lunedì 1 giugno 2015

Cortona: la sua storia, i suoi palazzi e i suoi musei


SITO TURISTICO                         www.cortonaweb.net
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UFFICIO TURISTICO                   Piazza Signorelli 9

Cortona, piccolo borgo toscano della Valdichiana in provincia di Arezzo, ha origini leggendarie.i

Secondo Virgilio la città venne fondata dal mitico Dardano, figlio di Giove (o di Atlante) e di Elettra, che fondò anche la città di Troia.
Dardano, secondo quello che si legge nell'Eneide, nacque in questa zona e qui, durante un combattimento, il suo elmo venne colpito da una lancia.
L'elmo non fu più ritrovato e un indovino disse che era stato inghiottito dalla Madre Terra perché in quel luogo sarebbe dovuta sorgere una città con torri, forte come l'elmo di Dardano.
Furono quindi costruite da Dardano nuove mura e la città prese il nome di Corito (="elmo"), da cui deriva il nome di Cortona.

Un'altra leggenda fa risalire le origini di Cortona ai tempi di Noè: dopo il Diluvio Universale il patriarca, navigando sul Tevere, sarebbe arrivato in Valdichiana e qui si sarebbe stabilito per alcuni anni.
A edificare Cortona sarebbe stato Crano, uno dei figli di Noè, e il suo regno, per la presenza di molte torri, venne chiamato Turrenia.

Cortona, probabilmente centro fortificato degli Umbri, fu tra l'VIII e il VII secolo a.C. una Lucumonia etrusca (una città-stato con leggi proprie e battente moneta).

Gli Etruschi nel IV secolo a.C. costruirono mura possenti in blocchi di pietra arenaria locale, lunghe tre chilometri, dello spessore anche di 3m, e in alcuni punti alte 4m, ancor oggi visibili, essendo state utilizzate come base per l'edificazione dei tracciati di quelle romane e medievali.

mura etrusche presso Porta Bifora
cinta muraria presso Porta Montanina
Unica porta delle mura etrusche ad esserci giunta è la Porta Bifora (o Ghibellina), dalla quale parte Via Ghibellina.

Porta Bifora o Ghibellina
Originariamente la porta era ad unico fornice(posto a nord dell'attuale).
Nel II secolo a.C. venne aperta una nuova porta a due fornici coperti ad arco, con controporta verso l'interno.
Il lastricato interno della controporta senza invasi per i carri ha suggerito l'ipotesi che la porta avesse una funzione cerimoniale.
Ad essa arrivava la strada dalle necropoli ellenistiche.

Culsans e Selvans (III sec a.C. - MAEC)
Inoltre sono state trovate nelle vicinanze le statuette bronzee delle divinità protettrici della porta (III secolo a.C.), Culsans (divinità bifronte protettrice dell'interno porta) e Selvans (dell'esterno): i due fornici quindi avevano uno la funzione di entrata e uno d'uscita.
Le statuette sono conservate nel MAEC, Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona.

lastricato interno della porta
interno della porta












Nel periodo tardo-antico (V/VI secolo d.C.), la porta è stata ridotta ad un unico fornice.
Il 2 febbraio 1258 i Ghibellini aretini e i Guelfi cortonesi esiliati entrarono con l'inganno in città e misero Cortona a ferro e fuoco: per questo la porta, che per questo avvenimento viene chiamata anche Ghibellina, sarebbe stata chiusa. 



Le altre porte che si aprono nell'attuale cinta muraria sono:

- la Porta Santa Margherita (XIX secolo), che consentiva l'accesso al Santuario di Santa Margherita.
- la Porta Montanina (XIII secolo), caratterizzata dalla presenza di quattro archi, ognuno di essi più rientrato del precedente.

Porta Montanina (interno)
Porta Montanina (esterno)
- la Porta Santa Maria, da essa parte Via Roma.


Porta Santa Maria (esterno)
Porta Santa Maria (interno)
























- la Porta Sant'Agostino o Guelfa (III secolo d.C.). Da essa parte Via Guelfa.

Porta Sant'Agostino (interno)
Porta Sant'Agostino (esterno)

- la Porta Colonia, costruita forse in epoca romana
- la Porta Berarda, porta medievale, chiusa probabilmente dai Medici.
Si ricorda che Santa Margherita, cacciata dalla casa paterna, entrò in Cortona da questa porta nel 1272.

Porta Bernarda

dedica a S.Margherita








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Gli Etruschi costruirono a Cortona anche monumentali sepolcri a tumolo chiamati per la loro forma "Meloni", di cui se ne  sono conservati alcuni esempi nella campagna alle porte della città.

Noi abbiamo visitato il Tumulo II del Sodo.

ricostruzione del Tumolo II del Sodo
Tumulo II del Sodo
Questo sepolcro dal diametro di 60m, costruito tra il 580 e il 570 a.C. ha mantenuto un monumentale tamburo costruito con grossi blocchi squadrati posti fu quattro filari, con modanature a toro e a becco di civetta.

Tumulo II del Sodo
Il tumulo conteneva due camere sepolcrali con numerose sepolture.
Furono costruite una nel 580 a.C. (tomba I) e l'altra nel 480/460 a.C. (tomba II), e furono scoperte a sessantatre anni l'una dall'altra (1928 e 1991).

Tumulo II del Sodo
Un lungo dromos (corridoio) precede la tomba I, di tipo orientaleggiante, articolata in due atri rettangolari da cui si accede alla camera sepolcrale posta su fondo e a sei celle poste lateralmente.

tomba I
Il corredo funerario di questa tomba comprendeva buccheri chiusini, ceramica attica, e una fibula in oro ad arco configurato in pantera accovacciata (VI secolo a.C.). 

La tomba II è meno complessa: un corto dromos introduce a due camere affiancate e divise da spallette, con banchine addossate ai muri perimetrali, sui quali trovavano posto quattro sarcofaghi in pietra, e un altro sarcofago si trovava fondo alla seconda cella.
Vi erano anche cinque urne funerarie.  

ingresso tomba II
Da questa tomba proviene un corredo funerario costituito 150 pezzi di oreficeria, uno stilo scrittoio in bronzo, uno strigile, un parte di strumento musicale in osso ed elementi di arredo.

Nella parte anteriore, opposta alle tombe, il tumulo aveva un podio-altare, coevo alla tomba II.

podio-altare del Tumulo II del Sodo
Questa piattaforma a pianta rettangolare, decorata da palmette a tutto tondo, aveva una funzione cerimoniale (prothersis = pubblica esposizione del defunto).
Era accessibile tramite sei gradini, con ante costituite da blocchi scolpiti con raffigurazioni di lotta tra fiere e due guerrieri armati di pugnale (= lotta tra la vita e la morte).

particolari decorativi del podio-altare del Tumulo II del Sodo
palmette decorative del podio-altare del Tumulo II del Sodo
E' questa l'unica tomba etrusca che conserva in situ un altare con elementi strutturali decorati nel VI secolo a.C. e ispirati a modelli ionici (testimonianza dei  contatti con l'Asia Minore e la città di Troia).

particolare decorativo del podio-altare - MAEC
Sulla sommità del tumulo poi vi era un sacello di cui si sono ritrovati solo frammenti architettonici in terracotta.
Intorno al sepolcro furono trovate 17 tombe a fossa ad inumazione, con copertura a "cappuccina" con casse lignee, risalenti a due epoche diverse:
le più recenti sono del I secolo d.C.

sarcofaghi dei Tumuli del Sodo - MAEC
I corredi tombali recuperati dallo scavo sono conservati all'interno delle sale a questo sito dedicate del MAEC (Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona).

corredi funerari del Tumulo II del Sodo -MAEC
corredi funerari del Tumulo II del Sodo - MAEC
Il sito è visitabile esternamente, e dal giorno dopo la nostra visita incominciava una nuova campagna di restauro.
Orario:  martedì/domenica   8.30/13.30
Costo:   GRATIS

Il Tumulo I (sulla riva sinistra del Rio di Loreto), distante pochi metri dal Tumulo II, è visitabile solo su prenotazione (0575 612565 mercoledì, sabato e domenica).

Nei dintorni di Cortona si sono trovate altre tombe : il Tumulo di Camucia (a pianta circolare del VII secolo a.C.), la Tanella di Pitagora (tomba di gusto ellenico forse del II secolo a.C.), la Tanella Angori (II secolo a.C.).

corredi del Tumulo di Camucia - MAEC
particolare del letto funebre "lastra delle piangenti" (dalla tomba B del Tumulo di Camucia - VI secolo a.C.) - MAEC
A Cortona è stata ritrovata una tra le più lunghe iscrizioni (quaranta righe) in lingua etrusca: la Tabula Cortonensis (II secolo a.C.). 

Tabula Cortonensis (a destra nella vetrina) - MAEC
E' una lamina in bronzo, che nell'antichità venne ridotta in otto pezzi (di cui uno è andato perduto), iscritta su entrambe le facciate e riguardante un atto giuridico di vendita di terreni. 

Questa tavola viene custodita al MAEC, come anche il cosiddetto lampadario etrusco, opera in bronzo del IV secolo a.C.

lampadario etrusco

Il lampadario, che pesa 57 kg e misura 60 cm di diametro, fu realizzato con la tecnica della "cera persa" e doveva illuminare un luogo di culto.

La parte superiore è costituita da un recipiente che conteneva l'olio, bordato da dentelli e collegato a sedici beccucci (dove vi erano le fiammelle), alternati a sedici protomi di Acheloo.
Il lampadario veniva appeso al soffitto tramite un fusto conico ornato da palmette.
calco della parte inferiore del lampadario etrusco
Molto complessa è la parte inferiore del lampadario: esternamente sedici figure accovacciate (8 sirene e 8 sileni itifallici), sotto ai sileni vi sono delfini ed onde, nella fascia più interna 12 belve che a gruppi di quattro lottano con un altro animale e al centro un gorgoneion, con la bocca aperta e la lingua di fuori, e la testa circondata da serpentelli.

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Alla fine del IV secolo a.C. Cortona passò sotto l'influena romana.
Nel 310 a.C. Cortona, alleatasi con Arezzo e Perugia contro Roma, fu sconfitta dai Romani.
Confederatasi da allora con Roma, il 21 giugno 217 a. C. dovette assistere durante la seconda guerra punica alla sconfitta dell'esercito romano (dove morono il console Gaio Flaminio e 15.000 Romani), ad opera dei Cartaginesi di Annibale, sulle rive del non distante lago Trasimeno.

 Lago Trasimeno (visto da Cortona)
Nell'82 a.C., durante la guerra civile, Cortona si schierò dalla parte di Mario, e dovette subire perciò la repressione di Silla.

Costruita nel I secolo a.C. è la Villa Romana ritrovata ad Ossaia (una frazione di Cortona), in cui si identificano tre fasi di occupazione.

mosaico della Villa Romana di Ossaia
mosaico della Villa Romana di Ossaia
Nel MAEC sono esposti i reperti provenienti da questo scavo: un mosaico policromo raffigurante due animali feroci e uno a disegno geometrico, un gliradium (un orcio in terracotta per allevare i ghiri), laminette in bronzo con ritratti imperiali e oggetti ornamentali personali in bronzo e in osso.

reperti della  Villa Romana di Ossaia (glirarium per l'allevamento dei ghiri a sinistra) - MAEC
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Nel III secolo d.C. Cortona divenne probabilmente sede vescovile.
Dopo la caduta dell'Impero Romano iniziò per Cortona un periodo di decadenza: la città venne governata dai Goti e poi subì l'invasione dei Longobardi, alla quale pose termine Carlo Magno nel 774.

Dopo il periodo buio dell'Alto Medioevo, Cortona nel XIII secolo diviene un libero Comune, tendenzialmente ghibellino.
Nel 1258 però i guelfi aretini occuparono la città.
Tre anni dopo i ghibellini cortonesi scappati da Cortona fecero rientro in città.

Piazza della Repubblica fino al XII/XIII secolo formò con Piazza Signorelli un'unica piazza, il Foro etrusco-romano, dove s'intersecavano il Cardo e il Decumano massimo.
La costruzione in questo periodo di nuovi edifici diede origine alle due piazze distinte.

Uno di questi edifici fu il Palazzo del Comune.

Palazzo del Comune
Costruito inizialmente più piccolo, fu poi ampliato e vennero aperte bifore e trifore sul fianco destro del palazzo.

La facciata del palazzo includeva due archi sotto i quali passavano la Via Ghibellina e la Via Roma.
Tra i due archi poi si aprivano due portali a tutto sesto.

Palazzo del Comune e archi di Via Ghibellina (a sinistra) e di Via Roma (a destra)
Nel 1508 fu messo, su di una colonna sul lato destro del palazzo, vicino ad una scala che porta alla Sala del Consiglio,  il Marzotto (il leone fiorentino), in pietra serena.
Sul lato esterno del palazzo sono stati appesi stemmi, il Magister Titulus e lapidi.

lato esterno del Palazzo del Comune con scala di accesso alla Sala del Consiglio
Marzocco
La monumentale scala di 24 gradini fu aggiunta nel XVI secolo, come anche l'ampliamento del lato sinistro del palazzo e l'innalzamento della torre con orologio.
La merlatura della torre fu aggiunta nel 1896.

campane e merlatura della torre
torre del Palazzo del Comune
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Sempre in Piazza della Repubblica, sul lato opposto al Palazzo del Comune, si trova il Palazzo del Capitano del Popolo.

Piazza della Pescheria (a sinistra Palazzo del Capitano del Popolo...si vede poco, lo so!)
Il palazzo venne costruito nel XIII secolo ed era la sede del Capitano del Popolo, sino al 1411 quando, essendo Cortona passata sotto la Repubblica fiorentina, il palazzo ospitò degli uffici amministrativi.

Nel XVI secolo il palazzo venne donato al cardinal Passerini, e da allora venne chiamato Palazzo Passerini.
Il cardinale fece abbassare la torre e togliere le campane, e fece decorare l'interno.
Il palazzo ospitò nel 1515 Papa Leone X.
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Piazza della Repubblica
Davanti al palazzo, sulla piccola Piazza della Pescheria, si trova una loggia del XVII secolo a due arcate, una sorta di balcone su Piazza della Repubblica.

loggia del XVII secolo (oggi dehors di un ristorante)
Il parapetto della loggia poggia sul sottostante loggiato trecentesco a sei arcate (di cui solo cinque individuabili), di conci in pietra ricoperte da un tetto, oggi divenute delle botteghe.

loggiato trecentesco e loggia del XVII secolo
Accanto al loggiato si trova Palazzo Salvini.

Palazzo Salvini
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Dopo le case-torri medievali, caratterizzate da un vano su ognuno dei tre piani delle abitazioni (come se ne trovano in Via Ghibellina e in Via S.Marco), a Cortona nel XIV secolo si costruirono le case la cui facciata, a livello del primo piano, era a sbalzo sopra la via.
Se ne possono ancora vedere in Via Jannelli e in Via S.Benedetto.

case-torri di Via Ghibellina
case di Via Jannelli
case di Via Jannelli
Via Jannelli
Via Jannelli
Via S.Benedetto
Cortona è ricca di scorci su vicoli e strette vie medievali, ed ogni angolo di strada offre uno sguardo sul passato della città.

Ancora si possono vedere antiche fonti pubbliche.

antica fonte in Via S.Benedetto
antica fonte in Via S.Benedetto


Ancora si possono vedere le entrate delle botteghe medievali, dove ancor oggi si vendono prodotti artigianali locali, oggetti e mobili d'antiquariato, o sono state trasformate in gallerie d'arte.

entrata di bottega medievale
entrata di bottega medievale
Palazzi degni di nota sono quelli che s'incontrano in Via Roma (al n°26 Palazzo Quintani del XIII secolo - al n°38 Palazzo Uccelli del XVII secolo), in Via Guelfa (al n°15 Palazzo Baldelli del XVI secolo, oggi trasformato in un albergo - al n°4 Palazzo Cristofanello-Laparelli del XVI secolo), in Via Nazionale (al n°70 Palazzo Venuti del XVI secolo - al n°6 Palazzo Alfieri-Alticozzi del XIII secolo).

Palazzo Quintani (del XIII sec. Via Roma n°26)
Palazzo Baldelli (quello con le bandiere - del XVI secolo Via Guelfa n°15)
Palazzo Venuti - (del XVI secolo Via Nazionale n°70)
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Piazza Signorelli
Dal 1325 al 1409 la Signoria di Cortona fu governata dalla famiglia Casali.
Il prestigioso Palazzo Casali, di questa illustre famiglia, svetta in Piazza Signorelli.

Palazzo Casali (MAEC)
resti di muro etrusco sotto Palazzo Casali






Il palazzo conserva nelle sue fondamenta i resti del muro di terrazzamento della fondazione della piazza centrale della città in epoca etrusca.
Il muro, lungo 15 m, è costituito da conci sbozzati di arenaria a secco.



Il palazzo, un condensato di epoche diverse, fu costruito nel XIII secolo.
La facciata a tre piani con finestre (un mezzanino e due piani superiori), è del XVII secolo ed è caratterizzata da un bugnato angolare, da cornicioni marcapiano e da tre porte, di cui quella centrale più imponente.

facciata del Palazzo Casali
Dal 1411 fu sede dei commissari fiorentini: sul fianco destro del palazzo sono stati affissi numerosi stemmi dell'epoca.

stemmi sul fianco destro di Palazzo Casali
Altri stemmi si trovano nel cortile: sulla parete destra lo stemma rappresenta il Toson d'Oro di Francesco dei Medici, governatore della città nel 1570.
Nel cortile si trovano anche due scalinate che portano alla biblioteca e ai piani superiori.

cortile di Palazzo Casali con stemma del Toson d'Oro
stemmi e fontana del cortile di Palazzo Casali
Si trova nel cortile anche una fontana in pietra serena (1539/1540), fatta costruire da Bettino Ricasoli.
 
Il palazzo fu anche una prigione, la sede della Prefettura e un Comando dei Carabinieri.

busto di Marcello Venuti



Nel 1727 il granduca Giangastone dei Medici concesse alcune stanze del palazzo all'Accademia Etrusca fondata dai fratelli Marcello, Ridolfino e Filippo Venuti.
Si allestirono così una Biblioteca e un Museo, grazie inizialmente alle donazioni dell'abate Onofrio Baldelli, seguite poi da altre acquisizioni di oggetti ed opere d'arte.


















Dal 2005 Palazzo Casali è divenuto la sede del MAEC : Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona.

Il complesso museale raccoglie reperti preistorici, etruschi, romani, e oggetti del collezionismo del Settecento e dell'Ottocento.


Durante la scrittura di questo post ho già citato alcuni ritrovamenti e opere d'arte antiche racchiuse nel museo.
Mi limiterò ora a descrivere le sale del museo e qualche capolavoro in esse custodito, non ancora da me menzionato.

riassunto dei capolavori esposti nel Museo dell'Accademia Etrusca

La visita incomincia nei due piani sotterranei del palazzo.
Ha inizio naturalmente con una raccolta di alcuni fossili e con una sala dove sono state raccolte le testimonianze preistoriche dell'area di Cortona.

Paleoambiente della Valdichiana
Nelle sale seguenti sono esposti i corredi funerari delle tombe etrusche dei Tumuli del Sodo e del Tumulo di Camucia, la "lastra delle piangenti", la Tabula Cortonensis, e i ritrovamenti della Villa Romana di Ossaia, già tutti citati.

Sala Cortona preistorica
Sala Cortona arcaica
Sala Cortona etrusca
Sala Cortona romana

Si sale poi al primo piano, dove si articola in varie sale il Museo dell'Accademia Etrusca.

La prima sala è la Sala del Medioevo cortonese.

Sala del Medioevo cortonese
Tra le opere qui raccolte si trovano la Croce Viaria (XII secolo), un arco di ciborio del IX secolo, la Vergine orante (un mosaico di tipo bizantino del XIII secolo), il trittico Madonna con Bambino e Santi (di Bicci di Lorenzo), la Madonna in trono col Bambino e angeli (Mariotto di Nardo), frammenti del Polittico con otto Santi (opera della cerchia di Spinello Aretino del XV secolo), S.Zanobi e S.Benedetto (XIV secolo) e S.Atanasio e S.Antonio abate (XIV secolo) di Niccolò di Pietro Gerini.

Madonna con Bambino e Santi - Bicci di Lorenzo
Madonna orante (XIII secolo)
Croce Viaria (XII secolo)
arco di ciborio (IX secolo)
da sinistra: Madonna in trono con Bambino e angeli (Mariotto di Nardo) - S.Atanasio e S.Antonio abate (Nicolò di Pietro Gerini) - S.Zenobi e S.Benedetto (Niccolò di Pietro Gerini)
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Segue la Sala del Lampadario Etrusco, una sala circolare appositamente strutturata per apprezzare i particolari di quest'antica opera etrusca del IV secolo a.C. (già descritta).
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Si accede poi nella Sala del Biscione.

Sala del Biscione
La sala, con tetto a capriate e attigua loggia, prende il nome dal "biscione" dello stendardo dell'arcivescovo di Milano Giovanni Visconti, che probabilmente era qui presente un tempo.

loggia della Sala del Biscione
vetrina con vasellame








Nelle belle vetrine lignee vengono conservati buccheri, ceramica ellenistica a vernice nera, bronzetti votivi (VII/I secolo a.C.), oggetti di uso quotidiano, urne cinerarie, vasellame etrusco, greco ed italico, e le già citate statuette bronzee di Selvans e Culsans della Porta Bifora.


Sala del Biscione
Sala del Biscione
Anche le pareti accolgono opere d'arte: la Madonna col Bambino Benedicente e S.Giovannino (Pinturicchio), la Madonna con Bambino e i Santi protettori di Cortona (Luca Signorelli), Madonna con Bambino (Bartolomeo della Gatta), la Madonna con Bambino tra i Santi Giacomo, Giovanni Battista, Francesco e Stefano papa (Pietro da Cortona).

Madonna con Bambino Benedicente e S.Giovannino - Pinturicchio
Madonna con Bambino e i Santi protettori di Cortona - Luca Signorelli
Madonna col Bambino - Bartolomeo della Gatta
Madonna col Bambin e i Santi - Pietro da Cortona

opera momentaneamente a Roma




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Si può poi entrare nella Galleria.

Galleria
Questa galleria era l'ingresso originario del Museo e dell'Accademia Etrusca.
Al centro della sala vi sono due globi del XVIII secolo, uno terrestre e l'altro celeste.

globi della Galleria
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Le successive cinque sale sono chiamate Sale Tommasi.
Queste stanze sono allestite con lasciti e pezzi d'arredamento della famiglia Tommasi .

Sala Tommasi
arredamento della camera da letto di Giovanbattista Tommasi
scacchiera cinese del XIX secolo (Sala Tommasi)
portantina, forziere e livrea (Sala Tommasi)














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Si passa poi a visitare la Sala Medicea.

Sala Medicea
Nella grande sala troneggia un camino in pietra serena.

camino della Sala Medicea
Sulle pareti invece sono appesi i ritratti di alcuni lucumoni dell'Accademia (titolo d'onore dei presidenti dell'Accademia Etrusca di Cortona).

ritratti di lucumoni alle pareti della Sala Medicea
Sul soffitto a cassettoni si può vedere lo stemma mediceo.

stemma mediceo del soffitto della Sala Medicea
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Da qui si prosegue la visita con la Sala Ginori.

Sala Ginori
Al centro della sala troneggia il Tempietto Ginori della manifattura di Doccia, del XVII secolo.

Tempietto Ginori nella Sala Ginori
particolare del Tempietto Ginori
particolare del Tempietto Ginori

E' un'opera rococò in porcellana smaltata azzurra e bianca, che rappresenta l'allegoria del Tempo, delle Virtù Cardinali e della Bellezza.
Nello stesso tempo esalta la dinastia de' Medici: sono applicati 76 medaglioni di personaggi della famiglia fiorentina.

Fu donato all'Accademia nel 1756 dal marchese Carlo Ginori (lucumone nel 1756/1757).

Sulla parete di fondo della sala, l'affresco rappresentante l'Annunciazione del XVII secolo, è opera di Salvi Castellucci, allievo di Pietro da Cortona.

Annunciazione - Salvi Castellucci
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Attigua si trova la piccola Sala del Monetiere, dove sono in mostra monete etrusche e romane e preziose porcellane di provenienza diversa.

Sala del Monetiere
porcellane
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Proseguendo, la prossima sala è la Sala Venuti.

Sala Venuti
La sala è dedicata ai tre fratelli fondatori dell'Accademia Etrusca: Marcello, Filippo e Ridolfino Venuti.
Qui trovano posto iscrizioni dedicatorie di epoca romana.
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Segue la Sala Baldelli.

Sala Baldelli
In questa sala l'opera più significativa è la Musa Polimnia, una pittura ad encausto su ardesia.
Si credeva di età classica, ma è stata poi stimata un'opera del XVIII secolo, in realtà un'imitazione di stile pompeiano.

Musa Polimnia
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Tornati alla Galleria si sale al secondo piano.

Nelle due attigue Sale Corbelli trova posto la collezione egizia.

vetrine di una Sala Corbelli
I materiali archeologici qui conservati furono donati all'Accademia dal delegato apostolico in Siria e in Egitto monsignor Guido Corbelli, da quale le sale prendono il nome.

sarcofaghi egizi
Gli oggetti esposti, di uso quotidiano e riguardanti il mondo dei morti, vanno dal 4500 a.C. al 640 d.C.
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Nell'adiacente loggiato (ma credo che sia un allestimento temporaneo), sono esposte armi antiche, soprattutto rinascimentali, e le opere di Gino Severini, donate dal pittore futurista nato a Cortona nel 1883, e dalla famiglia alla sua morte.

Sala delle armi
Sala delle armi
Tra le opere del Maestro qui riunite vi sono: La Bohémienne,  il Ritratto di padre Antonio, il Ritratto di nonna Adelaide, un Autoritratto e il Ritratto di Jeanne.
 
Sala Severini
Ritratto di padre Antonio e Ritratto di nonna Adelaide - Gino Severini
La Bohémienne - Gino Severini
Sicuramente la tela più apprezzata di Severini qui presente è la Maternità, il ritratto della moglie Jeanne con il figlio Antonio del pittore.

Maternità - Gino Severini
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La visita al museo si conclude con la Biblioteca Settecentesca o "Biblioteca Alta" perché posta all'ultimo piano del palazzo.

ingresso alla Biblioteca Settecentesca








L'interessante raccolta di libri, costituita da 10.000 volumi di tutte le discipline, 212 miscellanei di tesi di laurea del XVII e XVIII secolo di Università tedesche, è custodita in scaffali settecenteschi.


Biblioteca Settecentesca
www.cortonamaec.org
Orario: novembre/marzo    martedì/domenica  10.00/17.00
             aprile/ottobre         lunedì/domenica     10.00/19.00
Costo:   10€
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Nella Piazza Signorelli sorge anche il Teatro Signorelli.

Teatro Signorelli
Fu costruito in stile neoclassico nel 1854, su progetto di Carlo Gatteschi.
L'edificio è provvisto di una scalinata e di una loggia di sette arcate.

Teatro Signorelli
La facciata è divisa in tre parti da due lesene.
La parte centrale termina con un timpano triangolare.
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Dal 1400 la storia di Cortona s'intreccia con quella di Firenze e con la famiglia dei Medici.

Cortona assunse un'importanza militare , e si costruì così, sulle fondamenta di una rocca medievale, la fortezza del Girifalco.

Fortezza del Girifalco
Fu eretta sul punto più alto della città, per volere del granduca Cosimo I dei Medici, su disegno di Gabrio Serbelloni (nipote di Pio IV) e di Francesco Laparelli.

bastione Santa Margherita della Fortezza del Girifalco
palazzo della fortezza
mura della fortezza
La sua pianta è a forma trapezoidale.
I quattro bastioni sono di forma diversa e vengono chiamati: Santa Maria Nuova a nord-ovest, Sant'Egidio a nord-est, San Giusto a sud-est, e Santa Margherita a sud-ovest. 

Da quest'ultimo bastione, un tempo posto di guardia, si accede alla fortezza.

Orario: aprile/giugno     10.00/18.00
             luglio/ottobre    10.00/13.30   14.30/19.00
Costo:   3€

(Durante la nostra visita a Cortona la fortezza era chiusa perché al suo interno Jovanotti stava provando le canzoni del suo tour).

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Nel '500 a Cortona si costruirono chiese e palazzi, e fiorirono le arti.
In questo ambito culturale si poterono esprimere artisti quali Luca Signorelli e Pietro Berettini, più noto come Pietro da Cortona, del quale rimane in questa città la sua casa natale.

casa natale di Pietro da Cortona
La casa del XVI secolo fu costruita da Filippo Berrettini, zio  dell'artista.
La porta, con bugnato e con stemma della famiglia, è cinquecentesca.

Le numerose chiese Cortona sono ricche di opere d'arte, e di esse parlerò in un post a parte.
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Un museo che invece custodisce molte tele importanti provenienti da chiese di Cortona e del territorio che la circonda è il Museo Diocesano.

Museo Diocesano
Il museo, che si trova proprio di fronte alla Cattedrale di S.Maria, è allestito nel complesso architettonico della Chiesa e dell'Oratorio del Gesù, del XV secolo.

Una chiesa superiore, divenuta nel '700 il battistero della cattedrale, ed un oratorio inferiore, ad uso della compagnia laicale del Buon Gesù, componeva il complesso.

ingresso posteriore del complesso del Gesù
Questo museo, nato nel 1945 per volere del vescovo di Cortona dell'epoca monsignor Franciolini, custodisce opere che vanno dal II al XIX secolo.

La prima opera che accoglie il visitatore è un sarcofago romano sul quale è rappresentato il combattimento tra Dioniso e le Amazzoni.

La chiesa superiore è ad unica navata.
Ha un soffitto ligneo a ottagoni nei quali sono rappresentati i simboli della Passione di Cristo e il suo monogramma.
E' opera di Michelangelo Leggi, detto il Mezzanotte.

Qui sono conservati:
- la tavola dell'Annunciazione (XV secolo) del Beato Angelico
- il trittico Madonna col Bambino e i Santi Nicola, Michele, Giovanni Battista e
  Margherita d'Ungheria (XV secolo) di Stefano di Giovanni, detto il Sassetta 
- la tavola Madonna col Bambino e i Santi Matteo, Giovanni Battista, Giovanni
  Evangelista e Maria Maddalena ((XV secolo) del Beato Angelico
- la tela dell'Assunzione della Vergine coi Santi Benedetto e Scolastica (o
  Madonna della cintola del XV secolo) di Bartolomeo della Gatta
- la tavola dell'Assunta (XV secolo) di Martino di Bartolomeo
- la tavola di S.Francesco, S.Bernardino da Siena e S.Antonio da Padova (XV
  secolo) di Domenico Michelino
- la Crocifissione (XIV secolo) di Pietro Lorenzetti
- il fonte battesimale in marmo (XV secolo) di Ciuccio di Nuccio .

Nell'ex Sacrestia della chiesa sono raccolte le opere provenienti dalla chiesa di Santa Margherita, distrutta quando si decise di erigire l'attuale Santuario:
- la tavola Madonna col Bambino in trono e quattro angeli (XIV secolo) di Pietro
  Lorenzetti
- la tavola Madonna col Bambino (XIV secolo) di Niccolò di Segno
- il frammento d'affresco Andata sul Calvario (XIV secolo) di Pietro Lorenzetti
- il dossale di S.Margherita da Cortona e storie della sua vita (XIII secolo) di
  pittore ignoto aretino
- due Madonne col Bambino in marmo (XIV secolo), una attribuita a Gano di
  Fazio.

Una volta scesi tramite lo scalone, opera di Filippo Berettini, verso il sottostante Oratorio del Gesù, si può ammirare la tavola Gesù Crocifisso (XIV secolo) di Pietro Lorenzetti.

Oratorio del Gesù - Museo Diocesano
L'Oratorio è decorato con affreschi del cinquecento da Cristoforo Gherardi, detto il Doceno, su disegno di Giorgio Vasari.

Negli affreschi delle pareti laterali sono rappresentati i sacrifici del Vecchio Testamento.
Nei tre affreschi della volta sono rappresentati tre episodi del Nuovo Testamento: la Trasfigurazione, la Discesa al Limbo di Gesù e la Conversione di Saulo.

Gli stalli lignei sono un'opera del XV secolo realizzata da Vincenzo di Pietro Paolo da Cortona.
La terracotta policroma della Pietà tra le Tre Marie è stata attribuita alla bottega di Benedetto Buglioni. 

Dopo essere di nuovo risaliti in superfice si accede alla Sala Signorelli, nella quale appunto le opere esposte sono quasi tutte state eseguite da Luca Signorelli (XV/XVI secolo):
- il dipinto l'Adorazione dei pastori della bottega del pittore
- la tavola Compianto sul Cristo morto del pittore
- un'altra Adorazione dei pastori opera del pittore
- il dipinto la Comunione degli Apostoli del pittore
- la tavola dell'Allegoria dell'Immacolata Concezione del pittore e collaboratori
- la tavola dell'Assunzione della Vergine del pittore
- la Presentazione di Gesù al Tempio della bottega del pittore
- la Madonna col Bambino e i Santi Michele arcangelo, Antonio da Padova, 
  Bernardino da Siena e Nicola di Bari della bottega del pittore
- la tavola della Madonna col Bambino e i Santi Francesco, Ludovico da Tolosa, 
 Bonaventura e Antonio da Padova del pittore e  suoi collaboratori.

La sala seguente racchiude pitture dalla Controriforma al Settecento: opere di Zuccari, Crespi e Cappella.

Nelle ultime due sale sono esposti arredi sacri, tra i quali un Calice opera di Michele di Tomè, il Reliquiario Vagnucci di Giusto di Firenze, e il Parato Passerini donato alla cattedrale dalla famiglia Passerini.
Fu fatto confezionare, su disegni di Andrea del Sarto e Raffaellino del Garbo,  dal cardinale Silvio Passerini per il Papa Leone X in occasione della visita papale alla città.

Orario:  lunedì/domenica          aprile/ottobre        10.00/19.00
              in ottobre chiuso il lunedì
              martedì/domenica       novembre/marzo   10.00/17.00
Costo:  5€

NO FOTO (purtroppo!)


CONCLUSIONI
Cortona è una città d'arte ed un vero museo all'aria aperta.
Solo il semplice passeggiare per le sue vie e i suoi vicoli vuol dire respirare l'atmosfera della sua storia.
Ma non si può dire di conoscerla se non si entra nei suoi musei, per approfondire i suoi momenti storici e i capolavori che sono stati creati in ogni epoca.
Per concludere la visita della città poi è necessario entrare nelle sue chiese...ma per scoprire le bellezze artistiche custodite in questi luoghi, vi rimando al mio post "Cortona e le sue chiese".


6 commenti:

Unknown ha detto...





ciao molto interessante il tuo lavoro , il mio nome è Manuel Monroy e sto facendo qualche ricerca su il mosaico della villa romana di Ossaia , mi chiedo misure mosaico represanta due pantere con gladium .
le informazioni sarebbe molto utile per me e cercare di scoprire di più sul mosaico.
dal Messico grazie

Raffaella ha detto...

Ciao Manuel, mi dispiace moltssimo ma non ho trovato notizie sulle misure del mosaico

Maura (Australia) ha detto...

This has been a most fascinating read! I have enjoyed it thoroughly and appreciate all the research you have put into this Cortona description of art and history.

Raffaella ha detto...

Thank you very much Maura!

Unknown ha detto...

complimenti reportage ricco di particolari e informazioni

Raffaella ha detto...

Grazie!

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