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers.
I teleri riapparvero nel 1748 nella collezione dei Wittelbach allo Schloss Schleißheim.
Oggi si trovano alla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera.                              Quelle esposte nella sala sono riproduzioni.
Questa grande sala presenta su un cornicione che corre lungo le pareti figure allegoriche in stucco (per esempio la Geometria e l'Architettura) e sculture che ritraggono i marchesi e le loro mogli, opera di Francesco Segala.

figure allegoriche e ritratti dei marchesi Gonzaga
figure allegoriche e ritratti dei marchesi Gonzaga
Lo scultore realizzò anche il soffitto ligneo intagliato.

soffitto ligneo della Sala dei Marchesi
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La Sala di Manto era anche la sala d'ingresso dell'Appartamento di Troia realizzato tra il 1536 al 1539 da Giulio Romano per Federico II Gonzaga, primo duca di Mantova.
Questo appartamento prende nome dalle raffigurazioni della sua sala principale, la sala delle udienze.
Con il matrimonio con Margherita Paleologo (1531) il Duca Federico venne in possesso del Monferrato e divenne il successore dei discendenti degli imperatori bizantini.
Le decorazioni di questo appartamento glorificano il potere del duca.
La prima sala dell'appartamento è la Camera dei Cavalli, dalla singolare forma a trapezio irregolare.

Camera dei Cavalli
Nei riquadri delle pareti(oggi vuoti) si trovavano i ritratti dei cavalli cari al duca, dipinti da Rinaldo Mantovano.

cornici di un riquadro della Camera dei Cavalli
Al centro del soffitto ligneo a cassettoni (con lacunari diversi tra loro per dare l'impressione di regolarità alla sala), si trova la Caduta di Icaro, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio.
L'opera è di un allievo di Giulio Romano, su disegno del maestro.

Caduta di Icaro (XVI sec. - allievo di Giulio Romano su disegno del maestro)
In alcuni lacunari del soffitto sono rappresentate nature morte.

lacunari del soffitto con nature morte
L'affresco su una parete che rappresenta il Monte Olimpo su un labirinto d'acqua (1530), di gusto nordico e antecedente ai lavori realizzati da Giulio Romano, fu scoperto negli anni Venti del Novecento.

Monte Olimpo su labirinto d'acqua (1530)
In quest'ambiente sono raccolte opere antiche d'arte greca:

opere d'arte greca nella Sala dei Cavalli
opere d'arte greca nella Sala dei Cavalli
stele funeraria con Giovane in posa eroica (arte greca del II sec.a.C.)
Lautrophoros di Aristide (arte greca del IV sec.a.C.)
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Il giardino pensile che si vede dalla Camera dei Cavalli viene chiamato Cortile dei Cani.

loggetta e Cortile dei Cani
E' uno spazio circoscritto tra l'Appartamento di Troia e l'Appartamento del duca Guglielmo.
Viene così chiamato per una lapide murata nel muro di fronte alla loggetta che ricorda "Oriana cagnolina celeste".

La loggetta presenta tre fornici ed ha una decorazione in stucco con grottesche.
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La Camera delle Teste  prende il nome dai dodici busti di condottieri e uomini politici dell'epoca che si trovavano posto in clipei nella parte alta delle pareti della sala.

Camera delle Teste
I busti (exampla virtutis), dei quali rimane solo l'iscrizione sul basamento, furono realizzati da Alfonso Lombardi Cittadella da Ferrara.

decorazione pittorica con clipei della camera
basamento con l'iscrizione di Alfonso d'Este duca di Ferrara
Anselmo Guazzi realizzò invece la decorazione pittorica e a stucco che comprende anche riquadri con rappresentazioni di divinità classiche.

decorazione con piccoli riquadri in stucco con divinità
particolarità della decorazione a stucco di una divinità (Minerva)
Al centro del soffitto Rinaldo Mantovano ha dipinto Giove in Trono, metafora del potere politico: da Carlo V dipendono principi e governanti come da Giove le divinità.
Federico II, capo delle truppe imperiali in Italia, fu da Carlo V elevato alla dignità di duca nel 1530.
Ma il Giove rappresentato assomiglia anche molto ai ritratti di Federico II!

Giove in Trono (Rinaldo Mantovano)
.Tra le opere antiche qui conservate:

a sinistra: Uomo togato (arte neoattica)
Menade e Satiro danzante (arte romana del II sec.a.C.)
Menade e Satiro danzante (arte romana del I sec.a.C.)
in alto: Vittorie alate (Giulio Romano) / in basso: Sarcofago con il mito di Endimione
Le due Vittorie che annotano su scudi le gesta dei personaggi effigiati poste un tempo in questa sala ai lati del camino, sono opera di Giulio Romano.
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Seguendo il percorso di visita s'accede al Camerino dei Cesari.

Camerino dei Cesari
Questo ambiente, decorato con grottesche e cornici in stucco da Giulio Romano, ospitò le tele di Tiziano Vecellio realizzate tra il 1537 e il 1538.
Le tele rappresentavano i Cesari.

copie delle tele dei Cesari di Tiziano
Le tele oggi qui esposte sono copie cinquecentesche: le tele originali vennero infatti distrutte durante l'incendio che colpì nel 1734 l'Alcazar di Madrid dove erano conservate.

copia di una tela dei Cesari di Tiziano
copia di una tela dei Cesari di Tiziano
Nelle otto nicchie decorate in stucco erano invece esposte statue di divinità.
Anche la parte inferiore delle pareti era un tempo ornata da tele che raffiguravano episodi della vita di imperatori e soldati a cavallo.
L'affresco sulla volta rappresenta Diana circondata dalle personificazioni dei venti.

Camerino dei Cesari: Diana circondata dalle personificazioni dei venti
Qui si trova una testa di Dioscuro (arte romana del II secolo a.C.).

Testa di Dioscuro (arte romana del II sec. a.C.)
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Segue il Camerino dei Falconi che prende il nome dalla raffigurazione dei falconi cari a Federico ritratti in dodici lunette da Rinaldo Mantovano (1536).

volta del Camerino dei Falconi
Il centro del soffitto è occupato dall'affresco del Ratto di Ganimede inscritto in un tondo in stucco, affiancato da altre due piccole scene: Tarquinio che uccide Lucrezia e Ippo che abbandona una barca tuffandosi in acqua.
Grottesche e amorini volteggianti sono raffigurati sui pennacchi e le vele della volta.

I fratelli Mola avevano realizzato, su disegno di Giulio Romano, un apparato ligneo per esporre altri dipinti.
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La Sala di Troia è la sala delle udienze di Federico II che dà il nome a tutto l'appartamento.

Sala di Troia
Benedetto Lampridio da Cremona è l'autore del programma iconografico e della selezione delle scene della guerra tra Troiani ed Achei, tratte dall'Iliade di Omero e dalle Fabulae di Igino.

La volta a padiglione è del 1537 ed è stata dipinta nel 1538 da allievi di Giulio Romano su suoi disegni.

volta della Sala di Troia
Mentre sulle pareti gli episodi sono racchiusi in riquadri, nella volta la battaglia è illustrata in un continuum epico.

Il centro della volta è occupato da Giove, Giunone, Ganimede e Venere (o da Demetra-Cerere salvata dal fratello).

centro della volta: Giove, Giunone, Ganimede e Venere (o Demetra-Cerere e il fratello)

Tra le nubi vi sono Vulcano, Minerva, Diana e due Vittorie alate.

Vittorie alate
Vulcano
Tra i personaggi raffigurati nella battaglia si è voluto riconoscere:

Agamennone da un carro getta una lancia contro Hodio posto su una biga 

Agamennone getta una lancia contro Hodio
Diomede chiede ad Atena di curargli la ferita inflittagli da Pandaro, mentre l'amico Stenelo cerca di
   estrargli dalla scapola la punta della freccia

Diomede chiede ad Atena di curargli una ferita
Diomede colpisce Enea con un grosso sasso e viene soccorso da Apollo

Diomede colpisce Enea con un grosso sasso
- Menelao (o Aiace Telamonio) sorregge il corpo nudo di Patroclo

Menelao (o Aiace Telamonio) sorregge il corpo nudo di Patroclo
Un sottile cornicione in stucco dorato divide la volta delle pareti.
Sulle pareti, nei riquadri, si susseguono gli eventi che scatenarono la guerra di Troia:

- il Ratto di Elena

Ratto di Elena
- il Sogno di Ecuba

Sogno di Ecuba
- il Giudizio di Paride

Giudizio di Paride
- Teti consegna le armi ad Achille

Teti consegna le armi ad Achille
- la Costruzione del Cavallo di Troia

Costruzione del Cavallo di Troia
- Vulcano forgia le Armi di Achille

Vulcano forgia le Armi di Achille
- Laoconte e i Figli soffocati dai Serpenti

 Laoconte e i Figli soffocati dai Serpenti
- Aiace Oileo fulminato sullo scoglio

Aiace Oileo fulminato sullo scoglio
Si ripetono nell'affresco le rappresentazioni di una Vittoria alata che scrive le gesta degli eroi su uno scudo.
Fregi con affreschi di bottini di guerra incorniciano anche le finestre.
La stessa decorazione si trovava sulle spalliere lignee che rivestivano le parti inferiori delle pareti, dove vi erano armadi lignei che contenevano collezioni d'arte.

In questa sala le opere antiche esposte sembrano dialogare con gli affreschi sovrastanti:

frammento di sarcofago con Mito di Adone (arte romana del II sec.d.C.)
frammento di sarcofago con la Leggenda di Medea (II sec.d.C.)
sarcofago con coperchio con Scene si vita di un personaggio romano con simboli delle sue virtù (arte romana del II sec.d.C.)
frammento di sarcofago con Le Fatiche d'Ercole
Lotta tra Greci e Amazzoni (arte romana del II sec.d.C.)
frammento di sarcofago con Scena del sacco di Troia (arte romana del II sec.d.C.)
frammento di sarcofago con Troiane piangenti (arte romana del II sec.d.C.)
frammento di sarcofago con Achille nell'atto di aggredire Troilo (arte romana del II sec.d.C.)
Legionario romano (arte romana)
Uomo con lorica (arte romana)

http://www.mantovaducale.beniculturali.it
Orario:
martedì/sabato
8.15/19.15    Castello di S.Giorgio con la Camera degli Sposi 
                      Corte Vecchia con l'Appartamento di Isabella
                      prima sezione di Corte Nuova

Domenica e festivi
 8.15/13.30    Castello di S.Giorgio con la Camera degli Sposi
13.45/19.15   Castello di S.Giorgio con la Camera degli Sposi 
                      Corte Vecchia (senza l'Appartamento di Isabella)
                      prima sezione di Corte Nuova

Costo: 12€    biglietto collettivo



CONCLUSIONI
L'allestimento museale di quest'ala del Palazzo Ducale, è un continuo gioco di rimandi tra le pitture di Giulio Romano e l'arte antica che fu d'ispirazione e modello al maestro.
Qui si può riscontrare la passione dei duchi di Mantova per l'antichità.
Ora bisogna aspettare che le sale di Corte Nuova, un tempo aperte al pubblico, tornino a splendere dopo il restauro e la messa in sicurezza, e allora sarà ancora per noi un piacere cogliere l'occasione per ritornare a Mantova.




4 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravissima davvero e utilissimo, ben spiegato, pieno di dettagli , una fonte molto attendibile e documentata grazie
Anna

Raffaella ha detto...

Grazie Anna!
Sono felice di esserti stata utile!

Unknown ha detto...

Magnífica explicación, detallada y bien informada. Muchas gracias

Anonimo ha detto...

Thank you, Madam !

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