Nella Slovacchia dell'ovest, a nord-est di Bratislava, nella valle del Vah, maggiore affluente slovacco del Danubio, si trovano tre castelli scenografici, due ridotti a rovine, e uno, quello di Trencin, ancora in buono stato.
CASTELLO DI TRENCIN
SITO TURISTICO www.muzeumtn.sk
(anche in inglese)
Il castello di Trencin sorge arroccato su una roccia calcarea, e ai suoi piedi si estende l'antica Laugaricio, odierna Trencin, cittadina romana. Un'iscrizione latina del 179 d.C. sul muro del castello, il ringraziamento da parte di Marcus Valerius Maximianus, legato della II legione, per la vittoria di Marco Aurelio e di suo figlio Commodo sulla tribù germanica dei quadi, testimonia la presenza romana più a nord nell'Europa centrale.
Il castello è sorto al posto di una roccaforte slava, sulla via mercantile che collegava il Mediterraneo al Baltico e all'Europa del nord.
Dal XI secolo il castello reale assumerà un ruolo di difesa della città.
Salendo prima una scalinata attraverso la cittadina, poi un lungo viale pedonale, si arriva al primo cancello del castello, che fa accedere alla terrazza dove si trovano il bastione dell'artiglieria, la cappella e il Pozzo dell'Amore.
Questo pozzo, profondo 70m, è legato ad una romantica leggenda, che narra l'amore tra il turco Omar e la bella Fatima.
Fatima era prigioniera del padrone del castello Stefano Zapol'sky.
Omar ottenne che venisse liberata in cambio dello scavo nella roccia di un pozzo per portare l'acqua al castello.
Omar scavò per tre anni insieme ai suoi compagni, fino a vedere il primo bicchiere d'acqua riempirsi.
Omar disse al carceriere della sua amata che ora aveva l'acqua ma non il cuore.
Mentre lasciavano il castello il velo di Fatima ritorno' indietro a coprire un cespuglio di rose.
Per questo la più antica locanda di Trencin, prima di prendere il nome di "Fatima" era chiamata "il Velo".
Salendo dalla terrazza si arriva ad un'altra porta che dà accesso alla parte più antica del castello: la Rotonda.
E' l'area sacra più antica del territorio, costruita a 4 absidi.
Si sono trovate delle sepolture dell' XI secolo.
rotonda |
interno absidato della Rotonda |
Nel XIV secolo il palatino Matus Csak, designo' Trecin la sua sede, pur avendo altri 50 castelli.
Il suo palazzo gotico fu distrutto, ma rimane la torre chiamata Torre di Matus (Mattia), il mastio, costruito in stile romanico nel XI secolo e poi in stile gotico nel 1270.
vetrina espositiva di ceramiche |
esposizione di ceramiche |
Altri palazzi furono costruiti all'interno delle mura del castello.
Il Palazzo di Ludovico è il secondo in ordine cronologico.
E' del XIV secolo,e fu costruito da Ludovico il Grande.
Al suo interno si trova una ricca esposizione di armi, spade gotiche, armi orientali con incisi versi del Corano, pistole e fucili dei Balcani, armi da fuoco e armi da caccia.
Al piano terreno si trovano esposizioni della galleria della famiglia Illeshazy: quadri con temi biblici, della mitologia greca e ritratti della famiglia reale degli Asburgo.
esposizione d'armi |
esposizione d'armi |
esposizione di quadri |
ritratto degli Asburgo |
Il Palazzo di Barbara, fu costruito da Sigismondo di Lussemburgo per la II moglie nel 1430, sui resti del Palazzo di Matus, e le finestre sono quelle originali gotiche con affreschi del XII secolo.
Il primo ambiente che s'incontra era la sala delle Guardie.
Il più recente è il Palazzo di Zapol'sky, del XVI secolo.
In esso trovano spazio i ritratti della famiglia Illeshazy e delle famiglie alleate e amiche.
Orari maggio/settembre 9.00/17.30
aprile e ottobre 9.00/16.30
novembre/marzo 9.00/15.30
Costo 5,10€
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Presenta una lunga piazza chiusa al traffico, la Mierove Namestie, dove si erge una colonna della peste, per ricordare l'epidemia avvenuta nel 1710.
Mierove Namestie con colonna della peste e castello |
S.Francesco Saverio |
Lungo questa piazza si erge la chiesa piarista di S.Francesco Saverio, prima appartenuta ai Gesuiti, in stile barocco del XVII secolo, affrescata da Andrea del Pozzo.
interno della chiesa S.Francesco Saverio |
Passando sotto la Torre della Città (Mestska veza), l'unica porta rimasta delle mura del XIV secolo, si accede alla piazza chiamata Namestie Sturovo, dove si trova la fontana con "vodnik", una creatura delle acque che si diverte a fare scherzi ai passanti.
Si trova qui anche la sinagoga del 1913 in stile moresco, spazio espositivo.
Torre della città |
Namestie Sturovo e sinagoga |
fontana con vodnik |
RISTORANTE POD HRADOM
www.podhradom.sk
Matusoka 12/68
00421 32 7481 705
GIUDIZIO
petto d'anatra con pera caramellata e strudel di patate |
Posto sulla scalinata che dalla piazza principale di Trencin sale sino al castello, è un ristorante dall'ottimo rapporto qualità/prezzo, all'interno dell'omonimo hotel.
Due sale arredate nei toni del bianco e del rosso, di cui una con camino, formano l'ambiente di questo ristorante elegante e raffinato.
I piatti della cucina internazionale, rivolti soprattutto a quella italiana, sono ben preparati e presentati.
Un indirizzo non banale, da consigliare.
charlotte |
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CASTELLO DI CACHTICE
Questo castello ridotto a rovine, non si può attualmente visitare.
Si può osservare dal borgo che si trova ai suoi piedi, anch'esso non troppo in buone condizioni.
Il castello fu costruito da Kasimir nel XIII secolo per difendere la frontiera occidentale.
Passò poi al palatino Matus Csak, ed ad altre famiglie.
Deve la sua fama però ad Elisabetta Bathory, la più grande serial killer donna della storia!
Risiedette in questo castello dal 1560 al 1614, come padrona e poi agli arresti domiciliari, dopo che si scoprirono i suoi delitti e che fu presa sul fatto.
Le si attribuiscono gli omicidi di più di 600 giovani ragazze, in 25 anni.
Era di una nobile famiglia ungherese, un suo zio materno era il re polacco Stefano Bathory.
Andò in sposa a quindici anni a Frantisek Nedasdy, nobile e capitano dell'armata ungherese, uomo violento, ed ebbero cinque figli.
Elisabetta aveva paura di vedersi invecchiare.
Un giorno picchiò selvaggiamente una serva che l'aveva urtata, e gli schizzi di sangue della giovane andarono su di lei.
Guardandosi allo specchio poi le sembrò che la sua pelle, nei punti dove era stata toccata dal sangue della ragazza, avesse assunto un aspetto più giovane.
Da quel giorno le sue serve furono solo ragazze giovani, belle, prese dalla nobiltà più povera, o orfane, o prese dalla strada o rapite dalle loro case.
Venivano poi torturate nel peggiore dei modi, uccise e con il loro sangue Elisabetta faceva il bagno.
Questo durò finché un prete non la denunciò pubblicamente e si incominciò un'indagine compiuta però da Juraj Thurzo, colui che dalla morte del marito di Elisabetta l'aveva presa sotto la sua protezione.
Così la pena si limitò alla prigionia nel suo stesso castello.
Questa è una storia triste e macabra, che però viene ancora ricordata e sulla quale si è scritto molto, e che ha reso celebre questo castello.
La fine del castello invece avvenne con la conquista da parte di Frantisek Rakoczi II e il suo abbandono.
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CASTELLO DI BECKOV
Anche questo castello è un complesso di scenografiche rovine.
Si trova a 30 m al di sopra dell'abitato di Beckov, e bisogna avere scarpe comode per intraprendere la salita al castello.
Su un sito fortificato del IX secolo, di una popolazione proveniente dalla Grande Moravia, fu costruito un castello nel XIII secolo come castello reale di difesa.
entrata al castello |
corte interna |
Fu donato alla famiglia di Stibor dal re Sigismondo d'Ungheria nel 1388.
Stibor costruì la cappella gotica e una cisterna.
cappella gotica |
interno della cappella |
palazzo del castello |
cappella gotica e palazzo |
La famiglia Banffy trasformò il castello in una residenza nobile in stile rinascimentale, e ai lavori parteciparono artisti provenienti da Venezia, dalla Polonia, dalla Germania e dalla Boemia.
Dopo l'incendio del 1729 il castello fu abbandonato.
rovine del castello |
Orari maggio/ottobre 9.00/18.00
Costo 2€
CONCLUSIONI
Questi castelli abbastanza vicini tra di loro, sono meta di numerosi turisti.
Noi abbiamo visitato il castello di Beckov durante una giornata in cui si svolgeva una fiera artigianale e nel castello erano state allestite alcune ambientazioni medioevali e figuranti in costume animavano le scene.
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